, mirerebbe alla realizzazione di un sistema di depurazione unico. Un atto di indirizzo sul disinquinamento che evoca presto gli spettri ambientali dell’Alaco e della differenziata. Per la prima soluzione mancano i soldi, per la seconda le buste con i labirintici codici a barre. Al di là della discussione confusionaria, in cui si citano Sorical, sorgenti, rifiuti e campo sportivo, il punto passa nonostante l’investimento non sia previsto nel recente Piano Triennale delle Opere Pubbliche. 4 astenuti e 7 favorevoli. Solo 7. Risultano infatti assenti Bruno Zaffino, l’assessore defenestrato, e Adriano Tassone, che andò a sostituirlo in giunta.

Già, Zaffino. Qualcuno rievoca la sua testarda appartenenza alla maggioranza e l’articolo del ‘Corriere della Calabria’ che racconta a tutta la regione quanto accaduto a Serra durante e dopo la campagna elettorale. La stampa in alcuni casi diventa scomoda, Salerno accusa: “Questo Consiglio non ha mai subito influenze mafiose! Allusioni infondate. Raccontano il falso: quereliamoli!”. Staremo a vedere.

Si arriva alla questione Imu. Il sindaco Rosi dice di aver proposto l’approvazione dell’aliquota minima. Torna il morbo del marinaio: in realtà ci si adegua semplicemente ai parametri standard previsti dallo Stato. La minoranza lo fa notare. La maggioranza si indigna. L’atto passa.

Approvato il nuovo Piano cittadino della Protezione Civile, si passa ad una strana convenzione per un impianto fotovoltaico da 19 Kw da installare sugli spogliatoi del comunale ‘La Quercia’. Un accordo secondo cui il Comune, proprietario dell’immobile, godrebbe del pagamento delle spese per il fabbisogno energetico dello stadio (100 euro al mese) e l’ente Parco delle Serre, soggetto investitore e beneficiario, invece incasserebbe incentivi ed introiti per la corrente immessa nel circuito Enel nei prossimi 20 anni: oltre 70mila euro. Inoltre, secondo l’art. 12 della stessa convenzione, sarà il Comune di Serra ad accollarsi le spese per manutenzione, riparazioni ed eventuali dislocazioni dell’opera. Quindi se la sede del Parco, con annesso impianto fotovoltaico, venisse trasferita ad esempio a Bivongi o Polia, sarebbe sempre e comunque Serra a corrispondere le spese per la manutenzione di un impianto che a quel punto non ricadrebbe più nel suo territorio. Il punto passa, votato dai presenti della maggioranza.

Dopo la transazione sovraccanoni per una centrale idroelettrica alimentata dal ‘nostro’ Ancinale, si arriva a 3 sentenze del Giudice di Pace che condannano il Comune a risarcire dei cittadini. Sembra semplice, invece si scatena il caos. Il Comune riconosce i rimborsi, ma agli atti mancano il parere del Responsabile del Servizio Finanziario e le relative coperture in bilancio. Il capogruppo Salerno si innervosisce di nuovo e, come un pugile suonato, chiuso all’angolo, si allontana definitivamente dall’aula liberandosi del dramma con un espediente: ‘Le responsabilità sono delle giunte precedenti. Che ne rispondano Censore, Lo Iacono e Gino Calabretta!’. A volte ritornano.

Dopo Salerno quasi tutti abbandonano la nave. Manca il numero legale. I marinai hanno perso la rotta. Il bastimento si inabissa sempre più.