mini serra_san_bruno_2SERRA SAN BRUNO – Al momento, non si conoscono le generalità delle persone coinvolte. Né tantomeno di quelle eventualmente fermate. L'unica certezza, ad oggi, è che tra gli studenti egiziani - giunti di recente nella nostra cittadina attraverso il progetto di cooperazione internazionale "Pitagora Mundus" - ed alcuni ragazzi del comprensorio non corre buon sangue. Già nei giorni scorsi si sono verificati alcuni diverbi. L’ultimo in ordine di tempo si è consumato nella serata odierna, intorno alle 18 e 30, su Corso Umberto I, nei pressi della Chiesa dell’ Assunta di Spinetto. E’ incerta ancora la natura della lite.

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mini 416947_508391595838396_911600344_nSERRA SAN BRUNO - Se a distanza di soli 5 mesi dimentichi di aver giurato che il prossimo Consiglio comunale sarebbe stato di mattina, o hai l’Alzheimer o sei un marinaio. Uno di quelli famosi per le promesse. E da buoni marinai gli uomini della maggioranza serrese continuano a navigare in acque torbide quanto quelle di un depuratore, oggetto del primo punto all’ordine del giorno. Un ipotetico protocollo d’intesa fra i Comuni del comprensorio, con Serra città responsabile-capofila

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mini corteo_andreacchiSERRA SAN BRUNO – Sul sentiero, tra i castagni, i passi sono pesanti. Nelle gambe e nella mente c’è tutto il peso del ricordo, tutta la dolcezza della memoria, impastata però con la rabbia, con il dolore. Un fardello difficile da portarsi addosso. Eppure i familiari di Pasquale Andreacchi ci convivono da tre anni e, forse, non se ne libereranno mai. Ai passi che portano al luogo in cui Pasquale fu ritrovato, fanno eco le loro parole. Le loro lacrime fanno rumore, ma è un rumore che molti, troppi, non vogliono sentire. Perché è più facile, più comodo, più conveniente voltarsi dall’altra parte. E così agli ultimi, agli innocenti, non è concesso neanche il sollievo della memoria, la dignità del ricordo.

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mini asp-viboSERRA SAN BRUNO – Dure critiche da parte dello Slai Cobas delle Serre Autonome alla «delibera n.1299/CS del 5 settembre 2012» con la quale «la Commissione Straordinaria dell’A.S.P. di Vibo Valentia ha nominato il nuovo Direttore Sanitario dell’ Azienda, il dott. Francesco Miceli. L'eccellente chirurgo – si legge nella nota diffusa alla stampa - che succede all'ammiraglio dott. M. Tarabo e al referente sanitario dott. D. Consoli è stato scelto - dai commissari dott.ssa Rosanna Bonadies, dott. Vincenzo Indolfi e dott. Marco Serra - tra 12 aspiranti in quanto  si è constatato, dopo un lungo e approfondito esame sulla questione, che il 64enne dott. F. Miceli non ha superato i 65 anni e di conseguenza si è stabilito che “è in possesso dei requisiti previsti dalla vigente normativa in materia per accedere all'incarico di Direttore Sanitario Aziendale nonché della peculiare professionalità ed esperienza richieste per assolvere all'incarico”». Sarebbe, secondo gli autonomi che usano l’ironia «una scelta che per la prima volta all'interno dell'A.S.P. vibonese premia il merito, tanto di cappello dunque ai vertici aziendali». E’ da ricordare, secondo il sindacato di base «il valente dott. Miceli quale direttore dell'U.O. di Chirurgia dell'Ospedale Iazzolino, dove ha dato un notevole impulso all'attività chirurgica migliorandola sia dal punto di vista della qualità che della quantità delle prestazioni, tutte di altissima chirurgia, adoperando tecnologie operatorie innovative e all'avanguardia; annullando la mobilità dei pazienti verso le altre strutture ed anzi invertendo addirittura la tendenza, dato che oggi sono i pazienti delle altre strutture - anche da fuori regione - a venire a Vibo Valentia per farsi operare e i circa 450 interventi di chirurgia generale in regime di ricovero ordinario al 30 settembre 2012  (di cui diversi contestati dalla Regione Calabria perché inappropriati) lo stanno a dimostrare». Non si ferma l’ironia degli autonomi che criticano i numeri dell’attività chirurgica del neo-direttore sanitario aziendale, e infatti «si dovrebbero vergognare quelle malelingue che hanno fatto circolare voci critiche sull'operato della Chirurgia di Vibo Valentia diretta dal dott. Miceli; che affermano che sono stati effettuati pochissimi interventi nonostante Vibo Valentia abbia un organico da far invidia a UU.OO. di Chirurgia di Milano o di Roma, con 13 chirurghi, 20 infermieri di sala operatoria e 10 di reparto oltre al personale di supporto e nonostante siano quasi chiuse le chirurgie di Serra e Tropea, con lo spostamento di tutta l'attività operatoria su Vibo Valentia». E si dovrebbero vergognare anche «quelle malelingue che sostengono che la nomina sia dovuta non alla capacita professionale del dott. Miceli ma alla vicinanza politica dello stesso con il gruppo di maggioranza che oggi governa la Regione Calabria, spiegando che il dott. Miceli è stato premiato per essersi candidato con la lista Scopelliti-Presidente». Forse, a detta dello Slai-Cobas delle Serre Autonome, sarebbe proprio questo che fa infuriare i detrattori della nomina del dott. Miceli e cioè «che possa portare tutta la sanità vibonese agli altissimi livelli del dipartimento di chirurgia. Ecco perché riteniamo utile e necessario che i Commissari dell'ASP, con l'indipendenza e l’onesta intellettuale che li contraddistinguono, ci confermino i numeri dell'attività operatoria da noi elencati e il tipo di interventi effettuati, a dimostrazione del fatto che la nomina del Direttore Sanitario Aziendale è dovuta esclusivamente al lavoro e al merito».

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mini 18169_1252335801959_1636458088_640049_4719359_n200mila euro per 4mila voti. 50 euro a voto. Sono le 7 del mattino e Domenico Zambetti, 60 anni, PdL, Assessore alla Casa nella giunta Formigoni, si sveglia con i carabinieri attorno al letto e le manette ai polsi. Secondo l’accusa, Zambetti, su cui grava anche il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, acquistò ‘pacchetti di preferenze gestiti dai clan Vibonesi e di Africo’ in vista delle regionali 2010. Ben 4mila voti, rivelatisi poi decisivi per la sua elezione al Pirellone con 11.217 preferenze totali. 

Le famiglie di riferimento del politico lombardo sarebbero i Mancuso di Vibo ed i Morabito-Bruzzaniti di Africo, agganciati grazie a Giuseppe D’Agostino (gestore di locali notturni a Milano con precedenti penali per traffico di droga) ed Eugenio Costantino (imprenditore).

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mini TEMPO-NUOVO-1-bisRiceviamo e pubblichiamo:

Sono aperte le iscrizioni alle dodicesima edizione dei laboratori teatrali dell’Associazione “Tempo nuovo”. Articolati in due corsi, si rivolgono il primo ai giovanissimi frequentanti le classi quarta e quinta della scuola elementare e le tre classi delle medie,  il secondo  a frequentanti dai quattordici  anni in su, giovani e adulti.

Il programma prevede le seguenti materie: dizione, impostazione della voce, recitazione e improvvisazione scenica.  L’attività didattica 2012-2013, prenderà il via nel mese di novembre per concludersi il prossimo maggio. È previsto un saggio finale per gli allievi più meritevoli e che si saranno maggiormente impegnati.

La scuola per un’ottimale fruizione delle lezioni è a numero chiuso. Un massimo di venti allievi è stabilito per ciascun corso. Nel caso si dovesse raggiungere un numero superiore di richieste si procederà ad una selezione da parte di un’apposita selezione. Per tale motivo è utile per ciascun partecipante, preparare un monologo  da leggere o recitare. È prevista una quota associativa d’iscrizione. Gli aspiranti allievi dovranno presentarsi presso il Teatro “Tempo nuovo”, adiacente il Convento dei Cappuccini, domenica 28 ottobre alle ore 16 per partecipare al corso dei giovanissimi, e alle 17 per il corso degli adulti.  Tra i docenti si sono annoverate negli anni, presenze importanti  e qualificate. I corsi hanno preso avvio con Giovan Battista Diotaiuti, Guglielmo Farrajola e  Luca Stefanini.  Sono subentrati più tardi,  Luciana Codispoti, Francesco Paolo Torre, lo stesso presidente storico di “Tempo nuovo” Franco Candiloro, Paola Salgiuliano, Franco Procopio e Francesca Borello (allieva dei primi tre docenti citati) e che terrà le lezioni di questa dodicesima edizione. Per info sull’attività di “Tempo nuovo”  si può chiamare al numero 0967/92186, visitare il sito www.teatrotemponuovo.it, consultare il profilo facebook, o scrivere all’indirizzo associazionetempoQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.                                                  

 

                                                                                

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mini il_vizzarroStamattina a Serra San Bruno il Comitato civico Pro-Serre ha contestato duramente il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, venuto nella cittadina della certosa per inaugurare un sentiero naturalistico. Gli attivisti del Comitato hanno "accolto" Scopelliti gridando a gran voce contro la chiusura del locale presidio ospedaliero, ridotto, a dispetto delle promesse elettorali, a meno di 20 posti letto di medicina e nient'altro. Altro motivo di dura contestazione è la vergogna dell'Alaco, un invaso gestito da Sorical posto sotto sequestro dalla Procura di Vibo, che però ancora fa arrivare nelle case di 400mila calabresi un liquido giallognolo e maleodorante

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mini arenaARENA – «Non vogliamo fare inutili dietrologie. Né vogliamo che questo Consiglio si trasformi in un tribunale dell’Inquisizione. Se ci sono stati e ci saranno responsabili saranno gli organi preposti a stabilirlo. Noi, la mia amministrazione intendo, abbiamo davanti soltanto due doveri: dal punto di vista politico, è opportuno fare chiarezza su una questione che avrà inevitabilmente pesanti ripercussioni. Dall’altro lato, dal punto di vista gestionale e quindi amministrativo, abbiamo l’obbligo di affrontare la situazione e la triste realtà. Realtà inoppugnabile: il lungo iter giudiziario si è concluso con una condanna pesante. Con la condanna al pagamento di oltre un miliardo di euro. 1.097.062 euro, per l’esattezza».

Nel corso di un affollato consiglio comunale, convocato in forma straordinaria e aperta, il sindaco Antonino Schinella ha inteso rendere edotta la cittadinanza in merito ad una questione che per lunghi anni ha tenuto con il fiato sospeso cittadini e amministratori di Arena: la vertenza Lorusso. Questione che ha avuto epilogo soltanto nei giorni scorsi con la decisione della Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dal Comune.  

«La storia parte da lontano e ha per oggetto i lavori di costruzione del Carcere mandamentale. I lavori - ha riferito il primo cittadino suffragando le sue tesi con carte e documenti alla mano - furono consegnati alla ditta nel febbraio dell’84. Dopo tre sospensioni nel breve arco temporale di un anno e mezzo, nell’estate dell’85 l’impresa subisce un attentato dinamitardo. E i lavori i fermano. Arrivano i solleciti, si susseguono due ordini di servizio, ma l’impresa riprende i lavori soltanto ad aprile del 1987. Ma sette mesi dopo si ferma di nuovo. Il motivo? Si è resa necessaria una perizia suppletiva e di variante, la cui redazione tra mancati recepimenti e pareri vari ha subito un iter abbastanza lungo. Si pensi, infatti, che soltanto nel 1994, sette anni dopo, la Giunta comunale ha approvato la perizia, dando così avvio ai lavori. Da questi ritardi, dunque, scaturisce il contenzioso. Per l’impresa la responsabilità sono attribuibili all’amministrazione appaltante e all’incapacità di quest’ultima di approvare una perizia. L’arbitrato ha successivamente accolto le richieste di Lorusso, condannando il Comune al pagamento di oltre un miliardo di euro. E dopo le decisioni della Corte di Appello e della Cassazione che hanno rigettato i ricorso presentati a suo tempo dal Comune, l’iter processuale si è concluso con una condanna. E adesso la situazione non è delle migliori. Acuita dal fatto che ci troviamo a fronteggiare una non facile situazione. Si pensi - ha aggiunto il sindaco - che quotidianamente si recano in Comune decine di creditori e diversi professionisti che esibiscono laute parcelle per prestazioni che in alcuni casi risalgono anche a decine di anni addietro. Si pensi, inoltre, che siamo costretti a pagare rate di mutui per un importo che supera i 200mila annui, di cui 70mila assorbite per la chiusura delle controversie legate agli espropri Lombardo e Scalamogna. E, come se tutto ciò non bastasse, aggiungo che a dicembre arriverà la sentenza, un'altra sentenza, sempre inerente un esproprio, questa volta del terreno dove è ubicata la scuola elementare, e le notizie forniteci dal nostro avvocato non ci lasciano ben sperare. Dunque, è evidente che la situazione che abbiamo ereditato è pesantissima. C’è chi in questi giorni ci sta consigliando il dissesto. Forse è l’unica via di uscita, ma sarebbe una iattura per la nostra gente. Significherebbe l’aumento, fino al massimo consentito, dei tributi e delle tariffe per cinque anni. E in un periodo di crisi generale, non possiamo mettere le mani nella tasche dei nostri cittadini. Perciò, stiamo lavorando e lavoreremo con un unico obiettivo: evitare il dissesto. Ci siamo rivolti ai ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture, ai quali abbiamo chiesto di assumersi i maggiori oneri derivanti dalla costruzione del Carcere anche nello spirito dell'articolo 19 della legge n. 119 del 1981, che prevedeva che i maggiori oneri potessero essere saldati attingendo ad un mutuo a totale carico dello Stato. In questa direzione, il deputato Laratta presenterà presto un’interrogazione, portando il nostro caso all’attenzione del Parlamento. Inoltre, siamo in trattativa con il creditore: se riuscissimo ad ottenere una dilazione, a conti fatti saremmo in grado di onorare il debito. E questa - ha aggiunto il sindaco rispondendo alla domanda del consigliere di opposizione Giamba - sarebbe la migliore condizione: ci permetterebbe da un lato di evitare il dissesto e dall’altro di affrontare l’onere senza neppure aumentare la pressione fiscale. Basterà razionalizzare la spesa, sulla falsariga di quello che abbiamo fatto finora, se è vero come è vero che ad oggi siamo riusciti a diminuire sensibilmente alcuni costi: penso, solo per fare qualche esempio, alla gestione e al trasporto dei rifiuti, al riscaldamento dello strutture pubbliche e alla manutenzione dei mezzi comunali». Infine, rispondendo ad una domanda dell’altro consigliere di opposizione Brogna, il primo cittadino ha chiosato così: «Lei mi chiede di chi sono le responsabilità? Leggendo le carte, emerge che il loro arbitrale ha addossato le responsabilità alle amministrazioni che si sono susseguite dal 1987 al 1994 e in parte anche ai progettisti e alla carenze progettuali. Aggiungo che reputo un errore il fatto che la precedente amministrazione non abbia nominato un arbitro, e quindi un difensore del Comune, decidendo di non giocarsi la partita, sebbene questo ultimo aspetto non rappresenti la prova che affrontando il giudizio in modo diverso il Comune ne sarebbe uscito indenne. Comunque, ribadisco che saranno gli organi proposti a stabilire chi sono i responsabili. Posso dirle che alla Procura della Corte dei conti è stato già trasmesso l’intero fascicolo».

Dopo la chiosa del sindaco, gli interventi del pubblico, tra cui quello dell’ingegnere Michele Gerace, assieme al collega Raffaele Schinella progettista e direttore dei lavori del Carcere, e dell’ex sindaco Rosario Pugliese.

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mini ospedale_serraRiceviamo e pubblichiamo:

“L’ospedale San Bruno è ormai ridotto ad un simulacro, senza più alcuna possibilità concreta di offrire cure e prestazioni adeguate. Con cadenza quotidiana, i cittadini assistono inermi alla lenta ed inesorabile agonia di una struttura sanitaria ormai smembrata e svuotata nei servizi essenziali. Dopo le gravi decisioni assunte dai vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia di ridurre le sedute operatorie in day surgery per favorire la funzionalità delle attività chirurgiche presso l’ospedale Jazzolino, appare evidente che nella struttura ospedaliera di Serra non c’è più possibilità di essere curati. Di fronte a questo stato di cose, il Partito democratico di Serra San Bruno esprime profonda indignazione e dura condanna nei confronti delle scelte politiche scellerate del centro-destra  che finora hanno prodotto una mole di disastri che sarà difficile recuperare”.

E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla segreteria del Partito democratico di Serra San Bruno dove la notizia della riduzione del servizio di day surgery è stata messa al centro di una discussione che porterà presto alla redazione di un documento di protesta.

“Il quadro globale del deficit delle prestazioni sanitarie – si afferma nella nota – è fortemente aggravato dal fatto che già nei mesi scorsi l’attuazione del piano di rientro aveva stabilito il ridimensionamento del presidio sanitario serrese con il conseguente disagio per gli oltre 40 mila cittadini appartenenti ad un territorio già fortemente indebolito.

Ma che fine hanno fatto le promesse e gli impegni assunti dal PDL locale durante la campagna elettorale? Quali sono ad oggi i risultati del binomio Regione-Comune e quali sono le iniziative portate avanti dall’amministrazione pidiellina per difendere l’ospedale cittadino?

La prova che il disegno di riforma della sanità fortemente voluto da Scopelliti sia fallito è  ormai sotto gli occhi di tutti.  Si tratta di un fallimento organizzativo e strutturale che stanno pagando a caro prezzo tutti i cittadini calabresi la cui fiducia nel sistema sanitario regionale è ormai ridotta al lumicino. Desideriamo ricordare al governatore Scopelliti che

la Calabria mantiene ancora il primato per la più alta spesa sanitaria con la differenza che nella nostra regione non si intravedono possibilità di innalzamento della qualità dei servizi ma solamente soppressione di intere strutture e tagli di personale. Ci chiediamo invece se una sensata politica sanitaria non possa essere fatta anche attraverso adeguati investimenti che finora non si sono visti nonostante i continui proclami per la costruzione dei nuovi ospedali e per l’implementazione strumentale degli ospedali Hub. Se il governatore pensasse di più a lavorare per la sua regione invece di pensare alle apparizioni TV magari la situazione complessiva della Calabria sarebbe  diversa. Ma tutto ciò è utopia sperarlo".

Circolo PD Serra San Bruno 

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mini CensoreBrunoRiceviamo e pubblichiamo:

Il vice presidente della Commissione regionale antindrangheta, Bruno Censore esprime vicinanza e solidarietà al Dirigente Scolastico, al corpo docente e non docente ed agli alunni dell’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri di Serra San Bruno che questa mattina sono stati vittime di un esecrabile gesto intimidatorio che per la sua gravità è senza precedenti nella lunga storia di questa istituzione scolastica. 

“L’intimidazione ai danni dell’ITCG  di Serra San Bruno – ha detto in una nota l’esponente regionale della Commissione Antindrangheta – è indicativo del  livello di criminalità che ormai serpeggia nel territorio delle Serre Vibonesi. Nonostante rimanga alta l’attenzione investigativa e la vigilanza delle forze dell’ordine, esistono focolai di malvivenza che in modo arrogante e prepotente continuano a turbare la tranquillità della popolazione. Il fatto che tale atto si sia verificato ai danni di una scuola  che da sempre è riconosciuta come baluardo di legalità e di diffusione del sapere impone una ferma presa di posizione da parte delle istituzioni, della  società civile e di tutti i cittadini che rifiutano qualunque tipo di azione inconsulta e violenta come quella perpetrata ai danni dell’Einaudi. E’ necessario, perciò, fare subito chiarezza – ha continuato Censore. Convinto del fatto che le forze dell’ordine sapranno presto assicurare  alla giustizia i responsabili di questo orribile gesto, esprimo la mia più sincera vicinanza e solidarietà al dirigente  Tonino Ceravolo, a tutto il corpo docente e non docente, agli alunni ed alle loro famiglie  che in questo momento di profondo turbamento non devono sentirsi soli nella lotta per l’affermazione della legalità".

Reggio Calabria, 5 ottobre 2012

Bruno Censore

Vice presidente Commissione Antindrangheta

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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

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