Giovedì, 05 Aprile 2012 16:57

E' donna la rivoluzione in Calabria

mini enotrio_1_1Garibaldi aveva unificato l’Italia, i latifondisti, che avevano aiutato lo Stato nella repressione del banditismo, si allearono alla borghesia industriale del Settentrione: la degradazione economica spense le ultime speranze delle masse contadine del Sud. Le rivolte per la miseria in Calabria furono represse con la violenza e un'assemblea di proprietari terrieri aveva addirittura avanzato la proposta al Governo di abolire le scuole per le classi subalterne, cosa che adesso si sta riproponendo con una “scuola per censo”. L'emigrazione segnò, quindi, l'unica via di salvezza, i giovani, gli uomini abili, partivano. All'inizio del secolo oltre mezzo milione di italiani varcò l'Oceano e fino al 1914 circa dieci milioni abbandonarono la Patria, metà dei quali costituita da meridionali in cerca di fortuna negli Stati Uniti e nel Sud America. Il tenore di vita migliorò allorquando incominciarono a pervenire alle famiglie proletarie le rimesse di grandi somme di danaro da parte dei congiunti emigrati e ciò contribuì a risanare pure la bilancia commerciale nazionale. In seguito con il Fascismo, precluso lo sbocco dell'emigrazione, si poté soltanto scegliere l'arruolamento tra i "volontari" dell'Etiopia.

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mini brognaturo municipioBROGNATURO – Un clamoroso colpo di scena. Stando ad indiscrezioni, fatte trapelare da fonti attendibili, a soli due giorni dalla presentazione ufficiale delle liste per il rinnovo del consiglio comunale, Maria Carmela Mangiardi avrebbe ritirato la disponibilità a concorrere alla carica di sindaco. Una decisione, quella della giovane professionista, che non lascerebbe grandi margini di manovra per un eventuale ripensamento. All’origine del passo indietro, ci sarebbero alcuni contrasti sorti in seno a quella che avrebbe dovuto essere una coalizione formata dalla fusione dei gruppi guidati da Mimmo Salerno e Bruno Papa. In particolare, pare la cesura si sia consumata su una diversa interpretazione dell’accordo raggiunto la scorsa settimana.

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Domenica, 01 Aprile 2012 14:07

'Che fine ha fatto l'ospedale del futuro?'

mini manifesto_mirko_1_aprile_2012Di seguito il testo del manifesto affisso stanotte per le vie di Serra San Bruno:

Egr. sig. Sindaco

ci rivolgiamo di nuovo a Lei  per chiederLe chiarezza in merito alla precaria situazione in cui versa l’ospedale cittadino e per conoscere la posizione che la Sua maggioranza intende assumere al fine di difendere e rilanciare l'unico baluardo sanitario del nostro territorio. E’ chiaro a tutti che l’ospedale “San Bruno" e', ormai, avviato sulla strada di una progressiva chiusura, senza che alcun rappresentante politico del territorio abbia preso alcuna iniziativa. A sentire le promesse fatte da Lei e dalla Sua maggioranza in campagna elettorale, Serra San Bruno avrebbe dovuto avere un nosocomio d'avanguardia. A distanza di quasi un anno  vorremmo sapere che fine abbia fatto “L’ospedale del futuro”

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mini giuseppe-barbaraSPADOLA – Ad una manciata di giorni dalla presentazione ufficiale delle liste per il rinnovo del consiglio comunale, la situazione appare, ancora, nebulosa, precaria, impossibile da decifrare. Le uniche certezze, come segnalato nei giorni scorsi, sono rappresentate dalla ricandidatura, alla carica di primo cittadino, di Giuseppe Barbara (foto) e dalla frammentazione di quello che è stato lo zoccolo duro di Michela Tassone. Se in casa di “Identità spadolese”, la lista che sostiene l’attuale maggioranza, le cose sembrano procedere nel migliore dei modi, così non sembra sul versante dei potenziali antagonisti, dove, allo stato, si registra una situazione di stallo che rischia di regalare una facile vittoria al gruppo capitanato da Giuseppe Barbara.

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mini AperturaNell'importante saggio del 1961 La terra del rimorso, recentemente ripubblicato da Feltrinelli, Ernesto De Martino individua nel gesuita tedesco Athanasius Kircher (1602-1680) uno dei primi autori ad affrontare in maniera sistematica il tema del tarantismo nella cultura meridionale e in particolare salentina. Egli, scrive De Martino, «per esser spesso ingenuamente partecipe rispetto alle tradizioni locali, ha finito per conservarci sul fenomeno culturale del tarantismo molto di più di quanto non abbiano fatto medici e naturalisti».

Singolare figura di poligrafo dedito agli studi più vari e disparati -dalla geologia alla matematica, dall'architettura alla crittologia, dalla botanica alle lingue asiatiche e ai geroglifici- Kircher nutre un profondo interesse nei confronti della musica. Come diversi intellettuali suoi contemporanei (Johannes Kepler, Robert Fludd e Marin Mersenne, solo per citarne alcuni), anche Kircher è convinto che l'ordine del mondo abbia carattere sostanzialmente musicale; nella sua opera principale dedicata all'argomento, la Musurgia Universalis (1650), egli rappresenta infatti Dio come un "musico supremo" che, accordando e suonando un organo a canne, crea il cosmo e determina la disposizione armonica dei suoi elementi.

 

Non è nella Musurgia Universalis, tuttavia, che Kircher tratta estesamente del tarantismo (sebbene vi sia una sezione ad esso dedicata nel libro IX), né nella Phonurgia nova (1673, dove pure vi sono diversi cenni), bensì nel Magnes sive de arte magnetica, pubblicato nel 1641, nove anni prima della Musurgia, e dedicato al magnetismo inteso nella sua accezione più generale. Le proprietà magnetiche di alcuni minerali erano ben note già agli antichi, e nel Medioevo e Rinascimento avevano attirato l'attenzione di quei filosofi più inclini ad interpretare le dinamiche naturali in termini di simpatia/antipatia tra gli enti (ad esempio Pietro Peregrino, Girolamo Fracastoro e Giambattista Della Porta), ma fu solo con la pubblicazione del De magnete di William Gilbert, nel 1600, che le conoscenze intorno ai fenomeni magnetici furono organizzate in un corpus organico e sperimentalmente corroborato. Nella sua opera Gilbert non solo dimostrava che la Terra stessa era un enorme magnete, ma suggeriva anche l'idea che il magnetismo potesse fornire un modello dinamico adeguato per la rappresentazione dei moti celesti, idea che fu poi ripresa e approfondita da Kepler nell'Astronomia Nova (1609). Nel Magnes, Kircher si spinge ancora oltre, riconoscendo nel magnetismo un principio universale che lega intimamente tutte le cose create preservando così l'armonia del mondo, come si può evincere dal frontespizio dell'opera, dove intorno all'occhio divino sono disposti il mondo sublunare, quello celeste e l'uomo (il "microcosmo") reciprocamente connessi da "catene magnetiche" che a loro volta li legano alle diverse scienze ad essi inerenti: omnia nodis arcanis connexa quiescunt. Il magnetismo "elementale" preso in considerazione da Gilbert è dunque, secondo Kircher, solo una delle possibili manifestazioni di questo principio universale. Oltre ad esso (come spiegato nel III libro del Magnes, "Mundus sive catena magnetica") vi sono infatti le forme del magnetismo vegetale, animale, medicinale, musicale e  dell'amore.

 Il caso del tarantismo e della relativa cura per mezzo della musica rientra, per Kircher, all'interno del magnetismo musicale, e riveste particolare importanza perché collega quest'ultimo al magnetismo medicinale e a quello animale. Secondo Kircher, il morso della tarantola trasmette all'essere umano un veleno che si va ad annidare nelle profondità delle fibre muscolari. Tale veleno è dotato del medesimo magnetismo della tarantola, la cui principale caratteristica è quella d'esser sensibile al magnetismo musicale: come la tarantola, il veleno è perciò attratto da particolari tipi di musica e repulso da altri. Una musica appropriata causa dei movimenti armonici dell'aria che, penetrando nel corpo umano attraverso l'orecchio, affligono lo spirito –il mezzo grazie al quale l'anima tiene in vita il corpo e ne amministra le funzioni. Il movimento armonico è successivamente trasmesso ai muscoli, dove il veleno, stimolato magneticamente, comincia esso stesso a muoversi e a dirigersi verso la fonte musicale, suscitando nell'ospite una serie di movimenti irrefrenabili che a loro volta, distendendo e riscaldando il corpo, aprono i pori e permettono al veleno di evaporare. Perché tutto ciò avvenga è tuttavia necessario suonare la musica appropriata, ed è necessario, in primo luogo, che essa sia adatta a suscitare il calore necessario per dilatare i pori e far evaporare il veleno. 

Sin dall'antica tradizione greca, ad ogni specifico modo musicale era stato associato un particolare ethos, un carattere proprio capace di modificare l'intelletto e la volontà. Per Kircher, è proprio nei diversi ethoi dei modi musicali si realizzano le forme di magnetismo che suscitano un naturale moto di simpatia/antipatia nell'animo umano e, in ultima analisi, determinano i diversi stili. Questa dottrina degli affetti, risalente al periodo greco, era stata in gran parte preservata attraverso le successive modificazioni della teoria armonica, la quale, dopo le formulazioni di Tolomeo e Boezio, era stata codificata, intorno al IX secolo, nella teoria degli otto modi ecclesiastici: i quattro autentici (dorico, frigio, lidio, missolidio) e i quattro plagali (ipodorico, ipofrigio, ipolidio, ipomissolidio), ottenuti trasponendo gli autentici alla quarta inferiore. «L’autentico –scrive Giovanni Maria Bononcini nel Musico prattico (1673)– ha proprietà di fugar verso l’acuto, & il plagale verso il grave; l’autentico (secondo alcuni) è di natura vivace, & il plagale è di natura mesta».   Caratteristiche generali della musica da suonare per guarire il morso della tarantola o tarantella sono, secondo Kircher, il modo frigio (scala da mi a mi, con repercussio in do) -tradizionalmente associato ai culti dionisiaci, ai cortei bacchici e alla sfrenatezza- e il modo ipodorico, ad esso affine (da la a la, con repercussio in fa e finalis in re, essendo questo un modo plagale), di carattere più austero, grandioso e statico. La posizione dei due rispettivi semitoni in queste scale (tra 1° e 2° grado e 5° e 6° nel frigio, tra 2° e 3° e 5° e 6° nell’ipodorico) sarebbe all’origine, per Kircher, della loro particolare capacità di muovere gli affetti e suscitare il movimento nei tarantolati.  Aldilà di queste indicazioni generali, per i taranti (suonatori di tarantella) è comunque fondamentale saper realizzare d'improvviso le necessarie armonizzazioni (in analogia alla pratica corrente del continuo) a partire da un repertorio più o meno fisso di strutture melodiche semplici, e basandosi sull'osservazione caso per caso dei sintomi presenti nel tarantolato, ricavarne lo specifico temperamento.

Dal punto di vista di Kircher, le proprietà magnetiche (e terapeutiche) della musica hanno una precisa base fisiologica. La scienza medica del tempo è, infatti, ancora largamente fondata sulla dottrina galenica dei 4 umori fondamentali, in base alla quale dalla combinazione (temperamento) di quattro fluidi corporei (sangue, flemma, atrabile o bile gialla, bile nera) dipenderebbe in ultima istanza lo stato di salute del corpo. Quando i fluidi sono ben temperati (eucrasia), il corpo gode di buona salute; quando invece uno di essi prevale sugli altri si verifica una situazione di anormalità (discrasia), che può condurre a uno stato patologico; il morso della tarantola altera la giusta proporzione degli umori turbando così il normale temperamento. L'eccesso di sangue, flemma, atrabile o bile nera determina rispettivamente i temperamenti sanguigno, flemmatico, collerico o melancolico, cui sono a loro volta associate le qualità naturali di caldo-umido (sanguigno), freddo-umido (flemmatico), caldo-secco (collerico) e freddo-secco (melancolico). I taranti devono essere in grado di riconoscere la specifica discrasia umorale del tarantolato e predisporre la strumentazione adatta alla guarigione. Infatti, spiega Kircher, gli umori freddi (bile nera e flemma), essendo più lenti e pesanti, rendono necessario tutto il clangore e la forza degli strumenti a percussione; sangue e atrabile, al contrario leggeri e caldi, vengono più facilmente influenzati dagli strumenti a corde e dai fiati. La possibilità di diverse combinazioni di tali strumenti (oltre, naturalmente, al canto) garantisce così un’ampia versatilità di formazioni per affrontare le più svariate forme di tarantismo.

Come nel caso dei modi, anche le indicazioni riguardanti la scelta degli strumenti hanno carattere generale e valore puramente orientativo. Diversi tipi di tarantole determinano sintomi differenti in ogni singola persona, così che l’efficacia della cura dipende in ultima analisi dalla capacità degli esecutori di interpretare i segni e le reazioni del tarantolato contemporaneamente all’esecuzione. Sul piano musicale, ciò si traduce in una certa fluidità, se non occasionalità, della forma musicale della tarantella: i taranti devono infatti essere in grado di realizzare continue variazioni melodiche, ritmiche e metriche in funzione della risposta osservata nel tarantolato. Lo scopo è quello di individuare il modulo musicale «proporzionato» al veleno, in un processo che può eventualmente condurre allo sviluppo, nella medesima esecuzione, di variazioni di tempo, spostamenti d’accento e modificazioni, anche ad effetto poliritmico, su disegni armonici ostinati in 4/4. 

Seguendo il link indicato di seguito, la realizzazione dell’Antidotum tarantulae da parte di Marina Bonetti (arpa doppia) e Diego Cantalupi (chitarrone).

 

Antidotum Tarantulae (Marina Bonetti, Diego Cantalupi)

 

 

 

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mini liberaHa sempre parlato di zona grigia, don Ciotti. Lo ha fatto l’ultima volta due giorni fa, a Genova. “Il problema vero – ha detto – è la zona grigia del Paese, perché la forza della mafia non sta dentro, ma fuori dalla mafia, nella zona grigia costituita dalla politica, dal mondo dei professionisti e degli imprenditori”. Secondo don Ciotti, le zone grigie “sono anche nella Chiesa”. C’è una porzione di società, dunque, molto consistente, che fa da cuscinetto, da imbottitura esterna al malaffare, alla criminalità, a ciò che viene comunemente racchiuso nella definizione di mafia. Di zona grigia da colpire, d’altronde, molti magistrati parlano da anni. In Calabria qualcosa, timidamente, comincia a venire alla luce. A squarciare il velo sono stati molti uomini dello Stato coraggiosi, e da ultimo un colonnello dei Ros, Valerio Giardina, che ha condotto le migliori operazioni contro la ‘ndrangheta degli ultimi anni. Ora vedremo se verrà smentito, boicottato, isolato, o se le sue parole, frutto di indagini accurate, serviranno a fare luce su questa famigerata zona grigia. E non si faccia l’errore di pensare che sia un problema di una sola parte politica: la ‘ndrangheta è trasversale, in Calabria sta con chi vince, anzi con chi fa vincere. Ma la zona grigia esiste solo nei contesti metropolitani, o è presente, con un maggiore grado di inabissamento, anche nel profondo della provincia calabrese?

Prendiamo Serra, che domani ospiterà un evento importante, non solo una cerimonia, ma una manifestazione in memoria delle vittime innocenti delle mafie destinata a lasciare il segno. La manifestazione di Libera arriva in un momento particolare, difficile. Serra ha assistito ad un delitto, quello di Pasquale Andreacchi (sequestrato, picchiato selvaggiamente e ucciso con un colpo di pistola in fronte), che, con ogni evidenza, è stato catalogato, un po’ da tutti, come omicidio di serie b. Caso archiviato, nessuno che fa chiasso, un ragazzo massacrato, nessuna giustizia. La zona grigia tace, e chi tace fa parte della zona grigia.

Ma Serra vive un momento particolare anche dal punto di vista politico, ammesso che le questioni a cui si accenna rientrino davvero in questo ambito. Il 29 novembre in Consiglio comunale i vertici dell’amministrazione cittadina hanno affermato che la giunta Rosi è il meglio che si potesse esprimere; meno di un mese dopo, il 22 dicembre, all’improvviso, un assessore che era stato votato a furor di popolo, Bruno Zaffino, viene estromesso dalla giunta con una motivazione banale, solo formale. Nel Consiglio successivo, giovedì 1 marzo, il sindaco comunica l’avvicendamento in giunta, quindi Zaffino prende la parola e dice: “Sindaco, devi avere il coraggio di sviscerare tutta la verità, perché la verità la sai tu, la so io e la sa tutta la maggioranza”. Da allora pesa sulla massima istituzione cittadina un silenzio imbarazzante, inquietante. Anche perché Zaffino era stato cercato, tesserato e candidato. Si aggiunga uno strano annuncio che, col senno di poi, non può che aumentare i dubbi: in una convention elettorale, alla presenza di Scopelliti, l’allora coordinatore provinciale del Pdl Valerio Grillo aveva annunciato che la lista – che poi avrebbe vinto – sarebbe passata al vaglio della prefettura. Invece ciò non è successo, lo ha confermato il prefetto.

Ebbene, quelle parole di Zaffino sono una macchia su tutta la comunità, perché lasciano intendere che dietro la vicenda potrebbe esserci qualcosa di oscuro, di segreto, di inconfessabile. Ma nessuno, dell’amministrazione comunale, da allora ha detto una parola per smentire, per chiarire, per dissipare le nebbie sulla faccenda. E’ tutto molto grigio insomma. Tra l’altro – è un dettaglio che non c’entra nulla, ma che non si può non ricordare, guardando ai temi della manifestazione di domani – il Consiglio comunale, su proposta della minoranza, aveva deciso all’unanimità di affiggere in municipio la targa con la dicitura “Qui la ‘ndrangheta non entra”. Sono passati quasi 4 mesi, e di quella targa neanche l’ombra.

Il Comune ha dato il patrocinio alla manifestazione di Libera, bene: si dia seguito anche alle parole di don Ciotti, si restituisca credibilità alle istituzioni democratiche. Si faccia, in concreto, luce sulle ombre che in molti, troppi, fanno finta di non vedere.

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Lunedì, 19 Marzo 2012 19:55

Chi è il mafioso?

mini mafioso--lupara“La giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, in programma per mercoledì nella cittadina della Certosa, rappresenta un appuntamento importante, per continuare a celebrare il ricordo di uomini e donne che non hanno abbassato la testa, che non hanno voluto girarsi dall’altra parte. Rappresenta, soprattutto, l’occasione per perpetuare la memoria di quanti hanno deposto la longanesiana bandiera del “tengo famiglia”, per combattere, anche, per chi quella bandiera ha voluto tenerla ben stretta. Tuttavia, le manifestazioni come quella di mercoledì, non possono essere appannaggio di quelli che Sciascia definiva i “professionisti dell’antimafia”. Per tale motivo, è necessario avviare una serie di constatazioni e di considerazioni destinate ad andare al di là di una riflessione di carattere ordinario. La virulenza e l’ampiezza dell’attacco, sferrato dalla criminalità, non di rado, ha indotto gli esponenti politici ad aprire tavoli di confronto, a svolgere consigli comunali aperti, ad organizzare manifestazioni e fiaccolate. Il tutto, nell’ottica di sensibilizzare un’opinione pubblica, spesso, restia a spendersi in prima persona. Non v’è dubbio, che tali iniziative possano svolgere un’importante funzione pedagogica. Tuttavia, per contrastare un fenomeno è necessario comprenderlo in tutte le sue sfumature ed accezioni. Prima di procedere ad un’accurata disanima del fenomeno sarebbe, quindi, opportuno individuare la tipologia umana che lo anima e lo produce. In altri termini, sarebbe necessario porre un interrogativo: “chi è il mafioso?”. Nell’oleografia popolare, il malavitoso può assumere le vesti del bandito o del brigante che, quasi con fare romantico, armato di coppola e doppietta, assiepato dietro qualche albero di alto fusto, lava col sangue le sue vendette. Un tale stereotipo, però, per quanto suggestivo non aiuta a tratteggiare correttamente i contorni di un fenomeno, le cui manifestazioni assumono un carattere tutt’altro che individuale. Ricorrendo all’ausilio di un noto dizionario della lingua italiana, potremmo “scoprire” che, dietro al temine mafioso si cela in realtà: “il componente di un’associazione segreta di persone che si dà aiuto reciproco e che per il proprio interesse é pronto a disprezzare ed a calpestare la legge e la morale”. A questo punto, i contorni, per quanto meglio definiti, possono indurre in errore, poiché, se il mafioso è un individuo che mette in atto azioni illegali per raggiungere il proprio fine, non si può non rilevare come tali atteggiamenti, spesso, permeino settori che dovrebbero esserne del tutto immuni, a partire dal mondo politico. Quante volte, infatti, la classe politica, in questa nostra regione, approfittando della posizione e della funzione che occupa, disprezza e calpesta quella legge e quella morale che dovrebbe essere alla base del vivere civile? Se quindi, per mafioso, intendiamo, non solo gli atti che presuppongono violenza fisica, ma anche quelli caratterizzati dalla sopraffazione, dalla discriminazione, dal sopruso, il quadro diviene molto più complesso ed affollato. Se è vero come è vero, che, incendiare un automobile, devastare un pubblico esercizio, esplodere colpi d’arma da fuoco contro chiunque può essere considerato l’inequivocabile indizio di un comportamento mafioso, è altrettanto vero che, più subdoli e non meno criminali mezzi di pressione possono essere esercitati in maniera differente. Non è forse un atteggiamento “mafioso”, in quanto prevaricatore, stravolgere una graduatoria, falsare un concorso, indirizzare un appalto, ai danni della stragrande maggioranza dei cittadini? Non è forse un atteggiamento “mafioso”, in quanto immorale, distribuire incarichi, prebende e regalie ai danni della collettività? Non è forse un atteggiamento “mafioso”, in quanto vessatorio, esercitare pressioni e ricatti per estorcere consensi durante le competizioni elettorali? Non è forse un atteggiamento “mafioso”, in quanto illegale, chiedere voti in cambio di false promesse o favori personali che poi è la comunità a dover pagare? Purtroppo, si potrebbe continuare a iosa, visto che ciò che manca non sono gli esempi negativi, bensì le pubbliche virtù. Tali “vizi” o, forse come li avrebbe definiti un frenologo, tare antropologiche coincidono con una forma mentis che non può, purtroppo, mutare con una fiaccolata o con un convegno più o meno pomposo. Quale allora la strategia, la strada da intraprendere e seguire per debellare quello che, altrimenti, rischia di configurarsi come un fenomeno sociale? Partendo dalla banale considerazione che in tali campi non vi sono ricette miracolose o salvifiche si potrebbe, ad esempio, cercare di sensibilizzare o educare l’opinione pubblica con l’esempio. La classe politica, quale espressione della parte più elevata della società, dovrebbe avere il compito e la funzione di restituire dignità anziché toglierla, dovrebbe tutelare i diritti anziché calpestarli, dovrebbe svolgere le mansioni istituzionali in nome e per conto dell’intera comunità e non in funzione degli interessi del “clan” di riferimento. Certo, educare con l’esempio è difficile, poiché comporta sacrifici e scelte coraggiose, ma soprattutto, in molti casi, non aiuta a far comprendere la reale dimensione del potere che, come amava ripetere Talleyrand, “si misura con l’abuso che se ne fa”.

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mini DSC_0073_modRiceviamo e pubblichiamo:

Giornata strepitosa e memorabile quella del 17 marzo 2012 per le ragazze della Palestra “New Gymnasium Dance & Fitness” di Serra San Bruno e per la loro insegnante Rossella Corsaro che le ha viste trionfare in ambedue le categorie nelle quali hanno gareggiato alle competizioni regionali di danza sportiva organizzate dalla CSEN che si sono svolte a Rossano (CS) il 17 e 18 marzo 2012. Classificatasi al primo posto nelle categorie di ballo sincronizzato e ballo coreografico, la “New Gymnasium Dance e Fitness” si è aggiudicata il diritto di partecipazione alle competizioni nazionali di danza sportiva organizzata dalla CSEN che si svolgeranno i primi giorni del mese di maggio 2012. Quest’anno i campionati nazionali di danza sportiva saranno ospitati dalla regione Calabria e si svolgeranno nel palazzetto dello sport di Rossano (CS) dove si sono svolte anche le competizioni regionali. Una bella soddisfazione per le ragazze della New Gymnasium, per la loro insegnate, i genitori ed il nostro intero territorio. 

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mini mpa_serraSERRA SAN BRUNO – Il Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo e Agazio Loiero mette radici nel Vibonese partendo non dalla città capoluogo, ma dal popoloso centro montano che rappresenta il punto di riferimento del Comprensorio delle Serre. Questa una delle novità significative emerse dalla conferenza stampa di presentazione del movimento, nato dalla federazione tra Mpa e Autonomia e diritti, che vede impegnato come esponente di riferimento della zona l’ex sindaco Raffaele Lo Iacono, e che sabato 24 ospiterà, a palazzo Chimirri alle 17, una convention a cui parteciperanno anche la coordinatrice regionale, Bianca Rende, e il coordinatore nazionale, Loiero. E’ stato lo stesso ex primo cittadino a fare gli onori di casa, affiancato per l’occasione dai dirigenti locali e dalla coordinatrice provinciale del suo partito, Angelica Carnovale. Proprio quest’ultima ha avviato la sua analisi incentrandola sulle potenzialità non valorizzate del territorio delle Serre in particolare e del Meridione in generale. “Non è ammissibile – ha spiegato Carnovale – che la Lega faccia gli interessi del Nord e i vari governi agiscano sempre a svantaggio del Sud. E’ necessario che noi prendiamo in mano i territori e facciamo sentire la nostra voce a Roma”. La coordinatrice ha poi rimarcato l’importanza del ruolo dei giovani e delle donne nella formazione di una nuova classe dirigente, argomento su cui le ha fatto sponda Valeria Giancotti, coordinatrice cittadina del Mpa. “Ciò che mi muove, che mi accende – ha spiegato Giancotti – è la passione giovanile per la politica e la volontà di continuare a vivere nel mio paese. Sono orgogliosa di far parte di un partito autonomo e meridionalista che si contrappone alla destra”. Toccando poi argomenti riguardanti il comune i Serra – “un territorio impoverito e un’amministrazione che fa acqua da tutte le parti” – la coordinatrice ha comunicato che sono state già fatte quasi 200 tessere, “sottoscritte singolarmente”, e che il partito aderirà convinzione allo sciopero del 24 marzo indetto dal Comitato Pro-Serre in difesa dell’ospedale. Quindi è intervenuto il coordinatore di zona, Vincenzo Albanese, che ha chiarito la sua visione della politica come “obbligo del fare”. “Il nostro comprensorio – ha spiegato – vive una situazione di forte disagio sociale, aggravata dall’assenza della politica intesa come servizio. Il territorio, su problemi come l’ospedale ma anche l’acqua potabile, vive forti tensioni sociali ma rimane inascoltato, per questo oggi più che mai va difeso”.

Ad intervenire poi è stato il presidente di circolo, Nazzareno Salerno – solo omonimo del consigliere regionale Pdl – che ha illustrato le linee guida e gli obiettivi programmatici del movimento, concentrandosi sulla partecipazione attiva dei militanti ai processi decisionali del partito. Salerno ha inoltre chiarito che nel Mpa serrese ci sarà, per statuto, incompatibilità tra cariche di partito e ruoli amministrativi. Quindi Alfonso Scoppetta e Bruno Iovine, che si occuperanno della formazione all’interno del partito, hanno sottolineato l’importanza di “condividere percorsi di informazione e conoscenza per rendere esigibili i nostri diritti” (Scoppetta) e il ruolo chiave dei giovani nel partito (Iovine). Ad aprire e chiudere l’incontro, come detto, sono stati Lo Iacono e Carnovale. Spiegata la natura autonoma e meridionalista del partito, i due hanno risposto ad una specifica domanda sulle alleanza ribadendo, con forza, che l’Mpa non andrà mai a destra. Un concetto sviluppato dall’ex sindaco che, sollecitato dal cronista, ha spiegato le prospettive di alleanze future su scala locale. “Innanzitutto è importante costruire il Terzo Polo con i partiti che ne fanno parte”. Sulla rottura con il consigliere regionale del Pd Bruno Censore, poi, Lo Iacono ha aggiunto che “non bisogna personalizzare la politica, e un problema tra me e Censore non può essere certo di ostacolo all’eventuale dialogo tra dei gruppi dirigenti giovani che discutono di programmi e di idee”. Però il Pd calabrese, secondo l’ex sindaco, è “imploso”, e “anche a Vibo, si assiste solo ad una spartizione di potere tra i maggiorenti. A questa visione politica noi ci opporremo sempre”.

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mini Elezioni-amministrative-2012_01Si avvicina la primavera e con essa le elezioni amministrative del 6 e 7 maggio, che interesseranno 1024 comuni dello stivale di cui 87 calabresi, 14 dei quali nella provincia di Vibo. Tante le novità che caratterizzeranno questa tornata elettorale: le leggi in materia di contenimento della spesa degli enti locali obbligano ad una riduzione del 20% del numero dei consiglieri e degli assessori comunali rispetto all'ultima volta. Per i comuni fino a 10.000 abitanti sarà applicata un'ulteriore riduzione che vedrà nei comuni fino a 1.000 abitanti, l'abolizione della figura dell'Assessore comunale attribuendo così le competenze di Giunta al Sindaco. Il Vicesindaco sarà, dunque, nominato fra i Consiglieri.  Non si terranno invece le Elezioni Provinciali per le 9 province che avrebbero dovuto rinnovare gli organi amministrativi. Queste saranno commissariate secondo quanto previsto dal decreto "Salva Italia".

A meno di un mese dalla presentazione ufficiale delle liste che parteciperanno alla competizione elettorale, iniziano a circolare le prime indiscrezioni che, come è facile prevedere, ci accompagneranno fino a Pasqua. 

In quel di Brognaturo la situazione appare, sempre secondo le voci che circolano, oramai  abbastanza definita. Scontata la presenza della lista civica vincitrice dell'ultima tornata che però, sempre secondo indiscrezioni, pare non confermerà al comando il sindaco uscente ma punterà tutto su un volto nuovo della politica, pescato comunque sempre dal serbatoio storico del sindaco Tassone. Immancabile anche la presenza dell'eterno secondo Bruno Papa che, per la terza volta, capeggerà una squadra con apparentemente ben pochi cambiamenti rispetto alle ultime elezioni. A differenza di 5 anni or sono sarà presente una terza compagine che, nel segno del rinnovamento, proverà a sconvolgere gli equilibri politici del paese. Pare sia Mimmo Salerno il leader di questa squadra di volti nuovi pronti a battersi contro la stasi politica che da sempre caratterizza il piccolo borgo montano. Una cosa è certa, in un paese che conta circa 500 votanti, con tre compagini agguerrite, pronte a sfidarsi senza esclusione di colpi, nulla è scontato.

Decisamente più incerta la questione spadolese che vede confermata la scadenza naturale della legislatura con conseguente chiamata alle urne per i cittadini, ma il cui sindaco è stato eletto soltanto nel 2010 al turno di ballottaggio, ribaltando il risultato delle elezioni del 2007. Anche qui pare saranno tre le compagini che si daranno battaglia. Dovrebbe essere riconfermato, a capo di una delle liste, Giuseppe Barbara, attuale sindaco anche se, negli ultimi tempi si registra il serpeggiare di qualche malumore. Sicura, pare, appaia anche la presenza di Michela Tassone, vincitrice dell'elezioni del 2007, ma che, sempre secondo indiscrezioni, sarebbe alle prese con una diaspora interna al proprio gruppo dalla quale potrebbe nascere una terza lista.

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