Il Vizzarro.it - quotidiano online
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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Undici maggio 2014: festa della mamma. Ormai son molti gli anni che questa festa è entrata nella consuetudine degli Italiani e non solo. Sicuramente è senza dubbio la festa più giusta e più meritata tra le tante che oggi hanno assunto carattere consumistico. Da sempre è avvertito e solennizzato l’attaccamento giustamente viscerale che si ha verso la madre e non c’è popolo, nella storia, che non abbia manifestato gioia per questa figura genitrice. «Perfino - scrive Mons. Luigi Renzo - tra i Bretti, popolo falsamente ritenuto di villani e di cafoni, la figura materna occupa un posto rilevante all’interno della famiglia. Anzi è proprio lei, Brettia, a dare il nome al popolo». La mamma, elemento insostituibile, fonte di vita, espressione di amore e dell’amore, è il vero centro della storia della famiglia. Scriveva Giuseppe Mazzini che la mamma «è la carezza della vita, la soavità dell’affetto diffusa sulle sue fatiche, un riflesso sull’individuo della provvidenza amorevole che veglia sull’umanità. Sono in essa tesori di dolcezza consolatrice che basta ad ammorzare qualunque dolore». E quando ella non c’è più la si apprezza ancora maggiormente e se ne sente la mancanza e come se ne sente anche se si diventa adulti e misteriosamente quando si diventa genitori. È qui che capisci davvero il ruolo della mamma: le sue apprensioni, i suoi avvertimenti, la sua forza fisica che non conosce ostacoli o malattie e sempre pronta a dare un bacio al piccolo nato o una carezza al figlio ormai maturo, carezza che è davvero ricchezza che non conosce confini. Insomma, come un vecchio detto, chi ha mamma ha banca.
La mamma, per il figlio, perde la caratterizzazione di donna ed entra nell’alveo della sacralità; è venerata e non deve essere per nessuna ragione offuscata la sua immagine e la sua onorabilità. Anche il figlio illegittimo ama profondamente la sua madre e la difende da qualsiasi comportamento incauto che può provenire dagli altri. La donna è oggi, forse più di ieri, mortificata come oggetto di desiderio, ma nel ruolo di madre recupera tutta la sua dignità, un posto indiscusso ed un valore assoluto davanti al marito e ai figli. Per questo l’amore della mamma e per la mamma è per ognuno di noi il modello massimo dell’affettività. È davvero grande ed imperituro il cuore della mamma che Cu dicia ca ti vo beni cchiù di la mamma, o ti tradiscia o ti ‘nganna; ed ancora Na mamma fa pi cientu figghii, cientu figghi non fannu pi na mamma.
Ma c’è sempre il rovescio della medaglia, l’amore della mamma è così grande che talvolta, cosa rara, può venir meno e se è così il figlio ha davvero paura tanto che li jistimi di la mamma cogghianu. Davvero la più grande sventura è incorrere nella maledizione della madre: non ci sarà più pace e gli effetti della maledizione saranno ancora più devastanti se è fatta col seno scoperto, cu li minni di fora, perché il seno da fonte di vita e nutrimento per aver dato il latte, diventa strumento di maledizione. Cosa rara, si diceva, e già perché l’amore materno è totale e assoluto e sempre pronta davanti a qualsiasi groviglio del figlio e della famiglia, per dirla con Moravia per fortuna ci hai tua madre. Sta tutta qui la sublimità dell’essere mamma: nel figlio ama la sua stessa carne e la sua stessa vita per cui il suo amore non può non essere istintivo e viscerale. A lei non importa che i figli ne approfittino e non si lascia condizionare dal fatto che se li fimmini strudanu l’uomu, li figghi strudanu li mammi.
Al legame di sangue si aggiunge quello morale e spirituale e la mamma, intesa anche come moglie, ha un ruolo non solo comprimario all’interno della perfetta società familiare e così na famigghia si distingua si lu maritu tira e la mugghieri spingia. Ed anche oggi, se si vuole, in una società aperta, culturalizzata, polivalente, in una famiglia non più chiusa solo fra quattro mura o nel piccolo borgo.
Perché, come si ricava anche dal Messaggio del Concilio Alle Donne: «… Voi donne avete sempre la missione di salvare i focolari, l’amore delle fonti di vita. Voi siete presenti al mistero della vita che comincia. Voi siete le consolatrici al momento della morte. La nostra tecnica rischia di diventare inumana. Riconciliate gli uomini con la vita... Spose, madri di famiglia, prime educatrici del genere umano… trasmettete ai vostri figli le tradizioni dei vostri padri, nello stesso tempo che li preparate ad un imprevedibile futuro. Ricordate sempre che una madre, mediante i propri figli, appartiene a quell’avvenire che lei non potrà forse vedere».
Mimmo Stirparo
L’Aibes Calabria - Associazione Italiana Barman e Sostenitori - quest’anno ha dato vita ad un “Circuito del cocktail” itinerante, che condurrà il prestigioso evento in tutte cinque le province della nostra regione. Dopo l’esordio tenuto al Citydrink di Crotone e la seconda tappa al Museum Center di Reggio Calabria - dove i concorrenti, barman e barlady, si sono cimentati nella realizzazione di un cocktail a base di bergamotto - la terza gara dell’evento interesserà direttamente da vicino il nostro territorio. Per gli amanti della miscelazione, vibonesi e non solo, l’appuntamento è infatti fissato per il prossimo lunedì 12 maggio, dalle ore 14.00, presso l’Hotel 501 di Vibo Valentia.
Professionisti e appassionati si sfideranno, dunque, a colpi di shaker in quello che, senza dubbio alcuno, può essere indicato come il massimo evento regionale del settore, in cui, tra l’altro, sarà riconosciuta la possibilità di partecipare anche a chi non è ancora inscritto all’associazione Aibes. Un’iniziativa che vedrà protagonisti - nella categoria Juniores - anche gli studenti di Vibo Valentia e di Serra San Bruno frequentanti l’Ipssar (Istituto Professionale indirizzo Servizi per l'Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera) e che vedrà, soprattutto, tutti i concorrenti in gara impegnati nella realizzazione di una ricetta inedita a base di “Indianello”, l’ormai celebre liquore ai fichi d’India prodotto ed offerto per l’occasione dalla Distilleria Caffo, uno dei partner promozionali dell’evento.
Ma a tenere alto il nome di Serra San Bruno, sarà soprattutto Domenico Scrivo, divenuto ormai un abilissimo professionista del settore, che ha avuto già nel recente passato la possibilità di mettere in mostra le sue doti di raffinato barman nelle diverse iniziative già organizzate, a livello regionale e nazionale, dall’Aibes, l'unica associazione per barman legalmente riconosciuta con DPCM 16/01/1998 e che raggruppa migliaia di professionisti in tutta Italia.
Il prestigioso concorso sarà preceduta da un master “Bar story”, tenuto da esperti della miscelazione, mentre a fine serata i presenti potranno gustare l'aperitivo offerto da Campari, leader nell'industria globale del beverage, e da altre due aziende di rilievo: la Serfunghi Calabria di Calabretta Luigi di Serra San Bruno e la Delizie Vaticane di Tropea. Come già detto, la tappa di apertura del Circuito del cocktail si è tenuta a Crotone, mentre la seconda a Reggio Calabria. Dopo l’appuntamento di Vibo, sarà quindi la volta di Cosenza e Catanzaro, dove si terrà dunque la gara conclusiva. Alla fine del circuito, i primi dieci classificati delle rispettive categorie (capi-barman, barman, aspirante barman e amici dell’Aibes) approderanno alle finali nazionali del concorso.
Solo ieri gli attivisti del Comitato Civico pro Serre avevano denunciato l’emergenza legata alla presenza ormai da quasi un mese di un’unica anestesista in funzione, 24 ore su 24, all’Ospedale San Bruno. Come se non bastasse, proprio in questi giorni, è emersa un’ulteriore criticità legata al malcontento degli autisti dell’ambulanza in dotazione al nosocomio, costretti ad effettuare turnazioni straordinarie non retribuite. Infatti, nella notte tra il 7 e l’8 maggio, gli autisti dell’unico mezzo di soccorso in organico al San Bruno, che da tempo non ricevono più i compensi inerenti alle ore straordinarie di servizio prestato, hanno legittimamente deciso di autosospendersi dalla funzione. Il blocco delle retribuzioni arretrate sarebbe connesso alla «mancata volontà dell’Azienda Sanitarie Provinciale di emanare un’apposita delibera» per regolare, quindi, i pagamenti dovuti.
Inosservanza degli obblighi imposti dal regime di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Con questa accusa, i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile - diretti dal maresciallo Rosario Scala e coordinati dal comandante della Compagnia di Serra San Bruno, Giuseppe Grillo - hanno tratto in arresto nella serata di mercoledì Francesco Maiolo, 35enne disoccupato del luogo, sottoposto alla sorveglianza speciale della pubblica sicurezza con l’obbligo di soggiorno.
Intorno alle 22, i militari si sono recati presso l'abitazione del giovane per effettuare un controllo e, una volta dentro, si sono accorti della presenza di un'altra persona, già nota alle forze dell'ordine. Nei confronti di Maiolo sono scattate, dunque, le manette.
L'uomo, al momento, si trova agli arresti domiciliari, in attesa della convalida dell'arresto.
Sarà il Gruppo folcloristico musico teatrale “Città di Chiaravalle”, sabato 10 con la commedia “Qui gatta ci cova”, a chiudere la stagione artistica, promossa Comune di Chiaravalle, Assessorato alla Cultura, e all’allestimento della quale ha collaborato assieme all’Associazione culturale “Tempo Nuovo” e all’Associazione culturale “Dinamicamente”.
Volge al termine così un cartellone ricco e variegato, voluto per coinvolgere differenti target di spettatori, che ha spaziato dalla prosa, alla musica passando dalla classica alla proposizione di brani cult di successo internazionale, dal varietà, alla magia, alla prosa, al teatro impegnato, al teatro in vernacolo che dà respiro alle tradizioni locali.
Un cartellone che ha registrato il patrocinio della Provincia di Catanzaro, del Consorzio di Metanizzazione delle Preserre, con i Comuni di Argusto, Brognaturo, Cardinale, Capistrano, Cenadi, Centrache, Gagliato, Monterosso, Olivadi, Palermiti, Petrizzi, Polia, Torre Ruggiero, San Nicola da Crissa, San Vito sullo Ionio, Simbario, Spadola e Vallelonga.
Concluderà in bellezza dunque il Gruppo folcloristico musico teatrale “Città di Chiaravalle” (Gfmt), una realtà che da quattro decenni si fa testimone e interprete di costumi ed usi del territorio locale, e più ampiamente regionale.
Con la regia di Salvatore Russo, sabato 10 maggio alle ore 21 presso il Teatro “Impero”, porterà in scena la rappresentazione in tre atti “Gatta ci cova” dell’autore siciliano Antonio Russo Giusti. Una pièce che può a pieno titolo considerarsi uno dei capolavori del teatro in vernacolo. Ambientata nella Sicilia rurale del primo ‘900, ma riproposta calandola nel contesto calabrese, narra la storia di don Ciccio, padrone di una bella e operosa masseria, il quale, anche a causa di un incidente accadutogli da bambino, alterna momenti di infantile ingenuità ad altri di sottile arguzia contadina. Uomo buono e generoso, ha a cuore la terra avuta in eredità dalla madre, intende difenderne il possesso non tanto per sé, quanto per assicurare serenità e lavoro ai suoi dipendenti e per continuare le opere assistenziali e benefiche, intraprese seguendo gli insegnamenti materni. A lui si contrappone la sorellastra Antonia, donna avida e senza scrupoli, perfida e calcolatrice, decisa a tutti i costi a impadronirsi dei beni del fratello. Ci si trova insomma alla classica eterna lotta tra il buono ed il cattivo, tra il bene ed il male e i due contendenti si affidano all’unico strumento che sembra poter stabilire una verità imparziale: la legge!
Ma, come troppo spesso accade, la giustizia umana si perde dietro una serie di cavilli e sotterfugi, di lungaggini e burocrazie e finisce per allontanarsi dalla reale essenza dei fatti e delle cose. Per fortuna, ed è questa la vera morale della storia, c’è un’altra giustizia, la si chiama “fato”, “provvidenza” o “volontà divina”, capace di intervenire e ristabilire una volta per tutte la verità e il diritto.
Sono interpreti della rappresentazione: Massimo Hauber, Simona Gigliotti, Valentina Maida, Antonietta Caruso, Carmelo Principe, Loredana Capano, Giuseppe Sestito, Pino Daniele, Toto Sestito, Luigia Procopio, Gaspare Mazzara, Ciccio Maida, Roberto Servello, Mario Suppa e Salvatore Russo.
Per informazioni e prenotazioni si può contattare il Gruppo folcloristico musico teatrale “Città di Chiaravalle” ai numero 3291249136 e 3473453525, rivolgersi all’Associazione “tempo nuovo” chiamando allo 0967/92186, si può ancora visitare il sito www.teatrotemponuovo.it
Un concerto pianistico di spessore, con il precedente appuntamento, ha regalato al pubblico del Teatro “Impero” l’esibizione del musicista Stefano Spitali. Proveniente dal capoluogo lombardo, Spitali ha trascorso qualche tempo fa un periodo di vacanze nella cittadina preserrese, colpito dall’ospitalità ha deciso di offrire un suo spettacolo che è stato inserito in cartellone.
L’artista, diplomato presso il conservatorio “Verdi” di Como, vanta un’intensa carriera concertistica, in veste di solista e camerista, che lo ha condotto anche nel 2009 ad esibirsi presso l’Universidad Nacional de Bogotà in Colombia.
Da Bach a Beethoven, da Chopin a Liszt, facendo richiamo a testi poetici e miti antichi, si è snodato il viaggio musicale ed emozionale proposto dal maestro Spitale.
Sulle ali del legittimo entusiasmo frutto di una stagione da incorniciare, la Serrese - dopo il meritatissimo salto di categoria verso la Promozione e dopo lo storico trionfo in Coppa Calabria - guarda ora con fiducia alla Coppa della Regione: il prestigioso "quadrangolare" organizzato dal Comitato Regionale Calabria della Lega Nazionale Dilettanti.
L’ambito trofeo - a conclusione della stagione sportiva 2013/2014 - vedrà impegnate le prime classificate dei rispettivi quattro raggruppamenti di Prima Categoria. Sono, pertanto, ammesse a prendere parte alla manifestazione l’Asd Juvenilia Alto Jonio (vincente del girone A); l’Asd Uria 2000 (vincente del girone B); l’Asd Calcio Cittanovese (vincente del girone D) e la stessa Asd Serrese (vincente del girone C).
Il quadrangolare si svolgerà il prossimo sabato 10 maggio, a partire dalle ore 15.00, sul campo comunale “Rocco Riga” di Lamezia Terme, appositamente messo a disposizione dalla società Nsd Promosport. Il sorteggio per definire lo schema degli incontri, effettuato di recente nella sede del Comitato Regionale Calabria, ripropone già ad apertura del torneo quella che fu la finale di Coppa Calabria, disputata l’1 maggio scorso proprio sul neutro di Lamezia, tra Uria 2000 e Serrese e conclusasi a vantaggio della squadra del presidente Salvatore Albano.
Di seguito il calendario completo degli incontri*
Prima semifinale
URIA 2000 - SERRESE ore 15.00
Seconda semifinale
CALCIO CITTANOVESE - JUVENILIA ALTO JONIO ore 16.00
Finale 3° e 4° posto ore 17.00
Finale 1° e 2° posto ore 18.00
* Le gare avranno la durata di quarantacinque minuti ciascuna.
Felice epilogo, almeno per il momento, per l’Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno. Alcuni giorni fa la sede giudiziaria era stata inspiegabilmente svuotata di tutti i funzionari in organico, trasferiti - senza alcun preavviso - al Tribunale di Vibo Valentia. Il provvedimento, scaturito, sembra, dall’errata interpretazione del regolamento per il “riordino della geografia giudiziaria”, aveva di fatto determinato lo stop improvviso delle attività espletate dall’ente.
SERRA SAN BRUNO - Il sistema Tacfit, sviluppato da Scott Sonnon, si sta diffondendo in Italia solo da pochi anni, ma la sua indiscutibile validità lo ha già reso un punto di riferimento imprescindibile per molti soggetti operanti nel settore, tanto da renderlo il principale metodo d'allenamento adottato. Tra questi c’è Giovanni Bonazza, dottore in Scienze Motorie, giovane trainer serrese che, proprio in questi giorni, in seguito ad un semirio tenuto dalla Tacfit Field Instructor School presso il B-functional di Firenze si è guadagnato la prestigiosa International Certification - Level One.
L’attestato, frutto di una due giorni tenuta direttamente dal top trainer Alberto Gallazzi, permetterà quindi a Bonazza di poter svolgere la funzione di istruttore della sempre più famosa disciplina del Tacfit (Tactical Fitness) ai suoi numerosi assistiti.
Questa specialità si sta lentamente guadagnando un ruolo peculiare nell’ambito atletico, proprio per i notevoli miglioramenti raggiunti dai praticanti sia in relazione all’incremento della forza fisica, che per la coordinazione aerobica e la resistenza. Quello del Tactif rappresenta inoltre un programma mai monotono, che gli addetti ai lavori definiscono “vario”, ossia costituito da una serie innumerevole di micro cicli - oltre 108 da 4 giorni per un totale di 432 giorni - il che sta a significare che ci si può allenare anche per 36 mesi consecutivi senza mai ripetere lo stesso micro ciclo per 2 volte. Se a questo si aggiungono i circuiti Cst con i clubbells e i programmi speciali, la varietà diviene illimitata. Il tutto, inoltre, spendendo poco tempo della propria quotidianità: un allenamento Tacfit - tra mobilità, programma e compensazione finale - impegna da un minimo di 45 ad un massimo di 60 minuti. Ciò non può che agevolare, soprattutto, quelle persone che non hanno molte ore a disposizione da dedicare all'allenamento, ma che allo stesso tempo non vogliono rinunciare a conseguire buoni risultati.
Il sistema, in continua evoluzione, viene arricchito costantemente, ecco perché l’importante certificazione che si è meritata di recente Giovanni Bonazza ha una durata di soli due anni. Proprio l’esigenza di migliorarsi ininterrottamente e di raggiungere traguardi sempre più ambiziosi, rendono dunque il giovane trainer serrese uno dei migliori istruttori presenti nel territorio nel settore dell’allenamento fisico.
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