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FABRIZIA - In un silenzio assordante, interrotto soltanto dalle urla di dolore della madre e dal suono delle campane, la salma di Alessandro Greco è giunta nella chiesa Matrice di Fabrizia, dove per l'ultima volta i familiari, i parenti, gli amici ed anche semplici conoscenti, hanno voluto salutare un giovane che, tra mille difficoltà e dopo tanti sacrifici, aveva deciso di emigrare in Svizzera. Nessuno, però, si sarebbe mai aspettato che oggi, a soli 25 anni, Alessandro tornasse nel suo paese, nella sua Fabrizia, chiuso in una bara. Oggi Sandro è uscito per l'ultima volta dalla sua casa.
La stessa che aveva lasciato quando ha deciso di trasferirsi nella lontanta Svizzera, per mettersi in viaggio alla ricerca di un futuro, un lavoro. Quello che lui era riuscito pian piano a coltivarsi. La vita, però, spesso riserva tragedie immani, che non riesci ad assorbire con facilità. Come quella della morte di un figlio, perchè a strappare Alessandro dalle braccia dei propri cari è stato proprio il lavoro. Dopo aver terminato gli studi alberghieri, Sandro aveva capito che per farsi una vita bisognasse rimboccarsi le maniche e mettersi all'opera. Anche allontanandosi dai genitori, i parenti e gli amici. E lui, con costanza e abnegazione, era riuscito a farlo. A trovarsi un lavoro. Qualche giorno fa, però, arriva la notizia che non ti aspetti: un blocco agganciato ad una gru ha spezzato i cavi che lo tenevano legato alla stessa e, cadendo, è andato a finire proprio su un giovane, provocandone la morte sul colpo.
Quel giovane era proprio Alessandro, salutato per l'ultima volta oggi a Fabrizia, dove nella chiesa Matrice si sono tenuti i funerali. La salma - accompagnata dagli amici che, per l'occasione, hanno indossato una maglia bianca con l'immagine che ritraeva la foto del giovane e la scritta "Ciao Sandro" - è giunta in chiesa poco dopo le 14.30. A celebrare le esequie, il rettore del Santuario di Santa Maria delle Grazie di Torre di Ruggero, don Maurizio Aloise che, prima di dare inizio alla messa, ha portato il cordoglio, la vicinanza e l'affetto alla famiglia da parte del vescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone. Dal primo cittadino, Antonio Minniti, è giunto invece un monito indirizzato alle istituzioni, che «facciano il possibile per impedire lo spopolamento, evitare che i giovani siano costretti a spostarsi altrove per trovare lavoro e, soprattutto, evitare tragedie come quella che ha colpito Alessandro e la sua famiglia». Durante le esequie sono state lette anche alcune lettere, per ricordare la figura di Alessandro. Al termine della messa, un lungo corteo ha accompagnato la salma al cimitero di Fabrizia, per l'estremo saluto a quella che in tanti ricordano come una «persona speciale».
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