mini Soriano_Calabro_generaleSORIANO CALABRO - Doccia fredda per l’ amministrazione comunale di Soriano, guidata dal sindaco Francesco Bartone, del Pd, ma eletto nelle consultazioni del 2009 con una lista civica. Secondo notizie in nostro possesso, infatti, due componenti della giunta (Francesco Serravite, con delega allo Sport e tempo libero e Rosella Varì, con delega alla Pubblica istruzione ed alla Cultura) più altri due consiglieri comunali, ovverosia Giovanni e Raffaele Farina, avrebbero rassegnato le dimissioni, creando così una crisi all’interno della maggioranza. Come si ricorderà, il 6 e 7 giugno 2009 Bartone - a capo della lista civica ‘La Città del sole’ - riuscì ad avere la meglio sull’allora sfidante Giuseppe Battaglia, della compagine ‘Insieme si può’. 

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mini 20130318_006Riceviamo e pubblichiamo:

«Ci troviamo dinanzi ad una vicenda che sta assumendo i connotati di una polveriera sociale che potrebbe esplodere da un momento all’altro, con conseguenze funeste per chi da circa sedici anni lavora senza nessuna garanzia previdenziale e senza alcuna regolarità nei pagamenti e per Comuni e Enti territoriali che rischiano di trovarsi nelle condizioni di dover interrompere servizi e funzioni fondamentali».

Bruno Censore, dopo le innumerevoli battaglie condotte in Consiglio regionale assieme ai colleghi di schieramento De Gaetano e Guccione, adesso ha deciso di portare il caso a Roma: il deputato del Partito Democratico chiede una definitiva soluzione per l’annosa e irrisolta questione dei lavoratori LSU-LPU e, come primo firmatario, assieme ai colleghi calabresi Demetrio Battaglia, Enza Bruno Bossio, Stefania Covello, Ernesto Magorno, Nicodemo Oliverio e Ferdinando Aiello, ha indirizzato una circostanziata interrogazione al Presidente del Consiglio e al Ministro al Lavoro.

Una interrogazione parlamentare, dunque, per proporre, tra le altre cose, un tavolo di concertazione con la Regione Calabria al fine di studiare un percorso che porti all’individuazione delle risorse finanziarie che garantiscano la stabilizzazione degli Lsu-Lpu e per rilanciare alcune richieste (istituzione di un Fondo nazionale a sostegno dei Comuni che intendono stabilizzare gli Lsu-Lpu, e l’allenamento delle norme che bloccano le assunzioni negli enti pubblici) emerse nel corso di un recente incontro promosso a San Giovanni in Fiore dallo stesso Censore insieme ad altri esponenti del PD quali Nino De Gaetano, Carlo Guccione e Franco Laratta.   

«In Calabria - sottolinea l’on. Bruno Censore - la condizione dei Lavoratori Socialmente utili e di Pubblica Utilità è divenuta ormai insopportabile. Sebbene gli oltre 5000 Lsu-Lpu svolgano da molti anni un lavoro insostituibile negli Enti locali, la loro condizione di precarietà risulta sempre più grave, tanto che in seguito alla recente sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato l’art.55 del collegato alla Manovra finanziaria 2012 della Regione Calabria i rischi per il loro futuro sono improvvisamente divenuti elevatissimi».

La Corte Costituzionale, infatti, con sentenza n.18/2013, ha rimarcato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 55, comma 1, della Legge  regionale n.47/2011 che aveva prorogato il termine per la stabilizzazione dei lavoratori dal 31 dicembre 2011 al 31 dicembre 2014.

«Senza un intervento urgente di stabilizzazione, i lavoratori LSU-LPU a luglio saranno licenziati  e in Calabria – osserva Censore - potrebbe esplodere una vera e propria bomba sociale anche per i gravissimi ritardi dell’amministrazione regionale che non ha mai inteso avviare un percorso virtuoso di regolarizzazione dei lavoratori precari, lasciati addirittura senza stipendi per numerosi mesi. Va ricordato – prosegue il parlamentare del PD - come nella scorsa legislatura, il Governo Berlusconi ha destinato 110 milioni di euro per la stabilizzazione degli Lsu di Napoli e di Palermo, lasciando del tutto dimenticati i precari calabresi, nonostante le vibrate proteste delle opposizioni parlamentari e delle forza sindacali». Insomma, la richiesta avanzata al Governo da Bruno Censore è lapidaria: «Bisogna porre fine a questa lunga condizione di incivile precariato, rammentando che senza l’apporto dei lavoratori Lsu/Lpu sarà messa in ginocchio non solo l’economia di oltre 5.000 famiglie ma anche la normale gestione dei servizi essenziali in molti enti locali».

 

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mini ccVIBO VALENTIA - Due filoni di inchiesta condensati in un totale di 38 provvedimenti di custodia cautelare recapitati ad altrettanti soggetti - non solo affiliati ma anche professionisti ed imprenditori - legati, a vario titolo alla cosca dei Mancuso di Limbadi. Prosegue così, nell’ambito della seconda tranche dell’operazione Black Money coordinata dalla Dda di Catanzaro, l’offensiva delle forze dell’ordine sugli affari milionari della cosca egemone nel vibonese, ma attiva ben oltre i confini nazionali. In particolare, il filone dell’inchiesta denominata “Overseas”, che ha impegnato soprattutto la Guardia di finanza, ha portato alla luce una truffa transnazionale effettuata tra la Calabria e l’Irlanda. Un meccanismo estremamente sofisticato, basato sulla cosiddetta estero vestizione, che aveva come protagonisti i due titolari della VFI, un’azienda con sede a Dublino

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mini enzo_ciconte_politicimalandriniRiceviamo e pubblichiamo:

‘Ndrangheta, magistratura, politica e massoneria: un quadrato perfetto con al centro alcuni uomini infedeli dei servizi segreti. È questo il singolare ritratto del malaffare mafioso in Italia che emerge dal nuovo libro di Enzo Ciconte Politici e malandrini da qualche giorno in libreria. A leggere le pagine del volume, ma anche a sfogliarne solamente l’indice, emerge chiaramente come il libro affronti l’argomento sia nella sua complessità storica e sociologica sia nella dovizia di fatti, personaggi e particolari che restituiscono al lettore l’immagine di una ‘ndrangheta capace di stringere rapporti e alleanze con politici a vari livelli passando dal controllo diretto o indiretto delle amministrazioni comunali fino ad arrivare all’infiltrazione negli organi di governo regionali e nazionali (e persino in paesi lontani dall’Italia come l’Australia).
Grande attenzione è posta al problema della presenza della ‘ndrangheta nelle fila delle amministrazioni pubbliche e dei partiti che operano nel Nord Italia dove nella ricerca dell’obiettivo dell’elezione a tutti i costi, di fronte al tramonto delle ideologie e della conseguente incapacità dei partiti di attrarre consensi, nuovi e vecchi politici in carriera non hanno disdegnato di chiedere “una mano” ai boss per raggiungere il risultato prefisso. In uno scenario così fosco l’autore non manca però di raccontare anche le storie dei tanti “signornò” che all’onore mafioso hanno preferito quello della buona coscienza e dell’onesta.

Il libro
La ’ndrangheta è l’organizzazione mafiosa in perenne trasformazione. La storia del filo che lega politici e ’ndrangheta è quella più negletta perché la mafia calabrese ha vissuto per un lungo periodo storico in una zona oscura impenetrabile alla conoscenza. Fare la storia del rapporto tra malandrini e politici vuol dire affrontare – e cercare di spiegare – una diversità che fa della ’ndrangheta un unicum nel panorama mafioso. La ’ndrangheta in determinati momenti storici si è differenziata da mafia e camorra sia perché ha stabilito relazioni con il Pci e con la destra eversiva, sia perché è l’unica organizzazione ad avere rapporti con uomini politici che operano nel Centro-Nord Italia e persino in alcuni Paesi stranieri. La ’ndrangheta s’è assicurata la protezione di una borghesia mafiosa ingorda ma anche miope, senza ideali e incapace di immaginare un futuro per la propria terra diverso da quello della subalternità ai governanti di turno o ai mafiosi. ’Ndrangheta, magistratura, politica e massoneria sono un incrocio perfetto. Al centro, come una rotonda che regola il traffico, uomini infedeli dei servizi segreti. Nella prima parte c’è il racconto di lunga durata che dalla Calabria del 1861 arriva sino ai nostri giorni. La seconda parte è dedicata al condizionamento ’ndranghetista su pezzi della politica di alcune regioni: Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte, Liguria, Lombardia. La terza parte mostra come la ’ndrangheta si sia interessata di politica in giro per il mondo. La quarta parte illustra alcune forme recenti di resistenza e di ribellione alla prepotenza e alla volontà di dominio ad opera in particolare di sindaci o di assessori o consiglieri comunali calabresi e del Nord Italia.

L'autore
Enzo Ciconte insegna Storia della criminalità organizzata all'Università Roma Tre e Semiologia e analisi del linguaggio mafioso all'Università dell'Aquila. È considerato tra i massimi esperti di fenomeni mafiosi.

Antonio Cavallaro
Ufficio stampa
Rubbettino Editore

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mini comm._accesso_serraSERRA SAN BRUNO - Siamo quasi agli sgoccioli. Dopo quattro mesi di attività, la terna commissariale - insediatasi lo scorso 20 novembre - ha concluso gli accertamenti relativi all’operato dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Bruno Rosi. Come si ricorderà, il prefetto di Vibo Michele Di Bari, all'epoca decise di inviare i commissari dopo l'arresto del consigliere comunale ed ex assessore Bruno Zaffino nell'operazione 'Saggezza', condotta dalla Direzione distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.  L’ex componente della giunta comunale era finito in manette con l’accusa di violenza privata aggravata dal metodo mafioso. Circostanza, questa, che avrebbe indotto il capo dell’ Ufficio territoriale del Governo a disporre, appunto, l’invio della commissione d’accesso. 

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mini ags_sorianoA cinque giornate dal termine, i giochi per quanto riguarda la vittoria del campionato sono quasi fatti. Il Soriano è la squadra destinata ad effettuare il salto di categoria. Più complicata, invece, la questione relativa agli spareggi salvezza. Una marcia sorprendente quella dei rossoblu, culminata da ventitre successi, due pareggi e zero sconfitte. Media impressionate, se si considerano le sessantadue reti realizzate in ventincinque partite e soltanto dodici subite. Il Soriano di mister Baroni sorprende tutti. I pronostici di inizio campionato, dunque, sono stati ampiamente rispettati. La squadra del presidente Mangiardi, infatti, era considerata tra le favorite per la vittoria finale del campionato. Detto, fatto. I rossoblu hanno macinato successi su successi, mostrando anche di saper offrire un buon calcio, nonostante la categoria. Merito di Baroni, certo. Ma anche della dirigenza, che ha saputo costruire un organico composto da giovani promettenti e da giocatori che hanno già accumulato una certa esperienza alle spalle (da Baroni a Pagano, passando per i vari Romeo, Nesci, Giurlanda, Macrillò, Marturano e Calvetta). Il merito, però, va anche alla tifoseria, che ha sempre dimostrato di essere vicina alla squadra, sia in casa che in trasferta. Un sogno che si realizza, dunque, quello di disputare un campionato di Promozione. Un sogno che aspettavano da tempo a Soriano e che, finalmente, tra qualche giorno potrà avverarsi. Nell'ultimo incontro disputato,  Giurlanda e compagni hanno superato facilmente il fanalino di coda Galatro per 3 a 0. Il match di domenica scorsa è stato praticamente un monologo per la squadra del presidente Mangiardi, che non ha mai avuto problemi nel portare a casa i tre punti. Basti pensare che il vantaggio arriva dopo appena trenta secondi di gioco con Camillò. Poco prima della mezzora Romeo firma il momentaneo 2 a 0. Nella ripresa, mister Baroni fa esordire anche il secondo portiere, Carrera e decide di effettuare subito i cambi a sua disposizione. Al 13‘, i rossoblu chiudono l’incontro grazie a Macrillò, bravo a mettere fuori gioco un avversario e ad insaccare sul secondo palo. 
 
 
Di fronte a questa macchina da gol, nulla ha potuto, invece, il Filogaso. Imineo e compagni hanno si cercato di mantenere il passo della capolista, non riuscendoci però. Non tanto per demeriti propri. Quanto piuttosto per la straordinaria cavalcata della squadra di mister Baroni. A Pianopoli, la vice capolista soffre più del previsto, riuscendo comunque a conquistare l’intera posta in palio, grazie al solito Imineo.
 
 
Diverso, invece, il discorso per la Serrese. Dopo un girone d'andata tra alti e bassi, i biancoblu hanno assaporato il gusto dei risultati utili per gran parte del girone di ritorno. Unica nota negativa, la sconfitta per 3 a 1 sul campo del Filogaso. Domenica l’undici di mister Megna avrebbe dovuto affrontare il Campora. Il forte vento, però, ha costretto il direttore di gara a rinviare l’incontro. 
 
 
 Lotterà per evitare i playout, infine, il Marina di Nicotera. Salvo miracoli dell'ultim'ora, infatti, i vibonesi dovranno giocarsi la permanenza in Prima categoria negli spareggi salvezza. A dimostrazione di ciò, lo scialbo 0 a 0 maturato in casa contro il Real Pianopoli.
 
 
(foto di Nicola Ciurlia)
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mini inuovibossCome si sono evolute e come sono cambiate le mafie (‘Ndrangheta, Camorra e Cosa Nostra) negli ultimi anni, a seguito degli arresti eccellenti, che ne hanno decapitato i vertici? Esistono ancora i boss o il fenomeno mafioso si è frammentato in mille realtà locali che controllano solo piccole parti del territorio? O, viceversa, è diventato globale, allungando i suoi tentacoli ben al di là dell’Italia? E chi sono oggi i capi delle cosche? Quesiti, questi, ai quali si è cercato di rispondere nell’ultimo libro di Pietro Comito - giornalista de ‘Il Quotidiano della Calabria’ tra i maggiori conoscitori della ‘ndrangheta calabrese - Vincenzo Ceruso, collaboratore di AddioPizzo ed autore di numerosi articoli sulla mafia per varie testate, e Bruno De Stefano, giornalista che ha seguito la cronaca nera e giudiziaria per diverse testate, dal titolo ‘I Nuovi Boss’, edito da Newton Compton Editori, già in tutte le edicole d’ Italia a partire da Gennaio. Nonostante i durissimi colpi assestati dallo Stato, con gli arresti del Gotha criminale (da Riina a Provenzano, da “Sandokan” ai capi sanlucoti), la malavita organizzata non è da considerare sconfitta, anzi. Spostando i propri affari lontano dai riflettori, infatti, i moderni padrini hanno creato un cortocircuito forse più pericoloso delle sanguinose mattanze per le strade: una nuova criminalità meno visibile, ma ancora più minacciosa, in cui l’alta finanza, la politica e il malaffare si fondono in un fatale, indissolubile intreccio.

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mini realserraQuesto pomeriggio dalle ore 15.00 presso il Comunale “La Quercia” si disputerà la gara tra il Real Serra ed il New San Pietro valida per il Campionato di 3a categoria – Girone G, ottava di ritorno. Scontro al vertice quindi tra le due compagini che hanno dimostrato di essere, per tutto il corso della stagione, le maggiori pretendenti alla prima posizione, dimostrando di disporre di un organico da categoria nettamente superiore. 
Per l’occasione grandi preparativi al “La Quercia” di Serra San Bruno per quella che si annuncia come una delle partite più spettacolari dell’intero campionato: previsto il pienone di sportivi, appassionati, ma soprattutto tifosi delle due compagini. La classifica attuale racconta di un New San Pietro aggrappato saldamente alla prima posizione con 46 punti, 49 gol all’attivo e soli 12 subiti (migliore difesa del campionato), reduce dalla vittoria domestica contro il fanalino di coda San Pietro Lametino per 1 rete a 0. Il Real Serra, a quota 39 punti dal canto suo dispone del migliore attacco con ben 53 gol realizzati ed ha incassato un solo gol in più rispetto agli avversari odierni. 
 
Gli uomini di mister Gerardo Pisani arrivano da due importanti vittoria per l’economia della classifica: domenica scorsa il Real si è imposto sul Filogaso per 4 reti a 0 (doppietta Gregorio De Caria, un gol ciascuno per Salvatore Zaffino e Vincenzo Carchidi), mentre nel recupero di mercoledì 20 gennaio, ha sbancato il campo dello Sporting Club del Corso, ancora per 4 a 0 (due doppiette: una del capocannoniere del torneo Michele Zaffino e l’altra del neo acquisto Bruno Maiolo).
 
Il primo sole primaverile contribuirà allo spettacolo che senza dubbio, oggi, attende tutti gli appassionati di calcio, per un incontro che si annuncia avvincente e che potrebbe risultare risolutivo in ottica della volata finale.
 
24 MARZO 2013 – ore 15.00 
8a di ritorno
Don Bosco J. – Filogasese
Real Serra – New San Pietro
Sp Lametino – N. Acconia
S. Nicola Da Crissa – Vallelonga
Maierato – As Jacurso
F. Cortale – Sport Club
 
 
CLASSIFICA
46 pti New San Pietro
39 pti Real Serra
33 pti F. Cortale
30 pti Don Bosco J.
27 pti As Jacurso
25 pti Sport Club
24 pti Maierato
22 pti N. Acconia
18 pti Filogasese
18 pti Vallelonga (-1)
7 pti S.P. Lametino
6 pti S. Nicola da Crissa
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mini no_alacoVIBO VALENTIA - La voce unanime, rappresentata dal popolo dell’associazionismo, lo ha ribadito ancora una volta: l’invaso dell’ Alaco, che si trova a cavallo tra le province di Catanzaro e Vibo Valentia, va chiuso il prima possibile. Nella mattinata odierna, in particolare, le associazioni del territorio ma anche la gente comune è scesa in piazza a Vibo per protestare contro quello che, ormai, tutti considerano un ‘avvelenamento di massa’. Perchè di questo si tratta. L’ evento è il risultato di un intenso lavoro dei movimenti e delle associazioni che in questi anni hanno assunto come priorità del loro impegno la difesa dei beni comuni, del territorio e della salute dei cittadini.

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vito gallèSERRA SAN BRUNO - Sono stati disposti gli arresti domiciliari per Vito Gallè, inizialmente ritenuto responsabile del duplice omicidio di Angelo Cravè, 42 anni e Giuseppe Campese, 35, avvenuto nel popoloso centro montano la mattina del 18 febbraio 2008. La Corte di Cassazione, in particolare, il 10 gennaio scorso ha  annullato, con rinvio alla Corte d'assise d'appello di Catanzaro, la sentenza di condanna a 18 anni di carcere inflitta in appello il 29 giugno 2009. Secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, i giudici della Cassazione avrebbero individuato tutta una serie di illogicità sia nella sentenza della Corte d’ Assise che in quella emessa dalla Corte d’ Assise d’ Appello. I giudici, dunque,  hanno accolto il ricorso presentato dagli avvocati difensori di Gallè, Giancarlo Pittelli e Maurizio Albanese, che puntavano a mettere in luce la mancanza di motivazione nell'attribuzione di credibilità all'unico testimone oculare del fatto. Gli avvocati hanno inoltre rilevato la contraddittorietà tra la sentenza di condanna della Corte d'assise d'appello e la sentenza con cui il Gip di Vibo Valentia aveva condannato il padre di Vito Gallè, Salvatore Rocco, a 20 anni, poi ridotti a 12 in appello. Non solo: la Cassazione ha ritenuto contradditoria l'attribuzione della responsabilità del duplice omicidio sia al padre che al figlio, ed ha annullato la sentenza anche in merito al mancato riconoscimento da parte dei giudici della Corte d'assise d'appello della provocazione come attenuante del fatto di sangue, scaturito da controversie legate ad una servitù di passaggio e preceduto da "violente prevaricazioni e da gravi minacce - hanno eccepito i difensori - subite per lungo tempo dalla famiglia Gallè". Tutto da rifare, dunque, con la Cassazione che ha deciso di rinviare il processo alla Corte d’ Appello.

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