Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
“La giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, in programma per mercoledì nella cittadina della Certosa, rappresenta un appuntamento importante, per continuare a celebrare il ricordo di uomini e donne che non hanno abbassato la testa, che non hanno voluto girarsi dall’altra parte. Rappresenta, soprattutto, l’occasione per perpetuare la memoria di quanti hanno deposto la longanesiana bandiera del “tengo famiglia”, per combattere, anche, per chi quella bandiera ha voluto tenerla ben stretta. Tuttavia, le manifestazioni come quella di mercoledì, non possono essere appannaggio di quelli che Sciascia definiva i “professionisti dell’antimafia”. Per tale motivo, è necessario avviare una serie di constatazioni e di considerazioni destinate ad andare al di là di una riflessione di carattere ordinario. La virulenza e l’ampiezza dell’attacco, sferrato dalla criminalità, non di rado, ha indotto gli esponenti politici ad aprire tavoli di confronto, a svolgere consigli comunali aperti, ad organizzare manifestazioni e fiaccolate. Il tutto, nell’ottica di sensibilizzare un’opinione pubblica, spesso, restia a spendersi in prima persona. Non v’è dubbio, che tali iniziative possano svolgere un’importante funzione pedagogica. Tuttavia, per contrastare un fenomeno è necessario comprenderlo in tutte le sue sfumature ed accezioni. Prima di procedere ad un’accurata disanima del fenomeno sarebbe, quindi, opportuno individuare la tipologia umana che lo anima e lo produce. In altri termini, sarebbe necessario porre un interrogativo: “chi è il mafioso?”. Nell’oleografia popolare, il malavitoso può assumere le vesti del bandito o del brigante che, quasi con fare romantico, armato di coppola e doppietta, assiepato dietro qualche albero di alto fusto, lava col sangue le sue vendette. Un tale stereotipo, però, per quanto suggestivo non aiuta a tratteggiare correttamente i contorni di un fenomeno, le cui manifestazioni assumono un carattere tutt’altro che individuale. Ricorrendo all’ausilio di un noto dizionario della lingua italiana, potremmo “scoprire” che, dietro al temine mafioso si cela in realtà: “il componente di un’associazione segreta di persone che si dà aiuto reciproco e che per il proprio interesse é pronto a disprezzare ed a calpestare la legge e la morale”. A questo punto, i contorni, per quanto meglio definiti, possono indurre in errore, poiché, se il mafioso è un individuo che mette in atto azioni illegali per raggiungere il proprio fine, non si può non rilevare come tali atteggiamenti, spesso, permeino settori che dovrebbero esserne del tutto immuni, a partire dal mondo politico. Quante volte, infatti, la classe politica, in questa nostra regione, approfittando della posizione e della funzione che occupa, disprezza e calpesta quella legge e quella morale che dovrebbe essere alla base del vivere civile? Se quindi, per mafioso, intendiamo, non solo gli atti che presuppongono violenza fisica, ma anche quelli caratterizzati dalla sopraffazione, dalla discriminazione, dal sopruso, il quadro diviene molto più complesso ed affollato. Se è vero come è vero, che, incendiare un automobile, devastare un pubblico esercizio, esplodere colpi d’arma da fuoco contro chiunque può essere considerato l’inequivocabile indizio di un comportamento mafioso, è altrettanto vero che, più subdoli e non meno criminali mezzi di pressione possono essere esercitati in maniera differente. Non è forse un atteggiamento “mafioso”, in quanto prevaricatore, stravolgere una graduatoria, falsare un concorso, indirizzare un appalto, ai danni della stragrande maggioranza dei cittadini? Non è forse un atteggiamento “mafioso”, in quanto immorale, distribuire incarichi, prebende e regalie ai danni della collettività? Non è forse un atteggiamento “mafioso”, in quanto vessatorio, esercitare pressioni e ricatti per estorcere consensi durante le competizioni elettorali? Non è forse un atteggiamento “mafioso”, in quanto illegale, chiedere voti in cambio di false promesse o favori personali che poi è la comunità a dover pagare? Purtroppo, si potrebbe continuare a iosa, visto che ciò che manca non sono gli esempi negativi, bensì le pubbliche virtù. Tali “vizi” o, forse come li avrebbe definiti un frenologo, tare antropologiche coincidono con una forma mentis che non può, purtroppo, mutare con una fiaccolata o con un convegno più o meno pomposo. Quale allora la strategia, la strada da intraprendere e seguire per debellare quello che, altrimenti, rischia di configurarsi come un fenomeno sociale? Partendo dalla banale considerazione che in tali campi non vi sono ricette miracolose o salvifiche si potrebbe, ad esempio, cercare di sensibilizzare o educare l’opinione pubblica con l’esempio. La classe politica, quale espressione della parte più elevata della società, dovrebbe avere il compito e la funzione di restituire dignità anziché toglierla, dovrebbe tutelare i diritti anziché calpestarli, dovrebbe svolgere le mansioni istituzionali in nome e per conto dell’intera comunità e non in funzione degli interessi del “clan” di riferimento. Certo, educare con l’esempio è difficile, poiché comporta sacrifici e scelte coraggiose, ma soprattutto, in molti casi, non aiuta a far comprendere la reale dimensione del potere che, come amava ripetere Talleyrand, “si misura con l’abuso che se ne fa”.
Al Serra calcio a 5 non è bastata la trentunesima rete stagionale del bomber Gregorio De Caria per evitare la seconda sconfitta consecutiva, dopo quella di una settimana fa a Rogliano contro la lanciatissima Calabria Ora. I vibonesi, infatti, subiscono un passivo pesante contro il Fabrizio, non tanto per il risultato finale (4 a 1) quanto per l’ormai condanna a disputare la lotteria dei play-out per mantenere la categoria. Con diciotto punti all’attivo, infatti, il Serra occupa la terz’ultima posizione in classifica, alle spalle dell’ Amantea, distante di una sola lunghezza. Per quel che riguarda la cronaca del match, primo tempo di sostanziale equilibrio tra le due formazioni anche se, il Serra, dopo alcuni tentativi, passa in vantaggio grazie a De Caria. Nella ripresa, però, i cosentini riescono a ribaltare lo svantaggio con Dentini (doppietta) e Schiavelli. Gli ospiti non riescono a reagire ed il Fabrizio sigla la quarta marcatura: a firmarla ci pensa Loria. Da qui in avanti il risultato non cambia. Fabrizio – Serra: 4 a 1. Ancora una volta, però, i direttori di gara hanno condizionato non poco l'andamento dell'incontro. Il vantaggio dei locali arriva su un calcio di rigore più che discutibile; sul 3 a 1, invece, c'era un fallo su Carrera, ma l'arbitro ha preferito proseguire il gioco; quanto successo in occasione del poker cosentino, però, ha dell'incredibile: la porta - in quel momento difesa da Carrera - stava per cadere, il che avrebbe potuto creare serie conseguenze per l'incolumità dei giocatori. Solo grazie all'intervento di Carvelli, che ha trattenuto la porta, si è evitato il peggio. L'arbitro, però, nonostante tutto, ha fatto proseguire il gioco, consentendo così al quintetto locale di siglare la quarta marcatura.
Queste sono le parole segrete che il Colonnello Giardina ha detto e il Presidente del Tribunale ha trascritto:
1) Egli disse: "Chiunque trova la spiegazione di queste parole gusterà il 41 bis".
2) Il colonnello disse: "Coloro che cercano cerchino finché troveranno. Quando troveranno, resteranno commossi. Quando saranno turbati si stupiranno, e regneranno su Reggio".
3) Il colonnello disse: "Se i vostri capi vi diranno, 'Vedete, l'Altissimo è nei cieli', allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, 'È nei mari', allora i pesci vi precederanno. Invece, la 'ndrangheta è dentro di lui e fuori di lui. Quando li conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Boss vivente. Ma se non li conoscerete, vi romperete il culo di lavoro, allora vivrete in miseria, e sarete la miseria stessa".
4) Il Colonnello disse: "L'Altissimo non esiterà a chiedere a un bambino di sette giorni dov'è il suo biberon, e glielo fotterà. Perché molti dei primi saranno ultimi, e diventeranno tutt'uno".
5) Il Colonnello disse: "Sappiate cosa vi sta davanti agli occhi, e quello che vi è nascosto vi sarà rivelato.
Perché nulla di quanto è nascosto non sarà rivelato".
6) Gli amici degli amici gli chiesero e dissero: "Vuoi che digiuniamo? Come dobbiamo rubare? Dobbiamo estorcere? Quale dieta dobbiamo osservare?"
7) Il Colonnello disse: "Non mentite, e non fate ciò che odiate, perché ogni cosa è manifesta in Procura. Alla fine, nulla di quanto è nascosto non sarà rivelato, e nulla di quanto è celato resterà nascosto".
8) Il Colonnello disse: "L'uomo è come un Procuratore saggio che gettò la rete in mare e la ritirò piena di piccoli pesci. Tra quelli il pescatore saggio scoprì un ottimo pesce grosso. Rigettò tutti gli altri pesci in mare, e poté scegliere il pesce grosso con facilità. Chiunque qui abbia due buone orecchie ascolti!"
9) Giardina disse: "Vedete, l'Altissimo uscì, prese una manciata di voti e uscì. Alcuni voti li prese dalla 'ndrangheta, e gli uccellini vennero a registrarli. Altri vennero dalla massoneria, e misero radici e produssero euri. Altri vennero dai coglioni che ancora credono nel Berlusca, e brutti coglioni soffocarono e furono mangiati dai vermi. E altri caddero sul lido dell'Oasi, e produssero un buon raccolto, che diede il sessanta per uno e il centoventi per uno".
10) Nino Fiume disse: "Ha appiccato fuoco al mondo, e guardate, lo cura finché attecchisce".
11) Il Nazzareno disse: "Questo ospedale scomparirà, e quello sopra pure scomparirà. I morti non sono vivi, e i vivi non morranno. Nei giorni in cui votaste ciò che era morto lo rendeste vivo. Quando sarete nella luce dell'ambulanza che vi porta a Germaneto, cosa farete? Un giorno l'avevate a Serra e non capivate. Ma quando capiterà a voi, cosa farete?"
12) I coglioni dissero al Nazzareno: "Sappiamo che tu ci lascerai. Chi sarà la nostra guida?" Il Nazzareno disse loro: "Dovunque voi siate dovete andare da Umile da Acqua Marcia, per amore del quale arriva nei rubinetti merda e terra".
13) Umile disse ai suoi discepoli: "Paragonatemi a qualcuno e ditemi come sono". Il feroce Salatino gli disse: "Sei come un Umile messaggero". Penzo De Caria pensò: "Sei come un filosofo sapiente". Bracaluni gli disse: "Maestro, la mia bocca è totalmente incapace di esprimere a cosa somigli". Umile disse: "Non sono il tuo maestro. Hai bevuto, e ti sei ubriacato dell'acqua di merda che ti ho offerto". E lo prese con sé, e gli disse tre cose. Quando Bracaluni tornò dai suoi amici questi gli chiesero: "Cosa ti ha detto Umile?" Bracaluni disse loro: "Se vi dicessi una sola delle cose che mi ha detto voi raccogliereste delle pietre e mi lapidereste, e del fuoco verrebbe fuori dalle rocce e vi divorerebbe".
I fratelli Domenico e Michele Bellissimo, di 30 e 34 anni, originari di Soriano Calabro e imputati nel processo per l'omicidio di Giuseppe Muller, 61 anni, avvenuto nel novembre del 2008 nel paesino dell' Alto Mesima, sono stati assolti dalla Corte di Assise di Catanzaro per non aver commesso il fatto. Anche il Pubblico ministero ne aveva chiesto l'assoluzione, in quanto non c'erano prove sufficienti per dimostrare la loro colpevolezza.
SERRA SAN BRUNO – Per chiudere le polemiche e sottolineare come "a Serra si è fatto sciacallaggio politico" il sindaco Bruno Rosi ha indetto una conferenza stampa alla quale ha partecipato tutto lo stato maggiore dell’amministrazione comunale targata Pdl. Oggetto dell’incontro con i giornalisti la storica nevicata che ha messo in ginocchio il comprensorio montano e le iniziative intraprese dall’esecutivo cittadino per fronteggiare l’emergenza. Nel mirino del primo cittadino quei "soggetti a causa dei quali la gente si sta disamorando della politica" mentre per quanto riguarda la nevicata record che ha coperto la cittadina della Certosa sotto una coltre bianca di 80 cm "è stato un evento eccezionale che a memoria d’uomo non si ricorda, se pur prevedibile grazie all’allerta meteo, non ci aspettavamo un evento di tale intensità". Per quanto riguarda le iniziative intraprese dall’amministrazione comunale, su una cosa il sindaco è stato chiaro "abbiamo lavorato tutti, amministratori, dipendenti, protezione civile, Corpo Forestale, Afor, Lpu e Lsu, Enel, Anas, Vigili del Fuoco, Carabinieri e Polizia, protezione civile, Esercito e Parco delle Serre", e ringraziamenti particolari "al geom. De Francesco che ha coordinato il Com., al comandante dei vigili urbani Mannella e soprattutto al Prefetto di Vibo Valentia Michele Di Bari che ha voluto rendersi conto di persona della situazione". Altrettanto chiaro è stato nel definire alcuni enti come "assenti", un esplicito riferimento all’amministrazione provinciale di Vibo Valentia, rea di aver lasciato impraticabile la strada che da Brognaturo porta all’invaso dell’Alaco dove a causa delle nevicate c’è stata l’interruzione dell’energia elettrica che ha causato, a Serra, lo stop dell’acqua potabile per 24 ore, a proposito del quale, il primo cittadino ha messo a disposizione un camion di bottiglie di acqua potabile che è stata distribuita ai cittadini. Proprio a tal proposito ha detto il primo cittadino "non è pensabile che l’invaso dell’Alaco che serve comuni del vibonese, del catanzarese e del reggino, sia sprovvisto di almeno due generatori per fare fronte alle emergenze". Non sono mancate critiche nei confronti della situazione dell'ospedale: "in 12 ore – ha detto Rosi – siamo intervenuti 5 volte per garantire agli utenti il raggiungimento dell’ospedale. La cosa grave è che il nosocomio di Serra è stato dotato di una sola ambulanza, senza gomme antineve e provvista di catene che si sono spezzate nella notte, per averne delle nuove c’è voluto il pomeriggio del giorno dopo. Abbiamo accompagnato i dializzati di Serra nel tragitto casa ospedale e ritorno, abbiamo garantito il cambio turno del personale medico e paramedico, abbiamo reso libera e disponibile la pista dell’elisoccorso e fornito i ricoverati di pane". Da quanto sarebbe stato fatto per le sorti degli ammalati e per come è stata gestita la situazione del nosocomio cittadino, secondo Bruno Rosi il messaggio è univoco: "L’amministrazione comunale ha a cuore le sorti dell’ospedale". Quello di cui il primo cittadino si è dimostrato certo è che "la macchina amministrativa ha funzionato bene, solo chi non opera non commette errori". Il vicesindaco Gerardo Bertucci, dal canto suo ha stigmatizzato alcuni comportamenti individuali di "minacce d’incatenamento davanti al comune" e le richieste personali di quella parte di cittadini che si sarebbe dimostrata insensibile alle esigenze generali che stavano alla base dell’emergenza di cui si stava occupando l’esecutivo cittadino serrese. Il coordinatore locale della protezione civile Antonio Carnovale ha voluto ringraziare "di cuore tutti i volontari" che sono stati in prima linea durante l’emergenza neve e che si sono "attivati immediatamente sia nelle strade del centro storico di Terravecchia che in quelle di Spinetto per alleviare i disagi di chi non poteva uscire di casa. Abbiamo – ha detto – fatto la spola tra le farmacie e le case".
Sulla stessa linea del sindaco anche il coordinatore cittadino del Pdl, Antonio Gambino, che ha affidato le sue valutazioni ad una nota stampa diffusa nel pomeriggio di ieri. “In tutte le situazioni di emergenza - si legge nella nota - è necessario mettere da parte le polemiche pretestuose volte ad addossare responsabilità all’avversario politico con l’intento di ricavarne benefici elettorali e prestare la propria collaborazione per affrontare la difficoltà delle circostanze. In queste occasioni è infatti prioritario guardare all’interesse collettivo invece di abbandonarsi ad esternazioni gratuite di dubbio gusto che mal si conciliano con il normale funzionamento della società civile. Tengo a sottolineare che, in questi giorni, l’amministrazione comunale ha operato con prontezza individuando le priorità ed intervenendo con efficacia e determinazione. Va apprezzata la capacità del sindaco Bruno Rosi - aggiunge Gambino - di prendere decisioni in tempi brevi e la disponibilità di assessori e consiglieri che, oltre a fornire un apporto di carattere organizzativo, sono stati sempre presenti e, laddove i problemi apparivano più gravi, non hanno mancato di intervenire materialmente. In un contesto eccezionale, vi è stata prontezza d’azione e, a differenza di altre realtà, non vi è stata titubanza e non è stato perso tempo prezioso. Se nell’arco di una giornata i disagi sono stati ridotti va dato merito anche alla protezione civile, alla prefettura, all’esercito e alle forze dell’ordine che hanno lavorato in sintonia con la direzione del Com.”
La morsa di freddo, che da giorni attanaglia l'Europa, non accenna a placarsi. L'ondata di gelo continua la sua corsa verso sud ed inizia ad interessare la Calabria e la Sicilia. Nel nord e nell'est dell'Europa è da una settimana che si registrano temperature fino a quasi 20° sotto lo zero e la situazione sul fronte gas inizia a diventare preoccupante, come spiega il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera: "Dalla Russia e dalla Francia sono diminuiti i flussi, ma la situazione è ben monitorata". "Siamo in emergenza e abbiamo reagito aumentando le importazioni di gas dall'Algeria e dal nord Europa attraverso la Svizzera. Quindi non abbiamo problemi fino a mercoledì". Non sono previsti migliorameti fino almeno al 10 febbraio.
Per quanto riguarda la Calabria non si registrano particolari problemi. Nel tratto autostradale compreso tra Falerna e Lagonegro, i mezzi pesanti provenienti da sud vengono deviati sulla statale 18 mentre per tutti gli altri la percorrenza è consentita solo se con ctene a bordo. Continua a nevicare incessantemente in Sila.
SERRA SAN BRUNO – Quello di sabato non sarà un incontro qualsiasi. Di fronte si troveranno Odissea 2000 e Serra calcio a 5, due squadre con obiettivi totalmente differenti: i rossanesi non vorranno perdere ulteriore distacco dalla capolista Calabria Ora; i bianco blu di mister Gerardo Pisani (foto), invece, sono ancora in zona playout anche se, negli ultimi incontri disputati, De Caria e compagni hanno dimostrato di essere in netta ripresa, soprattutto sul piano del gioco. Nel pomeriggio odierno, intanto, il giudice sportivo ha usato la mano pesante nei confronti del quintetto di mister Leo Tuoto, per quanto accaduto sabato nel corso del match tra Fabrizio e Odissea: ai padroni di casa è stata comminata una multa di 500,00 € con diffida del campo mentre, ai rossanesi, oltre ad una multa di 150,00 € è stato inibito fino al 30 aprile il dirigente Cataldo Speranza; inoltre, il brasiliano Rocha è stato fermato per quattro giornate. Dall’ Odissea al Serra, il passo è breve. Pisani, infatti, è in emergenza per l’incontro di sabato: assenti Carrera, Tino e De Caria Gregorio (squalificati); mentre De Caria Francesco è ancora fermo ai box a causa di un infortunio. Nel calcio a 5, però, le sorprese sono dietro l’angolo. Nulla deve essere preso per scontato…
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