mini conf_stampa_mirko_30_aprile_2012Riceviamo e pubblichiamo:

Nel segno della continuità. Avrebbe dovuto essere questo lo slogan elettorale dell’attuale amministrazione. Uno slogan sicuramente più pertinente di quel  “dovere morale” di cui allo stato non c’è traccia. Una continuità, ovviamente, con la passata gestione, quella tanto criticata, ma, altrettanto, emulata. Continuità ed emulazione più che evidenti, fin dal primo atto, allorquando, la maggioranza procedette alla nomina del presidente del consiglio, ovvero di quella figura introdotta nella passata consiliatura ed all’epoca giudicata, da chi oggi siede sui banchi della maggioranza, come un inutile spreco di denaro pubblico. Un episodio tutt’altro che isolato, come dimostrato recentemente, anche, dalla gestione dei parcheggi di Santa Maria affidata, nonostante le quasi cento unità lavorative che prestano servizio presso il comune,  ad una cooperativa di Mileto. Il tutto, dopo aver criticato l’amministrazione precedente per un analogo provvedimento. A scanso di  equivoci, i conservatori nostrani, hanno voluto mummificare il paese, lasciando tutto immutato (vedi, acqua non potabile, randagismo, paese sporco ed abbandonato, mancato contrasto alla chiusura dell’ospedale, etc.). In alcuni contesti, poi, sono riusciti a compiere un’impresa davvero unica: fare peggio dei loro predecessori. Un caso, sotto gli occhi di tutti, è quello che riguarda la raccolta (in) differenziata dei rifiuti, cancellata con un tratto di supponenza per reintrodurre i cassonetti. Un settore, quello della raccolta differenziata, sul quale a nulla sono valse le promesse pronunciate in consiglio comunale nel novembre del 2011, allorquando, l’assessore al ramo, nel suo, peraltro, unico e stringato intervento, assicurò che il servizio sarebbe stato attivato a partire dall’1 gennaio 2012. A distanza di dieci mesi, nell’ultimo consiglio comunale, è stato assicurato che è, ormai, questione di qualche settimana. Rimaniamo in fiduciosa attesa, con il rammarico di chi ha la consapevolezza che lo smantellamento del servizio di raccolta differenziata ha causato, fino ad oggi, per le casse comunali, la perdita di decine di migliaia di euro provenienti, sia dai mancati introiti derivanti dalla vendita dei materiali differenziati,  sia dai costi sostenuti per il conferimento in discarica della spazzatura indifferenziata. Per non far sentire ai serresi la mancanza del passato, poi, l’attuale maggioranza non ha voluto trascurare nulla. Si è iniziato, così, contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, a far svolgere il consiglio comunale di mattina. Una pratica anti democratica, contraria a qualunque principio di trasparenza e partecipazione, che contribuisce, ulteriormente, a scavare un ulteriore solco tra classe politica ed i cittadini. In un periodo si forte diffidenza nelle istituzioni politiche e nelle rappresentanze elettive, in un periodo in cui la politica è stata commissariata a favore dai tecnici, anziché  cercare di creare, almeno a livello locale, un nuovo patto di fiducia tra cittadini e politica, l’amministrazione comunale sta facendo esattamente i contrario. Il consiglio comunale di mattina, fatto con lo scopo preciso di impedire la partecipazione democratica dei cittadini, ingenera negli elettori l’immagine di una politica autoreferenziale, chiusa in se stessa che, avendo interessi nascosti da preservare, preferisce discutere lontana da orecchie indiscrete. Il motivo, probabilmente, è più banale. La scelta operata dall’attuale maggioranza, con ogni probabilità, risiede in quella che, i vecchi cronisti di pugilato, definivano “inferiorità tecnica”. Non passa consiglio comunale, infatti, in cui la maggioranza non sia costretta a modificare l’ordine del giorno o a ritirare gli atti, in seguito agli interventi della minoranza. L’ultima vicenda, in ordine di tempo, è quanto mai significativa. Nell’ultima seduta di consiglio, si è assistito alla precipitosa fuga della maggioranza che non riuscendo a reggere il confronto sul riconoscimento di alcuni debiti fuori bilancio ha abbandonato l’aula facendo venir meno il numero legale. Una situazione paradossale, poiché in nessuna assemblea elettiva della terra si era mai assistito ad una vicenda del genere. Solitamente, infatti, è la minoranza ad abbandonare la seduta, non certo la maggioranza che convoca la seduta, prepara l’ordine del giorno e conduce i lavori. Alla luce di quanto sta accadendo, mutuando una celebre battuta di Ennio Flaiano, viene da pensare che a Serra “la situazione politica è grave ma non è seria”.  

Mirko Tassone (consigliere comunale di "Al lavoro per il cambiamento")

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Giovedì, 18 Ottobre 2012 12:31

Serra, ancora bullismo a scuola

mini bullismoSERRA SAN BRUNO – Un ennesimo episodio di bullismo si sarebbe consumato ai danni di un bambino di 11anni delle scuole medie. A riferirlo ai Carabinieri la madre del ragazzino, che frequenta la prima classe della Scuola Media Statale “I. Larussa” di Serra San Bruno, che si è rivolta all’Arma per denunciare il fatto, presentando una formale querela nella quale ha esposto quanto sarebbe avvenuto. Secondo quanto riferito dal genitore, il 16 ottobre sarebbe rientrata a casa e avrebbe trovato il proprio figlio dolorante alla spalla e al braccio destro e avrebbe quindi chiesto spiegazioni dell’accaduto. Il bambino avrebbe riferito che poco dopo la ricreazione, cinque ragazzi della terza di cui non ha saputo indicare le generalità nè i genitori, sarebbero entrati nell’aula e avrebbero “buttato fuori” l’insegnante. I cinque ragazzi, secondo il racconto che la presunta vittima dell’episodio di bullismo avrebbe fatto alla madre, avrebbero percosso l’undicenne provocandogli un trauma contusivo alla spalla destra

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mini pasquale_con_la_madre_maria_rosaRiceviamo e pubblichiamo:

Quanto è difficile aggiungere qualcosa quando si leva un grido di dolore come quello della madre di Pasquale Andreacchi. Quelle parole risuonano ancora, cariche di sofferenza, nelle strade di Serra San Bruno, nella piccola Chiesa dell’Assunta, tra gli alberi e le foglie ingiallite di quel bosco dove sono stati rinvenuti gli sventurati resti del giovane scomparso 3 anni fa.

Chiede giustizia, quella madre, ma chiede anche di non essere lasciata sola con quel vuoto immenso che solo la morte di un figlio può suscitare. Chiede che quello che è successo a lei non succeda ad un’altra madre. Che la gente di quei luoghi, della nostra terra, della nostra regione, scacci da sé la mala erba della malavita organizzata e scelga la legalità quotidianamente nei grandi come nei piccoli gesti.

E certamente uno di questi piccoli grandi gesti poteva essere il corteo in memoria del “gigante buono”, perché il rifiuto della tragedia di un singolo giovane poteva essere la rinascita di tutti, sotto il segno di un ritrovato senso civico.

Invece, un’altra occasione, l’ennesima, ci è sfuggita di mano, tra le occhiate furtive di chi, dietro le tende o le finestre, sembrava guardare a qualcosa di lontano, che quasi non lo toccava affatto. Ed invece questo lutto tocca tutti noi, perché è il lutto delle nostre coscienze, distratte e stanche. 

Distratta la politica, intenta a tessersi le lodi addosso; distratta la scuola, che si fa orpello dei grandi ideali e di progetti didattici che poi ingialliscono in un cassetto; distratta la Chiesa, che avrebbe dovuto esaltare l’umiltà e dignità di questa famiglia; distratta anche quella società civile di cui tanto si favoleggia.

Il pensiero corre alla famiglia, ad un padre ed una madre e ai loro figli, che hanno chiaramente elevato un grido di aiuto a chi dovrebbe stargli vicino, istituzioni e cittadini, che se non sono riusciti a confortarli nell’anima come avrebbero dovuto, almeno potrebbero alleviare le pene di una esistenza difficile contro cui ogni giorno gli Andreacchi combattono.

Dove sono allora, quei servizi sociali che dovrebbero fare da rete, proteggere chi è in difficoltà. Un tema che ci eravamo permessi di sollevare con l’amministrazione comunale qualche tempo fa e che avevamo chiesto di potenziare, adibendovi anche, se necessario i lavoratori socialmente utili che prestano servizio in quell’ente e che, non per forza debbono fare i netturbini. Ma quell’idea è stata accantonata con la superficialità tipica di chi non ha cultura e nemmeno cuore preferendo rispondere ad altri, meno nobili,  richiami. Oggi, il senso di abbandono denunciato da questa famiglia suona come la condanna di quella scelta miope dell’amministrazione comunale, che noi avevamo considerata cinica e che oggi ci fa orrore.

Come pure occorre dare agli Andreacchi un degno alloggio poiché quello in cui sono costretti a vivere, ridotto quasi ad una stamberga, non riuscirà a proteggerli dalle intemperie e dal clima rigido dell’inverno serrese che velocemente si avvicina. Anche qui, i ritardi un’amministrazione comunale ed un Aterp che, mentre una decina di famiglie serresi vive in semibaracche, non intervengono con la dovuta solerzia per riadattare gli alloggi disponibili ed assegnarli subito ai primi in graduatoria. Attività, queste, che dovrebbero provocare gioia in chi risolve i problemi degli ultimi ed invece si fanno trascorrere anni relegando i cittadini in condizioni subumane. Ma nel frattempo in questo quadro di desolazione, si continua a premiare l’attività di burocrati che hanno solo inanellato ritardi e miopie programmatorie ed infatti sono pronti per essere  erogati dall’Aterp centinaia di migliaia di euro a titolo di liquidazioni ad un ex Commissario dell’Ente, sottraendo risorse su risorse agli interventi che invece potrebbero essere resi agli alloggi. Come sempre pochi si arricchiscono a dismisura ed il popolo ignaro soffre. La Procura della  Repubblica e la Corte dei Conti dovranno fare luce su questo, che ci ripromettiamo di segnalare dettagliatamente.  I costi della politica ,che in questa provincia misera ammontano a circa 2 milioni di euro all’anno, sono anche questo, premi a chi vive sotto l’ombrello protettivo dei padroni dei partiti e sottrazione di servizi ai cittadini.

Una madre ha gridato il suo orrore davanti alla solitudine di una famiglia che può stringersi soltanto intorno ad una assenza incolmabile. Quanto ancora le nostre orecchie ed il nostro cuore rimarranno così sordi? Quanto tempo ci vorrà perché i cittadini aprano gli occhi e si ribellino?

Luciano Prestia

(segretario provinciale Uil)

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mini 416947_508391595838396_911600344_nSERRA SAN BRUNO - Se a distanza di soli 5 mesi dimentichi di aver giurato che il prossimo Consiglio comunale sarebbe stato di mattina, o hai l’Alzheimer o sei un marinaio. Uno di quelli famosi per le promesse. E da buoni marinai gli uomini della maggioranza serrese continuano a navigare in acque torbide quanto quelle di un depuratore, oggetto del primo punto all’ordine del giorno. Un ipotetico protocollo d’intesa fra i Comuni del comprensorio, con Serra città responsabile-capofila

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mini autobus-ferrovie-della-calabria-300x225SERRA SAN BRUNO - Con l' inizio del nuovo anno scolastico, si pensava che qualcosa potesse cambiare. E invece, più anni passano, e maggiore sembra essere l'entità del problema, se di questo realmente si tratta. Quello dell' affollamento degli autobus delle Ferrovie della Calabria è un inconveniente che, ormai, si ripresenta, puntuale, da più di qualche anno. Eppure, nonostante le lamentele degli studenti, nessuno si è fatto avanti, cercando di risolvere il disservizio. Con il passare dei giorni, la situazione si è aggravata ulteriormente. E alla fine, gli studenti che frequentano gli istituti superiori a Chiaravalle Centrale hanno pensato bene di inscenare una protesta nei pressi di piazza Salvi, a Novalba di Cardinale, bloccando di fatto la corsa e denunciando nel contempo una situazione a tratti inverosimile, ma che non deve sorprendete più di tanto, se consideriamo che, in Calabria, la scarsità di servizi offerti alla popolazione è soltanto uno dei tanti problemi ai quali bisogna venire incontro. Secondo notizie in nostro possesso - ed in base a quanto raccontato da alcuni pendolari - l'autobus può contare di circa quarantasette posti a sedere su un fabbisogno di settantacinque unità. Dalle Ferrovie della Calabria sono arrivate rassicurazioni in tal senso. Almeno così sembra. I vertici della società, infatti, hanno promesso che, a breve, sarà messo a disposizione un altro automezzo. Ad oggi, però - sempre secondo quanto raccontato dagli studenti- del secondo autobus non c'è traccia. Anzi, nei giorni scorsi, il problema si è ripresentato nella sua più totale gravità: autobus sovraffollato e passeggeri costretti a scendere nei pressi di Simbario. Questo, nonostante i ragazzi siano tenuti ugualmente a pagare un servizio che, in realtà, non viene offerto in maniera dignitosa. 

(articolo pubblicato su Calabria Ora)
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Venerdì, 05 Ottobre 2012 16:37

Dall'Udc serrese solidarietà a Bulzomì

Riceviamo e pubblichiamo:

mini Salvatore-BulzomiL’UDC di Serra San Bruno esprime solidarietà e vicinanza al vice sindaco di Vibo Valentia  Salvatore Bulzomì e alla sua famiglia per il grave atto intimidatorio perpetrato nei loro confronti . Ci si rende conto oggi più che mai di quanto sia difficile e rischioso amministrare un territorio come il nostro, dove questo tipo atti criminali sono ormai all’ordine del giorno, la cosa colpisce ancora di più quando a subire questo tipo di intimidazioni, sono persone valide e capaci chiamate ad operare in campi difficili e delicati quali sono il lavoro e le politiche sociali, la crisi e il disagio collettivo che ne deriva spinge spesso la popolazione a protestare contro le istituzioni, la protesta può essere anche legittima se portata avanti con modalità che rispondono alla legalità e al buon senso,  ma quando sfocia in intimidazioni,  non si tratta più di protesta ma di delinquenza e in quanto tale va condannata duramente, episodi del genere non si devono ripetere e abbiamo profonda fiducia nella giustizia. Siamo sicuri che questi avvenimenti  non riusciranno a far scemare l’impegno e la tenacia con cui l’assessore Bulzomì  porta avanti la missione affidatagli dai cittadini di Vibo Valentia, ovvero quella di risollevare le sorti di un territorio che soffre profondamente e che non può fare a meno di personalità che con coraggio e convinzione si spendono per la propria terra.

UDC di Serra San Bruno

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Lunedì, 01 Ottobre 2012 13:13

Ma la Tav passa da Serra San Bruno?

mini bandiera_no_tavSe decine di persone passano perplesse sotto al balcone del Brigante, chiedendoci “ma che c’entra la bandiera No-Tav?”, vuol dire che siamo molto più indietro del previsto. Anzi dello sperato. Allora urge porre dei riferimenti precisi. Assegnare ad ogni ‘i’ il proprio puntino. Chiarire il perché di un concetto vecchio quanto il mondo: la solidarietà e la vicinanza a chi si oppone con tutte le proprie forze alla distruzione del territorio in cui vive. Alla devastazione di una comunità. Di se stesso. Quella contro la Tav è una battaglia che ci interessa molto più da vicino di quanto si possa pensare. Anzi di quanto fino ad ora è stato pensato. Una battaglia contro una violenza che in Calabria conosciamo bene. Una violenza che da noi non si chiama Tav. Che indossa abiti di colore apparentemente diverso, ma puzza dello stesso identico marcio. Una lotta che ha mille altri nomi, ma che si pone in continuità con quella dei No-Tav. Che riflette ed agisce su questioni aperte, come la 'ndrangheta, il ponte sullo Stretto, le navi dei veleni, la Marlane, il dissesto idrogeologico, la sanità che non è più sanità, l’acqua pubblica, quella sporca della diga Alaco, i faccendieri della Sorical o i commissariamenti d’oro della gestione rifiuti.

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Riceviamo e pubblichiamo
 
 
INTERROGAZIONE CONSILIARE
Oggetto: Nuovo Bando Servizio Civile.(Art. 43, comma 1, D.Lgs. 267/2000. Art. 14, comma 1, Statuto Comunale), N. 01/2012
Visto il DPCM del 4 Novembre 2009
Vista la Delibera n. 46 del 10/02/2011 della Giunta Regionale della Calabria;
 
 
CONSIDERATO IN FATTO
Il nostro Paese sta attraversando, oramai da qualche anno a questa parte, una grave fase di recessione economica dovuta alla netta battuta d’arresto della congiuntura internazionale che ha fatto precipitare gran parte dei paesi europei in una delle peggiori crisi economico-sociali dalla fondazione della moneta unica. Ovviamente i riflessi negativi di questa crisi internazionale hanno fatto e stanno facendo sentire tutto il loro peso concretamente nella nostra vita quotidiana, determinando un disagio economico e sociale che oramai si respira sempre più drammaticamente e si manifesta di fatto nel continuo ritardo del pagamento dei salari, nel rallentamento della circolazione dei beni, nel rifiorire nei vari negozi di forme di credito anacronistiche e soprattutto nella grande incertezza che si avverte per il futuro e che colpisce in modo particolare il settore giovanile dove il tasso di disoccupazione ha raggiunto dimensioni stellari e lo sconforto regna oramai sovrano.
 
RITENUTO IN DIRITTO
Sulla base di tale considerazioni è ovvio che il carico di responsabilità che grava sulle spalle di ogni pubblico amministratore non può non appesantirsi ancora di più. Chi ha carpito la fiducia dei cittadini per assicurarsi più “laute prebende” in cambio di promesse e rassicurazioni, oggi più che mai non può esimersi dal compiere il proprio dovere e fare del proprio meglio per rinvenire e sfruttare ogni strumento che lo Stato o qualsiasi altro organismo mette a disposizione per alleviare gli affanni e i disagi dei cittadini, con maggiore attenzione, ovviamente, per le fasce più deboli. Se prima era già di per se deprecabile, oggi più che mai la negligenza e la superficialità da chi detiene le redini della gestione politica ed amministrativa del paese, non è più consentita. Non si può più giocare con il destino e la vita degli elettori, occorre realizzare finalmente quel principio fondante “do ut des” che rappresenta il fulcro contrattuale e la ragion d’essere di ogni mandato politico, che viene stipulato in un paese democratico. L’ordinaria amministrazione non è più sufficiente in un momento in cui il disaggio sociale ed il dramma quotidiano, sempre più crescente, di intere famiglie, che non riescono più a garantire il proprio sostentamento, sta spingendo il paese verso il baratro della disobbedienza civile o altre forme ancora più estreme di contestazione sociale.
 
CONSIDERATO
Gli enti di servizio civile iscritti all’Albo Nazionale e agli Albi Regionali possono presentare progetti di Servizio Civile Nazionale da realizzarsi in Italia ed all’estero.
Ebbene anche per il 2013 sono stati aperti i bandi per consentire a tutti gli enti che ne abbiano la volontà e la capacità di presentare i propri elaborati che saranno poi visionati in sede di approvazione. Come Lei ben sa, Signor Sindaco, o comunque dovrebbe sapere, gli enti iscritti all’Albo della Regione Calabria, devono far pervenire i propri progetti, da realizzarsi in Calabria, a partire dal 1 settembre 2012 e fino alle ore 14,00 del 31 ottobre 2012. La Regione Calabria terrà conto esclusivamente della data di arrivo del formato cartaceo e di quello elettronico. Non farà fede quindi la data di spedizione e non potrà essere questo, pertanto, un pretesto di discolpa.
 
RITENUTO
Il Servizio Civile non costituisce più una mera scappatoia per eludere gli obblighi di leva, tant’è vero che è aperto anche a coloro che hanno già prestato servizio militare, ma rappresenta, più verosimilmente, una grande occasione per aiutare le persone sfortunate e vivere, così, un intensa ed emozionante esperienza di solidarietà che consentirà ai giovani partecipanti di crescere umanamente e acquisire nuove competenze. Certamente oltre ai risvolti dal profilo umano, il servizio civile, nel contesto della grave crisi economica che stiamo attraversando, rappresenta una piccola ma preziosa valvola di sfogo che può consentire di tamponare ed alleviare, grazie al, per quanto modesto, rimborso spese previsto, i disagi di qualche giovane per l’arco di un intero anno. Se si pensa, poi, che i progetti si possono rinnovare di anno in anno, coinvolgendo, a rotazione, diversi giovani, si può facilmente realizzare quanto sarebbe grave, per un amministratore, perdere una simile occasione.
 
 
ALLA LUCE DI QUANTO PREMESSO, L’INTERROGANTE CHIEDE DI SAPERE PER ISCRITTO ED IN MODO SAPERE, DEBITAMENTE DOCUMENTATO, ENTRO I TERMINI PREVISTI PER LEGGE:
• Quali misure, nell’ambito delle proprie competenze politico amministrative, il Signor Sindaco ha  adottato fino ad oggi ovvero ha inteso intraprendere in ambito locale per alleviare le fasce più deboli della propria cittadinanza dagli effetti della grave crisi che sta attanagliando l’intero Paese.
• Se è a conoscenza dell’apertura dei bandi per la presentazione dei progetti di Servizio Civile per  l’anno 2013.
• Se, essendone a conoscenza, ha intenzione di partecipare, considerando l’evento degno di attenzione, ovvero ha già predisposto un progetto da presentare.
• Se, dando la giusta importanza al Servizio Civile, ha inteso coinvolgere altri enti ed associazioni, per l’elaborazione di progetti di più ampio respiro.
In attesa di ricevere esaustive risposte sull’interrogazione formulata, si prega la S.V. di voler allegare tutte le eventuali pezze documentali relative, onde consentire al
sottoscritto la possibilità di svolgere appieno la propria funzione ispettiva e di controllo di Consigliere Comunale, nel rispetto di quanto previsto dalle vigenti normative in
materia.
 
Il Consigliere Comunale
Antonio Franzè
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mini omicidio_CicontePer freddarlo hanno atteso il giorno del suo compleanno e questo, nei codici della malavita, può assumere un suo significato. A cadere sotto i colpi dei sicari, in località Fago di Sorialnello, Domenico Ciconte, imprenditore classe 1949. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, stamani intorno alle 8, il 63 enne, uscito dalla propria abitazione con l’intento di raggiungere la vicina segheria di sua proprietà, sarebbe stato raggiunto da alcuni colpi di fucile alle spalle e al volto. A sparare, presumibilmente, sono state almeno due persone che si erano appostate nel giardino della vittima. Per l’uomo, morto sul colpo, non c’è stato scampo.

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mini bouquetSERRA SAN BRUNO – Si è conclusa anche quest’anno la festa di Maria Santissima dei Sette Dolori a cui nella cittadina della Certosa è dedicata una splendida chiesa in stile barocco, costruita in granito locale. Era il 1694 quando il cappuccino Padre Antonio da Olivadi, come testimonia la lapide che si trova all’interno della stessa chiesa, a fondò a Serra San Bruno l’Arconfraternita di Maria SS. dei Sette Dolori. Successivamente, in onore della Madonna dal manto nero che ne indica la vedovanza, venne costruita la splendida chiesa dell’Addolorata, un tempio in granito grigio locale, a croce latina e mononavata, in stile barocco e dal frontespizio a forma semiellittica, costruito dopo il 1775 su progetto dell’architetto serrese Biagio Scaramuzzino. Ma quest’anno le cose non sono andate per il verso giusto e la festa si è conclusa con alcuni strascichi polemici.

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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

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