mini municipio_torreRiceviamo e pubblichiamo

 

Si terrà il 30 agosto a Torre Ruggiero la quinta edizione “Pericles International Prize”. 

Il riconoscimento sarà attribuito: ad Annibale Marini, presidente emerito della Corte costituzionale; a Francesco Profumo, già ministro dell’Istruzione Università e Ricerca; e Anders Pedersen, executive vice-president della società farmaceutica Lundbeck della Danimarca.
 
Il premio è nato come sezione scientifica del riconoscimento istituito trenta anni fa dall’Alkmeon International Academy, che ha annoverato nel suo albo d’oro insigni personalità e premi Nobel quali Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini.
 
Il “Pericles International Prize” che da cinque anni è ospitato nella cornice del suggestivo borgo dell’entroterra catanzarese, è promosso da Giuseppe Nisticò, politico di lungo corso (già presidente della Regione Calabria,  senatore e parlamentare europeo), accademico ordinario di Farmacologia presso l’Università “Tor Vergata” di Roma e uomo di scienza, in collaborazione il sindaco Pino Pitaro e l’Amministrazione comunale di Torre Ruggiero.
 
Compongono il comitato internazionale del Premio, presieduto da Nisticò e Pitaro: Emilio Clementi, Pietro De Leo, Eugenio Gaudio, Harald Hampel, Pietro Masi, Mauro Massa, Giuseppe Nappi, Sir Salvador Moncada, Micheal Pirozynski, Josè Luis Valverde.
 
La cerimonia di premiazione avrà luogo venerdì alle ore 17.30 presso l’Agriturismo “Torello”. Nel corso della manifestazione sarà presentato anche il libro “Itinerari bizantini e normanni nell’area delle Serre” di cui è autore Pietro De Leo, professore ordinario di storia medioevale presso l’Unical. La presentazione è affidata Nisticò, con l’intervento dello stesso De Leo. 
Si tratta di un libro aperto al contributo dei sindaci del comprensorio delle che possono indicare reperti e tappe per arricchire questo interessante itinerario.
Si tratta ancora di un progetto che vede il Comune di Torre, quale capofila.
Per il prossimo anno c’è l’intenzione di riproporre questo volume stampato in lingua inglese, per favorire una più ampia riscoperta delle testimonianze nei territori della presenza bizantina e normanna.
 
Ed ecco qualche nota sui premiati dell’edizione 2013 del Pericles International Prize.
 
Annibale Marini. Nato a Catanzaro, è presidente emerito della Corte costituzionale, è professore emerito di Diritto civile presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ateneo presso il quale è stato per lungo tempo titolare della cattedra di Istituzioni di diritto privato. Dal luglio 2010 è stato eletto dal Parlamento componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura, presso il quale è Presidente della Prima commissione. 
 
Francesco Profumo. Nato a Savona, è un ingegnere elettrotecnico, accademico italiano ed ex presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Dal novembre 2011 ad aprile 2013, ha ricoperto la carica di ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca con delega inoltre, dal dicembre 2011, al Dipartimento per l'Innovazione tecnologica. 
 
Anders Pedersen è executive vice-president della società farmaceutica danese Lundbeck. È membro della Società Europea di Oncologia Medica, dell'Associazione Internazionale per lo Studio del Cancro del Polmone, della Società Americana di Oncologia Clinica, della Società danese di Oncologia Medica e della Società danese di Medicina Interna. 
 
In attesa di accoglierli nella cittadina, il sindaco di Torre, Pitaro si è dichiarato soddisfatto della scelta dei premiati.
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Sabato, 24 Agosto 2013 13:53

Alaco: il peccato originale

mini lacinaalberi_optÈ tutto lì il peccato originale, la causa che più di altre potrebbe aver  pregiudicato la funzionalità di un'infrastruttura costosissima su cui sia la  Regione Calabria che i privati della multinazionale Veolia avevano investito molto. Ci sono voluti 50 anni; dai 15 miliardi di lire da cui si era partiti il costo dell'opera è lievitato fino a circa 165 miliardi; Sorical dice di averci messo «pochi soldi e molta intelligenza», eppure il problema principale si intuisce subito, al primo sguardo. Prima dei sequestri, delle risultanze investigative, delle relazioni tecniche degli esperti, delle testimonianze inquietanti, degli scenari  torbidi, prima delle mille contraddizioni che negli anni si sono disperse in tanti rivoli, annacquate da spericolate dichiarazioni rassicuranti, insomma prima di tutto il clamore scoppiato attorno al caso Alaco, c'era già una circostanza che andava chiarita, su cui valeva la pena indagare da subito.
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mini festabriganteIl metodo è sempre lo stesso, quello tradizionale. E una tradizione che per Il Brigante si ripete è la festa di chiusura della stagione estiva, dove a farla da padrone sarà un ospite d'onore che suo malgrado con la tradizione (quella musicale e non solo) c'ha avuto a che fare per via della sua abilità a dar voce alla zampogna: la capra appunto!
 
Per gli attivisti dell'associazione culturale si rinnovano anche due riti sacrificali (che gli animalisti non ce ne vogliano!): il primo, già officiato, è stato quello che ha visto protagonista l'ovino che stasera riempirà i tavolini della piazzetta antistante l'associazione; il secondo, ancora da officiare, sarà presente tra i partecipanti vivo e vegeto, cioè l'ovino che il fortunato vincitore stasera si porterà a casa consultando i risultati della riffa... per poi dargli (ahimè!) onorata sepoltura nell'apparato digerente.
 
Ma ad una festa non potrà mancare certo la musica. Quest'anno, al tintinnio delle posate, si affiancherà la grande musica dei Manouche Jazz Trio. La formazione, composta da Paolo Viscardi e Pierluigi Abate alle chitarre e Christian Beraldi al contrabbasso, offrirà al pubblico presente delle straordinarie performance strumentali uniche nel loro genere, quelle del Jazz Manouche appunto. Uno stile musicale unico che fonda il sound tzigano col il Jazz.
 
I tre virtuosi, ispiratisi al capostipite di questo interessantissimo genere musicale, Django Reinhardt appunto, a partire dalle ore 22:00 si esibiranno facendo ascoltare ai presenti brani tipici del Jazz Manouche ma anche tanti pezzi classici riadattati.
E se da parte degli attivisti del Brigante è stato fatto un rito sacrificale per la madre Terra con l'esecuzione della capra, da parte dei Manouche Jazz Trio ce ne vorrà uno propiziatorio per scongiurare il mal tempo. Nuages di Django Reinhardt per cominciare, potrebbe essere la formula giusta!
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mini sagrabuonpescato
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Siamo ben lieti, oggi, di ospitare, nella nostra cittadina, un evento come quello    della sagra del buon pescato. Occasioni come queste, che certamente vedono l'attivo coinvolgimento degli operatori del settore ittico, sono utili e funzionali al nostro territorio. Siamo convinti che tali manifestazioni istituzionalizzate debbano essere  frutto di un lavoro partecipato  fra cittadini, lavoratori ed enti preposti si da far emergere le tanto decantate valorizzazioni del nostro territorio.  Auguriamo, quindi, di ritrovarci presto e tutti insieme, per: 
- la sagra delle bonifiche (ad esempio quella  del Ponte del Varco);
- la sagra dell'acqua pubblica e potabile (un efficiente impianto idrico e che non ci costringa a comprare acqua imbottigliata che aumenta vertiginosamente la quantità di rifiuti nei cassonetti); 
- quella della differenziata porta a porta finalizzata ad un ciclo virtuoso dei rifiuti (Cariati conosce fin troppo ben la drammatica emergenza rifiuti che puntualmente ritorna ogni cambio di stagione);  
-  la sagra dei depuratori recentemente posti sotto sequestro a seguito dell'inchiesta Calipso dalla Procura di Rossano (funzionanti e che restituiscano a cittadini e turisti un mare da vera bandiera blu); 
-  la sagra dei trasporti che siano al passo coi tempi (la statale della morte e i treni da far west sono emblema dell'attuale disastrosa gestione delle politiche in merito ai trasporti e alle infrastrutture);
- quella di un ospedale pubblico che funzioni a regime (il nostro territorio subisce la scelta, del tutto opinabile, da parte del governo regionale che, sulla scorta dei tagli imposti a livello nazionale, ha decretato la morte di tanti ospedali calabresi, come quello di Cariati, in favore di ospedali unici che cozzano con l'attuale sistema della viabilità).
Auspichiamo che sia posta in primo piano la salute dei cittadini e la tutela dei territorio. Richiediamo, pertanto, che la Regione coinvolga attivamente cittadini, associazioni e comitati nella stesura di un piano per la gestione delle acque, nel rispetto della volontà popolare espressasi attraverso il referendum del 2011, che parla chiaramente di un ritorno alla gestione pubblica. Riguardo il ciclo dei rifiuti, speriamo che non si persegua più l'idea di costruire o ampliare impianti d'incenerimento e discariche che altro non fanno che deturpare i nostri territori, minacciare la salute pubblica e sottrarre risorse e lavoro in quanto disconoscono che i rifiuti sono una autentica risorsa economica. I nostri mari, ed è sotto gli occhi di tutti, sono di anno in anno sempre più sporchi e  sottraggono risorse ad importanti settori economici quali pesca e turismo, peculiari caratteristiche del sistema produttivo locale fin troppo spesso marginalizzato. A ciò si aggiunge la minaccia rappresentata dalla Trivellazione dei fondali e dalle esercitazioni militari nel nostro blue sea.  Infine è necessario ricordare che viviamo in una regione dove numerosi sono stati  e sono gli scempi ambientali , pensiamo alla vicenda dell'industria chimica Pertusola, nella vicina Crotone, o ancora alla fabbrica Marlane di Praia. É evidente  come sia necessaria una tutela generale dei nostri territori per poi promuovere  un rinnovamento economico-sociale. Occorre andare al di là della mera immagine dei prodotti, istituzionalizzata dai loghi, a nulla servono momenti di vuota autocelebrazione ante litteram. 
Rivolgiamo un caloroso saluto a tutti i lavoratori del mare perchè un mestiere così duro come questo venga finalmente riconosciuto e valorizzato. Convinti che un pieno sviluppo della società umana si ottenga solo attraverso una società ecologica. 
 
Associazione  Le Lampare
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mini Cleto_Festival_2013Sarà la coscienza, considerata in ogni suo aspetto, il tema dell’edizione 2013 del Cleto Festival – in programma dal 19 al 21 agosto – che si terrà, anche quest’anno, nel centro storico di Cleto (CS). L’evento, ideato e organizzato dall’associazione La Piazza e realizzato con la collaborazione di Emergency e Libera, con il sostegno di Sitel impianti srl e Imprecoges, si pone l’obiettivo di valorizzare le peculiarità storiche, artistiche e agroalimentari di questo caratteristico borgo. L’evento si segnala come uno spazio di incontro e contaminazione tra idee e saperi da un lato, mentre dall’altro mette il borgo al centro dei circuiti di “produzione” della cultura , avviando nello stesso tempo fin dalla prima edizione un lavoro di marketing territoriale che ha portato a Cleto un pubblico nutrito. Restando fuori dai circuiti dei finanziamenti pubblici, il Cleto Festival non di preclude obiettivi di crescita. Per questa edizione è stata, infatti, avviata una collaborazione importante con docenti e studenti della facoltà di Comunicazione dell’Università dell'Insubria di Varese,che che seguiranno i lavori del festival. Un apposito percorso artistico, culturale e gastronomico è stato creato per rendere piacevole il passaggio dei visitatori nelle stradine e piazze del piccolo centro medievale. L'evento, grazie al successo registrato nelle passate edizioni, conferma la validità del progetto che si fonda sul connubio tra l'arte la cultura e gastronomia. Si parte lunedì 19 agosto con la performance teatrale di Elisa Ianni Palarchio, incentrata sulla figura dell’amazzone Cleta, personaggio della mitologia a cui Cleto deve le sue orgini. Successivamente, nello spazio suggestivo della “Porta a Forgia”, il pubblico potrà assistere a un dibattito animato dal presidente de La Piazza, Gianluca Provenzano, dal professor Franz Foti dell’Università dell'Insubria di Varese, di Giuseppe Villarusso di Emergency e di Pablo Petrasso, giornalista del Corriere della Calabria. Seguiranno rappresentazioni artistiche e spettacoli musicali. Per gli amanti della musica popolare vi sarà lo spettacolo dello storico Collettivo Dedalus, da sempre impegnato nella promozione della musica tradizionale calabrese. Martedì 20 agosto in prima serata gli organizzatori del progetto “Musica contro le mafie” , insieme a Umberto Ferrari di Libera Crotone, presenteranno l’iniziativa, che sta facendo il giro dell’Italia. Seguirà lo spettacolo di Federico Cimini, artista emergente calabrese che sta riscuotendo un notevole successo. Sarà poi la volta degli Spasulati, affermata band che da anni cavalca i palcoscenici della Penisola che con suoni che vanno dal reggae allo ska, passando per il dub, Tutto miscelato in una esplosiva patchanka balcanica. Sarà poi la volta dell’incontro-confronto “Voci dalla Calabria”, basato sui temi dell’impegno sociale attivo, moderato da Alfonso Bombini, giornalista di Calabria Ora, che vedrà la presenza di Gianfranco Posa, attivista ed ambientalista, premio Agende Rosse 2011 e presidente del Comitato civico Natale De Grazia di Amantea, di Pippo Callipo, imprenditore calabrese impegnato da anni nel settore della trasformazione e conservazione di prodotti alimentari, da sempre attivo nel sociale e punto di riferimento per la “Calabria che resta”, e di Antonello Caporale, giornalista del Fatto Quotidiano e attento osservatore delle vicende politiche e sociali della Calabria. Mercoledì 21 agosto, tra le performance teatrali e musicali si svolgerà l’incontro-testimonianza “Coscienza pulita”, moderato dal giornalista del Quotidiano della Calabria Rino Muoio, cui parteciperanno amministratori locali in prima fila nella lotta alla 'ndrangheta, che potranno portare la testimonianza del loro impegno. Se ne parlerà con Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme, Michele Tripodi, primo cittadino di Polistena e Maria Carmela Lanzetta, già sindaco di Monasterace. Il concerto degli Accostorta aprirà l’ultima serata musicale del festival con un ricco repertorio di musiche popolari riarrangiate e canzoni inedite. La serata continuerà con la performance teatrale di amalia Ruocco, dal titolo “Pierrot e la luna”, spettacolo che intreccia elementi di danza acrobatica, giocoleria infuocata e danza alla corda aerea. Per gli irriducibili nottambuli le serate del Cleto Festival si protrarranno fino a notte fonda con i dj set programmati. Durante i giorni del festival sarà possibile visitare una mostra fotografica su Peppino Impastato dal titolo “9 Maggio ’78: il depistaggio” di Paolo Chirco, dell’Associazione Peppino Impastato. L'esposizione che ripercorre la vita e le attività della vittima della mafia, per tenere viva la sua esemplare storia di impegno. Nei giorni della manifestazione sarà possibile effettuare visite guidate nel centro storico di Cleto, ammirare mostre d’arte e degustare un mix di prodotti del territorio a km zero e di alimenti provenienti dalle coltivazioni che Libera Terra realizza sui terreni confiscati alle mafie. Giorno 19 Agosto non poteva mancare anche quest’anno la “cialetta”, pane gustosissimo condito con olio delle colline cletesi, aglio e origano selvatico, preparato dalle scrupolosissime mani delle donne del luogo che si tramandano la ricetta da generazioni .Il pane è ottenuto impastando la farina prodotta su terreni confiscati alla 'ndrangheta e ora gestiti dalla cooperativa “Libera” di Isola Capo Rizzuto (Crotone).

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mini 3_1C’è anche l'architetto Raimondo De Raffele nel gruppo di progettisti che si sono distinti nell’ambito dell’iniziativa urbanistico-architettonica lanciata dal Comune di Catanzaro alcuni mesi fa. Il concorso d’idee, bandito dall’amministrazione Abramo per la riqualificazione del centro storico catanzarese con la realizzazione di un’isola pedonale da Piazza Grimaldi sino a Piazza Santa Caterina, ha richiamato l’attenzione di ben 31 team di architetti ed altrettanti elaborati (due dei quali non sono stati ammessi alla selezione perché pervenuti fuori tempo massimo).

La commissione esaminatrice dei progetti – composta dagli architetti Carolina Ritrovato (presidente), Teresa Gualtieri, Raffaele Battaglia, Anna Russo e Giovanni Laganà – ha individuato le tre idee meritevoli di encomio, dalle quali il Comune attingerà concretamente per la riorganizzazione ed il rinnovo del centro storico della città di Catanzaro. Sul secondo gradino del podio l' U.P.lab: un’equipe di giovani architetti calabresi, composta dal serrese Raimondo De Raffele che con i colleghi Andrea Lonetti, Federica Silipo, Chiara Saraceno, Alfonso Sanfile, Giuseppe Anania e Massimo Scalzo ha presentato una proposta progettuale denominata INS3CT.

L’idea seconda classificata prende spunto da un approccio sperimentato in tutto il resto d’Europa: la partecipazione del cittadino. Un percorso metodologico basato quindi sul concetto di cittadinanza attiva, ma che in Italia – ed in particolar modo nel Meridione – stenta ancora a decollare. Pensieri, bisogni, desideri ed aspettative dei catanzaresi sono emersi da un questionario che il gruppo di architetti ha somministrato ad un campione di catanzaresi, composto da cittadini appartenenti a tutte le fasce d’età e genere, oltreché a diverse categorie sociali, compilabile sia in versione cartacea che digitale.

“Lo scopo – si legge nella relazione del progetto che si è aggiudicata il secondo posto del concorso – è quello di ascoltare il territorio per poter valutare al meglio i bisogni e le aspettative condivise dalla popolazione in modo da accelerare il processo di appropriazione di un nuovo spazio rispondendo a necessità immediate e reali. Il fine ultimo è quello di rendere i cittadini partecipi alla formazione di un nuovo concetto di spazio pubblico come risultato estetico di un programma funzionale partecipato in cui i futuri fruitori sono la vera committenza.” Di conseguenza, integrando le prescrizioni già sancite dal bando con le proposte espresse dalla popolazione attraverso il sondaggio “si sono individuati gli obiettivi strategici e le relative modalità per perseguirli”. Ne è emersa soprattutto la necessità di interpretare Corso Mazzini come “un’infrastruttura di relazione sociale, che entri in sinergia con attività presenti e future”. Ai progettisti del gruppo U.P.lab è parso fondamentale “intervenire sull'assetto globale del trasporto pubblico, privilegiando l'istituzione di una zona a traffico limitato, percorribile dai soli mezzi pubblici; creare spazi di aggregazione e sosta di qualità in prossimità di punti sensibili; recuperare la memoria storica del vecchio tram; semplificare l'arredo urbano aumentando la superficie libera; collocare il verde su un piano elevato rispetto a quello stradale con uso di pergole e giardini pensili; individuare porzioni di percorsi protetti dalle intemperie”. Si è pertanto riuscito, allo stesso tempo, a salvaguardare funzionalmente l’esigenza di espandere lo spazio urbano, rendendolo vivo e fruibile, mediante la creazione di luoghi di incontro, sosta e socializzazione. Creando quindi, come definito dagli stessi architetti: “Non più uno spazio anonimo, ma un luogo vivente che abbia una sua identità e che possa contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente urbano e, di conseguenza, la qualità della vita del cittadino.” Fulcro della proposta progettuale dell'U.P.lab, è stata quindi l’abilità nel combinare le disposizioni del bando (elementi coprenti, attraversamento carrabile, ecc.) con i “desideri” dei cittadini (spazi adibiti al verde pubblico, percorsi protetti, sedute, trasporto pubblico, ecc.).

Se ne è ottenuto una struttura esile ma compatta, alta 5 metri dal piano stradale, costituita in cor-ten (acciaio con elevata resistenza meccanica e senza costi di manutenzione futura), di basso impatto visivo e abbellita da verde pensile, scomponibile in base alle necessità, capace di individuare due zone a diversa tipologia di mobilità (una pedonale-lenta e una destinata ai mezzi pubblici e di emergenza) e che, soprattutto, permette la copertura completa del manto stradale con superficie di appoggio minima. Una soluzione strutturale che rievoca una forma già nota in natura: quella del bacillus rossius, comunemente noto come Insetto Stecco ( da cui deriva il nome dell’idea progettuale stessa).

L’illuminazione degli stessi “insetti” è composta da un sistema a Led che garantisce un bassissimo consumo energetico, una lunga durata ed una resa architettonica notevole. Inoltre, lo stesso progetto, prevede l’installazione di totem informativi con schermi a Led - su cui prendere visione delle notizie e delle informazioni che interessano la città capoluogo calabrese – e la copertura internet wi-fi di tutta l’area interessata. Altro punto forte e la rievocazione dell’antica tranvia catanzarese, i quali binari sono ancora presenti in alcuni punti di Corso Mazzini. Un elemento, quindi, rievocativo della memoria storica della città, pronto a rinascere nella proposta progettuale siglata U.P.lab, grazie alla riproposizione di binari (proprio nei punti nei quali erano originariamente situati) con l’inserimento di un sistema di due sedute simmetriche e scorrevoli su un intervallo di 10 metri. L’idea prevede inoltre soluzioni progettuali anche per altri punti dislocati sul centro storico catanzarese come Piazzetta delle Libertà, Salita Mazzini e Piazza Grimaldi.

 

 

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mini SS182È una storia di sviluppo al contrario. Una storia che comprende mezzo secolo di sogni, di speranze tradite, di promesse sistematicamente disattese. Una storia di cerimonie, passerelle, tagli di nastro. Una storia criminale, di intimidazioni, estorsioni, omicidi. E alla fine, come al solito, stringi stringi, è una storia di soldi, tanti, che però sembrano non bastare mai. La strada statale 182, la famigerata Trasversale delle Serre, ha ormai un'iconografia tutta sua – che ovviamente non ha nulla di artistico – in cui un posto spetta di diritto a Pino Soriero, ex sottosegretario ai Trasporti (fino al 1998) del governo Prodi, tre volte deputato, che ben oltre un decennio fa in un indimenticabile manifesto elettorale annunciava, con sullo sfondo i piloni di cemento dell'eterna costruenda, che «lo sviluppo è avviato».

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mini fotoSERRA SAN BRUNO - Tutte le strade portano a Roma. Così recita un antico proverbio, ma altrettanto non possiamo dire per le vie di comunicazione che portano all'entroterra vibonese ed in particolare alla cittadina della Certosa. La rete viaria è ridotta ad un colabrodo e numerosi sono i punti che mettono in serio pericolo l'incolumità degli automobilisti che, pur cambiando tragitto, non mancano di esporsi al disagio di percorrere strade governate dall'incuria. Frane, buche e qualsivoglia pericolo la fanno da padrone e di fatto isolano l'entroterra vibonese, già dimenticato dalle fallimentari politiche amministrative di venti anni di provincia. S'inserisce in questa ottica la petizione - una vera e propria denuncia - che imprenditori, commercianti e proprietari di attività varie, hanno scritto al neo Prefetto di Vibo Valentia Giovanni Bruno e per conoscenza alla Procura della Repubblica vibonese, per denunciare quanto gli automobilisti che hanno come destinazione Serra San Bruno e i paesi del circondario, e chi da essi di sposta, sono costretti a subire.
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mini vinci_sentieroSERRA - Pantofole, ombrelli, bottiglie di plastica, carte e cartacce. L’euforia della cerimonia di inaugurazione è già svanita nel nulla. Soli 10 mesi fa, in un concitato lunedì d’ottobre, accolto in pompa magna, il governatore Giuseppe Scopelliti, si era spinto addirittura nello sperduto entroterra vibonese, a Serra San Bruno, per il battesimo ufficiale del sentiero Archiforo. Un percorso naturalistico realizzato dal Parco delle Serre con l’ausilio  degli operai idraulico forestali, presentato nello scorso autunno, che si snoda per 1,3 km tra maestosi faggi ed abeti, cascate e ruscelli, per condurre dall'ex Vivaio Rosarella – proprio attraverso il Bosco Archiforo - sino a località Pietra del Signore. 
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mini commissione-straordinaria-ventimiglia-giovanni-bruno_516138VIBO VALENTIA - E’ il giorno dell’insediamento del nuovo prefetto Giovanni Bruno, così come ufficializzato dall’ufficio stampa dell’Utg di Vibo Valentia. Ieri pomeriggio – il successore di Di Bari – al momento del suo arrivo in città, è stato ricevuto dal sindaco Nicola D’Agostino e da parte della sua amministrazione nella sala giunta di Palazzo Luigi Razza. Giovanni Bruno arriva quindi da Ventimiglia, dove si era insediato dal febbraio 2012, alla guida della triade commissariale del Comune sciolto per infiltrazione mafiosa. Un’esperienza, quindi, che ha permesso al neo prefetto vibonese di conoscere ed affrontare il problema delle ingerenze della criminalità organizzata negli enti pubblici. Anche se – come ribadito dallo stesso Bruno – “quanto accade nel Ponente ligure, riguardo alle ingerenze mafiose, è ben diverso, e forse più lieve, rispetto a quanto avviene invece in Calabria. Certamente andranno poi man mano verificate le singole situazioni”.

Il nuovo capo dell’ufficio territoriale del governo ha voluto poi effettuare un “giro di ricognizione” istituzionale, per incontrare le autorità provinciali. Prima destinazione il palazzo della Provincia, dove Bruno si è intrattenuto per qualche decina di minuti con il Commissario straordinario Mario Ciclosi, per proseguire in seguito la sua prima giornata di visita dirigendosi verso Mileto per rendere omaggio al Vescovo Mons. Luigi Renzo e per innestare, fin da subito, una fruttuosa sinergia anche con la rappresentanza ecclesiastica. In programma nelle prossime ore la visita ai vertici delle forze di polizia con cui si intavolerà una prima discussione sull’ordine e sulla sicurezza pubblica.

Giovanni Bruno giunge quindi in sostituzione al prefetto Michele Di Bari, trasferito a Modena. In passato era stato a Messina per rivestire l’incarico di Componente dell'Agenzia nazionale di regolamentazione del settore postale, fino al 6 febbraio 2012 quando era stato chiamato a gestire il Comune di Ventimiglia in provincia di Imperia, assieme al vice prefetto di Genova Antonio Lucio Garufi e a Luciana Lucianò, dirigente del servizio contabile della prefettura di Asti, nonché ex commissaria a Sanremo.

A pochi mesi dal suo insediamento nel comune ligure, Giovanni Bruno era stato oggetto di un’intimidazione in puro stile mafioso. Nel giugno 2012, infatti, la polizia aeroportuale di Roma aveva intercettato una busta contenente due proiettili indirizzata allo stesso Bruno.   

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