mini Carabinieri-sorianelloSERRA SAN BRUNO – Tre proiettili avvolti in un pezzo di carta, lasciati sul cofano dell’auto parcheggiata davanti casa, nel centro storico di Serra. E’ il nuovo inquietante messaggio intimidatorio indirizzato ai coniugi Giuseppe Iennarella e Laura Mamone, testimoni chiave del processo “Business cars”, che ha portato alla sbarra diverse persone accusate a vario titolo di usura ed estorsione. E’ la seconda intimidazione nel giro di poco tempo che i coniugi sono costretti a subire: il 28 aprile scorso ignoti fecero trovare un piccione impiccato al cornicione della loro casa di Fabrizia. Questa volta i malviventi hanno preso di mira l’abitazione serrese dei testimoni di giustizia, a cui hanno lanciato un nuovo messaggio in vista delle prossime udienze del processo.

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mini omicidio_ciconte_sorianello_25_settembre_2012VIBO VALENTIA - Salvatore Lazzaro pensava di essere al sicuro. Nella casa della sua famiglia, nelle Preserre Vibonesi, seduto sul divano al pian terreno, non poteva sapere di essere nel mirino dei killer appostati sotto la sua finestra. Il 23enne di Savini, frazione di Sorianello, era agli arresti domiciliari perchè coinvolto in un’operazione antidroga della Procura di Torino. Aveva dei precedenti, era legato da amicizie e parentele a un gruppo di giovani che adesso qualcuno vuole sterminare. Storie sbagliate, storie di ragazzi uccisi a colpi di lupara, forse da coetanei, in una striscia di terra, tra Ariola di Gerocarne e Savini, insanguinata dal ritorno di una vecchia, feroce, faida di ‘ndrangheta. Che potrebbe non essere circoscritta alle Preserre, ma essere frutto di manovre occulte, di una guerra fredda tra cosche ben più potenti, se non addirittura tra mandamenti.

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mini masciari_real_serraPronostici della vigilia ampiamente rispettati. Con il successo odierno in casa contro la Folgore Cortale, il Real Serra del presidente Bruno Masciari è la seconda squadra che ottiene la promozione in Seconda categoria, dopo quella della capolista New San Pietro. Nella finalissima dei playoff, i giallorossi superano per 3 a 1 la squadra allenata da mister Catalano e danno così inizio ai festeggiamenti. Una vittoria ampiamente meritata per Barreca e compagni, considerate le occasioni create, soprattutto nella prima frazione di gioco, quando i locali si rendono prima pericolosi in due circostanze (prima con Michele Zaffino e, subito dopo, con Carchidi). Al 10‘, però, arriva la rete ed a firmarla ci pensa proprio lo stesso Zaffino, che concretizza al meglio un passaggio da fuori area e batte l’incolpevole Sparacino con un tiro rasoterra. Due minuti più tardi ed il Real Serra colpisce la traversa sempre con il numero 10. Poco prima del ventesimo, arriva il 2 a 0 con Carchidi che porta i serresi in vantaggio di due gol. Soltanto due, invece, i pericoli in area per il Real Serra. Nella ripresa, invece, sono poche le occasioni degne di nota. Al 25‘, però, De Caria chiude i conti concretizzando un tiro dagli undici metri per un fallo di mano di un difensore ospite. La rete della bandiera per il Cortale arriva dopo una deviazione di Barreca che insacca nella porta sbagliata. A fine partita, il via ai festeggiamenti prima nel terreno di gioco e, successivamente, per le strade del paese con i tradizionali caroselli d'auto. Da sottolineare, durante l'incontro, gli striscioni affissi in ricordo di Pasquale Andreacchi, il giovane ucciso barbaramente poco più di tre anni fa.

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mini Angela NapoliRiceviamo e pubblichiamo:

La scandalosa notizia della riduzione della scorta all’On.le Angela Napoli suona come oltraggio e viene appresa con sgomento e profonda delusione da tutti i cittadini che sino ad oggi hanno combattuto in Calabria, e non solo, il malaffare e la criminalità organizzata: se questo è lo stato Italiano allora chiediamo pubblicamente scusa alla ‘ndrangheta. Siete voi i più forti, non mettete in atto ritorsioni e tutti prenderemo atto che lo Stato non esiste.

La decisione, infatti, viene interpretata come aperta manifestazione della volontà statale di non combattere la mafia: lo Stato che non si oppone all’Antistato ma che si fa esso stesso Antistato. Non c’è poi tanto da stupirsi considerato che la mafia non è più in primo piano nel dibattito politico: TUTTI hanno evitato di utilizzare i termini mafia, ‘ndrangheta, camorra, criminalità organizzata, corruzione, collusione, massoneria deviata e E NESSUNO ha osato inserire nei rispettivi programmi il termine LOTTA.

La decisione, inoltre, assume nella sostanza gli effetti propri dell’antica censura, figlia di ben noti storici regimi che la nostra Costituzione ha inteso lasciare fuori dal nostro ordinamento, rappresentando un univoco ed esplicito invito all’omertà ed al silenzio: chiunque dovesse denunciare fatti e/o circostanze riguardanti soggetti appartenenti a cosche mafiose o consorterie criminali ovvero riferirà circa collusioni e malaffare risponderà con l’isolamento e la perdita delle garanzie previste per la tutela e la sicurezza dei cittadini.

La gravità del messaggio, inoltre, esprime tutta la sua forza dirompente e distruttiva allorquando le stesse Istituzioni che hanno testé assunto il provvedimento – ammantandolo sotto una parvenza effimera di legalità -, tra qualche giorno si premureranno a celebrare e commemorare chi, parimenti isolato, infangato, delegittimato in vita, ha immolato la propria vita in nome di una dichiarata e provata responsabilità della propria azione.

Quindi, con il presente comunicato condanniamo fermamente l’inaccettabile decisione assunta dall’Organo Esecutivo di Sicurezza di Reggio Calabria e chiediamo la revoca di tale scellerato provvedimento che mette in serio pericolo la vita di chi ha subito e subisce continuamente minacce dalla criminalità sostenuta dalla mala politica che vige in Calabria.

Se si dovessero malauguratamente avverare irreparabili gesti da parte di taluni irresponsabili riteniamo correi coloro che hanno adottato il provvedimento in questione.

L’Onorevole Angela Napoli DEVE essere tutelata perché ha, fino ad oggi, denunciato grossi pezzi della ‘ndrangheta nonché gli atti illegali della società ma soprattutto delle amministrazioni.

Toglierle la “Scorta” equivale a tutelare la Mafia dello Stato, dove il termine MAFIA indica non l’usuale titolo di qualche classe sociale, ma di tutti coloro che hanno intrapreso l’impegno politico solo per interessi propri. NON E’ ACCETTABILE la mancata tutela di chi, denunciando fatti illeciti, mette a rischio la propria vita soprattutto quando le Istituzioni sono a conoscenza, come nel caso specifico, delle minacce di morte provenienti dal boss MANCUSO emerse a seguito delle operazioni condotte dalla DDA di Catanzaro, PURGATORIO, dell’avvertimento inviato dal collaboratore di giustizia D’URZO secondo cui i boss della Piana stavano organizzando un piano per “ TOGLIERLA DI MEZZO” ovvero delle minacce subite da parte dei COMMISSO. Fatti questi di cui sono state informate tutte le Autorità competenti.

Via i vagabondi e gli sfruttatori, via chi agisce solo in nome di un privato ed egoistico interesse, via chi continua a buttare fumo negli occhi e tace sulle vere responsabilità di questo dissesto mondiale, poiché la ‘ndrangheta e la mafia non sono solo un problema italiano.

Via coloro che pensano di utilizzare la cosa pubblica solo per neutralizzare qualche nemico ovvero per metter in atto ritorsioni politiche e/o vendette personali.

Pertanto chiediamo che il Presidente BOLDRINI e il Presidente GRASSO si adoperino IMMEDIATAMENTE per annullare questo pericoloso provvedimento emesso dall’Organo Esecutivo di Sicurezza di Reggio Calabria e di ristabilire i dispositivi di sicurezza e tutela per assicurare l’incolumità dell’Onorevole Angela Napoli, valorosa Parlamentare che, come pochissimi altri, ha dato lustro al Parlamento e a tutta l’Italia.

L’ONOREVOLE ANGELA NAPOLI DEVE ESSERE PROTETTA E TUTELATA, COSTI QUEL CHE COSTI !!!

Siamo stanchi delle farse e delle ipocrisie. Siamo stanchi di celebrare i morti. È ora di sostenere, accompagnare e proteggere i VIVI, coloro cioè che hanno fatto della loro vita uno strumento utile di impegno per la costruzione di una società migliore.

ANGELA NAPOLI è una di queste.

RISVEGLIO IDEALE

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mini realserraSERRA SAN BRUNO - Novanta minuti che valgono una stagione. Gli ultimi per il Real Serra che, domani, dovrà fare il possibile per superare il Cortale e dare, così, inizio ai festeggiamenti per la promozione in Seconda categoria. C’è bisogno dell’impegno di tutti per coronare un sogno. Non sono ammesse distrazioni. Anche perchè, al primo errore, si rischierebbe seriamente di compromettere una stagione iniziata bene. Poi, ad un certo punto, c’è stata una crisi di risultati, il cambio in panchina e l’arrivo di mister Gerardo Pisani che ha, un po’, risollevato gli animi. Alla fine, però, è arrivato un secondo posto che ha consentito ai giallorossi di poter giocarsi il tutto per tutto nella lotteria dei playoff. Per l’organico a disposizione, i serresi avrebbero dovuto vincere con largo anticipo il campionato. Senza nulla togliere alle altre squadre, ovviamente. Una serie di passi falsi nel girone d’andata, però, hanno contribuito in maniera notevole a costringere il Real Serra ad accontentarsi del secondo posto. Nell’incontro valido per la semifinale degli spareggi promozione di domenica scorsa, intanto, i vibonesi hanno superato senza grossi problemi il Jacurso. L’ incontro è stato dominato dalla squadra di casa che, per avendo concluso il match con sole due reti di scarto, ha creato più di qualche occasione da rete, dimostrando di potersela giocare con chiunque. Dopo il vantaggio, arrivato al 15‘ della ripresa grazie ad un calcio di rigore ben trasformato da De Caria, i locali sigillano il risultato a soli quindici minuti dal termine con un gran gol di Salvatore Zaffino.  A questo punto, per i ragazzi di mister Pisani basta soltanto vincere contro la Folgore Cortale, per poter festeggiare così la promozione in Seconda categoria. I vibonesi, però, dovranno fare attenzione, perchè la squadra di mister Catalano, oltre ad aver concluso la stagione ad un solo punto di distacco dal Real Serra, ha superato in semifinale il Don Bosco Jacurso. La compagine vibonese, invece, è reduce appunto dalla vittoria, ampiamente meritata, per due a zero contro il Jacurso. Domani, quindi, alle ore 16 si deciderà chi, tra il Real Serra e la Folgore Cortale, otterrà il pass per la promozione in Seconda categoria. La dirigenza, con a capo il presidente Masciari, per l’occasione invita i tifosi ad essere presenti in massa per l’ultimo appuntamento di questa annata calcistica, sostenendo la squadra nella gara che ha un sapore particolare tanto per i vibonesi, quanto per la compagine ospite.

 

(articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria)

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mini cundariDaniel Cundari è nato nel 1983 a Rogliano (Cuti), in Calabria. Scrive la sua opera in italiano, spagnolo e dialetto calabrese. Ha studiato Lettere a Siena e Relazioni Internazionali a Granada, in Andalusia,  dove si è formato artisticamente. Ha partecipato a vari eventi in Spagna, Germania, Italia, Polonia, Francia, Principato di Monaco. È autore di Cacagliùsi/Balbuzienti (Roma, 2006, edizione bilingue a cura di Pasquino Crupi e Dante Maffìa), Il dolore dell’acqua (Roma, 2007, a cura di Mario Specchio), Geografía feroz (Granada, 2011, a cura di Alejandro Pedregosa e Trinidad Gan). Per quest’ultimo libro gli è stato assegnato da Antonio Carvajal il ‘Premio Genil de Literatura’ solitamente destinato ad artisti iberici. Sempre in spagnolo, ha pubblicato i Quaderni Prótesis del alma (Granada, 2008, a cura di Marta Badia e Ángel Talián) e  Poemas para delinquir (Granada, 2011, a cura di Daniel Vázquez Barros). Nel 2009 è stato il poeta straniero più giovane ospite della Cátedra Federico García Lorca. Ha tradotto dall’italiano allo spagnolo tutte le poesie di Gesualdo Bufalino e in dialetto calabrese molti autori, da Kavafis ad Aleixandre, da Alberti a Mandelstam, da Mi?osz a Cirlot. Dirige Lupi sul balcone, un blog di recensioni paesaggistiche sui classici della letteratura contemporanea. Nel 2013 è uscita la sua prima opera di narrativa, Istruzioni per distruggere il vento (Rubbettino). 
 
Quando arrivò per la prima volta nella sede dell’Associazione Il Brigante, a presentare il suo ultimo lavoro, tra le mani teneva un grosso scatolo di cartone, di quegli scatoli che si usano quando si viaggia, legati con quel nastro marrone, o come si faceva nei treni per le valigie con lo spago, quello dei salami. Pensai naturalmente a copie del volume, portate per dare la possibilità a chi volesse di acquistarne una copia. Lui, corvino, sorridente, mediterraneo coi suoi modi gioviali diventa subito il centro dell’attenzione di tutti, me per primo. Mi ricordava quei giovani visti nelle stazioni, sugli espressi Palermo Torino che passavano, scortando la famiglia a seguito, nei corridoi dei treni, con quelle valigie che profumavano di mortadella. “Piacere Daniel”-“Piacere mio…” la cosa che un po’ mi lasciò perplesso fu l’effettivo odore di “mortadella” provenire dal suo fagotto. Aperto lo scatolo, infatti, invece dei libri, c’erano salami e formaggi, vino del Savuto e “vino tinto”. La presentazione del volume diventa una festa, tra le sue poesie in  dialetto roglianese e i suoi versi in spagnolo, suoni vocali che ricordano e fondono assieme tarantella e flamenco. “Istruzioni per distruggere il vento è una narrazione autobiografica che spazia tra la Calabia e la Spagna, che descrive in particolari minimali ma molto indicativi nell’identificazione culturale delle due regioni. Due Sud d’Europa confrontati e vissuti contemporaneamente, esaltati nella loro bellezza e nelle loro contraddizioni nei suoi versi d’amore e di protesta. 
“Che brucino tra le vampe del dimenticatoio Plotino, Stazio, Filostrato e Pausania. Se ne avessi il coraggio, arderei assieme alla folta barba di Cassiodoro, alle ballerine ostrogote di Teodorico e alla Biblioteca del Vivarium. Forse i Bronzi di Riace sono soltanto una coppia di statue bronzee raffiorate per caso da un mare ellenico, i capitelle dorici un qualsiasi souvenir da incollare al primo turista venuto da un eldorado fatato e Pitagora un povero ubriaco che sbarcò fortuitamente sulle agentate spiagge di Crotone. Davoli, Zungri, Botricello, i vigneti indaco di Cirò. Sa, anch’io ho creduto nello strenuo coraggio di Tommaso Campanella, “Io nacqui a debellar tre mali estremi, tirannide, sofismi, ipocrisia”, anch’io ho occhi capaci di guardare in quelli dei miei conterranei che si fanno il mazzo grande quanto il Colosseo ogni giorno nei campi, nelle pompe di benzina, nei macelli, fra i ventilatori delle ricevitorie, dietro le specchiere delle anagrafi dei municipi, nelle cliniche per i malati terminali, sui telefoni dei call-center”.
Punzecchiare Daniel, con un’intervista fattagli via mail dopo aver letto il suo libro, che consiglio, è stato un piacere, è stato un piacere ascoltarlo recitare, e sia il suo vino e sia i salami di Rogliano, che come un mago ha estratto dal suo cilindro di cartone, erano davvero buoni. 
Un Brigante che scrive in spagnolo. Neo brigantaggio filo borbonico?
Contadino della penna. Scrivo per arare il mio cuore. Non faccio altro che salvare qualche germoglio da una terra infestata dai parassiti. Ma il vero contadino è sempre un brigante, un poeta.
Pesa più la zappa o la penna?
La zappa non pesa al contadino, così come la penna non dovrebbe pesare a chi scrive. Il mestiere di scrivere è una cosa seria, ma con l’informazione indifferenziata che domina la nostra società ormai non riusciamo a distinguere nemmeno uno scribacchino da uno scrittore. Ahi! Forse mi sono tirato la penna sui piedi…
Allora, in questa metafora, dove la zappa è la penna, la Terra come la rappresenteresti?
La terra è rappresentata dalla lingua e da molte cose che ho vissuto e che si trovano nei miei libri. Una terra cangiante, fatta di attimi, conquiste, sconfitte. Terra reale e mitica. La civiltà contadina, in ogni modo, è sempre presente nei miei scritti in senso nostalgico e allucinato.
Neruda o Costabile?
Neruda e Costabile, naturalmente. Io salvo sempre i poeti. Ho un debole per Residenza sulla terra di Neruda e per il Cile in generale: Roberto Bolaño, Nicanor Parra, Raúl Zurita. Franco Costabile, nonostante la sordità dei suoi conterranei, è il vero cantore del Meridione, ancor più di Rocco Scotellaro. Di quel nostro sud, "mezzogiorno potente di cicale..."
Tarantella
Y es que yo no sè.
Y s que yo no puedo.
Y es que yo no quiero
Y es que hay que morir
                   un poco
para seguir viviendo.
......mi parli di questa tarantella?
È una poesia di Geografía feroz, un libro che pubblicai a Granada grazie all’interesse di Antonio Carvajal, il “miglior fabbro” della poesia spagnola. La Tarantella di quel periodo sfidava il Flamenco che ormai aveva invaso il mio immaginario poetico. La mia poesia si nutre molto del sottobosco artistico. Spesso lasciavo la città per salire tra le cuevas e rapinare gli accenti ai cantaores. Per nostalgia, volevo trasportare un po’ della mia infanzia sui declivi del Sacromonte. Penso che il risultato sia affascinante.  
Perchè distruggere il vento?
Perché distruggere il vento è impossibile quanto realizzare un sogno.
E il tuo sogno impossibile?
Che qualcuno un giorno possa comprendere ciò che ho scritto. Non necessariamente nel futuro.
E quello possibile?
Ti rispondo con Bufalino, che sosteneva che ognuno sogna i sogni che si merita
Io penso che tu ti meriti vedere realizzare i tuoi sogni, intanto stai lavorando a qualcosa? Aspettiamo una tua prossima pubblicazione?
 
Grazie per l’augurio. Lavoro sempre a qualcosa: articoli, romanzi, poesie. Ho diversi manoscritti nel cassetto che in questo periodo sto limando con dedizione. Inoltre, sto curando un saggio su Cesare Pavese per un’importante rivista spagnola. La letteratura costituisce un impegno costante e doloroso. Bisogna star seduti a leggere e rileggere per più di nove ore al giorno. È triste, comunque, notare l’enorme disinteresse della casse politica per i suoi scrittori. L’abbandono, l’insensibilità. Sono sicuro che se chiedessimo a un onorevole di fare i nomi di cinque scrittori calabresi farebbe scena muta. Eppure stiamo attraversando la primavera delle nostre lettere. Vergognoso.
 
 
(intervista pubblicata su 'Il Corriere della Calabria')

 

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Giovedì, 09 Maggio 2013 13:17

Lsu/Lpu: Censore (Pd) si rivolge al governo

mini CensoreBruno
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
«Spettabile Ministro, mi sia consentita, preliminarmente, una constatazione oggettiva: l’autentica polveriera che sta assumendo i connotati di una vera e propria bomba sociale, che potrebbe esplodere da un momento all’altro, richiede risposte immediate e ineluttabili per eliminare il disagio sociale e per ridare dignità e prospettive a migliaia di lavoratori calabresi».
E’ questo l’incipit di una lunga, accorata ed articolata lettera che il Deputato del Partito Democratico Bruno Censore, assieme ai colleghi Vincenza Bruno Bossio (PD) e Ferdinando Aiello (SeL), ha indirizzato al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, On.Prof. Enrico Giovannini, per chiedere l’istituzione di un tavolo tecnico per la stabilizzazione degli Lsu/Lpu, al fine di studiare e individuare soluzioni definitive per il problema dei cinquemila Lavoratori Socialmente Utili e di Pubblica Utilità calabresi.
«Il riferimento - scrive Censore - è alla vicenda, annosa, insoluta e per certi versi paradossale, che riguarda gli oltre 5.000 Lsu/Lpu Utilità calabresi. La loro condizione di precarietà risulta sempre più grave tanto che in seguito alla recente sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato l’art.55 del collegato alla Manovra finanziaria 2012 della Regione Calabria i rischi per il loro futuro sono improvvisamente divenuti elevatissimi».
Bruno Censore, insomma, intende investire del caso la politica nazionale. «Assieme ai Consiglieri regionali Carlo Guccione e Nino De Gaetano che da sempre assieme al sottoscritto con molta attenzione seguono la questione, vigileremo affinché le rassicurazioni e gli impegni della Regione Calabria, almeno questa volta, siano mantenuti. Bisogna scrivere la parola fine su questa inaccettabile precarietà mettendo in campo tutte le iniziative necessarie ad arrivare ad una soluzione, ecco perché - conclude Bruno Censore - assieme ai colleghi Enza Bruno Bossio e Ferdinando Aiello abbiamo chiesto al Ministro del Lavoro l’immediata istituzione di un tavolo tecnico per la stabilizzazione degli Lsu/Lpu, senza i quali, lo ricordo, sarà messa in ginocchio non solo l’economia di oltre 5.000 famiglie ma anche la normale gestione dei servizi essenziali in molti enti locali calabresi».
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mini menchov caduta romaIl Giro è una giostra felice imbottita di sudore e passione. Una guerra di strategia contro l’asfalto ed il tempo. E’ un circo. Una città nomade fatta di giornalisti, biciclette e starlet che accarezzano in lungo ed in largo il Bel Paese. E noi lì - tutti in rosa - ad aspettarlo col cuore oltre le transenne e gli occhi incollati su un traguardo che poi, alla fine, ci racconterà che è stato il giorno di Enrico Battaglin. Ventitreenne di Marostica che dopo 6 ore ed un quarto di falsopiani e tornanti, con una volata veloce 50 chilometri orari, sbanca Serra San Bruno: la quarta città di tappa del 96° Giro d’Italia.

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mini battaglinSERRA SAN BRUNO - Il veneto Enrico Battaglin, della Bardiani-Csf, si aggiudica la quarta tappa del Giro d’ Italia, tra le più lunghe della carovana rosa con i suoi 246 chilometri, partita da Policastro Bussentino, nel Salernitano, con arrivo a Serra San Bruno. Il 24enne ha battuto in volata altri due italiani, Fabio Felline e Giovanni Visconti, giunti rispettivamente secondo e terzo. Duecentosei sono stati i corridori presenti ai nastri di partenza. Una tappa, quella di oggi, caratterizzata dal maltempo, che ha interessato in particolar modo il tratto che collega Sorianello a Serra. Non è stata sicuramente una tappa facile, contrassegnata tra l’altro dal ritiro di Sandy Casar (FDJ), mentre al chilometro 180 sono finiti a terra Capecchi, Brambilla e Steegmans. A soli 10 km dal termine, Danilo Di Luca cerca l’allungo, ma è stato ripreso solo a 300 metri dalla linea del traguardo.

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mini pasquale con la madre maria rosaAnni di lotte e un dolore senza misericordia che hanno trovato un senso nella riapertura delle indagini. Il pm di Vibo Valentia Vittorio Gallucci ha accolto la richiesta di riapertura presentata dall’avvocato Giovanna Fronte. Con la nomina del perito Roberta Bruzzone da parte della famiglia, riparte quindi il percorso investigativo sulle tracce degli assassini di Pasquale. La famiglia Andreacchi non si è mai arresa. Da quel pomeriggio d’autunno del 2009 nel quale il giovane, appena 18enne si allontanò dalla sua casa di Serra San Bruno, sono trascorsi quattro lunghi anni. Il ragazzo fu ucciso da ignoti, i suoi poveri resti sparsi senza rispetto.

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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

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