Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
«Qui la ‘ndrangheta non entra» recita retorica la targa della Commissione Regionale Antimafia. Proposta dalla minoranza nel dicembre scorso, dopo un viaggio sofferto quanto una gravidanza, finalmente è arrivata. Ora campeggia sprezzante ed orgogliosa sull’uscio del municipio. Ma i serresi, a dire il vero, non se sono ancora accorti. Forse perché nessuno li ha informati della cerimonia di affissione. O meglio, forse perché la cerimonia non c’è mai stata.
Serra non è chiaramente il primo paese a ricevere la targa, ma è l’unico in tutta la Calabria che prima l’ha richiesta e poi l’ha snobbata. Ad esempio a Villapiana, nel cosentino, venne affissa con tanto di benedizione sacerdotale in presenza delle autorità militari. Dalla Capitaneria di Porto alla Compagnia dei Carabinieri. Dal Prefetto all’Ispettore di Polizia.Gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vibo, unitamente ai carabinieri del Comando provinciale, hanno eseguito stamattina a Soriano un sequestro di beni, per il valore di 5 milioni di euro, riconducibili a Giovanni Battista Tassone, 57 anni, arrestato il 10 novembre scorso nell'ambito dell'operazione "Business cars" con l'accusa di usura. Nel corso dell'operazione, i militari hanno scovato in un magazzino un bunker sotterraneo. L'indagine è coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo.
Il Sindaco di Serra San Bruno
La Sorical (società che gestisce le risorse idriche calabresi) è stata messa in liquidazione. Il tutto è stato deciso nel corso dell'assemblea dei soci di lunedì scorso, a causa dei crediti vantati verso i Comuni e che non vengono saldati. Il capitale della Sorical è detenuto, per il 53%, dalla Regione e per la restante parte da un socio privato che fa capo alla multinazionale francese Veolia. La società, a questo punto, sarà gestita da due commissari liquidatori nominati dalla Regione e dal socio privato. "Si è trattato - ha detto il presidente Sergio Abramo - di una decisione tecnica stabilita da tempo.
SERRA SAN BRUNO - Il fantomatico balletto delle ordinanze, mandato in scena dall’amministrazione comunale serrese negli ultimi mesi, ha contribuito a rendere ancora più paradossale la questione acqua potabile. Si tratta, infatti, di un problema grave, che incide sulla salute oltre che sulle tasche dei cittadini, causato per larga parte dalla responsabilità delle amministrazioni comunali alla guida del paese dal 2004 (anno di insediamento di SoRiCal) e che viene malamente gestito oggi dall’amministrazione Rosi, che nell’arco degli ultimi 3 mesi ha tenuto un atteggiamento contraddittorio e fuorvianteper i cittadini, che oggi appaiono esasperati
Riceviamo e pubblichiamo
Al Peggio non c’è mai fine, proprio per questo, la politica italiana non riuscendo più ad emergere dalla palude in cui si è andata a cacciare, pur di cercare di salvarsi, sta proponendo “il ballo degli Stregoni”. Cercano di mettere paura, terrorizzare tutti, in tutti i modi possibili e immaginabili. Le stragi di Stato sembrano essere terminate, ma il default da spread, che è uno degli spauracchi più gettonati, non sembra essere di meno delle stragi. Il vizietto è vecchio ed il repertorio è ricco e fantasioso e si aggiorna continuamente. La cosa comica è che, a furia di ripetere pubblicamente certi slogan, si auto convincono di quello che dicono senza capire di cosa parlano. “Le iene docet”. Naturalmente, ognuno cerca il suo slogan con molta cura, ovvero, che possa soddisfare appieno le sue aspettative terrorizzanti. Purtroppo però, tutta questa macchinazione, che, in altri tempi, sicuramente, avrebbe avuto successo, oggi non funziona più. Quello di cui si sarebbero dovuti accorgere, e non si sono accorti, e che, a furia di esercitare giochetti politici di cattivo gusto sugli italiani, quest’ultimi, hanno fatto morire in loro ogni speranza. Il risultato pratico è stato che il popolo, demotivato, non va’ più a votare, non solo! Ma è diventato (ed è l’aspetto peggiore della faccenda) qualunquista e apatico. Via l’Ideologia, via il Nazionalismo, via l’Identità, via la Cultura, via la Storia, via la Lingua, via la Sovranità nazionale, via…, via … cosa rimane? “Un popolo di pecoroni”. Ecco il vero obiettivo che hanno perseguito in questi ultimi quaranta anni. Rendere il popolo un bue mansueto al servizio della politica. Ed ora cosa vogliono…? Questo è il frutto del loro seminato. Quindi, ben venga l’uragano. Ho letto l’intervento che ha fatto l’on. Censore a proposito della soppressione della provincia di Vibo Valentia, e sinceramente ho provato molta tristezza nel leggere (come da copione) l’articolo con cui si ipotizza il disastro dalla mancanza della provincia. Altri, più in alto, manifestano la loro visione disastrosa sull’ipotesi di uscire dalla moneta unica! Ma è possibile che la voce politica si possa fermare a intimare disastri, quando il vero disastro lo ha prodotto la politica stessa? Le proposte (quelle vere) dove sono andate a finire? Di cassandre né abbiamo avute fin troppe! È ora di passare all’azione. Questo lo hanno capito tutti, fuorché la classe politica. Il vero problema del popolo italiano è la continua ingerenza politica nella vita privata dei cittadini. Un’ossessione. Politici che per decenni hanno sprecato il loro tempo a rendere il popolo: non sovrano, come sarebbe auspicabile, ma, servile ai partiti. Schiavo dei partiti. Solo per farne un esempio che, in questi giorni sta tenendo banco: Il Redditometro. Questo strumento impopolare e illegale perché viola palesemente l’art. 54 della Carta costituzionale, che impone il reddito a prescindere da tutto, ovvero da, malattie, incidenti, crisi economica, precarietà, che tratta il liberi lavoratori come fossero dei dipendenti statali, che ha indotto i più piccoli a chiudere le “loro” attività e quindi a lavorare (quando possibile) in nero, mentre, ha indotto quelli più facoltosi a esportare i loro capitali all’estero. Caro on. Censore, questi sono i veri problemi della gente non la chiusura di una insignificante provincia o di un Parco regionale. La politica oggi deve fare solo e soltanto un passo indietro rispetto alla sovranità popolare, ovvero, deve fare deregulation. E lo deve fare, con molta attenzione e non con la semplice e solita disinvoltura e superficialità con cui ha operato sino ad oggi! Deve dare la possibilità a tutti di sbarcare il lunario senza interferire col mondo produttivo. L’irap, per il mondo del lavoro, equivale allo “strafulminato di cianuro”, quanto ci vuole ancora per capirlo? Meno impeachment burocratico a tutti i livelli. Il reddito non si può imporre né si può stabilire a prescindere. Esistono meccanismi supercollaudati da centinaia di anni che regolano il rapporto di lavoro senza che lo Stato ci ficchi il naso e, men che meno, la magistratura. Le leggi economiche non sono delle scienze esatte e ciò che è successo a livello mondiale né è la dimostrazione. Non c’è niente da inventare. Essere vicino a i soggetti più deboli, più abietti, non significa prendersi “cura” di tutti. Come abbiamo potuto costatare sulla nostra pelle, la cura per tutti ha prodotto una società malata. Lo Stato impiccione canonizzato da alcune ideologie ottocentesche fa solo danni. E, giusto per chiarire: Uno Stato ricco non significa che le istituzioni devono amministrare il 100% delle ricchezze di ciascun cittadino italiano, entrando nei suoi conti bancari, nelle sue agende, nelle sue case, nelle sue aziende, nella vita privata, ecc. , bensì significa che, i singoli cittadini dello Stato in cui sono sovrani sono ricchi. Credetemi! È tutta un’altra storia, E, la prima ricchezza di un popolo è, certamente, la Libertà per la quale, in passato si è intrinsa di sangue la bandiera a prescindere dall’orientamento politico.
Francesco Pastore
SERRA SAN BRUNO - In merito all'operazione portata a termine nella giornata di ieri dagli uomini del locale Commissariato di Polizia, nel corso della quale è stato tratto in arresto Salvatore Cirillo, trentaseienne residente in contrada "Ninfo", alle porte di Serra San Bruno, l'avvocato Michele Ciconte, legale della persona arrestata, precisa che, contrariamente a quanto pubblicato dalla nostra testata, il suo assistito al momento dell'arresto non si trovava nell'abitazione all'interno della quale gli agenti hanno rinvenuto il munizionamento da guerra.
Riceviamo e pubblichiamo:
Salviamo la Multiservizi. No alla privatizzazione! Questa la frase che si legge sui due striscioni affissi la sera del 27 giugno dal Comitato Lametino Acqua Pubblica per manifestare il proprio disappunto sulla privatizzazione della Lamezia Multiservizi S.p.A. e sull’incertezza relativa al futuro del settore idrico nella città di Lamezia Terme.
Ad un anno dalla vittoria referendaria che ha sancito l'indiscutibile volere popolare per la difesa dell'acqua bene comune, e dopo oltre cinque anni di battaglie del comitato Lametino per l’Acqua Pubblica, assistiamo ancora alle continue dichiarazioni del sindaco che, alla prova dei fatti, risultano essere vuote di contenuti e di impegni vincolanti.
L’esito referendario va rispettato!
Abbiamo atteso fin troppo tempo ed ora è giunto il momento di avere risposte concrete ed immediate.
Bisogna fermare la privatizzazione della Lamezia Multiservizi e chiediamo, come atto concreto, la creazione di una azienda speciale di diritto pubblico che preveda forme dirette di partecipazione dei lavoratori e dei cittadini.
Proponiamo un tavolo tecnico tra Comune e Comitato Lametino per l’Acqua Pubblica - aperto ai cittadini che intendo parteciparvi - per formalizzare, nel più breve tempo possibile, lo statuto della nuova Azienda Speciale e farlo approvare in Consiglio Comunale.
La soluzione ai problemi della Multiservizi esiste, tutto dipende dalla volontà politica del sindaco.
Per sensibilizzare e informare la popolazione il Comitato annuncia altre iniziative nei prossimi giorni.
Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Associazione "Il Vizzarro”
via chiesa addolorata, n° 8
89822 - Serra San Bruno