Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Che la linea di demarcazione tra i vari "partiti" politici, come quella ideologica, non costituisse più una differenza sostanziale tra gli stessi è oramai chiaro da tempo. Di conseguenza non si fa sorpresa ad alcuno se si sostiene che "non esiste più nè la Destra nè la Sinistra". Infatti, oggi, l’unica differenza tra i vari schieramenti è percepibile nei nomi, che benissimo potrebbero essere mischiati in un grande ed unico calderone, ambiziosi nel loro insieme di applicare alla luce del sole una dittatura ora solo celata.
La cosa che però fa più rabbia è l’insulto che la "politica", quella attuale, mina nei confronti dell’intelligenza umana.
A livello nazionale, la grande coalizione che sostiene il governo dei tecnici è stata ampiamente ostentata nell’appoggio incondizionato dei partiti principali del paese, Pdl, Pd e Udc, alle scelte di Monti. Ma cosa succedeva prima dell’avvento dei tecnici?
Il Pdl, troncato del fondatore Fini ma forte della sua maggioranza con la Lega aggrappata alla tetta del Federalismo, portava avanti il suo show, "ostacolato" (se così è giusto dire), da Pd, Udc (altro ex alleato) Idv e quant’altri, tutti accomunati dall’antiberlusconismo ma poco interessati al bene del Paese.
Alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2012, l’Udc vibonese sostiene Giuseppe Scopelliti (Pdl), presentando come candidato l’imprenditore Francescantonio Stillitani, altro stinco di santo, impegnato politicamente a levare i sigilli del suo futuro centro commerciale (socio Plumeria) costruito con l’ausilio della bacchetta magica all’entrata dell’imbuto autostradale di Pizzo, sotto il cavalcavia ferroviario e sulla valle del lago Angitola… non usciamo fuori tema.
Quindi, si registra già da subito un’incongruenza tra politica locale e nazionale… ma cosa importa, sono i numeri che contano. Nel frattempo, in casa Pdl, Maria Limardo, scontenta della vittoria di Nazzareno Salerno (suo collega di partito), lascia la compagine berlusconiana per passare a Fli. E se invece avesse vinto? Il fatto è che si cerca sempre lo scranno più alto e nel Pdl la Limardo s’è vista fuggire la possibilità di scalata. Ma forse il rammarico della stessa fu quello di aver perso al fianco di un politico ormai al tramonto, risorto solo con i "voti" che note intercettazioni telefoniche attesterebbero. Si ricorda che alla presentazione dei candidati del Pdl alla Regione, il coordinatore provinciale Valerio Grillo parlava così dei suoi uomini (Crupi compreso): «Persone di primissima qualità, per i quali rivendichiamo il primato della legalità, dell’onestà e della trasparenza, che con l’impegno hanno lasciato, nella nostra provincia, un segno significativo della loro presenza». Sicuramente Stillitani avrebbe preferito la Limardo a Salerno, ma non si può avere tutto e in una volta. E poi, non dimentichiamo che lo stesso Salerno fu al fianco di Casini nel fu Ccd.
Stillitani nel frattempo diventa assessore al lavoro, formazione professionale e politiche sociali, niente male per un indagato per abusivismo edilizio. Col suo potere e la sua "credibilità" comincia a fare un lavoro certosino, reclutando una miriade di giovani che credono nel suo savoir faire. Nascono sezioni (fantasma) Udc su tutto il territorio provinciale. Vengono organizzati convegni attraverso i quali l’assessore lancia fumo negli occhi sventolando i primi bandi regionali che portano la sua firma mentre a palazzo Campanella si decide la fine della Sanità calabrese.
A Serra San Bruno per esempio, i rappresentanti del partito di centro, finiti in liste diverse alle ultime amministrative, gridavano, ognuno da parte loro, lo stretto rapporto con l’assessore Stillitani, decretando però una spaccatura del partito a livello comunale: con due rappresentanti, Antonio Andreacchi e Pisani Davide, finiti nella lista "Al lavoro per il cambiamento" (con candidato a sindaco Mirko Tassone esponente della lista "Scopelliti Presidente" ex Pdl) e con uno, Biagio Vavalà, nella lista "La Serra" (con candidato a sindaco Giuseppe Raffele, allora in rottura col Pd, passato da poco nelle file dell’Udc).
Udc dappertutto, in accordo con tutti ma sempre più diviso al proprio interno. E la divisione si fa ancora più interessante quando decide di spostarsi all’interno del partito centrista un altro "colosso" della politica provinciale e regionale, Ottavio Gaetano Bruni, eletto al Consiglio Regionale sotto il simbolo di Autonomia e Diritti. Uno stile che oramai non scandalizza più nessuno, nemmeno l’elettorato gregge, che dopo aver votato per un candidato, da una parte lo vede passare all’altra.
Questo passaggio causa una nuova spaccatura all’interno delle sezioni Udc locali. Ad esempio, a Capistrano, il giovane esponente di Autonomia e Diritti Marco Martino, fedele a Bruni, comunica il suo passaggio all’Udc. Alle ultime amministrative di Capistrano si ripete dunque ciò che è successo a Serra: Martino sostiene l’ex sindaco e consigliere provinciale Renato Arone (eletto alla Provincia sotto il simbolo del Pd, passato dopo le elezioni regionali al gruppo consiliare "Scopelliti Presidente", e non lontano da un salto nell’Udc) mentre l’altro esponente locale, Domenico Mesiano, si ricandida a sostegno del sindaco uscente Caputo, che riconferma nella squadra i pidiellini Manduca e Potami.
Comunque, nonostante le spaccature locali, l’Udc continua a crescere a vista d’occhio, ma questa volta sono 2 i leader e non più 1, e, nonostante i malumori e le paure di Stillitani, non si può certo dire di no a Bruni. Due uomini così, pur rivali nella leadership possono però spartirsi belle fette della torta. Che ne so, tra i due per esempio può esserci stato un discorso del tipo "Facciamo crescere il partito, prendiamo reclute in ogni dove, a destra a manca, sopra, sotto… la posta in gioco potrebbe essere la presidenza della provincia e il parlamento…". Ipotesi? Bah! E se così fosse, con i giorni contati della provincia di Vibo, cosa succederà nel futuro prossimo?
Il partitino di Casini ha preso una rampa di lancio che dalla vetta rischia di finire nuovamente a valle per mano dei suoi stessi vertici. E ce ne sarebbero politici attualmente intenzionati ad entrare nell’Udc, a conferma del fatto che Pd e Pdl sono oramai snobbati da tutti, giustamente.
Ad esempio, il passaggio di Raffaele Lo Iacono, ex sindaco di Serra, nel Mpa, appare a mio avviso una scelta alquanto forzata, e il non passaggio all’Udc è stato magari ponderato forse per il ritaglio di una certa rilevanza all’interno di un gruppo e per non tenere inutili contropiedi all’amico Giuseppe Raffele.
Altro esempio, pur avendo sostenuto di abbandonare la politica attiva, se ce ne fossero i presupposti, la leadership regionale nell’Udc potrebbe vedere l’arrivo di Loiero, completamente lontano dal Pd e dal suo caro ed innocente amico Adamo. Ma i cani all’osso sono troppi e non conviene più. Meglio essere opinionisti del Quotidiano.
In ultimo, ci mancava il connubio tra il consigliere regionale del Pd Bruno Censore, e il capogruppo dell’Udc alla Regione Alfonso Dattolo. Matrimonio annunciato sabato scorso a Serra San Bruno alla chiusura della 2 giorni di incontri organizzati dal Pd locale. Ma Censore (l’amministrazione comunale guidata da Lo Iacono insegna) non è nuovo a questi sodalizi trasversali.
E chi più ne ha più ne metta…
Alla fine dei conti, tutti gli altri come si comporteranno: corrente Bruni o corrente Stillitani? Iconio Massara (segretario provinciale del partito di Casini) tra gli screzi vibonesi avviati in seno al Comune e la Babilonia provinciale, avrà un bel da fare per tenere a bada tutti gli umori. E a quale prezzo?!
Siete d’accordo o no che la politica, per come praticata oggi, è veramente un’offesa all’intelligenza dell’essere umano?
MONGIANA - Domani, a partire dalle ore 18, presso la sede della Pro Loco di Mongiana, si terrà l'incontro - dibattito dal titolo: "Il Ferro di Calabria". Previsti i saluti dei componenti della commissione straordinaria del Comune (Maria Carmela Ippolito, Silvana Merenda e Gianfranco Ielo), del dottor Bruno Iorfida, dell'ing. Francesco De Nisi, presidente della Provincia e dell'ing. Vincenzo Crupi, presidente dell'Ordine degli Ingegneri della provincia di Vibo Valentia. Presenterà il tutto l'ing. Domenico Sodaro, mentre l'apertura dei lavori è stata affidata alla dottoressa Maria Teresa Iannelli, direttore archeologo. Relazioneranno, invece, il prof. Francesco Cuteri, archeologo e direttore del museo territoriale della ceramica di Soriano Calabro, il prof. Danilo Franco e l'ing. Giuseppe Panucci.
Il Coordinamento Provinciale di Vibo Valentia di "Libera - Associazioni nomi e numeri contro le mafie" esprime profonda gratitudine nei confronti della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e del Comando Provinciale dei Carabinieri per la brillante operazione condotta ieri che ha portato al sequestro di beni per il valore di 5 milioni di euro riconducibili a Giovanni Battista Tassone, arrestato con l'accusa di usura il 10 novembre scorso nell'ambito dell'inchiesta "Business cars". Si tratta della più importante indagine antiusura mai condotta nella provincia di Vibo Valentia, che tra le altre cose ha portato gli investigatori a scoprire anche un bunker presumibilmente destinato ad ospitare latitanti. Il sequestro di beni nei confronti degli arrestati rappresenta un importante risultato che conferma la determinazione con cui la Procura di Vibo sta portando avanti un lavoro non facile di affermazione della legalità nella nostra provincia. Libera Vibo è, e continuerà ad essere al fianco degli uomini e delle donne impegnati nella lotta contro la 'ndrangheta e il crimine organizzato, ma soprattutto sarà al fianco di quanti decideranno di denunciare con coraggio gli usurai e i mafiosi che per troppo tempo hanno tenuto sotto scacco un intero territorio.
Il Sindaco di Serra San Bruno
Riceviamo e pubblichiamo
Al Peggio non c’è mai fine, proprio per questo, la politica italiana non riuscendo più ad emergere dalla palude in cui si è andata a cacciare, pur di cercare di salvarsi, sta proponendo “il ballo degli Stregoni”. Cercano di mettere paura, terrorizzare tutti, in tutti i modi possibili e immaginabili. Le stragi di Stato sembrano essere terminate, ma il default da spread, che è uno degli spauracchi più gettonati, non sembra essere di meno delle stragi. Il vizietto è vecchio ed il repertorio è ricco e fantasioso e si aggiorna continuamente. La cosa comica è che, a furia di ripetere pubblicamente certi slogan, si auto convincono di quello che dicono senza capire di cosa parlano. “Le iene docet”. Naturalmente, ognuno cerca il suo slogan con molta cura, ovvero, che possa soddisfare appieno le sue aspettative terrorizzanti. Purtroppo però, tutta questa macchinazione, che, in altri tempi, sicuramente, avrebbe avuto successo, oggi non funziona più. Quello di cui si sarebbero dovuti accorgere, e non si sono accorti, e che, a furia di esercitare giochetti politici di cattivo gusto sugli italiani, quest’ultimi, hanno fatto morire in loro ogni speranza. Il risultato pratico è stato che il popolo, demotivato, non va’ più a votare, non solo! Ma è diventato (ed è l’aspetto peggiore della faccenda) qualunquista e apatico. Via l’Ideologia, via il Nazionalismo, via l’Identità, via la Cultura, via la Storia, via la Lingua, via la Sovranità nazionale, via…, via … cosa rimane? “Un popolo di pecoroni”. Ecco il vero obiettivo che hanno perseguito in questi ultimi quaranta anni. Rendere il popolo un bue mansueto al servizio della politica. Ed ora cosa vogliono…? Questo è il frutto del loro seminato. Quindi, ben venga l’uragano. Ho letto l’intervento che ha fatto l’on. Censore a proposito della soppressione della provincia di Vibo Valentia, e sinceramente ho provato molta tristezza nel leggere (come da copione) l’articolo con cui si ipotizza il disastro dalla mancanza della provincia. Altri, più in alto, manifestano la loro visione disastrosa sull’ipotesi di uscire dalla moneta unica! Ma è possibile che la voce politica si possa fermare a intimare disastri, quando il vero disastro lo ha prodotto la politica stessa? Le proposte (quelle vere) dove sono andate a finire? Di cassandre né abbiamo avute fin troppe! È ora di passare all’azione. Questo lo hanno capito tutti, fuorché la classe politica. Il vero problema del popolo italiano è la continua ingerenza politica nella vita privata dei cittadini. Un’ossessione. Politici che per decenni hanno sprecato il loro tempo a rendere il popolo: non sovrano, come sarebbe auspicabile, ma, servile ai partiti. Schiavo dei partiti. Solo per farne un esempio che, in questi giorni sta tenendo banco: Il Redditometro. Questo strumento impopolare e illegale perché viola palesemente l’art. 54 della Carta costituzionale, che impone il reddito a prescindere da tutto, ovvero da, malattie, incidenti, crisi economica, precarietà, che tratta il liberi lavoratori come fossero dei dipendenti statali, che ha indotto i più piccoli a chiudere le “loro” attività e quindi a lavorare (quando possibile) in nero, mentre, ha indotto quelli più facoltosi a esportare i loro capitali all’estero. Caro on. Censore, questi sono i veri problemi della gente non la chiusura di una insignificante provincia o di un Parco regionale. La politica oggi deve fare solo e soltanto un passo indietro rispetto alla sovranità popolare, ovvero, deve fare deregulation. E lo deve fare, con molta attenzione e non con la semplice e solita disinvoltura e superficialità con cui ha operato sino ad oggi! Deve dare la possibilità a tutti di sbarcare il lunario senza interferire col mondo produttivo. L’irap, per il mondo del lavoro, equivale allo “strafulminato di cianuro”, quanto ci vuole ancora per capirlo? Meno impeachment burocratico a tutti i livelli. Il reddito non si può imporre né si può stabilire a prescindere. Esistono meccanismi supercollaudati da centinaia di anni che regolano il rapporto di lavoro senza che lo Stato ci ficchi il naso e, men che meno, la magistratura. Le leggi economiche non sono delle scienze esatte e ciò che è successo a livello mondiale né è la dimostrazione. Non c’è niente da inventare. Essere vicino a i soggetti più deboli, più abietti, non significa prendersi “cura” di tutti. Come abbiamo potuto costatare sulla nostra pelle, la cura per tutti ha prodotto una società malata. Lo Stato impiccione canonizzato da alcune ideologie ottocentesche fa solo danni. E, giusto per chiarire: Uno Stato ricco non significa che le istituzioni devono amministrare il 100% delle ricchezze di ciascun cittadino italiano, entrando nei suoi conti bancari, nelle sue agende, nelle sue case, nelle sue aziende, nella vita privata, ecc. , bensì significa che, i singoli cittadini dello Stato in cui sono sovrani sono ricchi. Credetemi! È tutta un’altra storia, E, la prima ricchezza di un popolo è, certamente, la Libertà per la quale, in passato si è intrinsa di sangue la bandiera a prescindere dall’orientamento politico.
Francesco Pastore
Reggio Calabria, giugno 2012. Basta un euro per aiutare i comuni terremotati e la loro gente a ripartire. È quanto hanno fatto le oltre 50mila imprese della provincia di Reggio Calabriache hanno immediatamente aderito alla richiesta delle associazioni di categoria, in accordo con la decisione della giunta camerale, di stanziare oltre 50mila euro per le imprese emiliane.
L’iniziativa è la risposta della Camera di commercio reggina e del suo territorio all’appello di Unioncamere nazionale di raccogliere risorse per i sistemi economici colpiti dal terremoto.
«La nostra provincia vuole contribuire concretamente a sostenere i territori che stanno attraversando un momento di grave difficoltà, ha dichiarato Lucio Dattola, presidente della Camera di commercio di Reggio Calabria. È un gesto importante soprattutto perché espressione di un territorio particolarmente colpito dall’attuale recessione economica e memore del devastante terremoto, con conseguente tsunami, che colpì agli inizi del secolo scorso l’area fra Reggio Calabria e Messina. Le nostre imprese sono consapevoli che per uscire dalle difficoltà bisogna essere uniti e solidali; servono gesti che, se mossi da principi di vera sussidiarietà, portano a risultati importanti».
Presidenza della Camera di Commercio di Reggio Calabria
SERRA SAN BRUNO – Un incendio, l’ennesimo, che va ad aggiungersi alla lunga sequela di atti criminosi verificatesi negli ultimi tempi nel popoloso centro montano, ha caratterizzato nel pomeriggio odierno il centro sportivo situato sulla strada statale 110, in contrada Fillò, che da Serra conduce verso Mongiana e l’entroterra vibonese. La costruzione, iniziata quando la cittadina della Certosa rientrava nella competenza della provincia di Catanzaro, è proseguita, sotto la competenza della provincia di Vibo Valentia che, inizialmente, ne aveva fatto edificare unicamente il tetto, per poi abbandonarla lasciandola perire sotto i colpi del degrado e del maltempo e che l’ha vista rovinosamente venire giù l’inverno passato. Una cosa è certa, se per ogni parola spesa da parte dei politici di ogni schieramento
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