SORIANO CALABRO - È uno dei tanti giovani morti ammazzati. Un figlio strappato dall’affetto dei suoi cari. Filippo Ceravolo era un giovane innocente. Il destino, però, ha voluto che quella sera si trovasse nel posto sbagliato, con la persona sbagliata. Perchè l’obiettivo dei sicari non era Filippo, bensì il 27enne Domenico Tassone. Non si può morire a 19 anni. Soprattutto quando ancora hai una vita davanti. Una vita che, però, si interrompe tutta d’un tratto. Quando meno te l’aspetti. È una mattanza di innocenti quella che, negli ultimi anni, sta interessando il Vibonese. Vittime innocenti come Filippo Ceravolo. O, ancora, come Pasquale Andreacchi. Vittime della barbarie umana, che non conosce ostacoli e non si ferma di fronte a niente ed a nessuno. La Calabria, però, continua a pianger i propri figli. In molti casi poco più che maggiorenni. Soriano, però, non ha mai dimenticato Filippo. Non l’ha fatto il giorno delle esequie. E neppure la settimana dopo, quando il Movimento spontaneo sorianese scese in piazza in una silenziosa fiaccolata.
Filippo lo ricordano tutti come un ragazzo dolce e semplice. Lo hanno ricordato anche i giocatori dell’ Ags Soriano, squadra neo promossa in Promozione, che hanno appunto dedicato la vittoria del torneo al giovane scomparso nell’ottobre scorso. Insomma: Filippo rimarrà, comunque, nel cuore di tutti. Lavorava con il padre Martino in giro per i mercati della zona. Si alzava presto al mattino, per racimolare quei pochi soldi che servivano per mandare avanti una famiglia. Filippo, però, non lo vedremo più ai mercati. Non è più con noi. E dimenticarlo non sarà semplice. Non solo per i familiari e gli amici, ma anche per i semplici conoscenti. Perchè quel ragazzo di 19 anni era amato da tutti. Come dimenticare i festeggiamenti per conquista dello scudetto della sua amata Juve. Filippo quel giorno era lì, in piazza con i suoi compaesani. Anche i tifosi bianconeri lo hanno ricordato qualche giorno dopo la tragica morte, durante l’incontro tra il Catania e la squadra di Antonio Conte, esponendo uno striscione con su scritto: «Filippo Ceravolo per sempre uno di noi».
Ieri è stato un giorno particolarmente significativo per la famiglia Ceravolo, in quanto Filippo avrebbe compiuto 20 anni. Per l’occasione, i familiari hanno organizzato una Santa Messa, tenutasi presso il Santuario di San Domenico e celebrata da padre Remigio Romano, domenicano, rettore del Santuario. I sorianesi, ancora una volta, hanno voluto ricordare Filippo, testimoniando allo stesso tempo la propria vicinanza a papà Martino, alla mamma Anna ed alle sorelle Giusy e Maria Teresa, tant’è che nemmeno la chiesa di San Domenico riusciva a contenerli tutti. Presenti, tra gli altri, anche il testimone di giustizia Rocco Mangiardi, originario proprio di Soriano e l’ ex primo cittadino del paese dell’ Alto Mesima, Francesco Bartone. Durante la messa, padre Romano ha sottolineato che «la paura più grande di ognuno di noi è quella di non essere amati da Dio. È come, cioè - ha affermato il rettore - se ci sentissimo dimenticati da Gesù. Dio, invece, è innamorato di noi. È molto ristretto. Si intromette nella nostra vita e vorrebbe che noi seguissimo la sua parola. Solo così risponde alle nostre paure ed ai nostri turbamenti. Se stiamo in pace con Gesù Cristo, allora riusciremo a superare i nostri timori. Diamo spazio alla fede nella nostra vita». Al termine della cerimonia, Martino Ceravolo ha lanciato un messaggio diretto agli assassini dalle colonne de ‘Il Quotidiano della Calabria’: «A chi ha avuto il coraggio di fare del male a mio figlio, pagherà per quello che ha fatto. Io e la mia famiglia combatteremo con tutte le forze necessarie per dare giustizia a Filippo. Cercherò i responsabili per tutta la vita. Auguro a loro - ha concluso Martino - la stessa sorte che è toccata a mio figlio». Subito dopo, ci è spostati al cimitero per un momento di preghiera e riflessione. Una famiglia affranta dal dolore. Che da mesi lotta contro un male incurabile che affligge la Calabria ed in particolar modo il Vibonese. Un male che negli ultimi tempi ha provocato una vera e propria carneficina. E le vittime quasi sempre sono giovani poco più che maggiorenni. Da Filippo a Pasquale Andreacchi passando per il piccolo Dodò, a Crotone. Commovente anche il messaggio che la famiglia ha voluto dedicare al 20enne: «Nel giorno del tuo ventesimo compleanno - si legge in un manifesto affisso tra le vie del paese - vibri più vivo nei nostri cuori. Sei ancora in questi occhi, in ogni parola, in ogni respiro; benché ti abbiano strappato via, come si strappa un tenero cuore da salde radici, ingiustamente, barbaramente, crudelmente. Nel nostro dolore, in questo giorno che avrebbe dovuto essere di festa, sei l’abbraccio eterno che non può avvolgerti, nostro piccolo sole, nostra gioia, nostro infinito amore, nostro vuoto incolmabile. Sei ogni nostro battito. Oggi, ieri e domani. Sempre». Buon compleanno Filippo.
(articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria)