Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Dopo tante voci ufficiose, si va ormai delineando il futuro del Nosocomio di Serra San Bruno. La dura battaglia di questi mesi potrebbe aver scongiurato la chiusura totale della struttura. Un merito che va riconosciuto a quanti si stanno battendo, sin da subito, con numerose iniziative e anche manifestazioni plateali, condotte senza cedere a qualunquistiche tentazioni individualistiche e monocolore, ma sforzandosi di tenere al centro l’interesse della nostra comunità e della sanità del comprensorio. Sta di fatto, però, che la decisione sul futuro dell’Ospedale spetta sempre a Scopelliti, il quale è riuscito ad emarginare il nostro “San Bruno” riducendolo ad un piccolo ricovero temporaneo.
Rimarranno solo 20 posti letto di degenza medicina. L’ospedale di Serra San Bruno rimarrà forse fisicamente aperto perché, evidentemente, Scopelliti non ha potuto fare a meno di cedere alle ragioni e alle forti motivazioni di quanti si sono dichiarati contrari al suo Piano di Rientro, in primis al Comitato civico pro Serre. Non tutto è perduto, dunque, ma resta il fatto che le scellerate scelte del centro destra al Governo della Regione Calabria, su cui il PDL e i suoi alleati non hanno mai avvertito la necessità di esprimersi, se non attraverso artificiosi comunicati attaccando l’operato del Comitato civico pro Serre a danno dell’ospedale stesso, hanno portato ad una forte diminuzione della qualità del servizio sanitario locale, privandolo della piena efficienza di una struttura, che grazie agli sforzi degli ultimi anni, stava conoscendo una nuova era, basti pensare che al primo e al secondo piano ci sono anche delle nuove sale operatorie. Due per l’esattezza. Tutte inutilizzabili perché a meno di quattro anni dalla loro inaugurazione si è constatato che non servivano più! Che importa se la gente non può essere operata qui ed è costretta a scappare verso le regioni vicine pure per un appendicite, perché l’ospedale di Vibo Valentia non riesce a sfoltire le numerose richieste dell’utenza. Che importa se non ci sono posti letto per soddisfare nemmeno le esigenze di un comprensorio geograficamente penalizzato.
La riconversione che è stata annunciata da circa un anno e che a breve dovrà essere posta in essere, il noto decreto 18 di Scopelliti, comporterà riguardo al “San Bruno” un risparmio di spesa che sarà una goccia nel mare degli sprechi della spesa pubblica. Per queste ragioni va ribadito il diritto e il dovere di tutti i serresi di lottare per il mantenimento del nostro ospedale, un ospedale che sia funzionale alle esigenze del territorio e che non sia solo un ambulatorio per lo smistamento dei malati. Per salvare la vita delle popolazioni del comprensorio Serra ha bisogno di un ospedale generale (come Tropea e Soverato), di una seconda ambulanza in pianta stabile, di un reparto di chirurgia h 24 e di un pronto soccorso funzionale che possa servire a salvare la vita delle persone. Per queste rivendicazioni il Comitato Pro-Serre continua a lottare dal basso e con la gente e per questo si sta preparando un grande sciopero generale a cui dovrà sentirsi chiamato a partecipare chiunque abbia a cuore la sopravvivenza del nostro territorio.
Bruno Schiafone (Comitato Pro-Serre)
SERRA SAN BRUNO – Quello di sabato non sarà un incontro qualsiasi. Di fronte si troveranno Odissea 2000 e Serra calcio a 5, due squadre con obiettivi totalmente differenti: i rossanesi non vorranno perdere ulteriore distacco dalla capolista Calabria Ora; i bianco blu di mister Gerardo Pisani (foto), invece, sono ancora in zona playout anche se, negli ultimi incontri disputati, De Caria e compagni hanno dimostrato di essere in netta ripresa, soprattutto sul piano del gioco. Nel pomeriggio odierno, intanto, il giudice sportivo ha usato la mano pesante nei confronti del quintetto di mister Leo Tuoto, per quanto accaduto sabato nel corso del match tra Fabrizio e Odissea: ai padroni di casa è stata comminata una multa di 500,00 € con diffida del campo mentre, ai rossanesi, oltre ad una multa di 150,00 € è stato inibito fino al 30 aprile il dirigente Cataldo Speranza; inoltre, il brasiliano Rocha è stato fermato per quattro giornate. Dall’ Odissea al Serra, il passo è breve. Pisani, infatti, è in emergenza per l’incontro di sabato: assenti Carrera, Tino e De Caria Gregorio (squalificati); mentre De Caria Francesco è ancora fermo ai box a causa di un infortunio. Nel calcio a 5, però, le sorprese sono dietro l’angolo. Nulla deve essere preso per scontato…
BROGNATURO - «Ci stava 'nu castellu alla Lacina; duvi si dicia ca la terra 'ntrona; e mo lu riduciru a 'na rovina, ma tandu 'nci stacìa 'na gran matrona». Così cantava qualche anno addietro il medico menestrello Bruno Tassone che, in “Lu castellu di la barunissa”, ricordava, quando sui “Piani de la Lacina”, arroccato su un acrocoro che domina la vallata sottostante svettava un maniero ormai diruto ed abbandonato. Un luogo arcano, permeato dal fascino misterioso tipico dei luoghi senza storia e senza tempo. Poche, frammentarie ed inverosimili le notizie che circondano le vicende di un castello edificato in quella che è stata una delle foreste più impervie ed inospitali dell’intera Calabria. Il toponimo “Lacina” secondo taluni deriverebbe da Hera Lacinia, la dea al cui culto sarebbe stato elevato, dai tagliatori di bosco che rifornivano di legname le colonie della magna Grecia, un piccolo tempio rurale. Una tesi suggestiva ma non comprovata da alcuna fonte documentale e con ogni probabilità da derubricare al novero delle favole da focolare. E pur vero che l’area in questione in passato potrebbe aver ospitato una struttura sociale di qualche rilievo. Non è un caso che nelle limitrofe montagne di Cardinale siano stati rinvenuti alcuni reperti riconducibili al neolitico; mentre nella vicina Spadola, fino ai primi anni trenta, erano custoditi due leoni in pietra che, secondo il resoconto fatto dal sacerdote Bruno Maria Pisani in una relazione inserita in “Il Regno delle Due Sicilie descritto e illustrato” e pubblicata a Napoli tra il 1853 ed il 1859, servivano a sostenere «l’altare dedicato a Minerva». In una singolare filiazione religiosa, sui luoghi in cui un tempo doveva ergersi il tempio dedicato alla divinità romana oggi sorge una chiesa elevata al culto di Santa Maria sopra Minerva. In ogni caso sulla genesi del piccolo borgo di Brognaturo non si hanno notizie certe, tranne quelle riportate nella citata opera, nella quale si asserisce, che a dare origine al piccolo villaggio siano stati i mandriani ed i guardiani di “porci” dei paesi vicini. Per il sacerdote serrese «L’etimologia del suo nome sembra alludere a questa particolarità; poiché la prima parte del vocabolo, Brogna, nel linguaggio volgare significa quella specie di conchiglia, con cui i porcari chiamano a raccolta le loro mandrie. Avvi però qualche oscura tradizione dell’esistenza di un antico paese posto in cima dei monti, i cui abitanti si sarebbero trasferiti nell’attuale Brognaturo. In un diploma del Conte Ruggiero si fa menzione di una località coincidente a quella di questo paesetto, sotto la denominazione greca di Brondismenon». Seguendo un metodo deduttivo si è portati a pensare che il villaggio greco, di cui parla l’estensore della menzionato relazione, potrebbe essere sorto in prossimità dei piani della “Lacina” dove una rigogliosa radura, in passato può aver ospitato un insediamento di una qualche importanza. In tale contesto troverebbe una logica spiegazione un “castello” edificato sulla sommità di un monte dal quale era possibile dominare la pianura sottostante. L’ipotesi suggestiva, anche in virtù della vicinanza della costa jonica, induce a pensare ad un villaggio sorto per favorire lo sfruttamento forestale ed a difesa del quale potrebbe essere stata schierata una piccola guarnigione. Al di là delle congetture, le poche notizie degne di essere seriamente prese in considerazione fanno risalire la costruzione del primo nucleo in muratura ai primi del ‘500. Di certo vi è che l’ultima proprietaria sia stata Maria Enrichetta Scoppa, baronessa di Badolato, nata a Sant’Andrea, nel 1831, che avrebbe eletto il maniero a propria dimora estiva fino al 1912, anno della sua dipartita. Nonostante sia descritta come donna di profondi sentimenti religiosi, la baronessa o qualche sua lontana antenata sarebbe all’origine di una leggenda che in passato doveva suscitare non poco i pensieri pruriginosi di una comunità tutta dedita alle attività agro-pastorali. Fino a qualche decennio addietro, infatti, si narrava che la nobildonna, alla ricerca di facili ma silenti avventure amorose, fosse solita ospitare nella sua magione aitanti giovani dei paesi vicini destinati, dopo aver goduto dei piaceri della carne, a sparire nelle paludi circostanti. A rendere la storia verosimile la presenza, dove oggi sorge il lago Alaco, di un’estesa torbiera nella quale erano possibile rinvenire diversi fenomeni carsici nei quali, secondo il racconto di vecchi pastori, “poteva sparire un’intera coppia di buoi”. Lasciata la leggenda, di quell’antica residenza, alla quale doveva essere associata una chiesa di cui si è persa ogni traccia, oggi non rimane che un imponente rudere sul quale imperiosi si ergono le caratteristiche torri angolari. Le poche persone che ancora conoscono il sentiero che conduce la castello di tanto in tanto vi fanno ritorno per ammirare il lago sottostante, sul quale sembra specchiarsi l’ennesimo pezzo di storia perduta.
"A chi pensava che il Comitato civico Pro-Serre fosse andato in soffitta rispondiamo con un rinnovato e più concreto impegno. Gli attivisti del comitato stanno mettendo in cantiere nuove e più importanti iniziative, che culmineranno l’11 febbraio con uno sciopero generale, a cui tutta la cittadinanza sarà chiamata a partecipare per dare un segnale forte a quella politica che sembra essersi dimenticata di questo territorio. Serra San Bruno conta ben 2 consiglieri regionali, di cui uno di maggioranza che ricopre la carica di presidente della Commissione sanità; la provincia di Vibo Valentia a sua volta conta ben 4 consiglieri regionali ed 1 assessore, ma nonostante ciò sembra un territorio senza alcuna rappresentanza politica.
I tagli previsti dal piano di rientro sembrano voler colpire e affondare le Serre. La media dei posti letto nelle province di Reggio, Cosenza, Crotone e Catanzaro è di circa 2,8pl per 1000 abitanti mentre a Vibo questa media sfiora l’ 1,4pl per 1000 abitanti. Ciò è anomalo soprattutto se si mettono a confronto le province di Crotone e Vibo Valentia, che sono molto simili sia come estensione del territorio che come densità di popolazione. Se poi analizziamo le conseguenze del decreto 106 del Commissario ad acta Scopelliti ci accorgiamo di avere a che fare con dei conti puramente ragionieristici, che non tengono in considerazione le pessime condizioni della viabilità, soprattutto nei mesi invernali, e l’ inesistenza di servizi pubblici di trasporto. Non si è nemmeno tenuto in considerazione l’aumento della migrazione sanitaria verso le altre province della regione, a cui gli utenti saranno costretti a ricorrere per prestazioni che non sono più effettuate nel P.O. di Serra San Bruno. La migrazione verso altre strutture fa salire vertiginosamente la spesa sanitaria. Alla luce di ciò non si può che essere fortemente critici con tali scelte che porterebbero allo smantellamento di un presidio ospedaliero, quale è il “San Bruno” che ha sempre fornito ai cittadini del comprensorio prestazioni sanitarie qualificate. Il Comitato, che sembra ormai in questo comprensorio l’unica forza che tiene accesa la voce della protesta, sente il dovere di lottare per non far morire l’ospedale, perché esso rappresenta l’ultimo baluardo di civiltà ed un’eventuale chiusura segnerebbe il crollo di una cittadina che ormai versa in una situazione a dir poco critica. Al problema dell’ospedale, infatti, si affiancano problemi altrettanto gravi.
La questione rifiuti è giunta ormai ad un punto di non ritorno dopo che l’isola ecologica, situata nella strada statale verso Mongiana, è stata trasformata in una vera e propria discarica. Qui i rifiuti non vengono più differenziati, inoltre per la loro abbondanza, non possono essere neppure stipati negli appositi contenitori ma sono lasciati in maniera indistinta per terra, e così facendo il percolato si infiltra nel terreno avvelenandolo, e nei giorni di pioggia si versa direttamente nel vicino fiume. Tutto questo avviene in un silenzio assordante da parte delle istituzioni e in barba a qualsiasi norma di tutela del territorio e di salute pubblica.
Per quanto riguarda l’acqua sporca che con puntualità sgorga dai rubinetti dei cittadini serresi , sembra non siano iniziate, o per lo meno non abbiano avuto successo, le ricerche che il sindaco avrebbe dovuto “affidare ai boscaioli” della zona così come promesso nei comizi elettorali. E’ da ricordare che, in campagna elettorale, questo comitato aveva proposto un documento ai quattro candidati a sindaco, che prevedeva: la dichiarazione della non rilevanza economica del servizio idrico che avrebbe aperto le porte ad un distacco da So.ri.cal.; la richiesta di rimborso per gli aumenti illegittimi effettuati dalla stessa So.ri.cal.; infine la pubblicazione delle analisi dell’acqua che fino ad oggi sono praticamente sconosciute al popolo serrese. A non firmare quel documento allora fu proprio l’attuale sindaco di Serra San Bruno, che proprio in questi giorni ha rinunciato a tutte le azioni legali già intraprese dal comune contro Sorical in cambio di uno sconto di 30mila euro sui debiti. Il comitato invita i cittadini ad una riflessione attenta su queste problematiche, per non farsi ancora una volta sottomettere dalla rassegnazione, o dal pensare che l’unica speranza possano essere le istituzioni, e perché finalmente tutti scendano in campo a rivendicare il diritto ad un futuro più giusto nel quale la nostra cittadina abbia la dignità che per la sua storia e la sua gente merita".
Davide Schiavello (Comitato Pro-Serre)
SERRA SAN BRUNO – E sono due. Seconda vittoria consecutiva per il Serra che si sbarazza meritatamente del Kroton, terza forza del campionato, e ottiene tre punti fondamentali in chiave salvezza. Nonostante il divario in classifica, i bianco blu del presidente Pisani dominano per sessanta minuti, colpendo addirittura per ben sei volte il legno, chiudendo la prima frazione sul 3 a 0, grazie alle reti di De Caria Gregorio, Ciconte Bruno (foto) e Zaffino. Nella ripresa, il Kroton si porta subito in avanti e accorcia le distanze con Scerbo. Risponde subito Ciconte per il Serra. Due gol di Tricoli, però, portano il Kroton ad una sola rete di svantaggio dai padroni di casa, ma sempre il solito Ciconte riporta i vibonesi avanti di due marcature. Inutile la rete di Martino a tempo quasi scaduto. Il risultato, quindi, sarebbe potuto essere ben più largo. Prestazione superlativa del capitano Albano, che ha dimostrato il suo valore e, assieme agli altri compagni, ha trascinato il Serra alla vittoria.
SERRA C/5: Carrera, Ciconte A., Ciconte B., Ciconte D., Albano, De Caria G., De Caria F., Tino, Zaffino, Franzè, Capone G., Carchidi. All.: Pisani
KROTON: Diplacido, Russo, Sciannimanico, Macrillò, Cimino, Scerbo, Carnè, Tricoli, Muscò, Martino, Vasapollo, Carlomagno. All.: De Santis
MARCATORI: Ciconte B. (3 – S), De Caria G., Zaffino, Tricoli (2 – K), Scerbo, Martino
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