Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Per avere maggiori chiarimenti in merito all'ormai imminente costruzione di una centrale a biomassa si è costituito a Mongiana, alcuni giorni fa, un sodalizio apartico, spontaneo, denominato Comitato Civico “Mongiana Salute”. Gli attivisti del neo movimento della cittadina delle Reali Ferriere, proprio per approfondire la questione, hanno indirizzato una lettera aperta all’attenzione del neo sindaco, Bruno Iorfida; al Procuratore di Vibo Valentia, Giovanni Bruno; al comandante della Compagnia dei Carabinieri e al dirigente del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno e al comandante del Corpo Forestale dello Stato della sede di Vibo Valentia.
Attraverso la missiva il comitato spontaneo intende, anzitutto, informare ufficialmente le autorità «di una situazione grave e paradossale» che – a dire dei membri del sodalizio civico - «la gestione commissariale ha lasciato in eredità alla neonata amministrazione».
«Nel cuore di una cittadina che ha come suo unico valore l’ambiente, il verde, i boschi, una perla dove l’archeologia industriale lascia ancora intravedere la storia d’Italia, decisasi per molti versi anche in questi boschi – si legge ancora nella lettera - non si punta all’agro alimentare, che sarebbe il preludio del turismo, di uno sviluppo sostenibile, ma si punta alla produzione d’energia. Ben venga, se questa deve essere d’aiuto alla collettività, ma non a discapito anzitutto delle leggi, ma soprattutto della salute e della qualità della vita della nostra comunità».
Ci si riferisce, dunque, alla costruzione di un impianto di produzione d’energia a biomassa che dovrebbe sorgere in stretta vicinanza alla zona urbana, «a ridosso delle case» e che «la precedente e scellerata amministrazione ha concesso di far fare senza il benché minimo rispetto delle leggi vigenti in materia». Infatti, proprio perchè la Calabria non ha alcuna legislazione in merito alla costruzione ed ubicazione delle centrali a biomassa, rifacendosi quindi alla legislazione nazionale, la distanza minima dal centro abitato rispetto alla centrale dovrebbe essere di non meno di tremila metri in linea d’aria. A Mongiana, invece, i metri tra la centrale di prossima creazione e le prime abitazioni, secondo quanto riferito dal Comitato, sarebbe di soli cinquanta metri.
Il tutto sarebbe stato deciso, dunque, già da diversi anni, senza tra l’altro che fosse stata regolarmente informata la cittadinanza: «Esiste in Italia dal 30 Ottobre 2001 una convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione alle decisioni in materia ambientale da parte della cittadinanza, nota come Aarhus, (ratificata con la legge n. 108 del 16 marzo 2001)» spiega ancora la lettera indirizzata al sindaco.
«Non permetteremo mai che la nostra terra, che il lavoro di anni e anni di tante persone venga imbruttito e danneggiato da un mostro che divora bosco, ossigeno e silenzio. Hanno contezza coloro che hanno stabilito nelle segrete stanze e contra legem di creare questo inceneritore (perché nella buona sostanza di questo si tratta) di quanti e quali siano i danni creati dalle polveri sottili?» chiedono gli attivisti del Comitato, pronti dunque a lottare a tutela del proprio territorio.
Momenti di panico oggi a Spadola intorno all'ora di pranzo, quando un incendio ha praticamente distrutto un'abitazione situata in pieno centro cittadino, a pochi passi da piazza Ionadi. Sul posto si è reso necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco di Serra San Bruno e di Chiaravalle Centrale - i quali hanno evitato che le fiamme si estendessero anche alle abitazioni limitrofe - oltre che quello degli agenti del Commissariato di Polizia della cittadina della Certosa. Incerte, al momento, le cause dell'accaduto. Fortunatamente non ci sono stati feriti.
Sembrano esserci dei primi, confortanti segnali sulla questione relativa ai rifiuti tossici che potrebbero essere stati interrati anche nella zona delle Serre vibonesi, a cavallo tra gli anni '80 e '90. Dopo l'incontro tenutosi nei giorni scorsi presso la Prefettura di Vibo - al quale hanno partecipato numerosi sindaci ed i rappresentanti del Comitato civico Pro - Serre - il capo dell'Ufficio territoriale del Governo, Giovanni Bruno, ha deciso di andare fino in fondo alla questione, istituendo un apposito gruppo di lavoro che avrà il compito di "studiare in maniera approfondita la vicenda". La decisione è stata presa al termine di una riunione svoltasi stamane in Prefettura. "Il prefetto - è scritto in una nota della Prefettura - è intenzionato ad andare a fondo sulla questione, evitando inutili allarmismi attraverso l'avvio di opportune verifiche che saranno svolte in tempi brevi insieme alla Procura ed alle Forze dell'ordine". La vicenda dei rifiuti tossici è emersa dopo desecretazione delle informative del Sisde sullo smaltimento illecito dei rifiuti che, si presume, possano essere stati interrati anche nella zona montana della Provincia di Vibo Valentia e, tra i comuni interessati da questo traffico illecito ci sono anche quelli di Fabrizia e Serra San Bruno.
Solo pochi giorni fa il Prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, ha deciso di dare seguito alla richiesta inoltrata dagli attivisti del Comitato civico pro Serre di tenere un incontro istituzionale, alla presenza di alcuni dei massimi referenti territoriali, sulla preoccupante questione dei rifiuti tossici che sarebbero stati interrati in diverse zone della Calabria tra gli anni ‘80 e ‘90. Ancora prima la stampa locale aveva pubblicato una serie di articoli in cui venivano testualmente riportati stralci di testo del documento n. 0488_003 desecretato dal Governo il 5 maggio scorso.
L'assessore all'Agricoltura della Regione Calabria, Michele Trematerra, da questa mattina risulta tra i quindici indagati nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro su alcuni appalti pubblici assegnati illegittimamente tra il 2010 ed il 2013.
Trematerra è dunque indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, assieme ad un ex consigliere del Comune di Acri, per aver agevolato la cosca ‘ndranghetistica dei Lanzino di Cosenza, guidata da Giuseppe Perri nella sua articolazione territoriale di Acri. L'indagine intende fare luce su presunte irregolarità connesse all'affidamento di appalti pubblici da parte della precedente amministrazione comunale di Acri, guidata, all'epoca dei fatti, dal sindaco Luigi Maiorano, anch’esso inscritto agli atti per concorso esterno.
Gli appalti a cui fa riferimento l’indagine riguardano svariate attività afferenti alle competenze di Trematerra, assessore regionale all'Agricoltura e alla Forestazione dal 2010, già consigliere regionale, giunto al secondo mandato consecutivo ed eletto per la prima volta nel 2005 in quota Udc, partito nel quale milita attualmente. Tra i lavori presi in riferimento dagli inquirenti, quelli per la pulizia delle rete viaria cittadina dalla neve, nonché, soprattutto, alcune attività di disboscamento e la conseguente cessione del materiale legnoso. Secondo l'accusa, gli indagati avrebbero condizionato enti pubblici, quali la Regione e il Comune, facendo fulcro sull'apporto di «figure istituzionali come l'assessore al ramo Michele Trematerra e l'ex sindaco Luigi Maiorano» proprio per assegnare illegalmente appalti nel settore del disboscamento e della vendita di legname a favore dei Lanzino. Come già detto, tra gli indagati risulta anche un ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, attuale componente della segreteria di Trematerra.
Nel dettaglio a Trematerra, indagato quindi per concorso esterno in associazione mafiosa, è imputato di aver posto in essere una serie di «condotte materiali e procedimentali amministrative a favore dell'associazione mafiosa dei Lanzino e in particolare a favore degli imprenditori facenti parte della cosca e delle rispettive società», oltre che a favore dell'ex consigliere comunale Angelo Gencarelli.
Contestualmente, questa mattina, i carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza e della Compagnia di Rende hanno effettuato numerose perquisizioni direttamente nell'abitazione dell'assessore Michele Trematerra, nonché nel suo ufficio regionale e negli uffici del dipartimento Agricoltura in uso a Trematerra e a Angelo Gencarelli, componente della segreteria dell'assessore ed ex consigliere comunale ad Acri.
Riceviamo e pubblichiamo
Sei, sei sei: 6, il mese, giugno; 6, le riprese del match per il quale si stava preparando prima di essere chiamato per l’europeo; 6, il round al quale ha mollato definitivamente in una sfida che, già agli esordi, si preannunziava impari per via di un gap di preparazione. Volendo fantasticare si potrebbe prospettare lo zampino di Belzebù. Ma, restando coi piedi per terra era così, forse, che il destino aveva già scritto se stesso. A nulla, infatti, sabato scorso a Tolfa, sulle colline romane, è valso il coraggio da leoni di Benoit Manno, il calabrese (di Acquaro, VV), due volte campione italiano dei superpiuma, la cui forza d’animo e intrepidità non sono riusciti a prevalere sulla più accurata preparazione atletica di Emiliano Marsili, il detentore della cintura europea che, meritatamente, ha difeso e riportato in bacheca per la seconda volta. Manno, che ha avuto troppo poco tempo per prepararsi (gli è stato proposta l’opportunità appena 10 giorni prima del match, dopo la rinunzia del francese Anthony Mezaache, mentre il campione si stava preparando da due mesi) ha, inoltre, dovuto affrontare una ulteriore difficoltà, essendo salito sul ring col setto nasale fratturato da un pugno ricevuto nel corso di un allenamento di sparring del martedì precedente. Con la consapevolezza di colui che, qualunque fosse stato l’esito, avrebbe avuto tutto da guadagnare e niente da perdere, la strategia elaborata insieme al maestro Vottero è stata quella di un match di contenimento, per cui Manno ha avuto un approccio cauto sin dal primo round, consentendo, però, al campione in carica di dominare la scena. Così come ad avvio della seconda ripresa, nella quale Marsili, mancino come lo sfidante, ha sfruttato le sue qualità, mettendo in difficoltà Benoit il quale, però, a fine round è riuscito orgogliosamente a reagire sferrando un gancio in pieno viso al campione in carica che, tuttavia, lo ha accusato relativamente. Le successive riprese sono state quasi un deja vu, con un Marsili incalzante ed un Manno che, sebbene costantemente in difesa e ad ogni colpo al volto avvertisse dolori atroci per via del già detto setto fratturato, è comunque riuscito a portare a segno alcuni affondi mancini. Troppo poco per il pugile di Civitavecchia che, intenzionato a riportare a casa la cintura e ad aspirare, nel futuro prossimo, al titolo mondiale, al quinto round manda per ben due volte al tappeto il calabro piemontese il quale, in entrambi i casi, riesce a recuperare, rialzandosi e dimostrando un’audacia ed una caparbietà non convenzionali, come, tra l’altro, suggerisce il suo nomignolo, “The unconventional”. Ma non serve a tanto, poiché, subito dopo l’avvio della successiva ripresa, vittima di un micidiale destro, Manno è nuovamente al tappeto. Trovando quella forza che si riesce a reperire solo nei momenti di estrema criticità, lo stesso si rialza nuovamente ma l’arbitro, intuendo che le energie del valoroso sfidante avevano superato il limite di prolungamento, decreta la fine del match per ko tecnico, re incoronando Emiliano Marsili campione europeo dei pesi leggeri e proiettandolo, a detta degli osservatori esperti, verso un titolo superiore che per il trentottenne laziale rappresenterebbe il naturale prosieguo di una carriera agonistica sin qui impeccabile. Onore al vincitore e, in ogni caso, bravo a Benoit che, come dimostrano i tanti attestati di stima lasciati sulla sua pagina Facebook, rimane l’idolo dei suoi tanti fan e, forte di questo test che, quantunque lo abbia visto soccombente, gli ha dato tanto in termini di esperienza e crescita agonistica, è pronto a risalire in sella e cavalcare nuovamente l’onda dei successi. Con il sogno europeo che, per il momento, rimane nel cassetto, in prospettiva vi è la riconquista, ad ottobre, del titolo italiano contro il vincitore tra Angelo Ardito, attuale detentore, e Nicola Cipolletta (in programma l’11 luglio). Vi era, poi, l’intenzione di combattere, finalmente, un match giù in Calabria, ad agosto, ma l’europeo ha sparigliato tutto, in quanto la federazione gli impone un periodo obbligato di stop. Ad Agosto, ad ogni modo, in Calabria ci verrà comunque, per godersi le meritate ferie nell’azzurro mare della Costa degli Dei. Per i guantoni c’è tempo: ci si rivede ad ottobre.
Valerio Colaci
Aumenta a Serra San Bruno il disagio connesso al blocco del sistema della raccolta dei rifiuti solidi urbani. La quasi totalità delle strade cittadine risulta ormai dominata da innumerevoli cumuli di spazzatura, adagiati ovunque ma, in particolar modo, a ridosso dei quartieri più popolosi. Con il caldo torrido che sta contraddistinguendo l’attuale periodo pre-estivo, inoltre, è inequivocabile che i rifiuti disseminati per le vie del centro abitato siano esposti al forte rischio combustione.
Tra i cumuli di immondizia disseminati per la cittadina, uno dei più grandi è quello che si è generato in via Scendamo, strada adiacente a viale Aldo Moro, una delle arterie principali della locale rete viaria. Pochi minuti fa, proprio in questa zona del centro abitato – ubicata a ridosso della scuola materna di Spinetto – si è reso necessario l’intervento da parte degli uomini del locale distaccamento dei Vigili del Fuoco per domare un piccolo incendio.
I pompieri si sono dunque celermente presentati sul posto, allertati, secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, da alcuni passanti che transitavano in prossimità della stessa area. L’incendio, divampato nelle prime ore del pomeriggio di oggi, è stato prontamente domato, ma nelle prossime ore, viste le criticità che stanno interessando il locale sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani, resta il forte rischio che episodi analoghi possano interessare altri dei grossi cumuli di immondizia, quasi delle mini-discariche a cielo aperto, disseminati ovunque per le vie del centro urbano.
Il Meeting Internazionale del Tamburello rinnova il tradizionale appuntamento. È cominciata oggi a Roma (presso il CIP Alessandrino in via delle Ciliegie 42) la due giorni di incontri culturali dedicati ai tamburi a cornice.
A partire dal 2008 gli attivisti della SITAC (Società Italiana Tamburi a Cornice) si sono fortemente impegnati nella promozione e diffusione di uno strumento che nella sua semplicità strutturale racchiude un complesso quanto vasto mondo si suoni e ritmi. Infatti, a questo singolare evento, sarà possibile assistere a seminari e concerti durante i quali verranno eseguite ritmiche e tecniche che riguardano sia la tradizione dell’Italia meridionale sia la tradizione del Medioriente. Nelle precedenti edizioni, oltre alle dimostrazioni delle differenti tecniche di suono sviluppatesi in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, gli attivisti della SITAC si sono avvicinati ad altre culture organizzando interessanti seminari sul Duff iraniano, il Pandeiro brasiliano, il Riq e il Mazhar egiziani.
Il Meeting del Tamburello, come si può leggere sul sito ufficiale, è «un momento in cui, professionisti, amatori, costruttori e appassionati di questa (millenaria) tradizione possono incontrarsi e condividere le loro conoscenze o semplicemente la loro passione per la musica popolare».
E tanti sono anche i calabresi riversatisi nella Capitale in occasione del Meeting Internazionale del Tamburello, a rappresentanza di una regione che da sempre dà il proprio contributo affinché la tradizione non rimanga relegata nella memoria di pochi.
Tra i protagonisti del Meeting Vincenzo Piazzetta, costruttore di lire calabresi e zampogne, che con grande passione conduce la sua attività laboratoriale a Lamezia Terme e Giovanni Papandrea di San Giovanni di Gerace, cantastorie e costruttore di strumenti musicali, attento agli antichi metodi di lavorazione.
A tenere alto il nome della Calabria nella Capitale il percussionista cosentino Enrico Gallo, attivista nonché presidente della SITAC, che da otto anni è parte integrante dell’organizzazione del Meeting Internazionale del Tamburello. Enrico Gallo terrà tra l’altro un seminario dal nome “Poliritmia per tamburi a cornice”. Come spiega lo stesso Gallo «l’obiettivo di questo seminario è di sviluppare una maggiore consapevolezza ritmica attraverso esercizi pratici che migliorino le abilità percettive di ciascuno. La capacità di diversificare il fraseggio ritmico è un elemento fondamentale per ogni musicista ed è forse il vettore più potente attraverso il quale si veicola la comunicazione musicale».
Al seguente link http://www.tamburellomeeting.com/?page_id=6 è possibile consultare il programma dell’ottava edizione.
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