mini allareseRiceviamo e pubblichiamo

Rispondo alle dichiarazioni lette sull’articolo di lunedì 10 marzo u.s. del quotidiano online il “Vizzarro”, dove si riportano i fatti accaduti duranti la partita tra Allarese e Real Serra, seconda categoria, girone “F” Comitato di Vibo Valentia.

Premesso che il mio non è un tentativo di giustificare gesti del genere che, anzi, condanno, ma solo far conoscere l’altra faccia della medaglia.

Preciso che l’aggressione subita dall’arbitro da parte del giocatore S. Cirillo è avvenuta dopo l’espulsione dello stesso giocatore e non prima. Espulsione molto discutibile, in quanto il sig. S. Cirillo stava protestando, in modo vivace ma non violento, per un grave errore arbitrale. Nello specifico, l’errore arbitrale è avvenuto al 2° minuto di recupero del secondo tempo sul risultato di 2 a 0 per il Real Serra, quando il sig. Lapa chiama un fuorigioco a dir poco inesistente, infatti, tra il giocatore dell’Allarese che riceve il pallone e il portiere avversario c’erano ben tre giocatori del Real Serra. Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, considerando le innumerevoli “sviste” perpetrate, fino ad allora, a discapito dell’Allarese e l’atteggiamento assunto, ad un certo momento della partita, da parte dell’arbitro nei confronti dei giocatori, a tal proposito riporto una singola frase detta dal sig. Lapa: “Stai zitto ed allontanati”. Ed è qui che la storia poco ha a che vedere con il calcio e lo sport in generale. Storia dove l’arbitro, e non suo malgrado, è protagonista. Storia dove l’arbitro, cioè persona imparziale nel contesto, ha leso l’intelligenza e la dignità dei giocatori, del mister e dell’intera dirigenza dell’A.S. Allarese.

Ricordo a me stesso che dietro ogni partita ci sono molti sacrifici, dispendio di energie e di soldi da parte di tutte le Società a qualsivoglia livello e categoria. Poi arrivi alla partita e le decisioni, scellerate, di un singolo mandano a monte tutto quello che hai creato con sacrificio, e ci sta leggere lo sconforto sui volti dei giocatori, come ci sta perdere perchè gli avversari sono più forti, perché quello è un giorno sfortunato ed, anche, per qualche svista arbitrale. Ma oltre alla sconfitta subire la beffa, così palese, non è più sport. Questo è mancanza di serietà professionale, questo è distruggere quello che dovrebbe creare lo sport, cioè momenti di fratellanza, momenti di unione, momenti di puro divertimento.

Faccio i complimenti al giocatore del Real Serra, Gregorio De Caria, che ha saputo sfruttare al meglio un rigore, giusto, ed una punizione, dubbia, trasformandoli in gol. Ma oltre a questi due episodi non ricordo altri tiri in porta da parte dei giocatori del Real Serra.

Tuttavia, la cosa che mi lascia perplesso sono le dichiarazioni del Presidente, Bruno Masciari. Caro Presidente, mister Rullo ha dichiarato che l’operato dell’arbitro ha penalizzato l’Allarese con le sue decisioni, e non si riferiva solo alle ammonizioni combinate ai giocatori dell’Allarese (si vada a vedere il taccuino dell’arbitro), ma a tutte le “sviste” verificatesi durante la partita. Non ha mai detto che i giocatori del Real Serra si sono comportati in modo scorretto nei confronti dell’Allarese.

Vorrei dire, in ultimo, al Presidente Masciari ed al dirigente, Giuseppe Tassone, che prima di dare sentenze sugli altri guardino in casa propria. Basta che vadano a rileggere il Comunicato Ufficiale della LND di Vibo Valentia n. 78/489 della stagione sportiva 2012/2013.

Infine, faccio gli auguri vivissimi di pronta guarigione al giocatore Simone Stingi.


Il presidente dell'A.S. Allarese

Romolo Tassone


Pubblicato in SPORT
Venerdì, 28 Febbraio 2014 18:10

Il caso Alaco finisce su tuttogreen.it

schiumalaco«Una storia sporca sotto ogni punto di vista - così recita in apertura l’articolo sul bacino idrico dell'Alaco, pubblicato oggi su tuttogreen.it - uno scandalo di cui nessuno parla». Dunque, l’annosa questione del invaso sito in localita Lacina, una piaga ancora aperta per migliaia di calabresi, “conquista” anche la nota platea del portale internet “Tutto Green – guida pratica alla Green Economy”. Il sito, uno dei più importanti dell’intero scenario nazionale, è da sempre sensibile alle questioni ambientaliste e, più in generale, a tutte quelle tematiche utili a migliorare l'impronta ecologista della nostra vita per risparmiare contestualmente salute, soldi ed energia. Un importante punto di riferimento del mondo ecologista, quindi, che riporta numerose guide pratiche per una vita a basso impatto ambientale e che non si esenta, con spiccata sensibilità, di preoccuparsi anche delle questioni più "oscure", intese come quelle vicende, sparse per tutto il mondo, che mettono a repentaglio il nostro ecosistema ma anche e soprattutto la salute dell’uomo.

«Una storia di cui nessuno ne parla», così Erika Facciola, collaboratrice di Tutto Green, etichetta quindi la storia di un lago che ancora oggi – nonostante sia stato posto sotto sequestro quasi due anni fa, nel maggio 2012 – continua ad erogare acqua nelle case di 400mila calabresi stanziati in 88 comuni ubicati, in particolar modo, a ridosso della fascia geografica centrale della nostra regione, fra le province di Vibo, Catanzaro e Reggio.

Unica imprecisione, a chiusura dell’articolo, quando la Facciola asserisce: «È storia recente l’apertura di un’interrogazione parlamentare per far fronte ad un’emergenza divenuta insostenibile», ma solo ed esclusivamente perché le interrogazioni presentate fino ad ora in Parlamento sulla questione Alaco sono, piuttosto, addirittura quattro.

Di seguito il link per leggere tutto l’articolo pubblicato oggi su www.tuttogreen.it

http://www.tuttogreen.it/acqua-pubblica-inquinamento-idrico-privatizzazione-acqua/

 

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mini tempo_nuovoAl via la stagione artistica 2014 a Chiaravalle, promossa dal Comune di Chiaravalle, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con l’Associazione culturale “Tempo Nuovo”, l’Associazione culturale “Dinamicamente” e il Gruppo folcloristico musico teatrale “Città di Chiaravalle”.

Primo appuntamento sabato 25 gennaio, ore 21, con Gigi Miseferi e la Band Larga, un trascinante e divertente viaggio negli anni ’30 e ’40 coinvolgerà il pubblico a ritmo di “Swing”. Tra una canzone e l’altra, esilaranti riferimenti comici all’attualità. Il titolo la dice tutta: “Dalle Lasagne al Brod…way”. Da piatti succulenti e ricchi al misero brodino, metafora addolcita nel sempre luminoso richiamo a Brodway quale auspicio per tempi migliori.

Questo il primo dei quattordici spettacoli che avranno luogo presso il teatro “Impero” fino al 9 maggio, nell’ambito della stagione artistica “Vivi…amo”, patrocinata dalla Provincia di Catanzaro, dal Consorzio di Metanizzazione delle Preserre, dai Comuni di Argusto, Brognaturo, Cardinale, Capistrano, Cenadi, Centrache, Gagliato, Monterosso, Olivadi, Palermiti, Petrizzi, Polia, Torre Ruggiero, San Nicola da Crissa, San Vito sullo Ionio, Simbario, Spadola e Vallelonga.

Sabato 1 febbraio, “The Beatbox live concert”. Molto più che un semplice tributo ai Beatles, la performance dei Beatbox si propone di far rivivere l’energia e il fascino del mitico quartetto di Liverpool, con esecuzioni fedelissime alle originali. A dare vita allo show: Alfio Vitanza, Mauro Sposito, Riccardo Bagnoli e Guido Cinelli.

Sabato 8 febbraio “Ed il sommo poeta disse a me" con la Compagnia teatrale pizzitana, per la regia di Silvano Murmura. In scena uno spettacolo brillante e divertente, liberamente ispirato al testo “La fortuna si diverte” di Athos Setti.

Sabato 15 febbraio, “Psychic Cabaret 2.0”, con Francesco Addeo, illusionista mentalista professionista, attivo in Italia e all'estero. In questo spettacolo incredibili esperimenti di psicocinesi, telepatia, chiaroveggenza e precognizione vengono proposti con l’immediatezza del cabaret e l'eleganza del teatro.

Sabato 22 febbraio, “Il magico Alivernini” con Alberto Alivernini, un graffiante cabarettista nei panni di un bizzarro prestigiatore oppure un folle illusionista nei panni di un comico raffinato, surreale e nonsense? Uno spettacolo misto tra comicità e magia senza mai capire dove finisca il mago e dove cominci il comico.

Sabato 1 marzo “Enoch Arden”, melologo per pianoforte e voce recitante, opera 38 di Richard Strauss su testo di Tennyson. Al Pianoforte Fabio Falsetta, voce recitante Edoardo Coen. Prima esecuzione assoluta per la Calabria.

Sabato 8 marzo, “Ella è simile a una dea”, omaggio a tutte le donne, kermesse musico-teatrale e letteraria, a cura di Ulderico Nisticò. Uno spettacolo questo a ingresso gratuito e offerto, data la speciale occasione, fuori abbonamento.

Sabato 15 marzo, “From Rome to Buenos Aires”, con Pietro d...Archi Ensamble, con Mario Stefano Pietrodarchi alla fisarmonica e bandenon. Seppur giovane, vanta una brillante carriera concertistica che lo ha portato nei maggiori teatri del mondo. Vincitore di prestigiosi premi, ha più volte rappresentato l’Italia in manifestazioni di alto profilo riscuotendo ampi consensi di critica e di pubblico.

Sabato 22 marzo “Per amore – Diario di un musicista”, con Alessandro Fortunato. Protagonista assoluto è l’amore ma si tratta di quell’amore che unisce due persone, bensì di un sentimento così radicato nella parte più profonda dell’animo di un musicista da guidarne inevitabilmente ogni suo passo: l’Amore per la musica.

Sabato 29 marzo, “Don Vincenzu, mastru Turi e l’imbenzioni e l’acqua cadda”, con “Compagnia Teatro Popolare” di Vibo Valentia e regia di Carmelo Genovese. I valori semplici di una volta, usi, costumi e tradizioni rivivono attraverso la rappresentazione di scene di vita quotidiana.

Mercoledì 9 aprile, “L’Italia s’è desta, un piccolo (falso) mistero italiano” con Dalila Cozzolino, testo e regia di Rosario Mastrota. Uno spettacolo vincitore già di numerosi premi. Protagonista è Carla, vive in un piccolo paese del Sud, “Tra il niente che la contraddistingue e il nulla che la attornia, Carla racconta la sua storia, del suo momento, del suo segreto”: un pomeriggio senza storia assiste ad un rapimento. In un paio di giorni la notizia invade le case: radio, televisioni e giornali assediano il piccolo paese…

Sabato 26 aprile “Me soggira si voli fari zita”, con la Compagnia teatro popolare Luna Gialla di Pellaro. In famiglia tutto si trasforma e gli equilibri vengono a cadere quando l’anziana suocera comunica di voler cambiare vita, di aver conosciuto dopo vent’anni di vedovanza un nuovo amore e di voler convolare a nozze.

Venerdì 2 maggio, Concerto del pianista Stefano Spitale. Intensa la carriera concertistica, in veste di solista e camerista, che lo porta nel 2009 ad esibirsi presso l’Universidad Nacional de Bogotà in Colombia. Durante il suo Recital per pianoforte, o brani musicali sono stati ispirati da testi poetici o da miti antichi.

Sabato 9 maggio, “Qui gatta ci cova” con il Gruppo folkloristico musico teatrale “Città di Chiaravalle Centrale” e la regia di Salvatore Russo. I due protagonisti don Ciccio e la sorellastra Antonia sono i contendenti dell’eredità materna, poter stabilire una verità imparziale si affidano la legge. Come troppo spesso accade, la giustizia umana finisce per allontanarsi dalla reale essenza dei fatti e delle cose. Ma, ed è questa la vera morale della storia, c’è un’altra giustizia, la si chiama “fato”, “provvidenza” o “volontà divina”.

Per info e prenotazioni contattare lo 0967/92186. Il programma integrale della stagione artistica potrà ancora visionato collegandosi al portale www.teatrotemponuovo. it o www.comune.chiaravallecentrale.cz.it.

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mini francescomaioloSi è spento ieri sera, dopo una lunga malattia Francesco Maiolo, uno degli artisti contemporanei più noti ed apprezzati dalla critica artistica internazionale. Nato a Nardodipace, fra le due guerre, nella Calabria marginale e difficile degli anni ‘40, trascorse proprio nell’ormai spopolato centro montano delle Serre, i primi diciassette anni della sua vita. Poi, nel dicembre del 1957, si vide costretto a lasciare le amate montagne calabre per inseguire diverse occasioni di lavoro, ma senza mai trascurare – nel tempo libero – la sua grande passione per la pittura. Fin da giovanissimo continua a coltivare il suo estro da autodidatta, mentre la vita lo porta prima a Roma e poi, nel 1963, a Torino. 
 
Dopo soli tre anni, una volta ambientatosi nel capoluogo piemontese, inizia l’attività espositiva con la prima mostra alla galleria Robert Philip di Parigi e successivamente proprio alla galleria Viotti di Torino. Dieci anni dopo Maiolo è già per la critica un professionista, tanto che nel ’74 viene selezionato dalla Publinter di Milano per curare e realizzare la campagna pubblicitaria della Motta e nel ‘76 inizia a collaborare con la casa editrice Salani di Firenze per l'illustrazione de "I Vangeli". Nello stesso anno viene invitato per la prima volta in Jugoslavia dove esegue un’opera per il Museo di Slatar. Esperienza che ripeterà nel ’79 sempre in terra slava, ma questa volta presso il Museo di Trebnje. 
 
Le sue opere verranno scelte poi nel corso degli anni dalla Fabbri Editori, per le illustrazioni dei racconti di Gianni Rodari e Corrado Alvaro, in alcuni testi didattici per i ragazzi delle scuole elementari, nonché per la prima pagina della raccolta "Storia degli Italiani".
 
Maiolo si è spento dopo una lunga malattia lasciando però una traccia indelebile nella storia dell’arte moderna internazionale. Una carriera di altissimo livello arricchita da numerosissime personali sia in Italia che all'estero, che lo hanno visto raccogliere apprezzamenti nelle più rinomate fiere d'arte, come quelle di Bologna, Firenze, Padova e Ginevra. La sua vita, così come le sue straordinarie opere, sono state più volte oggetto di documentari e servizi curati dalla Rai o da altre emittenti televisione nazionali, che hanno dedicato, in più occasioni, ampio spazio ai suoi capolavori, molti dei quali oggi sono divenuti proprietà dei migliori collezionisti privati di tutto il mondo: in Italia, Francia, Germania, Svizzera, Austria, Australia, Stati Uniti, Giappone e Canada.
 
Eraldo Di Vita, per la sua cultura artistica “istintiva”, paragonava Francesco Maiolo a Ligabue, Metelli e Gauguin, mentre Tonino Rivolo lo considerava un artista capace di “cogliere la mappa interiore dell’anima e delle emozioni”. In molte delle sue opere emerge soprattutto un forte attaccamento ai luoghi d’origine: “L'artista riveste la sua terra natia di una ricchezza accentuata, quasi  fantastica, per coprire il dolore del distacco di coloro che se ne vanno, la solitudine di quelli che rimangono” diceva di lui Gartnar.
Francesco Maiolo verrà quindi ricordato per uno stile unico nella gestione del colore e delle mescole, che in continua evoluzione da oltre quarant'anni, lo rende uno degli artisti più apprezzati dei nostri tempi. Capace di dare sempre un tocco fiabesco ai suoi capolavori armoniosi, puri e sciolti. 
 
 
 
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mini SS182È una storia di sviluppo al contrario. Una storia che comprende mezzo secolo di sogni, di speranze tradite, di promesse sistematicamente disattese. Una storia di cerimonie, passerelle, tagli di nastro. Una storia criminale, di intimidazioni, estorsioni, omicidi. E alla fine, come al solito, stringi stringi, è una storia di soldi, tanti, che però sembrano non bastare mai. La strada statale 182, la famigerata Trasversale delle Serre, ha ormai un'iconografia tutta sua – che ovviamente non ha nulla di artistico – in cui un posto spetta di diritto a Pino Soriero, ex sottosegretario ai Trasporti (fino al 1998) del governo Prodi, tre volte deputato, che ben oltre un decennio fa in un indimenticabile manifesto elettorale annunciava, con sullo sfondo i piloni di cemento dell'eterna costruenda, che «lo sviluppo è avviato».

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mini eliana_iorfidaSERRA SAN BRUNO – Un riconoscimento prestigioso, non soltanto per l’autrice, ma che di riflesso e per suo tramite, si estende anche a tutta una nuova di generazione di intellettuali serresi. Una giuria d’indiscusso calibro - composta da giganti del panorama letterario, editoriale e giornalistico nazionale, quali Dacia Maraini, Franco Scaglia e Antonio Debenedetti, solo per citarne alcuni – ha assegnato la “Giara d’Argento” al romanzo secondo classificato “Sette paia di scarpe” di Eliana Iorfida, nell’ambito del Premio Letterario “La Giara” indetto da Rai Eri, giunto quest’anno alla sua seconda edizione, confermandosi ancora una volta una preziosa opportunità di scouting per scrittori esordienti al di sotto dei 39 anni. La archeologa trentaduenne originaria di Serra S. Bruno, - la cui premiazione è avvenuta nello splendido palcoscenico della Valle dei Templi di Agrigento - attraverso quest’opera prima, descrive la vita nel profondo nord-est siriano. «Sette paia di scarpe – si legge nella motivazione del premio - la storia di Ahida e della sua adolescenza sullo sfondo della guerra arabo-israeliana del 2006, ci trasporta in un mondo arcaico, rurale, destinato a metamorfosi profonde, senza tuttavia rinnegare i valori di una tradizione millenaria. Eliana Iorfida, narrandoci la vita del piccolo villaggio nella Jazeera siriana, ci descrive, senza giudizi morali o politici, una società dettata da rigide leggi patriarcali, di cui riconosce i limiti, la durezza, ma anche la forza e l’integrità morale. Di quel mondo ci restituisce i colori, la natura, e un senso profondo di humanitas, di collettività, che ci ricorda la genesi delle nostre radici mediterranee». «Ho dedicato quest’opera al popolo siriano che me l’ha ispirata – ha spiegato l’autrice al Quotidiano -  concedendomi il privilegio di conoscere una storia vera, toccante, durante una delle missioni archeologiche cui ho preso parte, tra il 2006 e il 2007, sotto la direzione scientifica del Prof. Buccellati (Università della California). Oggi la Siria sta vivendo un passaggio drammatico della propria storia, che non può lasciarci indifferenti». La scrittrice serrese ha iniziato a scrivere questo romanzo nel 2008, lasciandolo più volte in sospeso per via degli impegni quotidiani, ma senza abbandonarlo del tutto «perché sentivo – ha commentato - che le vicende travagliate dei personaggi erano lì ad aspettarmi, non potevo tradirle. L’autunno scorso ho appreso del concorso RAI e mi sono affrettata a spedirlo alla sede regionale di Cosenza, emozionata nel sottoporlo ad un primo giudizio autorevole ed esigente».  Gli autori di riferimento della scrittrice sono tanti, ma in chiusura di questo romanzo «ho voluto citare Corrado Alvaro e il suo importante reportage dalla Turchia degli anni ’30. Alvaro fu tra i primi a cogliere l’omogeneità della tradizione mediterranea, la comunanza del meridione d’Italia coi paesaggi e i volti che popolano la sponda opposta e che io ho stessa ho potuto apprezzare». La scrittrice si è quindi detta felice del traguardo raggiunto e onorata di aver rappresentato la Calabria in una circostanza così importante. «Spero – ha detto in conclusione - che l’opera diventi presto un libro e accompagni i miei futuri lettori in un viaggio avvincente, alla scoperta di un mondo che mi è rimasto nel cuore».  

 

(articolo pubblicato su 'Il Quotidiano della Calabria')

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mini Schermata_2013-07-30_a_13.34.15Una storia di sfruttamento dell’uomo sull’uomo tracciata dalla mano insanguinata dell’Occidente schiavista. Una ferita ancora aperta che brucia sotto il sole di Rosarno, lacerata da un lavoro da bestie, impastata di patimenti e sudore.  Un dramma sociale in nome del profitto che dura imperterrito da anni, ma che ha conosciuto l’attenzione dei media da poco tempo. Da quell’ancora vicinissimo 10 gennaio 2010, quando a Rosarno - a metà fra l’alto Tirreno reggino e l’arido Aspromonte – scoppia la “rivolta dei neri”: due delle centinaia di braccianti africani sfruttati dalle aziende agricole del posto vengono feriti dai fucili di ignoti e si accende la guerriglia urbana.
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mini sharo_003SERRA SAN BRUNO - Quando a Sharo Gambino chiesero di lasciare la sua terra lui non aspettò nemmeno la fine della frase per rispondere seccamente “no, grazie”. Andarsene dove? E poi soprattutto andarsene per cosa? Per vivere economicamente meglio, per dare più pane e più soldi ai figli, per ricoprire posizioni eccellenti, per annusare l’aria dei salotti buoni, forse per praticare la politica, magari per farla? “No, grazie”, Sharo Gambino resta qui. Dov’è nato e dove l’odore della legna in fumo dai comignoli del paese è come l’oppio delle migliori ispirazioni baudelairiane.

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Domenica, 19 Maggio 2013 15:20

Identità dimenticate

mini Serra_San_Bruno_Le_navi_che_volano_Salvatore_Piermarini_e_Vito_TetiChi ci vive, molto spesso, non fa altro che rimuginare, senza esito, su come fare ad andarsene, mentre chi se n’è andato è condannato a rivivere una nemesi quotidiana fatta di odori, colori e suoni, in un tempo sospeso, irreale, fermatosi al momento della partenza. E non desidera altro che tornarci. Rappresentazione immutabile delle speranze e dei paradossi di un popolo che forse popolo non è mai stato, i paesi delle aree interne custodiscono l’identità culturale della Calabria, o meglio delle Calabrie. La mappa genetica di questa regione si muove, infatti, lungo una ragnatela di storie antiche e culture meticcie: impronte sbiadite e disordinate, distanti tra loro, rimandi di un passato che talvolta è rimasto aggrappato alle rocce di quella Calabria “aspra” dell’entroterra, che pochi hanno saputo raccogliere e mettere a dimora.

 

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mini gambino_e_pasoliniE’ una storia come tante questa. Una storia d’acqua e di contadini. La storia di intellettuali di sinistra che stavano tra la gente. La storia di un ruscello, che separa due frazioni sperdute delle pre-serre vibonesi. Il grande archivio librario, di documentazione e di memorie, lasciato da Sharo Gambino, mi “costringe”a delle riflessioni, anzitutto sul destino di questo grande patrimonio che appartiene alla Calabria prima ancora di essere proprietà della mia famiglia. Quelle che erano le riflessioni e le attività giornaliere di quegli intellettuali socialisti e comunisti che allora lavoravano e studiavano attivamente sul territorio, rendendosi parte integrante, uomini del PCI, anche se spesso ne stavano fuori. Repaci, Zitara, Mancini, Don Massimo Alvaro, Berto, Pasolini. 
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