mini provincia-viboPuntuale, il prefetto Michele Di Bari ha decretato lo scioglimento del consiglio provinciale e la contestuale nomina del commissario prefettizio per la gestione provvicosria dell'ente. La Prefettura precisa che il provvedimento si è reso necessario per la grave situazione determinatasi con le dimissioni dell'ormai ex presidente De Nisi. Il commissario è il prefetto Mario Ciclosi. Si insedierà giovedì. Finisce così la storia della Provincia di Vibo. Una storia per nulla gloriosa, che racconta di un ente governato per quasi un ventennio dal centrosinistra, in particolare dall'alleanza tra cattolici popolari ed ex comunisti, con risultati disastrosi sul territorio.

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Parlamentari-e-Consiglieri-RegionaliPoco importa se abitano in partiti diversi, se nei dibattiti se le danno di santa ragione e se quando si incontrano nelle stanze dei bottoni non si guardano neanche negli occhi. Questa volta per molti di loro la questione è vitale: bisogna fare quadrato altrimenti la provincia di Vibo sarà soppressa. A suonare la carica è Francesco De Nisi, ormai ex presidente, che conferma la sua adesione alla manifestazione “pro-Vibo” di sabato 17: “E' un provvedimento che si ritorcerà contro i cittadini. Scenderò in piazza per protestare contro la soppressione dell’ente”.

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mini francesco-de-nisiÈ più che determinato a non tornare indietro. Neanche di un centimetro. Francesco De Nisi, ormai ex presidente della provincia di Vibo Valentia, in carica dalla primavera del 2008, sembra essersi definitivamente convinto del fatto che il suo viaggio, come quello di una provincia in realtà mai nata, finisca qui. Lo si capisce dalla sua espressione, non più pacata e mite, ma abbattuta, quasi arresa. E lo si capì soprattutto al crepuscolo del 29 ottobre scorso, quando il Consiglio provinciale bocciò il Bilancio e gli strani fantasmi che da tempo alleggiano attorno alla sede di via Cesare Pavese iniziarono a prendere corpo all’interno di una maggioranza che oggi, purtroppo o per fortuna, non esiste più. 11 voti contro 12. Questione di numeri, ma non solo, per un presidente che già negli ultimi mesi aveva assistito silenzioso al suo harakiri politico

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DeNisiVIBO VALENTIA - Fine degli spettacoli: tutti a casa. Cala il sipario sulla Provincia di Vibo. L'ultimo triste atto del teatrino della politica vibonese è andato in scena oggi: il Consiglio provinciale, riunitosi in mattinata e terminato intorno alle 17, non ha approvato il bilancio, dunque la giunta De Nisi, sorretta da Pd e Sel, ha terminato anzitempo la sua vita amministrativa e il Consiglio provinciale verrà subito sospeso dal Prefetto, che nominerà un Commissario in attesa dello scioglimento decretato dal Presidente della Repubblica. Ex maggioranza e minoranza si sono trovati in una situazione di pareggio: 12 a 12, bilancio respinto e tutti a casa. Probabilmente De Nisi contava sul voto del consigliere Renato Arone, che però non si è presentato in aula.

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mini presidente-provincia-vibo-de-nisiGià la vedo la provincia di Vibo, triste ed afflitta, seduta a sfogliare una margherita: “Resto? Non resto?” L’ultimo petalo le dirà che per lei, seppur giovane, la corsa è finita. L’estrema unzione arriverà fra qualche giorno, nel primo Consiglio dei Ministri del mese di novembre, quando sarà discusso il provvedimento che per la nostra regione interesserà oltre che Vibo, anche la provincia di Crotone. Da qui il via libera a svariate proposte, alcune delle quali molto fantasiose e poco percorribili.

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mini fabriziaRiceviamo e pubblichiamo:

FABRIZIA - Sabato scorso si è tenuta a Fabrizia una seduta straordinaria del Consiglio Comunale per discutere della precaria e pericolosa situazione in cui versa la viabilità provinciale, definita efficacemente dai rappresentanti istituzionali come un colabrodo; tanto che il Prefetto, recentemente in visita a Nardodipace, ha sentito il dovere di offrire il proprio impegno nel sostenere le ragioni di queste comunità per la messa in sicurezza delle strade. Abbastanza dimenticate. Una precisa stigmatizzazione è stata rivolta al Presidente della Provincia che, a parere del Sindaco Minniti, si è occupato troppo della zona di Filadelfia, abbandonando quella delle serre.

A parere dei cittadini, parecchio indignati ed abbastanza scettici sul probabile ascolto di queste voci della periferia, l’abbandono è evidente. Eppure, questo angolo di Provincia, per quanto periferico, è di notevole interesse paesaggistico, ma anche economico, grazie ai numerosi beni naturali di grande pregio quale la magnifica acqua, ed i lussureggianti boschi di cui è ricco il comprensorio.

L’attualità dell’argomento fa sorgere il dovere di precisare che la perifericità non deve essere un handicap ma, semmai, una riserva di valore. Comunque, le persone, a qualunque paese appartengano, sono cittadini, senza distinzione di serie o di altitudine, con i loro diritti inderogabili. Purtroppo bisogna constatare che siamo governati da una classe dirigente politica poco stimata e di scadente serie, anzi fuori serie minima che, ci si augura, irriproducibile. Qualsiasi altra nazione tiene alto l'onore del paese e, chi sbaglia, se ne va a casa (altrimenti ce lo mandano); in Italia al massimo si rimedia con una sanatoria, economica, politica, contabile e, persino, giudiziaria. Tuttavia, non volevo prenderla troppo alla larga e, quindi, rivolgo un diretto appello a questi politici o, almeno, a quelli con cui abbiamo a che fare. Quando vi si chiede qualcosa, non lanciate subito la patata agli altri, e non vi nascondete dietro scuse banali, ma fate prima voi qualcosa che è nelle vostre disponibilità. Iniziate con l'essere sinceri con i cittadini, a partire dalle occasioni di campagna elettorale. Se non avete la possibilità di fare nulla, perché non vi dimettete? Siete solo un peso per l'erario e per i cittadini che devono rimpinguarlo.

Tanto per citare brevemente qualche criticità, al di là dell'attuale pessima gestione manutentiva delle povere e disastrate strade (qualcuna addirittura degna di essere dismessa), volevo accennare provocatoriamente al fatto che nessun tentativo di sviluppo è stato mai seriamente intrapreso in merito alla famosa questione trasporti della nostra zona. Vi ricordate della ferrovia che, prima che subentraste voi, politici di lungo corso, famosi per le belle idee spendaccione nell'inutile ed avare nelle cose utili e serie, arrivava fino a Chiaravalle Centrale? Ancora, conoscete la ferrovia della costa ionica reggina, risalente ai famosi tempi migliori, quelli della realizzazione delle strade regie? Bene, entrambe le infrastrutture hanno fatto la loro bella figura, finché è durata. La ferrovia chiaravallese è sparita e quella della locrese è ridotta alla miseria. Pare anch'essa di probabile dismissione. Alla fine, poco male. E' vero che potevamo usufruirne con maggior comodità, ma, a parte che i pochi chilometri per raggiungerla scoraggiano anche i più temerari, vi è che viene la tristezza a pensare che in questa bellissima zona, potenzialmente espansiva, la ferrovia sia ridotta a quel solo precario trenino, a proposito del quale, i Fabriziesi che lo utilizzano affermano che per giungere alle stazioni centrali ci si mette mezza giornata!

Non voglio annoiare i lettori, ma sento il dovere prima umano e poi civico di puntualizzare un'altra importantissima questione. Vitale, oserei dire. L'acqua. Cosa sta succedendo a questa preziosa fonte di vita? Punto primo, l'hanno consegnata in mani private poco oneste. Secondo, ma di primaria importanza per la salute pubblica, l'HANNO LASCIATA ALLO SBARAGLIO E AD UN TERRIBILE INQUINAMENTO INVASIVO e, a distanza di 4 mesi dal sequestro dell'Alaco, nessuno ha messo la mano sulla coscienza per salvaguardare la salute delle persone. Anche in questo caso è d'obbligo lanciare un chiaro monito: andatevene a casa. E mi fermo qui.

Chi deve intendere intenda. La protesta deve essere contro di voi politici, da attuare seriamente, innanzitutto con lo strumento elettorale e poi richiamandovi alle precipue e personali responsabilità contabili e forse anche giudiziarie, per gli sprechi e per le distorsioni dei bilanci, manovrati e rivoltati a vostro piacimento, per strappare il consenso elettorale e non per i bisogni veri delle persone che hanno il diritto di usufruire dei servizi e delle innovazioni e non di sole celebrazioni.

Maria Cirillo 

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mini QuotidianoIl posto di lavoro oggi è più che mai un’utopia. Ma la passione per la professione supera qualsiasi ostacolo fino a farsi anche succube dello sfruttamento incondizionato. Fare giornalismo non è cosa semplice, e soprattutto farlo in Calabria, vuoi per le difficoltà nel gestire e pubblicare le notizie di cronaca, vuoi per le retribuzioni che sfiorano il ridicolo. A questo si aggiungono i costi, non riconosciuti dall’azienda, per telefonate, spostamenti e quant’altro. Così, la battaglia dei giornalisti calabresi, dopo inutili ed accomodanti proteste sporadiche, sembra voglia raggiungere obiettivi superiori. Con una lettera che a piè di pagina presenta 30 sottoscrizioni, i collaboratori del "Il Quotidiano della Calabria" che ogni giorno curano le pagine di Reggio città, Locride e Piana di Gioia Tauro, hanno comunicato alla Finedit (gruppo editoriale della testata) e all’amministratore delegato Antonella Dodaro, la disponibilità a non pubblicare più articoli a partire dal prossimo 10 ottobre

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mini presidente-provincia-vibo-de-nisiMentre tutta la Calabria aspetta le decisioni del Viminale che, in un senso o nell'altro, segneranno il futuro del famigerato modello Reggio, nella provincia più disastrata della regione ci si comincia ad interrogare sull'esistenza di un ulteriore poco edificante modello Vibo. Si assiste, a meno di clamorose novità, agli ultimi rantoli di un ente che sul territorio è spesso apparso inutile, come però non lo è stato per i vari caporioni della politica che lo hanno usato per spremerne le casse e piazzare i loro pupilli assetati di poltrone ben visibili e remunerate. Questa fine ingloriosa dell'ente però è resa più amara dalla vicenda dell'ammanco milionario che ha portato alle dimissioni un'impiegata dell'ufficio Affari Finanziari, Mirella Currò

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mini De-Nisi_2Un buco da un milione e duecentomila euro. La notizia, circolata con insistenza nei giorni scorsi, trova conferma: pare che alla Provincia di Vibo Valentia sia venuto fuori un ammanco milionario dovuto a mandati di spesa fasulli. E' stato lo stesso presidente dell'Ente, Francesco De Nisi, a presentare ieri mattina un esposto alla Procura della Repubblica, che ha iscritto una persona nel registro degli indagati. Dopo la denuncia di De Nisi gli uomini della Guardia di Finanza si sono recati negli uffici della Provincia ed hanno sequestrato una serie di atti e documenti. Dagli accertamenti e' emerso che l'ammanco di denaro riguarderebbe l'ufficio Ragioneria e Affari Finanziari guidato dalla dirigente Armanda De Sossi, e sarebbe riconducibile a finti pagamenti e operazioni ancora poco chiare.

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mini serra_san_brunoSERRA SAN BRUNO – Con l’autunno e con le prime foglie che si lasciano candidamente cogliere dal vento, torna la voglia di fare politica, quella strana arte, che nella definizione di Taillerand, consisterebbe nell’«agitare il popolo prima dell’uso». Non è ancora finita l’era della provincia di Vibo Valentia che già il comprensorio serrese si vede proiettato verso due competizioni elettorali, l’una connessa all’altra. La prima consiste in quella nazionale, siamo a sei mesi dalle elezioni politiche con le quali, si spera, dovremmo dare un nuovo governo al paese più ingovernabile d’Europa. La seconda è, diciamolo pure, eventuale.

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