Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo:
Negli ultimi giorni si sono levate, provenienti da più parti, forti e vibrate proteste rispetto alla trasmissione sulla sanità calabrese, ma non solo, andata in onda qualche settimana fa su Rai 3 per il programma “Presa Diretta”. Una sollevazione indignata è venuta da chi difende a spada tratta le risultanze del Piano di Rientro, dalla deputazione regionale di centro destra, nonché da diversi direttori generali e supporters vari. Tra le altre mi ha fortemente colpito la critica mossa al programma dal consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici della Provincia di Vibo e in particolare del suo Presidente Dr. Antonino Maglia, verso cui, lo dico a priori, ho profonda stima e al quale mi lega una sincera amicizia. Concordo sul fatto che il servizio sia stato volutamente strutturato per far esaltare la “malasanità” calabrese mediante l’intervista di persone che hanno subito la perdita di figli amatissimi, giovani vite che per imperizia, errore, carenze o qualsivoglia altro problema, non sono più su questa terra e non possono regalare un sorriso ai loro cari. Era giusto sentire sulle problematiche socio sanitarie attuali, per quello che interessa la nostra Azienda, anche i livelli istituzionali e, possibilmente, i medici. D'altronde però, giustamente, gli stessi consiglieri, nel corso del dibattito, hanno evidenziato come le criticità esistenti siano alla continua attenzione dell’Ordine, riconoscendo che “il grave rischio clinico è rappresentato appunto dalle precarie condizioni strutturali degli ospedali, dal deficit strumentale e tecnologico e anche da una disarticolata organizzazione e dalla precarietà della risorse umane”.
Partendo da questa presa di coscienza, è chiaro che non si può fare, sicuramente, di tutte le professionalità sanitarie, soprattutto mediche, di tutta l’erba un fascio; hanno ragione i consiglieri dell’Ordine dei Medici e fanno bene a difendere strenuamente la loro categoria. Ma questo non vuol dire che bisogna fare come gli struzzi e tenere la testa sotto la sabbia quando il problema non è tanto l’appartenenza ad una data categoria, che secondo me non si deve sentire costantemente sotto processo, ma è il sistema. La trasmissione sulla sanità mandata in onda da “presa Diretta” non ha indignato solo per quello che ha fatto vedere sulla Calabria, in fin dei conti sono cose che, bene o male, conosciamo (certo, alcuni medici dell’Ospedale di Polistena (RC) non hanno fatto una gran bella figura facendosi riprendere mentre seduti in cerchio leggevano il giornale o fumavano spargendo cenere e cicche di sigarette sui pavimenti, potevano evitare di dare un’immagine che ha fatto arrossire di vergogna ogni calabrese che ha seguito la trasmissione in ogni angolo della terra); l’indignazione è nata e continua ad esserci perché i cittadini calabresi si sono potuti rendere conto, ancora di più, di quanto, nei loro confronti, non solo sia stato disatteso il principio costituzionale di tutela della salute, ma di come siano venuti meno i capisaldi del concetto stesso di salute inteso come fondamentale diritto della persona: l’universalità e l’uniformità dell’assistenza.
Ma, io mi chiedo e chiedo soprattutto agli addetti ai lavori: forse non è vero che, salvo poche eccellenze, per seri problemi di salute i cittadini calabresi devono rivolgersi a strutture del nord ? sono favole o è la cruda realtà le migliaia di persone che ogni anno intraprendono i viaggi della speranza con tutto quello che ne deriva sul piano economico e sociale? Ma perché non dovremmo indignarci nel vedere che la sanità territoriale, alla quale lo Stato destina la gran parte delle risorse di bilancio (55%), in Calabria non esiste o è poco considerata, mentre in altre zone del paese è fortemente incentivata perché, tra l’altro, vuol dire risparmiare. Penso, ad esempio, alle Case della Salute, all’Assistenza Domiciliare, all’ospedalizzazione a domicilio ecc. Da noi l’Ospedale rappresenta l’ombelico del mondo, generatore di enormi costi e di sprechi anche per un suo uso distorto ed inappropriato. In Calabria si preferisce la difesa estrema dei piccoli ospedali non perché gli stessi riescano a garantire benessere e salute, ma solo per un fatto di campanile spinto all’eccesso da vari e stratificati interessi. Le Case della Salute o i Centri di Assistenza Territoriale sicuramente rappresenterebbero una grande opportunità assistenziale, ma è un discorso difficile da far capire ed anzi chi dovrebbe, più di altri, farsi interprete e sostenere tale impostazione preferisce la difesa pervicace dell’ospedale, con tutti i rischi ed i pericoli che ciò comporta.
Rafforzare e dotare dei giusti posti letto i centri di eccellenza, gli ospedali Hub e gli ospedali Spoke, dare un senso agli Ospedali di Montagna incentivandone l’aspetto relativo all’emergenza urgenza, dotarli in concreto delle strutture già previste dai decreti del Commissario ad acta per farli funzionare, da subito, con mezzi, strutture e personale adeguati per la missione che sono chiamati a svolgere, e non lasciarli abbandonati a se stessi, buoni solo a fornire risorse umane agli altri ospedali in difficoltà.
Quello che sbagliano i consiglieri e il presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Vibo Valentia è il pensare che con la costruzione del nuovo Ospedale si risolveranno tutti i problemi della sanità su questo emarginato e, purtroppo, bistrattato territorio. Certo, esso rappresenta una fase importante; sarà d’aiuto perché consentirà di lavorare meglio e potrà contribuire, forse, a dare anche una diversa immagine; ma non potrà sicuramente determinarne, da solo, il miglioramento dell’assistenza e la risoluzione di annosi problemi. Questioni ormai incancrenite che sono il frutto di carenza di programmazione e di una visione miope di una classe politica e dirigente che non ha voluto, o forse non ha saputo, dare dignità all’ammalato che soffre e al bisogno di salute che sempre più forte proviene dalla società. Dobbiamo essere onesti con noi stessi e lavorare perché almeno i nostri figli e i nostri nipoti possano avere un sistema sanitario adeguato, una rete assistenziale che parti dal territorio dove i medici di famiglia riscoprano il gusto e la voglia di fare clinica, di confrontarsi, di aggiornarsi, senza limitarsi a prescrivere farmaci ed esami, tante volte anche per telefono. Di questi tempi dovremmo sforzarci anche di pensare quale sia il modo adeguato per risolvere problemi epocali quali quelli di una popolazione che va sempre di più invecchiando e che molto spesso rimane sola; alle persone diversamente abili che meritano per tutte le sofferenze patite la giusta assistenza. Dovremmo rivolgere lo sguardo verso i problemi ambientali che ieri sembravano marginali ma che oggi sono di grande attualità e possono costituire un grosso pericolo per la società: l’acqua, l’aria, beni comuni che non hanno prezzo e che qualcuno ha già mercificato vendendo, tra l’altro, veleno. Ci sono stati anni in cui la sanità ha rappresentato la possibilità di elargire prebende e di dare sfogo ad un clientelismo sfrenato che ha coinvolto indistintamente tutti dagli ausiliari ai primari; è giunto il momento, attesa anche l’estrema delicatezza del settore in questione dove c’è in gioco la salute e la vita della gente, di cambiare registro, avendo la consapevolezza che, ad esempio, la realizzazione dell’Ospedale di Vibo rappresenterà non già l’arrivo ma solo l’inizio di una fase di riscatto che deve avere quali protagonisti ognuno di noi.
Dott. Fioravante Schiavello
Funzionario ASP Vibo Valentia
Nuvole nere tornano ad addensarsi sul cielo della sanità calabrese. Questa volta ad agitare le acque è il caso delle nomine ai vertici dell’Asp di Reggio Calabria partorite di recente dal governatore Giuseppe Scopelliti. A balzare agli onori della cronaca è il caso di Vincenzo Scali, ex ufficiale superiore della Capitaneria di Porto nominato Direttore Amministrativo dell’Asp di Reggio Calabria, nonostante il divieto previsto dalla legge 724 del 1994, che impedisce il cumulo tra pensione anticipata di anzianità e lo svolgimento di incarichi a qualsiasi titolo.
Siamo nel 2013. O almeno così dicono. E se prendiamo per buono l’essere nel 2013 informarsi dovrebbe essere la base di partenza di ogni persona che voglia relazionarsi con il prossimo. Studiare, impegnarsi e imparare divertendosi perché non c’è niente di meglio che il “sapere” per vivere al massimo la propria persona e quello che la circonda. Essere coscienti e pensanti, pronti ad accettare il confronto sfuggendo a quel ridicolo “mistero della fede” che di misterioso ha solo la longevità, inspiegabile se ci pensi per un solo minuto.
Riceviamo e pubblichiamo:
- Pensiamo che una reale Liberazione della nostra Terra di Calabria non possa non passare per la liberazione dalle mafie e dalla denuncia e testimonianza pubblica di ciascuno di noi. Invitiamo perciò tutti gli iscritti e simpatizzanti a partecipare alla Festa della Liberazione, che avrà luogo il 25 aprile 2013 in piazza Diaz, organizzata anche con la collaborazione, tra gli altri, di Libera-Vibo Valentia e dell'Associazione Il Brigante. Durante la festa lasceremo un "microfono aperto" dove ogni cittadino e cittadina potrà esprimersi Liberamente riguardo ai temi della giornata, per testimoniare la propria esperienza di resistenza e liberazione in Calabria. Facciamo sentire la nostra voce onesta contro le manovre 'ndranghetiste, dei corrotti e dei disonesti.
Coordinamento Provinciale Libera Vibo Valentia
- Esprimo la mia solidarieta' e quella del WWF Calabria a tutti i militanti dell'Associazione "Il Brigante" di Serra San Bruno per il barbaro atto di intimidazione subito ieri sera, nella certezza che simili manifestazioni di vile arroganza mafiosa non potranno che rafforzare la volonta' di continuare a lottare per la difesa del nostro territorio .
- L'amministrazione comunale di Sorianello, guidata dal sindaco Sergio Cannatelli ed il consigliere Bruno Ciconte, condannano il vile atto che ha colpito l'associazione culturale ‘Il Brigante’ ed esprimono ai componenti del sodalizio la più totale ed incondizionata solidarietà e vicinanza per quanto accaduto. È evidente che si tratti di un messaggio di chiaro stampo mafioso, perpetrato da chi, probabilmente, vorrebbe intimidire giovani attivisti che, da anni, si battono per la tutela della salute pubblica, contro l’invaso dell’ Alaco e, non per ultimo, contro ogni forma di criminalità organizzata. Nel ribadire con forza il nostro sostegno all’associazione, invitiamo i componenti a proseguire su questa strada, perchè solo così si potrà liberare la nostra terra dalle ingiustizie e dalle malefatte.
- Una testa di pecora grondante sangue lasciata sulla soglia della porta. Un’immagine macabra da film di far west o tipo il padrino. Una triste realtà, invece, che si è materializzata nei giorni scorsicontro i compagni e le compagne dell’associazione culturale il Brigante di Serra San Bruno. Un chiaro segnale di stampo ‘ndranghitista ad uno “sgarro” maldigerito dalle onorate locali che con la copertura delle famigliepolitiche/massoniche più influenti si spartiscono e gestiscono le ricchezze ed i posti di potere nell’amministrazione del territorio. I compagni del brigante non sono nuovi a tali attacchi. Nei mesi scorsi pallettoni sono stati lasciati sui gradini dell’abitazione di Sergio uno degli esponenti più in vista del collettivo, ora invece il pacco è stato recapitato sotto il portone dei locali dell’associazione, a dimostrazione che qualcosa nella prassi politica del collettivo ha infastidito, e pure parecchio, qualcuno. Ai briganti di serra sempre in prima linea nella difesa del territorio delle serre vibonesi, contro gli scempi dei boschi e dei terreni, contro le speculazioni nella gestione dell’acqua, in difesa dei diritti dei lavoratori dei precari e degli sfruttati, la nostra solidarietà militante, certi che non saranno tali atti a smorzare la loro caparbietà, a frenare la loro volontà, ad annichilire la loro convinzione nella giustezza della causa e nella conduzione della lotta per una società diversa. L’unico freno all’ingerenza delle ‘ndrine, al potere dei padroni e al malaffare dei politici è l’autorganizzazione popolare e la lotta politica di massa, non l’intervento di questori, prefetti e polizia sempre pronti a pose e dichiarazioni roboanti solo dopo che si materializzano atti di tale portata, ma che niente fanno di realmente efficace e concreto per prevenirli. Ed in questa direzione noi andiamo avanti. La solidarietà è un’arma. Lunga vita ai briganti
CPOA RIALZO - COSENZA
SORIANELLO – Un giovane 23enne, Salvatore Lazzaro, è stato ferito gravemente in un agguato nella frazione Fago Savini di Sorianello. Secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, Lazzaro era seduto sul divano della propria abitazione, quando all'improvviso sarebbe stato raggiunto da alcuni colpi che lo avrebbero ferito tra la testa ed il collo. Immediati i soccorsi che hanno provveduto a trasportare il giovane presso il nosocomio di Serra San Bruno. Le sue condizioni, al momento, sarebbero gravi. Elemento, questo, che ha reso necessario un primo intervento chirurgico. Solo nella tarda serata, è stato trasferito presso la struttura di Germaneto anche se, le sue condizioni, rimangono comunque molto critiche.
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Associazione "Il Vizzarro”
via chiesa addolorata, n° 8
89822 - Serra San Bruno