Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo:
Nel segno della continuità. Avrebbe dovuto essere questo lo slogan elettorale dell’attuale amministrazione. Uno slogan sicuramente più pertinente di quel “dovere morale” di cui allo stato non c’è traccia. Una continuità, ovviamente, con la passata gestione, quella tanto criticata, ma, altrettanto, emulata. Continuità ed emulazione più che evidenti, fin dal primo atto, allorquando, la maggioranza procedette alla nomina del presidente del consiglio, ovvero di quella figura introdotta nella passata consiliatura ed all’epoca giudicata, da chi oggi siede sui banchi della maggioranza, come un inutile spreco di denaro pubblico. Un episodio tutt’altro che isolato, come dimostrato recentemente, anche, dalla gestione dei parcheggi di Santa Maria affidata, nonostante le quasi cento unità lavorative che prestano servizio presso il comune, ad una cooperativa di Mileto. Il tutto, dopo aver criticato l’amministrazione precedente per un analogo provvedimento. A scanso di equivoci, i conservatori nostrani, hanno voluto mummificare il paese, lasciando tutto immutato (vedi, acqua non potabile, randagismo, paese sporco ed abbandonato, mancato contrasto alla chiusura dell’ospedale, etc.). In alcuni contesti, poi, sono riusciti a compiere un’impresa davvero unica: fare peggio dei loro predecessori. Un caso, sotto gli occhi di tutti, è quello che riguarda la raccolta (in) differenziata dei rifiuti, cancellata con un tratto di supponenza per reintrodurre i cassonetti. Un settore, quello della raccolta differenziata, sul quale a nulla sono valse le promesse pronunciate in consiglio comunale nel novembre del 2011, allorquando, l’assessore al ramo, nel suo, peraltro, unico e stringato intervento, assicurò che il servizio sarebbe stato attivato a partire dall’1 gennaio 2012. A distanza di dieci mesi, nell’ultimo consiglio comunale, è stato assicurato che è, ormai, questione di qualche settimana. Rimaniamo in fiduciosa attesa, con il rammarico di chi ha la consapevolezza che lo smantellamento del servizio di raccolta differenziata ha causato, fino ad oggi, per le casse comunali, la perdita di decine di migliaia di euro provenienti, sia dai mancati introiti derivanti dalla vendita dei materiali differenziati, sia dai costi sostenuti per il conferimento in discarica della spazzatura indifferenziata. Per non far sentire ai serresi la mancanza del passato, poi, l’attuale maggioranza non ha voluto trascurare nulla. Si è iniziato, così, contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, a far svolgere il consiglio comunale di mattina. Una pratica anti democratica, contraria a qualunque principio di trasparenza e partecipazione, che contribuisce, ulteriormente, a scavare un ulteriore solco tra classe politica ed i cittadini. In un periodo si forte diffidenza nelle istituzioni politiche e nelle rappresentanze elettive, in un periodo in cui la politica è stata commissariata a favore dai tecnici, anziché cercare di creare, almeno a livello locale, un nuovo patto di fiducia tra cittadini e politica, l’amministrazione comunale sta facendo esattamente i contrario. Il consiglio comunale di mattina, fatto con lo scopo preciso di impedire la partecipazione democratica dei cittadini, ingenera negli elettori l’immagine di una politica autoreferenziale, chiusa in se stessa che, avendo interessi nascosti da preservare, preferisce discutere lontana da orecchie indiscrete. Il motivo, probabilmente, è più banale. La scelta operata dall’attuale maggioranza, con ogni probabilità, risiede in quella che, i vecchi cronisti di pugilato, definivano “inferiorità tecnica”. Non passa consiglio comunale, infatti, in cui la maggioranza non sia costretta a modificare l’ordine del giorno o a ritirare gli atti, in seguito agli interventi della minoranza. L’ultima vicenda, in ordine di tempo, è quanto mai significativa. Nell’ultima seduta di consiglio, si è assistito alla precipitosa fuga della maggioranza che non riuscendo a reggere il confronto sul riconoscimento di alcuni debiti fuori bilancio ha abbandonato l’aula facendo venir meno il numero legale. Una situazione paradossale, poiché in nessuna assemblea elettiva della terra si era mai assistito ad una vicenda del genere. Solitamente, infatti, è la minoranza ad abbandonare la seduta, non certo la maggioranza che convoca la seduta, prepara l’ordine del giorno e conduce i lavori. Alla luce di quanto sta accadendo, mutuando una celebre battuta di Ennio Flaiano, viene da pensare che a Serra “la situazione politica è grave ma non è seria”.
Mirko Tassone (consigliere comunale di "Al lavoro per il cambiamento")
Riceviamo e pubblichiamo:
Quanto è difficile aggiungere qualcosa quando si leva un grido di dolore come quello della madre di Pasquale Andreacchi. Quelle parole risuonano ancora, cariche di sofferenza, nelle strade di Serra San Bruno, nella piccola Chiesa dell’Assunta, tra gli alberi e le foglie ingiallite di quel bosco dove sono stati rinvenuti gli sventurati resti del giovane scomparso 3 anni fa.
Chiede giustizia, quella madre, ma chiede anche di non essere lasciata sola con quel vuoto immenso che solo la morte di un figlio può suscitare. Chiede che quello che è successo a lei non succeda ad un’altra madre. Che la gente di quei luoghi, della nostra terra, della nostra regione, scacci da sé la mala erba della malavita organizzata e scelga la legalità quotidianamente nei grandi come nei piccoli gesti.
E certamente uno di questi piccoli grandi gesti poteva essere il corteo in memoria del “gigante buono”, perché il rifiuto della tragedia di un singolo giovane poteva essere la rinascita di tutti, sotto il segno di un ritrovato senso civico.
Invece, un’altra occasione, l’ennesima, ci è sfuggita di mano, tra le occhiate furtive di chi, dietro le tende o le finestre, sembrava guardare a qualcosa di lontano, che quasi non lo toccava affatto. Ed invece questo lutto tocca tutti noi, perché è il lutto delle nostre coscienze, distratte e stanche.
Distratta la politica, intenta a tessersi le lodi addosso; distratta la scuola, che si fa orpello dei grandi ideali e di progetti didattici che poi ingialliscono in un cassetto; distratta la Chiesa, che avrebbe dovuto esaltare l’umiltà e dignità di questa famiglia; distratta anche quella società civile di cui tanto si favoleggia.
Il pensiero corre alla famiglia, ad un padre ed una madre e ai loro figli, che hanno chiaramente elevato un grido di aiuto a chi dovrebbe stargli vicino, istituzioni e cittadini, che se non sono riusciti a confortarli nell’anima come avrebbero dovuto, almeno potrebbero alleviare le pene di una esistenza difficile contro cui ogni giorno gli Andreacchi combattono.
Dove sono allora, quei servizi sociali che dovrebbero fare da rete, proteggere chi è in difficoltà. Un tema che ci eravamo permessi di sollevare con l’amministrazione comunale qualche tempo fa e che avevamo chiesto di potenziare, adibendovi anche, se necessario i lavoratori socialmente utili che prestano servizio in quell’ente e che, non per forza debbono fare i netturbini. Ma quell’idea è stata accantonata con la superficialità tipica di chi non ha cultura e nemmeno cuore preferendo rispondere ad altri, meno nobili, richiami. Oggi, il senso di abbandono denunciato da questa famiglia suona come la condanna di quella scelta miope dell’amministrazione comunale, che noi avevamo considerata cinica e che oggi ci fa orrore.
Come pure occorre dare agli Andreacchi un degno alloggio poiché quello in cui sono costretti a vivere, ridotto quasi ad una stamberga, non riuscirà a proteggerli dalle intemperie e dal clima rigido dell’inverno serrese che velocemente si avvicina. Anche qui, i ritardi un’amministrazione comunale ed un Aterp che, mentre una decina di famiglie serresi vive in semibaracche, non intervengono con la dovuta solerzia per riadattare gli alloggi disponibili ed assegnarli subito ai primi in graduatoria. Attività, queste, che dovrebbero provocare gioia in chi risolve i problemi degli ultimi ed invece si fanno trascorrere anni relegando i cittadini in condizioni subumane. Ma nel frattempo in questo quadro di desolazione, si continua a premiare l’attività di burocrati che hanno solo inanellato ritardi e miopie programmatorie ed infatti sono pronti per essere erogati dall’Aterp centinaia di migliaia di euro a titolo di liquidazioni ad un ex Commissario dell’Ente, sottraendo risorse su risorse agli interventi che invece potrebbero essere resi agli alloggi. Come sempre pochi si arricchiscono a dismisura ed il popolo ignaro soffre. La Procura della Repubblica e la Corte dei Conti dovranno fare luce su questo, che ci ripromettiamo di segnalare dettagliatamente. I costi della politica ,che in questa provincia misera ammontano a circa 2 milioni di euro all’anno, sono anche questo, premi a chi vive sotto l’ombrello protettivo dei padroni dei partiti e sottrazione di servizi ai cittadini.
Una madre ha gridato il suo orrore davanti alla solitudine di una famiglia che può stringersi soltanto intorno ad una assenza incolmabile. Quanto ancora le nostre orecchie ed il nostro cuore rimarranno così sordi? Quanto tempo ci vorrà perché i cittadini aprano gli occhi e si ribellino?
Luciano Prestia
(segretario provinciale Uil)
Riceviamo e pubblichiamo:
L’UDC di Serra San Bruno esprime solidarietà e vicinanza al vice sindaco di Vibo Valentia Salvatore Bulzomì e alla sua famiglia per il grave atto intimidatorio perpetrato nei loro confronti . Ci si rende conto oggi più che mai di quanto sia difficile e rischioso amministrare un territorio come il nostro, dove questo tipo atti criminali sono ormai all’ordine del giorno, la cosa colpisce ancora di più quando a subire questo tipo di intimidazioni, sono persone valide e capaci chiamate ad operare in campi difficili e delicati quali sono il lavoro e le politiche sociali, la crisi e il disagio collettivo che ne deriva spinge spesso la popolazione a protestare contro le istituzioni, la protesta può essere anche legittima se portata avanti con modalità che rispondono alla legalità e al buon senso, ma quando sfocia in intimidazioni, non si tratta più di protesta ma di delinquenza e in quanto tale va condannata duramente, episodi del genere non si devono ripetere e abbiamo profonda fiducia nella giustizia. Siamo sicuri che questi avvenimenti non riusciranno a far scemare l’impegno e la tenacia con cui l’assessore Bulzomì porta avanti la missione affidatagli dai cittadini di Vibo Valentia, ovvero quella di risollevare le sorti di un territorio che soffre profondamente e che non può fare a meno di personalità che con coraggio e convinzione si spendono per la propria terra.
UDC di Serra San Bruno
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