mini municipio_serra
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Rimango basito ogniqualvolta penso a come anche un solo serrese abbia potuto dare fiducia alla maggioranza di centrodestra che guida il nostro comune. Una maggioranza che si caratterizza attraverso un’ immobilismo disarmante. Un po’ poco per chi affermava, solo due anni fa, di avere la bacchetta magica e di poter nel giro di poco tempo risolvere tutti i problemi della nostra cittadina. Mi riferisco alla possibilità di incentivare l’imprenditoria facilitando l’accesso al credito dei giovani facendo in modo che il comune potesse fare da garante nei confronti delle banche, mi riferisco alla possibilità di consegnare alle giovani coppie in difficoltà le case che facevano parte del progetto “Paese Albergo”, ai 100 posti di lavoro al Parco e alla raccolta differenziata con codice a barre che avrebbe dovuto far raggiungere le percentuali auspicate dal governo nazionale nel giro di poco tempo…
Ci ritroviamo purtroppo di fronte a una realtà diversa, per l’imprenditoria non è stato mosso un dito e le giovani coppie attendono ancora invano l’uscita del bando per l’assegnazione delle case albergo; dei 100 posti di lavoro neanche l’ombra,  tranne che per una manciata di contratti mensili per amici e parenti della maggioranza e la raccolta differenziata è rimasta orfana delle buste con colorazione diversa per ogni materiale riciclabile e dei codici a barre dopo neanche un mese dalla messa in atto. Le strade sono di nuovo piene di rifiuti abbandonati da chi, con senso civico pari a zero, certifica in tal modo il fallimento di un progetto tanto sbandierato nel dopo elezioni del 2011, così come tanto trascurato e mal gestito dopo qualche mese.
Un’amministrazione che si rispetti dovrebbe essere caratterizzata dal dialogo, anche con toni forti, e dalla dialettica. Negli ultimi due anni i serresi hanno dovuto assistere invece, a teatrini che niente hanno a che vedere con la politica e con chi afferma di farne parte: abbandoni dell’aula da parte della maggioranza per far mancare il numero legale (in genere questa possibilità è vista come manna dal cielo dalla minoranza che da sola non ha i numeri per invalidare una votazione) e richieste di sospensioni, ben tre nell’ultimo consiglio comunale, per attaccarsi al telefono e chiedere consigli su come proseguire la seduta. Una maggioranza muta e impalpabile se non fosse per il capogruppo in consiglio e qualche sporadica uscita poco felice del sindaco. Dall’altro lato una opposizione che in alcune occasioni ha dovuto dimenticare di essere tale e mantenere il numero legale per votare provvedimenti considerati positivi per tutta la cittadinanza, una opposizione che in ogni consiglio si ritrova a doversi astenere o addirittura a dover abbandonare l’aula durante le votazioni in quanto la maggior parte dei punti all’ordine del giorno individuati dalla maggioranza non seguono l’iter imposto dal Testo Unico ma vengono portati in consiglio e discussi come se fossero argomenti da bar.
Il ruolo di trascinatore che Serra San Bruno ha sempre avuto verso tutto il comprensorio sembra sia venuto meno e per ciò si deve ringraziare chi con voglia di rivalsa è riuscito ad avere la maggioranza senza pensare che una volta arrivato a Palazzo Tucci avrebbe dovuto governare e non divulgare slogan buoni finché si è in campagna elettorale ma di impossibile attuazione quando si ha l’onore e soprattutto l’onere di gestire la cosa pubblica…
Auspico che, con grande senso di responsabilità, l’attuale maggioranza decida di fare un passo indietro in modo da ridare ai cittadini la possibilità di scegliere nuovamente quale possa essere il meglio per la nostra cittadina, questa volta con qualche certezza in più e qualche politicante della domenica, con famiglia numerosa a seguito, in meno.   
 
Michele Grenci

Coordinatore movimento politico 'Al lavoro per il cambiamento'
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mini presidio_blocco_dei_camion_20_maggioSCALA COELI – Camminando lungo la strada che porta alla discarica si intuisce subito che la calma bucolica che si respira tutt’intorno è effimera. Più che di una strada, per la verità, si tratta di un sentiero sterrato, una mulattiera che si intrufola in mezzo alle colline verdeggianti chiuse a semicerchio che sembrano proteggere, tra terreni coltivati e prati lasciati al pascolo degli animali, l’avanzata del fiume Nicà verso lo Jonio. C’è qualcuno che, senza farsi vedere, sorveglia il sentiero, dall’alto. Sono le sentinelle della valle, appostate sulle colline controllano con discrezione che non ci provino di nuovo, perché finora hanno vinto loro ma sanno bene che si tratta solo di una battaglia.
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mini municipio serraRiceviamo e pubblichiamo:

E’ senza dubbio singolare il comportamento dell’amministrazione Rosi in merito alla gestione degli LPU utilizzati finora dal Comune di Serra San Bruno. Ed ancora più particolare è l’atteggiamento del neo Assessore Regionale al Lavoro Nazzareno Salerno che, a Catanzaro e a Roma afferma di tenere in massima considerazione il futuro lavorativo degli Lsu e degli Lpu calabresi ma poi nel suo Comune, dove sicuramente ha la possibilità di indirizzare alcune scelte, non induce alla ragionevolezza chi, incoscientemente, si adopera per mandare a casa 58 lavoratori che da tanti anni rappresentano lo strumento con cui la collettività di Serra ha potuto godere di servizi primari a costi vicino alla zero.

Solo qualche settimana fa, replicando ad una nota attribuita ad alcuni Lpu in cui si sostenevano le azioni di Rosi, ma che noi abbiamo sempre pensato fosse frutto di una “penna amica” del Sindaco, dicevamo appunto che i lavoratori dovrebbero stare sempre dalla stessa parte perché la ruota gira ed il potente potrebbe secondo i suoi umori prendersela con chiunque. La verità è, a nostro parere, che gli Lpu di Serra, che da sempre si sono adattati ai voleri ed ai bisogni degli amministratori di turno, non hanno conquistato la consapevolezza che la politica va e viene e che nessuno, ad iniziare da Rosi può inopinatamente decidere della vita lavorativa e del sostentamento economico di 58 famiglie quando, addirittura, le risorse necessarie non sono nemmeno erogate dall’ente che li utilizza.

Non ne ha assolutamente il diritto ed i lavoratori lo devono ben capire, prima loro, e poi farglielo capire all’attuale Sindaco a cui è stato consegnato un paese nobile come Serra San Bruno che a nostro parere meriterebbe ben altre attenzioni e ben altri argomenti da trattare, primo fra tutti un piano di sviluppo dell’occupazione e dell’area, ogni anno che passa sempre più emarginata e periferica, a dispetto del fatto che lì vivono o da lì provengono diversi uomini di potere, per citarne solo alcuni, Censore, Salerno, Calvetta. E comunque la responsabilità di quello che si sta preparando per gli Lpu di Serra non può essere solo opera del Sindaco, bisogna capire cosa c’è dietro, ad iniziare dalla richiesta di trasferimento in massa di alcuni di loro al Parco delle Serre, ente che attualmente, da lottizzazione politica, pare essere nelle disponibilità di Salerno, dominus di Rosi.

Qual è la strategia che anima tutto ciò? Quale epurazione si ha in mente?

Qualunque cosa questi signori pensino, deve essere assolutamente sventata, e l’unico modo per ottenere ciò è la coesione di tutti i lavoratori interessati, la loro lotta per la conquista di dignità e lavoro, una forte opposizione alle trame di chi, forte del consenso conseguito alle elezioni, ritiene forse di essere stato investito del potere di vita e di morte sui suoi concittadini. Così anziché utilizzare quella preziosa fiducia assegnatagli per portare serenità nella città e tra la gente, si diletta ad instillare preoccupazioni su preoccupazioni.

Certamente ci aspettiamo un intervento forte di tutte le opposizioni ma anche dei consiglieri di maggioranza che abbiano voglia e capacità di indurre il Sindaco a ragionare. Noi intanto, per quello che ci compete, abbiamo inoltrato una richiesta d’incontro all’Amministrazione, con l’intento di discutere di tutto ciò, alla presenza delle altre OO.SS e dei lavoratori perchè sia fatta chiarezza sulle posizioni di ognuno.

Quale azienda, se avesse la possibilità di utilizzare gratis diecine e diecine di lavoratori, magari formandoli per i servizi che più sono utili ed investendo su di loro magari per un ricambio quando i veterani andranno in pensione, li rifiuterebbe? Credo nessuno, a meno che non abbia tutte le rotelle al proprio posto. Oppure a fare paura è proprio l’eventualità che qualcuno reclami una stabilizzazione che riempirebbe gli organici per i prossimi 15 anni e quindi impedirebbe le solite pratiche clientelari?

Luciano Prestia
Segretario Provinciale UIL Vibo Valentia

 

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mini 1172251747Acquisire informazione sui bandi o semplicemente verificare l’ammissibilità delle domande inviate all’Assessorato regionale al Lavoro sembra sia diventata una vera e propria odissea. L’accusa emerge dalla lettera firmata dal Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca, che si dice esterrefatto dai silenzi del dipartimento guidato dal neo assessore Nazzareno Salerno. Dalla missiva emerge il disagio di un imprenditore che aveva partecipato nel marzo scorso ad un ‘bando a sportello’ utile a ricevere un contributo a favore delle imprese, variabile dai 12mila euro, nel caso di assunzione di un lavoratore maschio, ai 25mila euro nel caso di un lavoratore portatore di handicap, ma che a ben 3 mesi di distanza ancora non aveva avuto alcun responso, neanche semplicemente in merito all’idoneità della propria domanda.

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mini eliporto_vibo_marinaVIBO VALENTIA - Un uomo, di cui ancora non si conoscono le generalità, è stato vittima di un grave incidente sul lavoro a circa 30 miglia dalla costa tirrenica vibonese, direzione Stromboli. Da quanto si apprende da fonti interne, l'uomo, ingaggiato da alcune cooperative marinare attive in questo periodo sul fronte della pesca del tonno, si è immerso in mattinata in una delle gabbie di allevamento poste a largo per svolgere le solite mansioni di conta e monitoraggio del cosiddetto "pinna rossa" quando, pare, sia stato vittima per causa ancora da accertare di un'embolia polmonare. Gli altri operai in superficie, accortisi immediatamente dell'incidente, hanno allertato i soccorsi che hanno raggiunto il sommozzatore via mare, con le vedette e le lance della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza di Vibo Marina e per via aerea, con un primo elisoccorso giunto da Catanzaro

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mini fabriziaRiceviamo e pubblichiamo:

Il trasformismo dei politici esperti e presuntuosi, all’occasione spacciato per ovvia e quasi dovuta formalità, non ha mai limite. La legalità violata, anche dopo i ritocchini propinati con una presunta “completa definitiva istruttoria”, non è per nulla ristabilita. Il Sindaco che insiste nel fare il responsabile gestionale, mostra nuovamente di voler fare a forza le cose secondo le sue leggi. La graduatoria approvata l'altro ieri, tamponata con inutili ed ipocriti accomodamenti formali, sarebbe divenuta perfetta e “definitiva”, nonostante definitiva fosse stata dichiarata la precedente della determina n. 61 del 17 maggio. Ma definitiva rispetto a che cosa? Non si può pensare che una definitività procedurale sia un qualcosa che si possa inventare a seconda delle necessità del superbo sindaco fabriziese, sol perché è conscio del fatto che coloro che potrebbero richiedere l’azione di giustizia, non hanno la forza civica per farlo, ritenendo più opportuno attendere vanamente il favoritismo personale. D’altro canto lui è spudoratamente tranquillo sulla rischiosità delle denunce democratiche pubbliche: presume che la scarsa diffusione e le coperture che cerca di crearsi, lo rendano intoccabile. Tuttavia non si può escludere che possa iniziare a rendersi conto che prima o poi dovrà fare i conti con l’esito delle sue operazioni politiche.

La serietà dei contenuti sui quali è improntato questo discorso avrebbe già potuto essere idoneo a provocare la rivolta civica degli interessati e delle loro famiglie. Invece passa in sordina, prevalendo il primitivo senso di utilità attendista, ma anche di rassegnazione all’impotenza. Nonostante ciò, crediamo giusto riprendere il discorso dell’illegalità per precisarlo in sintesi a partire dalla redazione del bando, che potrebbe già di per sé apparire come fonte di diversi abusi in termini di trasparenza.

Cominciamo dal criterio “reddito”, che poi viene anche detto “ISEE”. Non si sa quale dei due sia stato preso in considerazione: la conclusione è che si è dovuto operare una scelta arbitraria e non democraticamente chiara.

Inoltre, quello che doveva essere il criterio più semplice, e cioè,“essere iscritti presso le sedi circoscrizionali …”, manca anch’esso di certezza. Occorre considerare che per il possesso dello stato di disoccupazione è semplicemente prevista un’auto dichiarazione che l’interessato deve rendere, non una “iscrizione” come è stato richiesto nell’avviso. Ma pur accogliendo l’impropria definizione dello status dell’avente diritto, si deve osservare che neppure è stato specificato se la fantomatica iscrizione doveva preesistere o poteva anche essere acquisita nell’occasione, trattandosi di pura e semplice disponibilità all’occupazione da parte di un disoccupato.

Solo dubbi, ovviamente provvidenziali al perfetto oscurantismo politico, a spregio della trasparenza.

Passiamo al più importante criterio, gravemente compromesso da un’interpretazione personale: quello del requisito riguardante l’essere “braccianti agricoli disoccupati”. Pare di leggere chiaramente nei risultati statuiti con le delibere, che il Sindaco non abbia tenuto conto del significato legale della qualificazione richiesta. Risulta chiaro da alcune esclusioni contenute nella famosa determina di maggio. Con essa sono stati “approvati” degli elenchi che in realtà dovevano funzionare da graduatoria definitiva con contestuale atto di avviamento. In quell’atto vi erano elencati diversi aventi diritto scartati con la dicitura “avviato”. Dopo ben quattro mesi dal bando, i lavoratori indotti in errore anche dalle stesse dicerie interne, non credendo più all’attuazione del progetto hanno giustamente accettato qualche giornata di lavoro per sostenersi. Chi è responsabile tecnicamente e politicamente dell’azione amministrativa, non può valersi di un’infelice ambiguità terminologica oltre il limite della legittimità. Non può far finta di ignorare che lo stato di disoccupazione, per legge della Repubblica, si perde solo al superamento del limite di reddito annualmente previsto e non certo per l’accettazione di un breve lavoro a tempo determinato e, per di più – come nel caso della categoria dei braccianti agricoli – con chiamata il più delle volte giornaliera. Tra l’altro, bisognerebbe domandarsi il perché, stando alla regola che il Comune si è data con il bando pubblico, la graduatoria (provvisoria nda) doveva essere stilata entro sette giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle domande; ciò non è avvenuto e comunque non è certo l’unica pecca. Non si può capire e giustificare che le inefficienze del Comune le debbano pagare i poveri cittadini in cerca di qualche opportunità anche precaria.

Sarebbe stato auspicabile un riparo all’ingiustizia, ma questa curiosa ed atipica occasione di una speciale “approvazione” definitiva non è servita neppure a questo. Il Sindaco con la determina n. 73 del 3 giugno, non si è minimamente speso a riparare ai marchiani errori, preoccupandosi invece di tenere buoni tutti con l’autorità. Infatti, non solo non ha preso in considerazione le giuste proteste di alcuni interessati perseverando nella negazione dei diritti, ma vi ha pure associato l’anomalia di approvare una graduatoria (arbitrariamente denominata definitiva) assolutamente “monca”. Infatti questa determina – incomprensibilmente – invece di riportare una graduatoria di 158 persone, più un escluso per istanza fuori termine, ha fatto sua, incondizionatamente e definitivamente, una graduatoria che “gradua” soltanto 75 persone. Questo procedimento è “speciale” anche in questo senso. Il concetto di definitività viene prima strumentalizzato come iter decisionale fuori da qualsiasi logica conosciuta nell’attuale fase democratica, per poi sfociare in un atto che vuole imporsi come definitivo, ma che di definitivo non ha nulla non avendo subito alcun efficace controllo spettante agli interessati aventi l’inviolabile diritto di proporre i legittimi reclami nei termini e modalità che dovevano essere chiari per tutti allo stesso modo.

Con queste premesse, non ci si meravigli più di tanto della mancanza di quel controllo democratico di competenza delle opposizioni elettive, che a Fabrizia sono del tutto utopistiche. Ma la pura rassegnazione non fa ancora parte del tutto del bagaglio di civiltà del paese. Qualche civica indignazione trova il coraggio della pubblica critica denunciando un sacrosanto dissenso contro le illegittimità a profusione. Non si può per sempre rimanere civilmente inerti nei confronti di quella che si sta pericolosamente delineando come una vera e propria antidemocrazia, fuori contesto storico, stonata anche per un piccolo paese abituato a molto, ma non a tutto.

Maria Cirillo

 

 

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mini polizia-di-statoCosche che si consorziano, mettendo da parte vecchi e nuovi rancori in nome del bene comune. Un bene comune da milioni di euro, che spazia dal business dei parchi eolici, al traffico di stupefacenti, passando per il controllo degli appalti e il racket delle estorsioni. E’ per questo che i Vrenna-Bonaventura-Ciampà di Crotone, hanno deciso di allearsi con i Megna di Papanice. Un sistema sul quale la Dda di Catanzaro aveva messo gli occhi da tre anni. L’operazione, denominata 'Old family', è scattata stamani. 35 i soggetti finiti in manette, 250 gli agenti di polizia impegnati nell’esecuzione dei fermi. Nel provvedimento disposto dal procuratore aggiunto Giuseppe Bombardieri e dal sostituto Pierpaolo Bruni, vengono contestati i reati di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni

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mini conf stampa mirko 30 aprile 2012SERRA SAN BRUNO – Il consigliere comunale di minoranza del movimento politico “Al lavoro per il cambiamento” Mirko Tassone, nei giorni scorsi ha inviato una missiva al prefetto di Vibo Valentia Michele Di Bari, per evidenziare il mancato rispetto delle prerogative della minoranza in ordine all’approvazione del rendiconto di gestione per l’anno 2012 che avrebbe evidenziato la pessima gestione dell’amministrazione comunale «(disavanzo di 119 mila euro in termini competenza; 187 mila in termini di risultato di amministrazione)». Secondo quanto afferma Tassone la convocazione del consiglio comunale durante il quale il bilancio è stato discusso a approvato non sarebbe stata preceduta «da alcuna comunicazione con la quale si portavano a conoscenza i singoli Consiglieri Comunali della disponibilità degli atti relativi al rendiconto di gestione. Al contrario, il deposito degli atti in questione veniva indicato solamente nell’avviso di convocazione, notificato in data 6 maggio, quindi, 16 giorni prima dello svolgimento del Consiglio Comunale. A ciò si aggiunga – prosegue il consigliere di opposizione - che, in data 21 maggio u.s, alle ore 13 circa non era ancora disponibile la relazione del Revisore dei Conti, consegnata, da un vigile urbano, al sottoscritto, solamente intorno alle ore 20 di martedì 21 maggio». Quindi nel pomeriggio del 20 maggio «era stato notificato un Ordine del Giorno aggiuntivo con altri cinque punti, tra i quali due varianti allo strumento urbanistico, da discutere nella seduta convocata per le ore 9,30 del 22 maggio. Considerando che gli atti di cui all’ordine del giorno aggiuntivo sono stati materialmente consegnati nella mattinata del 21 maggio, a meno di ventiquattro ore dall’avvio dei lavori del Consiglio Comunale, si comprende bene la difficoltà dei Consiglieri a valutare compiutamente la documentazione». Inoltre da una sommaria analisi degli atti relativi al Conto Consuntivo «erano emerse macroscopiche discrepanze, tra il documento licenziato dalla Giunta e la Relazione prodotta dal Revisore dei Conti». Ad esempio: «il documento redatto dalla Giunta evidenziava delle somme incamerate dal Comune provenienti dalla raccolta differenziata, mentre per il Revisore dei Conti, nell’anno 2012, il Comune non avrebbe introitato alcuna risorsa; nella premessa al suo documento, il Revisore dei Conti, dichiara che non ci sarebbero debiti fuori bilancio, salvo evidenziare, in conclusione, che alcuni responsabili di servizio non avrebbero presentato alcuna attestazione in merito all’esistenza di debiti fuori bilancio. Si aggiunga, inoltre, che durante la discussione in Consiglio, il sottoscritto, evidenziava che l’assenza di debiti fuori bilancio non poteva essere verosimile per, almeno, due ragioni: 1) nel corso del 2012 il comune ha realizzato, infatti, lavori (per i quali in data 5 novembre 2012 il sottoscritto ha presentato un’interrogazione tuttora inevasa) di manutenzione straordinaria presso il cimitero per i quali non risulta essere stato assunto alcun impegno di spesa; 2) nel corso del 2012 il Comune nell’aderire al progetto “Pitagora Mundus” ha sottoscritto una convenzione (peraltro senza sottoporla al Consiglio Comunale) con I.S.C.A.P.I. in ragione della quale cinquanta studenti egiziani sono stati ospitati presso due strutture alberghiere cittadine ( una delle quali, agriturismo “Fondo dei Baroni, in questi giorni ha inviato una lettera ai quotidiani locali per denunciare il mancato pagamento, da parte del Comune di Serra San Bruno, delle spettanze relative all’ospitalità fornita a partire da settembre 2012)». In merito all’esistenza o meno dei debiti fuori bilancio, evidenziati «il sindaco e gli assessori si sono astenuti dal dare risposta». Considerando, infine, che il rendiconto di gestione 2012 «presenta un disavanzo di competenza superiore ai 119.000 euro ed un disavanzo di amministrazione superiore ai 187.000 abbiamo ritenuto necessario presentare al Consiglio una motivata richiesta di rinvio (Doc. allegato) al fine di garantire a ciascun Consigliere la possibilità di valutare compiutamente l’intera documentazione». Secondo Tassone nonostante le evidenti violazione normative regolamentari, il Consiglio, con i soli voti favorevoli dei consiglieri di minoranza (Tassone e Lo Iacono, assenti Federico e Raffele), ha respinto la proposta procedendo all’approvazione del Conto Consuntivo». Il documento è stato licenziato con il voto della maggioranza, mentre MirkoTassone non ha partecipato.

(articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria)

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mini precari 4Un’anomalia dell’assistenzialismo all’italiana. Per migliaia di lavoratori, appesi all’incubo della precarietà, è un dramma che dura da 15 anni. Per la politica, che ha partorito quest’ennesima bomba sociale, oggi è diventato un fardello pesantissimo, difficile da portare (e da scaricare). Il Consiglio di Stato (sentenza n. 1253/2007) ha decretato che l’attività dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità non può qualificarsi come un vero rapporto di impiego, “e ciò per la considerazione che il rapporto dei lavoratori socialmente utili trae origine da motivi assistenziali e riguarda un impegno lavorativo certamente precario”. Un responso impietoso, difficile da accettare per chi svolge quotidianamente servizi essenziali in migliaia di enti locali - per poche centinaia di euro al mese e senza alcun contributo previdenziale - ed è ciclicamente costretto a scendere in piazza

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mini sharo_003SERRA SAN BRUNO - Quando a Sharo Gambino chiesero di lasciare la sua terra lui non aspettò nemmeno la fine della frase per rispondere seccamente “no, grazie”. Andarsene dove? E poi soprattutto andarsene per cosa? Per vivere economicamente meglio, per dare più pane e più soldi ai figli, per ricoprire posizioni eccellenti, per annusare l’aria dei salotti buoni, forse per praticare la politica, magari per farla? “No, grazie”, Sharo Gambino resta qui. Dov’è nato e dove l’odore della legna in fumo dai comignoli del paese è come l’oppio delle migliori ispirazioni baudelairiane.

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