SORIANO CALABRO - Una vittima innocente. Una delle tante. Un destino crudele ha voluto che Filippo Ceravolo fosse spazzato via. Lui, però, non c'entrava nulla con la guerra di mafia che sta insanguinando il Vibonese. Era incensurato. Non ha mai avuto problemi con la giustizia. Ma questo, a volte, non conta. L' unica colpa di Filippo sarebbe stata quella di trovarsi nel posto sbagliato con la persona sbagliata. L'obiettivo dei killer, infatti, non era il diciannovenne figlio di commercianti ambulanti, ma Domenico Tassone, 27 anni, sorianese come Filippo. Era lui l'obiettivo dei sicari. Non è certo, però, che Tassone fosse in compagnia di Filippo al momento dell'agguato. Né se il ventisettenne gli avesse prestato la Fiat Punto. Le parole, però, in questo caso non contano. Bisogna reagire. E' assurdo continuare a piangere giovani vittime innocenti.
Lo è stato Pasquale Andreacchi. E lo è anche Filippo Ceravolo. Ieri, intanto, un' intera comunità si è stretta attorno al dolore dei familiari. In migliaia hanno preso parte ai funerali, celebrati nella Chiesa di San Domenico dal parroco di Soriano don Giuseppe Sergio. Poco prima che il feretro entrasse in Chiesa, centinaia di palloncini bianchi sono stati lanciati in cielo. La bara, ricoperta dalla bandiera della Juve - sua squadra del cuore - ha fatto il suo ingresso nel Santuario intorno alle 15. La Chiesa era stracolma di gente. Troppo piccola per contenere l'affetto delle persone giunte a Soriano per porgere l'ultimo saluto a Filippo. All' esterno, invece, gli amici del diciannovenne hanno esposto alcuni striscioni: 'Una data, un giorno, 1000 domande, 1000 perché. Sei il nostro angelo'. E ancora: 'Non chiediamo a Dio perché ti abbia chiamato così presto, ma lo ringraziamo per averci permesso di averti come amico'. Questo, mentre a Catania - in occasione dell' incontro tra la squadra di casa e la Juve - il gruppo ultras Drughi ha ricordato la giovane vittima con un altro striscione: 'Filippo Ceravolo per sempre uno di noi'. Nel corso dell' omelia, il parroco di Soriano ha avvertito il bisogno di 'non lasciare queste comunità in mano a gente simile', anche se 'non bisogna gridare vendetta'. Gli autori dell' omicidio, però, 'devono rendersi conto dell' atrocità commessa e del fatto di aver spezzato una giovane vita'. Sabato prossimo, intanto, ci sarà una fiaccolata per le vie del paese. È prevista la presenza di Libera, associazioni, istituzioni e, soprattutto, la gente comune. Questi, però, sono giorni di dolore per i familiari, che non riescono a capacitarsi per la prematura scomparsa di un giovane innocente, strappato dalle braccia di una madre e di un padre straziati dal dolore. Filippo, però, continuerà a vegliare sui propri cari da lassù. Ciao piccolo angelo
(foto gazzettadelsud.it)