toga tribunaleLa corte d’Appello ha confermato ieri le condanne a danno di ben nove dei dieci imputati coinvolti nel processo contro il clan Sia-Procopio-Tripodi, operante nel Soveratese ed in altri comuni dello basso Jonio Catanzarese. L’operazione "Show down" - coordinata dai procuratori Vincenzo Lombardo e Giuseppe Borrelli e condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato, nonché dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro - era stata avviata in seguito ad un presunto caso di “Lupara bianca” legato alla scomparsa di Giuseppe Todaro, avvenuta il 22 dicembre del 2009. Successivamente gli inquirenti si resero autori di un blitz portato a termine attraverso due diverse tranche: la prima scattata all’alba del 15 dicembre 2011 con l’esecuzione di un provvedimento di fermo a carico di diciotto persone; l’altra effettuata tre anni dopo, il 10 maggio scorso, con la notifica di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di dodici persone e di obbligo di firma per altre tre. L’inchiesta ha fatto luce sulla “faida” interna sorta tra i due schieramenti - originariamente alleati - dei Sia e dei Todaro, sostenuti rispettivamente dalle cosche Vallelunga e Novella da un lato e da quella dei Gallace dall’altro. Contrasti intestini che hanno portato ad una vera e propria guerra di mafia con decine di omicidi commessi a cavallo tra il 2009 ed il 2011.

Le accuse contestate, a vario titolo, riguardano i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, sequestro di persona, estorsione, rapina, ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, omicidio e occultamento di cadavere.

Rispetto alla sentenza di primo grado, emessa il 22 aprile del 2013, i giudici della Corte d’appello di Catanzaro - presieduta da Anna Maria Saullo, con consiglieri Maria Teresa Carè e Vincenzo Galati - hanno ridotto la sola condanna inflitta a Francesco Vitale - per il quale è stata esclusa l’aggravante mafiosa - riducendola da 1 anno di reclusione e 300 euro di multa, fino a 8 mesi e 200 euro. Per tutti gli altri imputati invece sono state confermate le sentenze di primo grado, compresa quella a danno di Vincenzo Alcaro, 47 anni, nato a Soverato, ex brigadiere dei carabinieri in servizio presso il reparto operativo del Comando provinciale di Catanzaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa perché - secondo gli inquirenti - avrebbe fornito ai componenti dell’associazione mafiosa informazioni sulle indagini svolte dai colleghi nei confronti della stessa cosca Sia-Procopio-Tripodi.

Le altre condanne risultano invece tutte convalidate rispetto a quanto proposto in primo grado:
Patrick Vitale a 7 anni, 6 mesi e 20 giorni;
Giuseppe Santo Procopio a 6 anni e 8 mesi;
Vincenzo Bertucci a 5 anni e 8 mesi;
Angelo Procopio a 4 anni e 8 mesi;
Pannia Salvatore a 4 anni e 935 euro;
Bruno Procopio a 3 anni e 4 mesi;
Vincenzo Todaro a 1 anno e 4 mesi;
Vincenzo Ranieri a 6 mesi 20 giorni e 1000 euro.

 

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mini fustiradioattiviIn seguito alla comunicazione del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, indirizzata alla presidente della Camera, Laura Boldrini, sono stati in queste ultime ore desecretati documenti precedentemente coperti dal segreto di Stato. Come rivelato dal giornalista Claudio Cordova su il Dispaccio.it, in molti atti, oltre a comparire riferimenti sul caso delle cosiddette “navi dei veleni” e sull’omicidio dei giornalisti Ilaria Alpi e Miram Hrovatin, ci sono anche delle note dei Servizi segreti che segnalano esplicitamente le attività illecite effettuate a ridosso degli anni ’90 dalla ‘ndrangheta.

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mini cassazioneUna sentenza, quella arrivata oggi dalla Corte di Cassazione, che oltre a confermare le condanne a sfavore dei quattro imputati coinvolti nell’operazione antimafia “Domino”, ha anche di fatto certificato - per la prima volta in sede giudiziaria - l’esistenza della locale di Fabrizia, i cui esponenti sono individuabili nei referenti del clan ‘ndranghetistico Nesci-Montagnese.

L’operazione, scattata nel giugno 2007, aveva acceso i riflettori sulla locale costituita nel centro montano delle Serre vibonesi. Il verdetto ha, dunque, condannato a dodici anni di reclusione Bruno Nesci, 57 anni, e a nove anni il genero Antonio Montagnese, 35 anni, entrambi imputati del reato di associazione mafiosa. I due, residenti a Fabrizia, erano stati assolti in primo grado dal Tribunale di Vibo Valentia, ma in seguito, in appello il pm della Dda di Catanzaro, Giampaolo Boninsegna, era riuscito a convincere la Corte a ribaltare il verdetto, convalidato oggi anche dalla Suprema Corte.

La Cassazione, nell’ambito dello stesso filone processuale, ha confermato anche la condanna a dieci anni di reclusione ciascuno per Antonio Dessì e Domenico Audino, entrambi di Locri e ritenuti responsabili di un tentato omicidio proprio ai danni di Bruno Nesci, consumato nel 2004 a Fabrizia. Mandanti dell’esecuzione sarebbero stati i referenti del clan avversario dei Mamone.

Dessì ed Audino incassano quindi una nuova condanna dopo quella rimediata nel processo per l’omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Fortugno avvenuto a Locri il 16 ottobre del 2005.

 

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mini incidente_camionErano da poco passate le 5 e 30 di stamane quando un camion si è ribaltato in prossimità di una curva sulla strada che collega Vallelonga a Monte Cucco. A causare l'accaduto sarebbe stata, secondo le notizie in nostro possesso, l'alta velocità dell'autista che, fortunatamente, non ha riportato alcuna conseguenza.

Sul posto sono intervenuti, oltre ai carabinieri della stazione di San Nicola da Crissa e gli agenti del Corpo Forestale dello Stato di Vallelonga, anche i Vigili del Fuoco, i quali hanno dovuto ricorrere ad una gru per cercare di mettere in sesto il mezzo.

Si è reso necessario anche l'intervento del veterinario dell'Ufficio Ispezione Alimentare dell'Asp, che ha provveduto al controllo della carne che il mezzo stava trasportando.

 

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circuito del cocktailDeve essere stata una soddisfazione immensa quella vissuta alcuni giorni fa da Giovanni Martino, studente della terza B dell’Istituto Alberghiero di Serra, indirizzo sala e vendita, che al 501 di Vibo Valentia - prendendo parte alla competizione organizzata dall’Associazione Italiana Barman e Sostenitori nell’ambito del “Circuito del Cocktail” regionale - si è aggiudicato la prima posizione per il miglior cocktail presentato al concorso nella categoria Juniores.

Giovanni Martino, assieme al compagno di classe Leo Massimo Maiolo, si è quindi cimentato, con altri studenti della provincia, per la preparazione di una miscelazione di fantasia utilizzando il liquore “Indianello” prodotto dall’azienda Caffo, partner e sponsor ufficiale della manifestazione.

Il cocktail preparato da Giovanni è stato, dunque, giudicato il migliore in gara da ben due giurie di alto profilo professionale, distinte e complementari: una tecnica e una degustativa. Il giovane aspirante barman serrese ha proposto il cocktail “Magnolia” ottenuto miscelando 4/10 di liquore Indianello Caffo, 4/10 di Gin e 2/10 di Amaretto di Saronno, completato poi in coppetta con gocce di succo di limone e foglie di menta piperita. Un cocktail, ad avviso di chi ha avuto il piacere di assaggiarlo, molto vicino ai classici per struttura organolettica, ma allo stesso tempo originale, soprattutto, per le tecniche utilizzate nella miscelazione: un perfetto mix tra il cosiddetto stile classico e quello libero (definito tecnicamente dagli addetti ai lavori free style o flair). Caratteristiche che hanno quindi convinto le due giurie, che dopo un’attenta e meticolosa valutazione hanno deciso di tributargli il premio più ambito.

La gioia e la soddisfazione per il prestigioso risultato raggiunto ha coinvolto anche i compagni di classe, il personale ed il Dirigente scolastico, oltreché chiaramente il docente di Sala e Bar, Francesco Angotti, che con Giovanni e Leo ha condiviso la preparazione tecnica e didattica, non solo della manifestazione specifica, ma soprattutto in funzione degli esami di qualifica che da qui a qualche settimana saranno chiamati ad affrontare tutti gli studenti del terzo anno. Il professor Angotti, soddisfatto per il risultato raggiunto dal suo studente, ha esclamato: «In fondo, le cose non bisogna solo farle. Bisogna anche e soprattutto volerle fino in fondo, perché solo se ci si crede fino in fondo si possono centrare risultati così prestigiosi».

La partecipazione dell’Istituto serrese è stata resa possibile anche grazie all’apporto di Domenico Scrivo, barman professionista, partecipante anche lui al concorso per la sua categoria. Infatti la competizione di Vibo Valentia, terza tappa regionale del “Circuito del Cocktail” prevedeva uno scontro agguerrito a colpi di shaker in diverse gare, a cui hanno partecipato in totale una cinquantina di concorrenti, suddivisi in quattro diverse categorie tra professionisti e non professionisti. Scrivo si è classificato quinto per la categoria professionisti costituita da un totale di 34 partecipanti. Risultato che gli permette di mantenere una posizione di favore per la finale nazionale.

 

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trasversaleIl Tribunale Amministrativo Regionale ha dichiarato illegittima l’occupazione di alcuni terreni, ricadenti nel territorio del Comune di Spadola, attuata dall’Anas per i lavori di costruzione del “Quarto Tronco” della Trasversale delle Serre. Il decreto di espropriazione dei terreni da parte dell’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade era stato disposto - secondo quanto sentenziato dal Tar - tardivamente, solo nel gennaio del 2011, quanto i 5 anni previsti dalla legge entro cui emanare l’esproprio erano ormai abbondantemente scaduti.

L’occupazione anticipata dei terreni da parte dell’Anas era infatti avvenuta nel 2005, ma la “Dichiarazione di pubblica utilità” dell’opera risaliva ad un anno prima, il 2004. Solo il 18 luglio 2012, era stato però notificato il decreto definito di esproprio e, dunque, solo in tale data i ricorrenti avevano appreso che l’Anas aveva adottato una proroga di due anni dei termini di efficacia della stessa “Dichiarazione di pubblica utilità” dell’infrastruttura in costruendo. Peraltro l’esproprio era stato addirittura disposto per un'estensione di terreno maggiore.

Il Tar Calabria ha quindi accolto il ricorso, evidenziando nella sentenza come ai soggetti appellatisi al Tribunale sia stata omessa la comunicazione di avvio del procedimento di proroga dei termini di efficacia della “Dichiarazione di pubblica utilità” dell’opera. La stessa proroga dei termini, secondo la decisione dei giudici, è da considerarsi ammissibile solo in presenza di ragioni eccezionali, cosa che nel caso dei terreni in oggetto non sussiste. L’invalidità della proroga della Dichiarazione si riflette di conseguenza anche sul decreto di esproprio. Da ciò se ne deduce che l’Anas dovrà restituire ai legittimi proprietari i terreni occupati, pagando inoltre una somma per il periodo di occupazione illegittima o, in alternativa - ipotesi più plausibile - potrà acquisire direttamente gli appezzamenti corrispondendo ai proprietari le somme relative al valore stimato dei terreni stessi. Entro 120 giorni dalla notifica della sentenza l’Anas dovrà ufficializzare la decisione presa in merito.

Si profilano, dunque, ulteriori ritardi per un'opera realizzata a velocità pachidermica, presentata per la prima volta dalla Commissione regionale per la programmazione economica nel Piano degli interventi pubblici sulle infrastrutture del Mezzogiono del 1966.

 

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mini futsal_serra_squadraTermina con un pareggio in trasferta contro il Futsal Club Filadelfia la stagione della neo promossa Futsal Serra che, adesso, si godrà il meritato riposo, dopo un'annata che ha sempre visto i biancoverdi il testa al girone “B” di calcio a 5, serie D. 

Contrariamente alle previsioni, quello tra le due compagini vibonesi è stato un incontro dove non sono mancati i gol e, soprattutto, le emozioni. Il Futsal Club Filadelfia, evidentemente, ci teneva a non sfigurare visto che, di fronte, aveva la capolista. 

Per quel che riguarda, appunto, il Futsal Serra, non sono stati convocati da mister Pisani il bomber Domenico Zaffino, Francesco De Caria e Lucio Zaffino.

Il tecnico degli ospiti, quindi, decide di affidarsi al quintetto iniziale composto da Carrera, Albano, De Raffele, Franzè e Ciconte.

La prima frazione si conclude sul risultato di 2 a 2, per via del vantaggio iniziale dei padroni di casa con Bartucca, in gol dopo appena due minuti, del pareggio di De Raffele (che, poco prima, si era reso pericoloso colpendo il palo), del momentaneo 1 – 2 firmato da Carchidi che, con un tocco sotto al bacio, batte il giovanissimo Ventrici. Ad otto minuti dal termine è Rondinelli a ristabilire la partità e a portare tutti negli spogliatoi sul risultato di 2 a 2.

Negli spogliatoi mister Pisani chiede maggiore circolazione di palla e, al rientro in campo, nei primi dieci minuti si vede praticamente solo il Futsal Serra: Ciconte, con una doppietta, riporta gli ospiti avanti di due gol (2-4). Proprio al 10?, il Filadelfia accorcia le distanze sempre con Bartucca, ma subito dopo la traversa nega la gioia del gol a Ciconte che, di prima intenzione (su assist di De Raffele) vede la palla colpire il legno.

Dal 15? al 23? la capolista subisce un calo repentino e ciò consente ai padroni di casa di ribaltare lo svantaggio, andando in rete nelle successive tre occasioni. Proprio nei minuti finali, però, Ciconte firma altri due gol (poker per lui), che chiudono definitivamente l’incontro.

Futsal Club Filadelfia e Futsal Serra si dividono la posta in palio.

Per quel che riguarda gli altri incontri dell'ultima giornata, la seconda forza del girone, ovverosia il Five Falerna, ha osservato un turno di riposo. Per il resto si segnalano due successi a tavolino (quello della Tegola Canadese contro il Real Monterosso, così come quello del Cavita che avrebbe dovuto ospitare la Polisportiva Capo Vaticano). In entrambi i casi, infatti, le squadre ospiti non si sono presentate all'incontro e ciò costringerà il giudice sportivo a decretare il successo a tavolino per Tegola e Cavita con il risultato di 6 a 0. Vittoria di misura della Silver City nel derby contro il Gizzeria. Vince anche il Lamezia contro Free Time, così come il Rombiolo calcio a 5, che rifila dieci reti al Futsal Catanzaro Calcio a 5.

Per il Futsal Serra, dunque, la stagione può considerarsi archiviata, mentre per altre quattro squadre (Falerna, Silver City, Lamezia e Rombiolo), sabato inizieranno gli spareggi promozione: il tabellone riserva la sfida tra Five Falerna - Rombiolo e quella tra Silver City e Lamezia Soccer.

Riportiamo di seguito i risultati completi dell'ultima giornata, la classifica e i verdetti

Risultati 13^ giornata di ritorno

Futsal Club Filadelfia  Futsal Serra 6 - 6
Tegola Canadese Real Monterosso 6 - 0 (a tavolino)
Atl. Club Gizzeria Silver City 7 - 8
Rombiolo C5 Futsal Catanzaro C5 10 - 2
Lamezia Soccer Free Time 7 - 4
Cavita  Pol. Capo Vaticano 6 - 0 (a tavolino)
Riposa Five Falerna

Classifica

FUTSAL SERRA 62
FIVE FALERNA 55
SILVER CITY 54
LAMEZIA SOCCER 49
ROMBIOLO C5 43
CAVITA 39
TEGOLA CANADESE 35
FUTSAL CLUB FILADELFIA 31
FREE TIME 29
ATL. CLUB GIZZERIA 25
FUTSAL CATANZARO 18
REAL MONTEROSSO 10
POL. CAPO VATICANO 4

VERDETTI

FUTSAL SERRA: PROMOSSO IN C2

FIVE FALERNA, SILVER CITY, LAMEZIA SOCCER, ROMBIOLO C5: PLAYOFF

 

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ospedaleDopo le polemiche scoppiate a seguito delle denunce sollevate dagli attivisti del “Comitato Civico pro Serre” riguardo alla mancanza di anestesisti in servizio al presidio ospedaliero “San Bruno”, in merito ai risvolti successivi è toccato questa mattina alla penna di Bruno Vellone, corrispondente del Il Quotidiano della Calabria, mettere in luce alcuni importanti atti attraverso cui l’Azienda Sanitaria provinciale sta tentando maldestramente di porre rimedio alle criticità emerse nell’ospedale della cittadina della Certosa. Di fatto, sabato scorso, è stato infatti ufficialmente proposto il trasferimento dei pazienti considerati “critici” dal presidio sanitario di Serra verso lo “Jazzolino” di Vibo Valentia, contestualmente si è data disposizione al personale del 118 di garantire i suddetti trasferimenti .

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polizia-di-statoL’operazione denominata “auto da sogno”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, ha portato alla luce un sistema illegale di riciclaggio finalizzato alla vendita in Germania di auto rubate in diverse regioni d’Italia: Molise, Abruzzo e Lazio. Ma le basi operative del sistema, agivano in Calabria, tra Vibo Valentia e Lamezia Terme. In pratica, le indagini, avviate nel 2012 e coordinate dal pm Alessandro Pesce, hanno permesso di far emergere un rilevante traffico di autovetture di dubbia provenienza effettuato direttamente nell’attività di Daniele Pirozzi, 32enne, residente a Vibo e titolare di una concessionaria. Proprio ai locali dell’azienda di Pirozzi, arrivavano veicoli di lusso e suv procacciati da Battista Lillo Odoardi, 41enne, di Lamezia Terme.

Infatti, i veicoli - due berline di grossa cilindrata e cinque suv del valore complessivo di 250mila euro - in seguito ai rilevamenti effettuati dagli inquirenti, sono risultati provento di furti commessi in tutta Italia. Le autovetture venivano riciclate attraverso il cosiddetto metodo del “tarocco”, ossia con sostituzione delle targhe originali e del numero di telaio identificativo con altri elementi distintivi di fantasia o appartenenti a vetture realmente esistenti e circolanti all’estero. I riferimenti dei veicoli venivano quindi riportati su una carta di circolazione falsata per ogni rispettivo autoveicolo. Se ne ottenevano delle auto clonate, da immettere sul mercato tedesco attraverso una vera e propria rete europea del riciclaggio.

Di conseguenza Pirozzi e Odoardi sono al momento accusati dei reati di riciclaggio, falso ideologico e materiale in concorso. Contestualmente i due, su esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Vibo, sono stati arrestati e posti ai domiciliari dagli uomini della Polizia stradale di Vibo Valentia al comando del vicequestore Pasquale Ciocca. Altre tre persone, rispettivamente di Vibo, Nicotera e Ionadi, sono state denunciate e sono attualmente indagate a piede libero per favoreggiamento.

 

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pipidi majuCon il tronco e i rami più robusti gli antichi Greci ricavavano le canne sonore del sambike, uno strumento musicale in uso poi anche fra i Romani, ma per loro, in latino, era il sambucus. Oggi in Tirolo, a cavallo delle Alpi, i fiori freschi diventano bevanda dissetante da diluire con l’acqua. In Sardegna, assieme alle mandorle, se ne ottiene il ripieno dei ravioli. Nella Valle di Primiero diventa invece una gustosa marmellata della quale non abusare per le potenti proprietà lassative.

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