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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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SERRA SAN BRUNO - Erano da poco passate le 19 dell’ 11 ottobre di tre anni fa. Pasquale Andreacchi, dopo essersi ritirato dal maneggio in compagnia del padre Salvatore, esce per comprare le sigarette ad un distributore poco distante dalla propria abitazione. Purtroppo, però, non fa più ritorno. La mattina seguente, la madre Maria Rosa non vedendo Pasquale a letto, si preoccupa e così inizia il tam-tam di telefonate a parenti e amici per capire se qualcuno lo avesse visto. Non avendo notizie, i familiari del gigante buono, amante dei cavalli, si recano presso il commissariato di Polizia per sporgere denuncia. Dopo una serie di attività investigative, è emerso che Pasquale avrebbe avuto dei problemi con un pregiudicato della zona per la compravendita di un cavallo non pagato.
VIBO VALENTIA - Secondo gli inquirenti era vicino ai Mancuso di Limbadi. Nel 2011 gli furono sequestrati beni per 5 milioni di euro. Annunziato Cilurzo, 60 anni, di Vena Superiore, è stato ucciso ieri sera intorno alle 21, proprio mentre rientrava a casa. I sicari non gli hanno lasciato scampo: stava per varcare la soglia e gli hanno sparato un solo colpo di fucile, al torace, da distanza ravvicinata. A dare l'allarme la moglie e i quattro figli, ma Cilurzo è morto all'istante. Aveva un chiosco per la vendita di fiori sulla statale 18. Nel 2006 era stato coinvolto in "Odissea". Ora gli uomini della squadra mobile di Vibo stanno interrogando i suoi familiari, cercando di risalire al movente del delitto. Un altro delitto di 'ndrangheta.
SERRA SAN BRUNO – Sul sentiero, tra i castagni, i passi sono pesanti. Nelle gambe e nella mente c’è tutto il peso del ricordo, tutta la dolcezza della memoria, impastata però con la rabbia, con il dolore. Un fardello difficile da portarsi addosso. Eppure i familiari di Pasquale Andreacchi ci convivono da tre anni e, forse, non se ne libereranno mai. Ai passi che portano al luogo in cui Pasquale fu ritrovato, fanno eco le loro parole. Le loro lacrime fanno rumore, ma è un rumore che molti, troppi, non vogliono sentire. Perché è più facile, più comodo, più conveniente voltarsi dall’altra parte. E così agli ultimi, agli innocenti, non è concesso neanche il sollievo della memoria, la dignità del ricordo.
La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha aperto un fascicolo sulla morte di una donna di 64 anni, Vittoria Luberto, avvenuta ieri mattina all'ospedale Jazzolino di Vibo. La donna era ricoverata da alcune settimane a causa dell'aggravarsi di alcune patologie di cui soffriva tra le quali scompensi cardiaci e diabete. Momenti di tensione si sono registrati al momento del decesso tra i familiari della donna ed alcuni sanitari. Sul posto sono intervenuti poliziotti e carabinieri che hanno riportato la calma. I carabinieri hanno anche provveduto ad aprire le indagini sequestrando la cartella clinica. I familiari hanno poi formalizzato la denuncia lamentando eventuali responsabilità del personale dell'ospedale. Del caso si sta occupando il pm di turno Gabriella Di Lauro. Al momento non risultano essere stati adottati provvedimenti giudiziari. I familiari lamentano ritardi nei soccorsi alla donna che manifestava un progressivo aggravamento.
SERRA SAN BRUNO – “Sole nero a Malifà” è una delle opere più rappresentative di Sharo Gambino, scrittore e giornalista calabrese, nato a Vazzano ma trapiantato nel popoloso centro montano, scomparso nell’aprile del 2008. Il romanzo, pubblicato per la prima volta nel lontano 1965, è stato oggetto di ristampa da parte della casa editrice Rubbettino. Ambientato a Ragonà e Cassari, frazioni di Nardodipace, "Sole nero a Malifà" narra la vicenda umana di un giovane, Gesuino, il cui nome rappresenta la metafora del destino al quale va incontro la gente, quella di fine anni ’60, sopraffatta dalla miseria e dalla povertà. Anche quest’anno, l’istituto d’istruzione superiore “Luigi Einaudi” di Serra San Bruno, ha riproposto il premio “Sharo Gambino”, che tra i tanti obiettivi, ha anche quello di promuovere tra i giovani la lettura e la conoscenza dell’autore, la cui opera, ispirata alla realtà della Calabria e dell’Italia meridionale, merita di essere adeguatamente diffusa e apprezzata per “l’alto valore del suo messaggio culturale e per il posto occupato da Gambino, serrese d’adozione, nella letteratura meridionale del ’900”. Nei giorni scorsi, infatti, presso l’aula magna dell’istituto, si è tenuto un dibattito durante il quale è stata ricordata la figura del celebre scrittore meridionalista. Presenti i familiari del poeta, il dirigente scolastico, prof. Tonino Ceravolo; il prof. Vito Teti, ordinario di Etnologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria, oltre ovviamente agli studenti della scuola. Dopo un breve dibattito incentrato maggiormente sulla figura dello scrittore, si è proceduto alla premiazione dei migliori elaborati: per il biennio, sono stati premiati Miriam Riggio e Federica Pollicino; mentre il primo premio è andato a Bruno Scopacasa. Per quel che riguarda il triennio, invece, il secondo posto se lo sono aggiudicate Ilenia Zangari e Angela Roti; mentre il primo premio è andato, per il secondo anno consecutivo, allo studente Giampaolo Cirillo.
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