de seta«Può sembrare incredibile, ma in Calabria ci sono ancora persone che vivono come all’origine dei tempi». Nonostante la frase, in apparenza, trasmetta un significato quasi spregiativo, è l’elogio più grande che questa regione abbia mai ricevuto da un maestro come Vittorio De Seta, per il quale l’aspetto primordiale di questa terra rappresenta la sua stessa essenza.

La frase è l’incipit di “In Calabria”, documentario girato da De Seta nel 1993 e distribuito dalla Rai. Il regista racconta la sua Calabria, che diede i natali alla madre e dove lo stesso morì – a Sellia Marina – il 28 novembre 2011.
L’occhio del grande documentarista si apre attraverso lo sguardo nostalgico su un popolo “martoriato” dal progresso. Ogni ripresa è pulita, quasi rituale, è una pura narrazione del rapporto che l’uomo per millenni ha consolidato con la natura: «Ritmi fissati, ritualizzati attraverso i millenni. Cambiare sarebbe stato un rischio».

L’uomo ha fatto tanto per trovare un giusto equilibrio con la natura, per armonizzarsi con essa nel tempo, fin quando non si è sentito come spinto a determinare un cambiamento brusco, andando perfino contro se stesso.
Il racconto della Calabria di De Seta può essere suddiviso in due parti. Nella prima, la macchina da presa valorizza ogni movimento generato dal lavoro manuale: il pastore che pulisce gli arbusti dalla neve per permettere alle pecore di cibarsi, la produzione della cagliata per fare il formaggio, il lavoro dei carbonai, i telai in azione. Uno scambio equo che l’uomo si accingeva a fare con la natura, alla quale attribuiva un «senso divino», basato su principi di solidarietà collettiva. Il bicchiere stracolmo di vino all’osteria – luogo sociale per antonomasia della classe contadina – fa pensare al senso di appagamento condiviso che una persona provava alla fine della propria giornata lavorativa, in netta contrapposizione con l’attuale società sempre più individualistica.

I vicoli dei paesi, quasi semivuoti durante il giorno, sono rusticamente disegnati, ma puliti e accoglienti sentieri che conducono il visitatore alla fervida attività delle botteghe e dei lavori casalinghi. In questo mondo, dove tutto è necessario e niente si spreca, sembra non esserci spazio nemmeno per la spazzatura, sconosciuta alla classe contadina e artigiana. Oggi invece, ogni centro urbano calabrese, spolpato fino all’osso, somiglia alla triste Leonia concepita da un profetico Calvino ne “Le città invisibili”.
Una rara suonata di chitarra battente e mandolino segna la fine del mondo ideale, fatto di agricoltura e artigianato, che cede il passo all’industrializzazione selvaggia, principale causa dell’abbandono e del proliferare dei “non luoghi”.

«L’anima calabrese ha un’impronta orientale. Qui, 5 secoli fa, quando il loro paese fu invaso dai turchi, arrivarono anche gli albanesi. Per quanto abbiano dimostrato un forte attaccamento alle tradizioni e abbiano mantenuto gelosamente la loro lingua, i costumi, il rito greco-ortodosso, hanno convissuto pacificamente con gli abitanti del posto. Quando nessuno soffia sul fuoco delle differenze fra i popoli, la gente semplice è portata a vivere in pace».
Il sogno industriale calabrese è andato distrutto e con esso la genuinità dei rapporti tra uomini e tra uomo e natura. Il centro siderurgico di Gioia mai avviato, sovrastato dalla Corale Greco-Albanese di Lungro, denota un «vuoto spirituale» ed è sintomo del «pericolo incombente sull’umanità». Per De Seta, la Calabria ha solo bisogno di riacquistare la propria identità.

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povertLa Cenerentola d’Italia è ancora la Calabria. La nostra regione si conferma la più povera dell’intera nazione con un Pil pro capite che nel 2013 si è fermato a soli 15.989 euro, meno della metà delle regioni più ricche della penisola: Valle d’Aosta (34.442 euro), Trentino Alto Adige (34.170 euro) e Lombardia (33.055). E’ questo quanto emerso dal rapporto Svimez 2014 presentato ieri a Roma. I dati dipingono un trend in calo per tutto il Mezzogiorno, che nel 2013 è sceso al 56,6% rispetto al valore del Centro-Nord. Un passo indietro di ben dieci anni, capace di riportare il Sud Italia ai livelli del 2003, con un Pil pro capite di 16.888 euro, mentre quello del Centro-Nord si è mantenuto a quasi il doppio: 29.837 euro pro capite. Un Sud, quindi, poverissimo, discriminato e senza lavoro, con alti tassi di povertà, emigrazione e disoccupazione e soprattutto con un progressivo invecchiamento della popolazione residente.

Dati che confermano la crisi amara in cui è caduto il Mezzogiorno, una delle zone d’Europa ormai a maggiore rischio desertificazione, dove i flussi di emigrazione sono ripartiti con la stessa intensità della metà del novecento, tanto che solo nel 2013 si sono contati ben 116mila abitanti che hanno fatto le valigie per spostarsi dal Meridione verso altre zone d'Italia e d'Europa. Anche il saldo tra natalità e decessi si è chiuso in largo passivo. Fenomeni determinati, anche e soprattutto, da un impoverimento continuo (il tasso delle famiglie meno abbienti è aumentato del 40% nell’ultimo anno) e dalla cronica mancanza di occasioni occupazionali (perso l’80% dei posti di lavoro nazionali tra il primo trimestre del 2013 e del 2014).

Il settore che più di tutti sembra aver accusato il colpo è quello industriale, che ha fatto registrare un calo del 53% degli investimenti dal 2007 al 2013, con un conseguente -20% degli operatori impegnati nel settore. Crollano anche i consumi delle famiglie (-13% in cinque anni) e la soglia dei soggetti occupati ha raggiunto i 5,8milioni, eguagliando il valore minimo registratosi dal 1977 ad oggi. Non va meglio per il settore turistico in preda ad una condizione di piena decadenza economica: fino all’agosto 2014 le imprese turistiche fallite o comunque sparite dal settore commerciale, hanno determinato un saldo negativo di 2.417 occupati.

Nell’ambito della presentazione del rapporto Svimez 2014, si è provato, in conclusione, anche a proporre soluzioni utili a determinare una giusta inversione di tendenza. Tra le idee di “policy” emerse, la fiscalità di compensazione, il rilancio degli investimenti, una politica industriale nazionale specifica per il Meridione. Strategie – afferma lo Svimez – che si pongono dentro una visione di sviluppo nazionale centrata sul riscatto del Mezzogiorno, basata su quattro direttive principali: rigenerazione urbana, rilancio delle aree interne, creazione di una rete logistica in un’ottica mediterranea, valorizzazione del patrimonio culturale.

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mini biagio_figliuzziChe i professionisti calabresi all'estero siano tra il novero dei migliori è un dato certo e inattaccabile, e in tutti i settori vi è una prestigiosa conferma. Per uscire dal calderone della crisi, o dal cancro della disoccupazione, la “fuga dei cervelli” ha mosso da sempre il suo primo passo verso le regioni del Nord, prima di varcare i confini nazionali. Adesso – in un contesto globale che piuttosto che avvicinare favorisce l'allontanamento da alcuni paesi verso altri economicamente “migliori” – la scelta Italia finisce in coda, favorendo gli spostamenti oltre il confine.

Il digital artist (3d) Biagio Figliuzzi, originario di Serra San Bruno, come tanti altri professionisti calabresi, appartiene alla prima categoria, quella che ha tentato di prestare la propria professionalità in Italia prima di andare all'estero. «Ho sempre pensato di rimanere nei confini nazionali per fare il mio lavoro – ha spiegato Figliuzzi –. Dapprima, mi sono presentato a studi grafici del Nord con vari miei lavori 3d, ma nessuno mi ha mai convocato per un colloquio».

Dunque, dopo i pesci in faccia ricevuti nel Belpaese, il volo oltreoceano nel 2004, il test di ammissione al “Seneca College” e gli studi di animazione 2d classici, abbinati all’arte e al disegno anatomico, e complementari a quelli 3d. Alla fine del primo anno di università arrivano i lavori all’interno dello stesso ateneo e le pre e post produzioni di serie televisive per la “Story City” di Toronto. Subito dopo, si concretizza il contratto alla “C.O.R.E. digital pictures”, sempre nel capoluogo dell’Ontario, studio grafico che si occupa di produzioni di serie televisive, cartoni animati, pubblicità per la televisione ed effetti speciali per film.

Il talentuoso grafico serrese non può che mirare in alto, e per lui nel 2012 arriva una sorta di consacrazione: lighting artist e modellatore di personaggi all’interno dello staff “Mikros Image Canada” per la realizzazione di “Asterix e Obelix al servizio di sua Maestà”. Nonostante il ruolo grafico ricoperto nella suddetta produzione cinematografica (che al botteghino ha confezionato ben 61 milioni di euro), i curiosi che volessero avere maggiori informazioni su Biagio Figliuzzi potrebbero consultare l’archivio più accreditato del settore, ossia Imdb. Sotto il suo nome troverebbero: is known for his work on/è conosciuto per il suo lavoro a “The Spine” (2009) – con la Core production – lavoro firmato da Chris Landreth, già premio Oscar al miglior cortometraggio d’animazione nel 2005. In più, come si evince sempre dal famoso portale, Figliuzzi ha prestato la sua professionalità per la realizzazione della serie animata di “Mia and Me” (2011) e del film “Barbie & Her Sisters in a Pony Tale” (2013).

Nel 2014, per il digital artist (3d) serrese, si presenterà anche la possibilità di una collaborazione con la Disney. Così, oramai approdato nella “Arc productions”, ha lavorato alla realizzazione grafica di “Pixie Hollow Bake Off”.

L’ultimo prestigioso lavoro è rappresentato dagli effetti speciali 3d realizzati per il film horror “Somnia”, diretto da Mike Flanagan e in uscita nel 2015.

Progetti per il futuro? Un corto animato tutto suo già in cantiere, che aspetta solo di essere prodotto.

 

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Venerdì, 12 Settembre 2014 18:12

Fabrizia, l'ultimo viaggio di Alessandro Greco

 

 

mini salma_ale_2FABRIZIA - In un silenzio assordante, interrotto soltanto dalle urla di dolore della madre e dal suono delle campane, la salma di Alessandro Greco è giunta nella chiesa Matrice di Fabrizia, dove per l'ultima volta i familiari, i parenti, gli amici ed anche semplici conoscenti, hanno voluto salutare un giovane che, tra mille difficoltà e dopo tanti sacrifici, aveva deciso di emigrare in Svizzera. Nessuno, però, si sarebbe mai aspettato che oggi, a soli 25 anni, Alessandro tornasse nel suo paese, nella sua Fabrizia, chiuso in una bara. Oggi Sandro è uscito per l'ultima volta dalla sua casa. 

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mini alessandro_grecoFABRIZIA - Alessandro Greco non ce la faceva a restare con le mani in mano nell’attesa del tanto ambito posto di lavoro. Date le difficoltà di realizzarsi nel suo paese (Fabrizia), col coraggio e la determinazione degli emigrati di un tempo, qualche anno fa, ha sistemato la sua valigia e si è trasferito in Svizzera, a Sinarch, per cercare di vivere una vita dignitosa. Purtroppo però, a causa di un incidente, il giovane che aveva compiuto da poco 25 anni, ha perso la vita proprio sul posto di lavoro. 

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mini Tonno-Callipo-tifoseriaRiceviamo e pubblichiamo

Prosegue con un buon ritmo la preparazione atletica dei giallorossi. Sotto la sapiente regia di coach Fefè De Giorgi il gruppo sta iniziando a carburare ed allenarsi con intensità e determinazione. Tra i veterani della compagine giallorossa c’è il centrale Marcello Forni, alla sua terza stagione con la maglia della Tonno Callipo: "Io credo in questo progetto. Mi piace definire il gruppo con due aggettivi: positivo e solido"

Giallorossi al lavoro sul campo e in palestra senza soste. La Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia si sta allenando con intensità e con la giusta carica in quella che è la seconda settimana di lavoro per la truppa giallorossa. Sotto la sapiente regia di coach Fefè De Giorgi prosegue la preparazione atletica dei giallorossi. Oggi pomeriggio seconda seduta tecnica della settimana con l’allenamento che si è svolto in due tranche con il gruppo diviso in due tronconi e con un lavoro specifico sui fondamentali di ricezione, attacco, difesa e muro. All’interno del quartier generale giallorosso c’è la giusta dose di entusiasmo e a confermarlo sono le parole di uno dei veterani del gruppo, quel Marcello Forni che si appresta a disputare la sua terza stagione con la maglia della Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia.

"Io credo in questo progetto – ha affermato il centrale classe 1980 – nelle parole del presidente Pippo Callipo, del tecnico Fefè De Giorgi e del direttore Chico Prestinenzi che mi ha contattato chiedendomi se ero disponibile a rimanere ancora qui. Credo fortemente nella qualità tecnica della squadra, gli stimoli sono quelli di sempre, se non di più. Non si tratta di un tuffo nel passato quello di andare a giocare il campionato di A2, ma un tuffo nel futuro perché qui ci sono tutte le condizioni tecniche ed ambientali per far bene. Abbiamo iniziato a lavorare – ha proseguito Marcello Forni – con la giusta mentalità e lo spogliatoio è già compatto. Mi piace definire questo nuovo gruppo con due aggettivi, semplici, ma indicativi: siamo un gruppo positivo, solido".

Quello di oggi è stato il secondo giorno di preparazione atletica della seconda settimana. Al mattino gruppo in piscina, mentre, come evidenziato in precedenza, la seduta pomeridiana è stata improntata al lavoro con la palla con esercizi specifici a livello individuale. Domani il gruppo svolgerà una seduta pesi mattutina, mentre giovedì 4 altra doppia seduta: al mattino in piscina e nel pomeriggio seduta tecnica. Venerdì 5 settembre altra doppia seduta con i pesi al mattino, mentre il pomeriggio sarà dedicato nuovamente alla tecnica.

UFFICIO STAMPA TONNO CALLIPO CALABRIA VIBO VALENTIA

 

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mini zanutoRiceviamo e pubblichiamo

Primi giorni di allenamento per la formazione giallorossa. Visite mediche, sedute pesi in palestra e in piscina e due allenamenti imperniati sulla tecnica. Questo il menu affrontato dal team di Fefè De Giorgi che ieri pomeriggio ha chiuso la prima settimana di preparazione atletica con una seduta di allenamento sulla sabbia di Pizzo, ridente cittadina turistica della “Costa degli Dei”. Zanuto: "Abbiamo iniziato bene, gruppo fantastico"

Due ore di intenso allenamento sulla sabbia. Così si è conclusa la prima settimana di preparazione atletica per la Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia. Il gruppo giallorosso si è ritrovato ieri pomeriggio a Pizzo, ridente località turistica della “Costa degli Dei” in provincia di Vibo Valentia, per una seduta di allenamento di beach-volley. Sotto lo sguardo attento di coach Fefè De Giorgi e dello staff tecnico, gli atleti giallorossi si sono divertiti in sfide 3x3 sulla sabbia del litorale napitino. Un allenamento proficuo avvenuto dopo una prima tranche di sedute che hanno visto il gruppo allenarsi prevalentemente in palestra e in piscina oltre a due allenamenti improntati sulla tecnica al Pala Valentia. Già da questo primissimo scorcio di stagione si intravede un buon spirito di coesione da parte del gruppo e la giusta mentalità per presentarsi al meglio ai nastri di partenza del campionato. La conferma arriva da uno dei nuovi arrivati, lo schiacciatore italo brasiliano Bruno Zanuto:

"La società ci ha accolto in maniera stupenda – ha affermato il martello classe 1983 - anche il nostro mister Fefè  De Giorgi dal primo giorno ci ha trasmesso la sua idea di lavoro. Siamo partiti subito con la parte fisica e oggi abbiamo chiuso molto bene la prima settimana di lavoro facendo un po’ di allenamento sulla sabbia. Speriamo di riuscire a crescere ogni giorno, ogni settimana, come accaduto in questi primi giorni di lavoro in modo tale da arrivare all’inizio del campionato al 100%. Il gruppo è fantastico, siamo andati subito d’accordo nello spogliatoio. Forni e Gavotto ci hanno fatto sentire a casa e anche lo staff si è reso molto disponibile fin dall’inizio. Insomma abbiamo iniziato bene questa settimana in tutti i sensi".
Ora la squadra godrà di due giorni di riposo. Poi di nuovo tutti sul campo e in palestra da lunedì con l’inizio della seconda settimana di preparazione atletica

Nella foto, Bruno Zanuto in azione, contrastato a muro da Mauro Gavotto, durante l’allenamento pomeridiano di ieri dedicato al beach-volley

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mmOggi pomeriggio dalle ore 15.30 apre i battenti a Mongiana l’associazione culturale MòMò. Il sodalizio, nato su impulso di un gruppo di giovani del luogo, intende promuovere attività ed iniziative volte alla tutela ed allo sviluppo sostenibile del territorio e dell'ambiente, diffondere il senso e lo sviluppo del turismo responsabile, della valorizzazione della memoria storica dei luoghi e del senso del lavoro.

MòMò nasce, dunque, dal progetto di un gruppo di giovani con il fine ultimo di mettere in atto azioni di promozione turistico-territoriale e socio-culturale. Ha sede in Via Roma 2, in “Villa Trozzo-Scrivo”, a Mongiana, piccolo borgo montano del vibonese, fortemente legato alla Storia del Regno delle Due Sicilie, in quanto, nel 1771 vennero impiantate le “Reali ferriere ed Officine di Mongiana”o “Villaggio Siderurgico di Mongiana” voluto dal Re Ferdinando.

«MoMò – hanno fatto sapere i fondatori – nasce per essere sede ospitale per artisti Calabresi e non solo, laboratorio e luogo di incontro dove dialogo e confronto diventino linfa di crescita individuale e collettiva, soprattutto per tutti coloro che credono nel lavoro, nella cooperazione e nella ripresa socio-economica della nostra terra. MoMò vuole essere espressione sana della Calabria e dei Calabresi virtuosi, di chi è convinto che il Sud deve rialzarsi, riappropriarsi del Bello, di chi vuole far conoscere ai tanti la vera natura della Calabria e del Sud, fatta sopratutto di gente onesta, umile, laboriosa e ardita».

Eletto presidente del sodalizio è stato Pasquale Raffaele Demasi, coadiuvato dal vice presidente Maria Rosa Primerano e dal tesoriere Giovanna Mammome. Altri soci fondatori sono Bruno Platì, Domenico Angilletta, Pasquale Raffaele Demasi, Francesco Angilletta, Giovanna Mammone, Giuseppe Carè, Maria Rosa Primerano, Lucia Primerano, Luigi Vallelonga, Manuela Montagnese, Marco Rullo e Salvatore Rullo.

L'inaugurazione si terrà oggi pomeriggio, martedì 12 agosto dalle ore 15.30, in Via Roma n.2 presso Villa Trozzo-Scrivo. Durante la giornata si terrà una mostra fotografica di Bruno Arena, giovane artista calabrese; la presentazione di un libro “Cambiare il Sud per cambiare l'Italia” di Francesco Lo Giudice ricercatore dell'Università di Cosenza, e si concluderà con un “aperitivo sociale” con assaggi di prodotti tipici locali.

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damiano schiafoneUna separazione mai accettata. Sarebbe stato questo il motivo che avrebbe spinto Damiano Schiafone, 47enne di Rivoli ma originario di Serra San Bruno, ad accoltellare l'ex moglie, Barbara Cappello, di 45 anni, e a suicidarsi buttandosi sotto un treno. Un gesto inaspettato, quello del giovane, padre di due figli piccoli, che ormai da tempo aveva deciso di lasciare la nostra cittadina per trasferirsi al Nord, in cerca di un lavoro e di un futuro da dare ai propri figli. Lavoro che, pian piano, Damiano era riuscito a coltivarsi, mettendo in piedi una carrozzeria con il fratello. Lunedì scorso, però, è successo l'irreparabile. 
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comune serraRiceviamo e pubblichiamo

Speriamo solo che la lezione sia servita e che il Comune di Serra San Bruno ne faccia tesoro, decidendo per il futuro di tenere una linea di comportamento più rispettosa del ruolo e delle prerogative dello Slai-Cobas e dei suoi rappresentanti.

Se non altro per favorire il dialogo, ci si augura sereno e costruttivo, senza trincerarsi dietro manifestazioni di arroganza e dimostrazioni di forza destinate prima o poi ad essere smentite ed a lasciare il tempo che trovano. Perché fino a prova contraria viviamo in uno Stato di diritto e la giustizia spesso riesce a mettere le cose a posto. Questi i fatti che vedevano, all’epoca, il Comune guidato dalla Giunta Lo Iacono.  

Con sentenza n. 368 del 12 marzo 2014, notificata al Comune il 28 aprile 2014, il Giudice del Lavoro di Vibo Valentia, in persona della dott.ssa Annalisa Gualtieri, ha dichiarato l’illegittimità di un provvedimento disciplinare con cui il Comune di Serra San Bruno aveva a suo tempo sanzionato un proprio dipendente LSU/LPU per non aver ottemperato ad un ordine di servizio con cui il Comune, con l’evidente scopo di impedirgli di partecipare allo sciopero indetto per la giornata del 9 maggio 2008 dallo Slai-Cobas, aveva tentato di imporgli lo svolgimento di un servizio.

Comportamento questo che già di per sé estremamente grave nei confronti di un semplice lavoratore diventava aberrante ove diretto come nel caso di specie nei confronti di un lavoratore, che ricopriva anche la carica di rappresentante sindacale.

Angelo Carchidi - questo il nome del nostro rappresentante - legittimamente rifiutava di ottemperare ad un ordine di servizio chiaramente illegittimo e connotato da evidenti caratteri di antisindacalità, partecipando allo sciopero. Da qui la reazione del Comune che apriva un procedimento disciplinare sanzionando il lavoratore con una multa.

Sanzione questa oggi annullata dal Giudice del Lavoro di Vibo Valentia che, in totale accoglimento delle argomentazioni difensive presentate dal legale dello Slai-Cobas, ha accertato l’illegittimità del comportamento tenuto dal Comune riconoscendo esplicitamente il diritto del lavoratore /rappresentante sindacale a partecipare allo sciopero attesa la non riconducibilità del servizio richiesto all’interno dei servizi pubblici essenziali e riconoscendo espressamente la rappresentatività sindacale dello Slai-Cobas ed il conseguente diritto dell’organizzazione di nominare ed individuare “delegati in seno agli enti ed organismi locali, tra cui appunto il Comune di Serra San Bruno” (pag. 2 sentenza).

Diritto questo esplicitamente negato dall’Amministrazione e che rappresentava, di fatto, il fine ultimo della condotta messa in atto da questa. Paventando la necessità di un inesistente servizio pubblico essenziale, infatti, il Comune di Serra San Bruno di fatto mirava a screditare la scrivente organizzazione nei confronti dei propri iscritti impedendo al suo rappresentante di partecipare allo sciopero indetto dalla stessa organizzazione sindacale cui apparteneva ed appartiene. Per la serie: non esistete, non avete diritti e non vi riconosciamo.

Invece, purtroppo per il Comune, lo Slai-Cobas esiste eccome, opera, rivendica diritti e tutela i propri iscritti. E’ questa è la verità, piaccia o meno al Comune di Serra San Bruno. Speriamo solo, si ripete, che la lezione sia servita.

Noi, come sempre, continueremo a lavorare ed svolgere il nostro ruolo che, ci rendiamo conto, per qualcuno possa risultare scomodo e dare fastidio. Ma questo non è un nostro problema e, detto francamente, non ci spaventa. Tutt’altro. Ed i fatti lo dimostrano.

Slai – Cobas Serre Calabre


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