mini leonardoSarà senza dubbio gremita la Chiesa dell’Assunta in Cielo di Terravecchia questo pomeriggio alle 15, quando la cittadinanza porgerà l’ultimo mesto saluto al maestro Leonardo Tassone, storico costruttore e suonatore di zampogna “a chiave”, la regina delle Serre calabre. Leonardo si è spento a 74 anni, alle prime luci dell’alba di ieri, arrendendosi, ormai sfinito, al feroce male che lo ha divorato lentamente in quasi tre anni di malattia. Una malattia che aveva affrontato comunque con signorile lucidità, sempre pronto a vivere la quotidianità con la sua nota, disarmante spensieratezza.

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Lunedì, 09 Settembre 2013 13:21

Lampasi, nuovo appello dei familiari

mini massimo_lampasiSERRA SAN BRUNO - «È da sette mesi che non sappiamo più niente. Di cosa possa essere successo a Massimo. Viviamo tutti nell'angoscia più totale». È questo l'incipit di una lettera firmata da Antonella Lampasi, la sorella di Massimo, giovane serrese di cui si sono perse le tracce la sera del 24 febbraio scorso, quando il 25enne si allontanò da casa - senza portare con sè, però, il telefono cellulare - dicendo alla convinente che sarebbe uscito a prendere le sigarette. Massimo, però, non ha fatto più ritorno nella sua abitazione. E la mattina seguente la scomparsa, la compagna si è recata presso la locale Compagnia dei Carabinieri, guidata dal capitano Stefano Esposito Vangone, per denunciare l'accaduto. La stessa convivente avrebbe dichiarato di aver visto Massimo salire su un' auto di colore scuro, anche se l'ultima volta Massimo pare sia stato visto nei pressi del campo sintetico, dove stava attendendo qualcuno per un appuntamento di lavoro. Sta di fatto che il 25enne è salito su un'auto, ma ancora oggi, però, non si sa con chi e, soprattutto, non c'è certezza sul fatto che qualcuno, magari, abbia deciso di tendere una trappola al giovane padre di una bambina. 

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mini cani_randagiSERRA SAN BRUNO - Disturbati in pieno sonno dal “continuo abbaiare” di un cane randagio, hanno deciso di ripristinare la quiete notturna a colpi di fucile. Lo hanno zittito sparandogli a brucia pelo. È successo nella notte fra il 23 e 24 agosto. Autori dell’inconsulto gesto, una famiglia serrese: due coniugi (C.Z. e R.C.) ed un figlio (D.Z.). I carabinieri hanno trovato l’animale agonizzante sul manto stradale. Il meticcio, noto in paese come un cane tranquillo ed affettuoso, è stato rinvenuto questa mattina ancora agonizzante, quando ormai era troppi tardi per apportare qualsiasi cura, tanto che l’animale si è spento alcuni minuti dopo. Gli uomini dell’arma dei carabinieri di Serra San Bruno sono riusciti comunque a rintracciare i responsabili del gesto

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mini sharo_per_vizzarro_1«La famiglia Gambino ed il direttore della Casa della Cultura, Massimo Pollichieni, avendo tristemente constatato, l’indifferenza e il mancato interessamento da parte del comune di Serra San Bruno, ad assegnare una sede alla Fondazione, (che metterà a disposizione pubblica la biblioteca e l’archivio di Sharo Gambino) e avendo vagliato le varie proposte ricevute, (hanno dato disponiblità il Comune di Lamezia Terme, Comune di Vibo Valentia, Comune di Riace, Comune di Vazzano, Comune di Torre di Ruggiero, Comune di Sorianello, Comune di Arena, Comune di San Lorenzo del Vallo, Comune di San Demetrio Corone, Comune di Panettieri, Provincia di Cosenza, Provincia di Catanzaro), ha deciso, per ovvii motivi di scegliere come sede della Biblioteca il Comune di Vazzano, luogo di nascita dello scrittore calabrese».

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mini massimo_lampasiSERRA SAN BRUNO - Sembra essersi volatilizzato. Svanito nel nulla. Sono trascorsi più di tre mesi. Ancora oggi, però, di Massimo Lampasi, il giovane scomparso la sera del 24 febbraio scorso, non ci sono tracce. E le voci incessanti sulla sorte del 25enne si susseguono giorno dopo giorno. C’è chi parla di un caso di lupara bianca. Così come c’è chi non esclude del tutto l’allontanamento volontario. La famiglia di Massimo, però, è in angoscia. Non si da pace. La tensione è palpabile. Il padre, le sorelle, il fratello e la compagna attendono con trepidazione l’evolversi della vicenda. Ovviamente, non si esclude che a Massimo possa essere accaduto qualcosa di grave. Come si ricorderà, del giovane padre di una bimba di pochi mesi, si sono perse le tracce domenica 24 febbraio, quando Massimo si sarebbe allontanato da casa, senza portare con sé però il telefono cellulare, dicendo alla convivente che sarebbe andato a comprare le sigarette.
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mini filippo_ceravoloSORIANO CALABRO - È uno dei tanti giovani morti ammazzati. Un figlio strappato dall’affetto dei suoi cari. Filippo Ceravolo era un giovane innocente. Il destino, però, ha voluto che quella sera si trovasse nel posto sbagliato, con la persona sbagliata. Perchè l’obiettivo dei sicari non era Filippo, bensì il 27enne Domenico Tassone. Non si può morire a 19 anni. Soprattutto quando ancora hai una vita davanti. Una vita che, però, si interrompe tutta d’un tratto. Quando meno te l’aspetti. È una mattanza di innocenti quella che, negli ultimi anni, sta interessando il Vibonese. Vittime innocenti come Filippo Ceravolo. O, ancora, come Pasquale Andreacchi. Vittime della barbarie umana, che non conosce ostacoli e non si ferma di fronte a niente ed a nessuno. La Calabria, però, continua a pianger i propri figli. In molti casi poco più che maggiorenni. Soriano, però, non ha mai dimenticato Filippo. Non l’ha fatto il giorno delle esequie. E neppure la settimana dopo, quando il Movimento spontaneo sorianese scese in piazza in una silenziosa fiaccolata.
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mini massimo_lampasiSERRA SAN BRUNO - Sono trascorsi più di due mesi ma ancora di Massimo Lampasi, il 25enne scomparso nel nulla la sera del 24 febbraio, non si hanno notizie. E man mano che i giorni passano, cresce anche la tensione. Il padre, le sorelle, il fratello e la compagna non riescono a darsi pace. Il timore che possa essere accaduto qualcosa di grave è concreto. Ad oggi, però, non si esclude nessuna pista. Come si ricorderà, di Massimo si sono perse le tracce la sera di domenica 24 febbraio, quando il giovane uscì di casa dicendo alla convivente che sarebbe andato a prendere le sigarette. Secondo quanto affermato dalla sorella Antonella, però, pare che Massimo quella sera avesse un appuntamento di lavoro. La mattina seguente, i familiari di Lampasi, che in passato ha già avuto problemi con la giustizia, hanno denunciato il fatto. Nel 2007, in particolare, è stato accusato, assieme ad altri soggetti, di aver rubato delle armi.
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vito gallèSERRA SAN BRUNO - Sono stati disposti gli arresti domiciliari per Vito Gallè, inizialmente ritenuto responsabile del duplice omicidio di Angelo Cravè, 42 anni e Giuseppe Campese, 35, avvenuto nel popoloso centro montano la mattina del 18 febbraio 2008. La Corte di Cassazione, in particolare, il 10 gennaio scorso ha  annullato, con rinvio alla Corte d'assise d'appello di Catanzaro, la sentenza di condanna a 18 anni di carcere inflitta in appello il 29 giugno 2009. Secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, i giudici della Cassazione avrebbero individuato tutta una serie di illogicità sia nella sentenza della Corte d’ Assise che in quella emessa dalla Corte d’ Assise d’ Appello. I giudici, dunque,  hanno accolto il ricorso presentato dagli avvocati difensori di Gallè, Giancarlo Pittelli e Maurizio Albanese, che puntavano a mettere in luce la mancanza di motivazione nell'attribuzione di credibilità all'unico testimone oculare del fatto. Gli avvocati hanno inoltre rilevato la contraddittorietà tra la sentenza di condanna della Corte d'assise d'appello e la sentenza con cui il Gip di Vibo Valentia aveva condannato il padre di Vito Gallè, Salvatore Rocco, a 20 anni, poi ridotti a 12 in appello. Non solo: la Cassazione ha ritenuto contradditoria l'attribuzione della responsabilità del duplice omicidio sia al padre che al figlio, ed ha annullato la sentenza anche in merito al mancato riconoscimento da parte dei giudici della Corte d'assise d'appello della provocazione come attenuante del fatto di sangue, scaturito da controversie legate ad una servitù di passaggio e preceduto da "violente prevaricazioni e da gravi minacce - hanno eccepito i difensori - subite per lungo tempo dalla famiglia Gallè". Tutto da rifare, dunque, con la Cassazione che ha deciso di rinviare il processo alla Corte d’ Appello.

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Giovedì, 28 Febbraio 2013 11:52

Il gruppo Scout Serra 1 all' Angelus del Papa

 

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Riceviamo e pubblichiamo

Dopo la notizia delle dimissione del Santo Padre, la mobilitazione è stata immediata. La Comunità Capi, del gruppo scout Serra San Bruno 1, ha subito proposto al gruppo, alla comunità parrocchiale San Biagio e alla comunità serrese ,  di presenziare all’ultimo Angelus del 24 c.m., coinvolgendo all’evento anche la zona AGESCI di appartenenza quella dei “Normanni”. L’Assistente  Ecclesiastico del gruppo, nonché parroco della predetta parrocchia, Don Gerardo Letizia, ha condiviso questa scelta e l’ha sostenuta fin da subito “…saremo protagonisti della storia della chiesa e non solo..”. Quindi i preparativi, gli avvisi i manifesti, le iscrizioni, e così fino alla partenza fissata il 23 febbraio alle ore 22,00. Insieme a noi  una rappresentanza della comunità spadolese, e del Gruppo scout Maierato 1. Grande entusiasmo tra i partecipanti,  uniti nel viaggio dalla preghiera e dalle meditazioni per Sua Santità. Ed eccoci  a Roma  alle 6,30, viaggio perfetto,  tanti occhietti assonnati, ma pronti a condividere una giornata irripetibile. La città vuota e silenziosa,  veniva destata dal calpestio frettoloso dei nostri scarponi per raggiungere Piazza San Pietro. Sbucati da un vicolo ci appare alla vista il colonnato. La Piazza  deserta, per dare spazio alle riflessioni.., qualcuno borbotta ridendo “abbiamo forse sbagliato giorno!!”. Presto passiamo i controlli e ci apprestiamo  a salire la gradinata e poi dentro la Basilica. Per molti e non solo per i lupetti e lupette ,si è aperto uno spettacolo incredibile: l’altare del Bernini, San Pietro, S. Francesco di Paola per  fermarsi sotto la solenne statua marmorea di San Bruno...abbiamo deciso allora di immortalare il momento con un flash, una foto di gruppo. Immancabile la visita alle spoglie del Santo Padre Giovanni Paolo II e poi via verso il centro della Piazza dove, presa la postazione, abbiamo atteso almeno quattro ore per poter condividere insieme al mondo intero quell’Angelus" tanto sofferto." Il freddo pungente non ci ha scoraggiati, alta saliva la preghiera fatta di canti che nello stesso tempo  ha allietato la Piazza che man mano diveniva sempre più gremita. Tanti, molti gli stranieri, si sono fermati vicini al nostro cerchio per cantare con noi, per chiedere da dove arrivavamo, e del perché eravamo lì. Lo sguardo  di continuo rivolto a quella finestra, la seconda da destra, ora chiusa, poi aperta, poi  col drappo steso, poi ancora il legio, ma ecco che d’un tratto una piccola figura bianca si affaccia e saluta, il SANTO Padre; dalla folla, pur se composta, un grido di ode. Il mondo è presente, tante le lingue ma unico il messaggio di sostegno e d’affetto per il Papa. Spicca la voce degli scout del Serra San Bruno 1 che intonano il nome di “Benedetto”, per dirGli “Siamo con Te”.Siamo con Te, perchè la sofferenza è dell'uomo, per noi cristiani, è quella croce da portare in silenzio...e quella salita al monte Tabor Ti aspetta con grande, silenziosa,discreta  umanità...Grazie Papa Benedetto, per quell'Angelus, che ci accompagnerà nelle nostre "umane ed irte ascese al monte Tabor... Il gruppo scout Serra San Bruno 1, accogliendo l'esortazione dell'AGESCI, il 28 febbraio, dalle ore 19,30 alle20,30, si riunirà in preghiera "per Benedetto XVI e la Chiesa di Cristo", idealmente assieme a tutti i fratelli scout e le sorelle guide del mondo, per chiedere allo Spirito Santo di far sorgere tra noi un pastore che ci aiuti con il suo sostegno a portare avanti i valori del movimento scout, che sono i valori evangelici di pace e di giustizia, di fratellanza universale e di comunione tra i popoli.

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mini Gall-Campese-CravProcesso da rifare per Vito Gallè (foto, a sinistra), 47 anni, che era stato ritenuto responsabile del duplice omicidio di Angelo Cravè (a destra), 42 anni, e Giuseppe Campese (al centro), 35, avvenuto a Serra San Bruno la mattina del 18 febbraio 2008. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio alla Corte d'assise d'appello di Catanzaro, la sentenza di condanna a 18 anni di carcere inflitta in appello il 29 giugno 2009.

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