mini Ottavio-Bruni-150x150Dopo il terremoto provocato dall'operazione che nei giorni scorsi ha portato all'arresto di 24 presunti affiliati e fiancheggiatori del clan Mancuso di Limbadi, il consigliere regionale Udc Ottavio Gaetano Bruni offre la sua versione sui presunti contatti con la 'ndrina più potente del Vibonese emersi da alcune intercettazioni telefoniche effettuate dai carabinieri del Ros di Catanzaro. Bruni conferma ovviamente i suoi rapporti con Aurelio Maccarone, ma smentisce qualsiasi contatto con i Mancuso. "Con riferimento alle vicende relative all’inchiesta denominata 'Black Money' – spiega – che mi attribuisce determinati rapporti 'amicali', suscitando in me grande stupore, ritengo siano indispensabili alcune chiare precisazioni a tutela non solo della mia onorabilità, come uomo e come politico-amministratore in tanti lunghi anni di onestà, umile, trasparente, limpida attività, ma anche e soprattutto per rassicurare, ancora oggi, molti, tantissimi amici cari che mi sono stati sempre e mi sono ancora vicini con affetto e solidarietà.
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mini acqua_pubblicaRiceviamo e pubblichiamo:

Nei giorni scorsi, durante una seduta del Consiglio comunale a San Giorgio Morgeto (RC), è stato presentato un progetto per la “costruzione di un'infrastruttura volta a ottimizzare le fasi di adduzione e distribuzione dell'acqua potabile nel territorio comunale mediante applicazione di tecnologie di gestione remotizzata di telecontrollo e tele lettura, attività di ricerca e riparazione perdite idriche e servizi integrati post-contatore”. Il progetto prevede la sostituzione dei vecchi contatori domestici, nonché il monitoraggio della rete idrica, con la rilevazione delle perdite e degli allacci abusivi, tutto senza rischi e costi per l’amministrazione comunale grazie al meccanismo del project financing.

Una vera fortuna per San Giorgio Morgeto quindi, secondo i proponenti del progetto, ossia la catanese Compunet srl, una società operante nel campo della telematica e nel trattamento dati (ma di cui non siamo riusciti a trovare un sito internet), e la Holley Intl, divisione italiana di una multinazionale cinese con sede legale a Roma e sede operativa a Taurianova.

Un pericolo per l’acqua pubblica e per i cittadini di San Giorgio Morgeto, secondo la nostra opinione.

Il project financing prevede che un’opera, in questo caso il nuovo sistema di lettura dei consumi idrici e il monitoraggio della rete, venga progettata e realizzata da un privato, che poi trarrà i suoi profitti dalla gestione dell’opera stessa: si tratta quindi di una vera e propria privatizzazione del servizio idrico, contro la volontà popolare e contro i referendum del 2011.

Oltre alla fatturazione trimestrale ai cittadini, e la “gestione dei rapporti con l'utenza limitatamente alle attività di controllo della morosità (attacco/stacco)”, quello che ci preoccupa, e che rappresenterebbe l’ennesima mucca da mungere, è la riparazione delle perdite, che diventerebbe esclusivo appannaggio del proponente del progetto: un vero business se si considerano le condizioni medie delle reti idriche dei comuni calabresi.

Crediamo che un’amministrazione comunale come quella di San Giorgio Morgeto, che a settembre dello scorso anno aderiva all’unanimità alla nostra campagna contro le tariffe Sorical, debba prestare la stessa attenzione e dimostrare la stessa sensibilità nei confronti di questa nostra preoccupazione. Riteniamo comunque necessario informare la cittadinanza di San Giorgio Morgeto delle conseguenze che possono scaturire da un’eventuale approvazione di questo progetto: per questo, e anche per promuovere la legge di iniziativa popolare “ABC Calabria”, saremo in piazza il prossimo 17 marzo. Riteniamo allo stesso tempo fondamentale che tutti i cittadini, e i loro rappresentanti istituzionali, prestino attenzione a proposte di questo tipo, per evitare che nel silenzio si possano compiere scelte che danneggerebbero solo la popolazione.

Coordinamento calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”

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mini aL'estetica è un bisogno reale e sociale che tutti desiderano ricercare in qualsiasi cosa: l'automobile, i vestiti che si indossano, i diversi oggetti che si possiedono, l'arredo che si sceglie per la propria casa o per il giardino. Ha bisogno di estetica anche la città, attraverso spazi collettivi, strutture, vie di comunicazione e altri elementi che la completino. Elementi che la rendano migliore, la facciano vivere, bella e funzionale, ordinata: l’arredo urbano. Si tratta di un importante elemento di design che ha il compito di attrezzare gli spazi pubblici urbani con diversi manufatti che consentano un utilizzo adeguato degli stessi, che diano un aspetto di omogeneità, coerenza e fruibilità tra le parti della città, dando loro le attrezzature per poter essere vissuti. In diverse situazioni l'arredo urbano diventa parte determinate dell'identità di un luogo, basti pensare alle cabine telefoniche di Londra, ai cartelloni pubblicitari e alle cassette della posta che si trovano negli Stati Uniti o alle entrate della metro a Parigi. Tutti elementi che segnano, identificano un luogo.

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mini massimo_lampasi

SERRA SAN BRUNO - Man mano che i giorni passano, cresce anche la tensione. Il timore che possa essere accaduto qualcosa di serio è concreto. Tanto da far cadere nello sconforto un'intera famiglia, che non riesce a darsi pace. Sono trascorsi dodici giorni da quando di Massimo Lampasi, 25enne serrese, si sono perse le tracce. Ed il sospetto che quello del giovane già noto alle forze dell'ordine possa ricondursi ad un caso di lupara bianca è concreto. Ad avvalorare tale ipotesi, infatti, non c'è soltanto il fatto che del venticinquenne non si sa più nulla dalla sera del 24 febbraio, ma anche quella che riconduce ad un presunto avvistamento di Lampasi nei pressi del campetto sintetico di via Matteotti. In pratica, subito dopo la scomparsa pare che Massimo aspettasse qualcuno. Chi, però, ad oggi non è dato saperlo. 

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mini 4052_12_mediumLe intercettazioni telefoniche rilevate dai Ros dei Carabinieri di Catanzaro, nell’ambito dell’operazione che ieri ha condotto in arresto ben 24 esponenti della cosca Mancuso di Limbadi, hanno fatto emergere, alla base dello stesso clan, un’articolata rete di rapporti fra ’ndrangheta, massoneria, amministrazione pubblica e settore imprenditoriale. Tra i 24 finiti in manette, infatti, oltre ai vertici del clan, spiccano anche i nomi di diversi imprenditori impegnati nella siderurgia e nel settore turistico. Ma a scuotere il vibonese sono soprattutto le rivelazioni emerse riguardo ai presunti rapporti fra i Mancuso ed il Consigliere regionale Ottavio Gaetano Bruni, già per ben due mandati consecutivi Presidente della Provincia di Vibo Valentia (dal 1999 al 2008), nonché Presidente del Consorzio di Sviluppo Industriale provinciale (dal 2009 al 2010). Sembra che i rapporti fra Bruni e i Mancuso fossero coordinati soprattutto dagli uomini politicamente “operativi” del clan: il Consigliere provinciale Aurelio Maccarone e suo nipote Antonio Maccarone (genero di Pantaleone Mancuso).

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mini pantaleone-mancuso-150x150Emergono nuovi particolari sull'operazione condotta congiuntamente da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, che ha portato all'arresto di 24 esponenti della cosca Mancuso di Limbadi. Tra coloro i quali sono finiti in manette, infatti, oltre ai vertici storici del clan, anche noti imprenditori vibonesi impegnati nei settori siderurgici e dei servizi turistici, nonchè un funzionario dell' Ufficio tecnico del Comune di Tropea. Questi i nomi degli arrestati, nei confronti dei quali è stata avanzata la pesante accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso: Pasquale Mancuso, 66 anni; Giovanni Mancuso, 72; Giuseppe Mancuso, 36; Antonio Maccarone, 34; Antonio Cuturello, 23; Giovanni D'Aloi, 47; Giuseppe Costantino, 47; Fabio Costantino, 36; Zbigniew Damian Fialek, 36; 

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mini volante-polizia-commissariato1_240063La Squadra mobile di Catanzaro, coadiuvata dai Carabinieri del Ros e dagli uomini del Gico della Guardia di finanza di Catanzaro e Trieste, hanno eseguito 24 provvedimenti di fermo nei confronti di presunti affiliati alla cosca Mancuso di Limbadi. Oltre ai vertici della cosca, sono finiti in manette anche noti imprenditori vibonesi operanti nei settori siderurgici e dei servizi turistici e un funzionario dell'Ufficio tecnico del comune di Tropea. Sequestrati anche numerosi beni e aziende. Nei confronti delle 24 persone fermate pesano a vario titolo i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e concorso esterno. I dettagli dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa prevista per la mattinata odierna in Prefettura a Catanzaro

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mini no_rigassificatoreAlla fine i manifestanti hanno avuto la meglio e la riunione del Comitato Portuale è stata rinviata. Erano centinaia, stamattina, le persone riunite da associazioni e movimenti per dire no al rigassificatore di San Ferdinando. I manifestanti hanno bloccato l’ingresso della sede dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro convocata per esprimersi sulla concessione demaniale alla società che dovrebbe realizzare il rigassificatore. Oltre agli attivisti dei comitati, delle associazioni e dei centri sociali calabresi, ad appoggiare la lotta contro la realizzazione dell’impianto sono stati anche Sel, Rifondazione Comunista e Movimento 5 Stelle. Nel corso della manifestazione di stamattina si è registrato qualche momento di tensione

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mini fabriziaRiceviamo e pubblichiamo:

Al Commissario Prefettizio della Provincia di Vibo Valentia

e per conoscenza

A S.E. il Prefetto 

Ecc.mo Commissario Prefettizio, per come Lei ha avuto modo di conoscere da quando è impegnato a gestire l’ente provinciale, il territorio montano della provincia vive in uno stato di totale isolamento dovuto alla mancanza di un agevole sistema viario di comunicazioni con la città capoluogo e di collegamento con le altre arterie stradali provinciali e regionali.

Tale situazione, dovuta ad uno storico disinteresse delle amministrazioni succedutesi nel tempo verso l’intero comprensorio delle serre vibonesi, è ulteriormente peggiorata a causa della mancanza di qualsiasi intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria.

In particolare segnaliamo alla Sua attenzione la situazione di completo dissesto della strada della “Mongianella”, quella della strada di collegamento con la “Limina”, della strada Mongiana – Laureana di Borrello- e della strada provinciale n.9 nel tratto Croceferrata-Grotteria, queste ultime di competenza per una parte della provincia di Reggio Calabria.

Nel recente passato l’associazione Fabrizia in Movimento era riuscita a calamitare l’attenzione delle autorità preposte attraverso due convegni, tenutosi nella sala consiliare del Comune di Fabrizia,  nel corso del quale erano stati presi precisi impegni che a tutt’oggi sono stati disattesi.

La nostra associazione, forte delle istanze che ci pervengono dai cittadini ormai esasperati, sente la necessità, specie dopo l’inconcludente iniziativa messa in atto dall’amministrazione comunale, di sottoporre alla Sua cortese attenzione la sopra esposta situazione, nella speranza di poter trovare immediata soluzione, quanto meno in ordine alla messa in sicurezza e manutenzione straordinaria, oltre che di programmazione.

A tal fine saremmo veramente grati se la S.V. accettasse l’invito a voler visionare di persona lo stato di dissesto denunciato. Saremmo altrettanto lieti di poterla accompagnare nel corso del sopralluogo anche per indicare soluzioni progettuali che potrebbero essere messe in atto con esigue risorse finanziarie.

Certi della Sua attenzione ed in attesa di un suo positivo riscontro, porgiamo  distinti saluti.  

Fabrizia 1 marzo 2013

Il Coordinatore del Movimento Civico Crescere Insieme                                                                                    Dott Cosimo Antonio Tassone            

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mini norigasRiceviamo e pubblichiamo: Mercoledì 6 marzo, il Comitato Portuale di Gioia Tauro si dovrà pronunciare sulla concessione quarantennale di un’area demaniale alla LNG MedGas Terminal Srl per la realizzazione del più grande rigassificatore previsto in Italia. Un appuntamento importantissimo che potrebbe decidere le sorti di una regione intera, ma che non trova il giusto rilievo nella stampa regionale.

Stiamo parlando di un’opera che terrebbe un’area vastissima di questo territorio sotto il costante rischio di una catastrofe: non sono le associazioni ambientaliste a dire questo, ma diversi istituti competenti, tra cui uno studio del 2003 citato dalla Commissione Energetica della California, ventilano l’ipotesi che, nel malaugurato caso di incidente in un impianto del genere, si genererebbe una nube incendiaria che distruggerebbe tutto nel raggio di 55km.

A fronte di queste preoccupazioni, supportate da fonti sempre citate in anni di sensibilizzazione contro la realizzazione di questo impianto, siamo costretti a leggere tentativi di sminuire fortemente questi rischi, attraverso degli articoli pubblicati su diverse testate dove non viene citato alcuno studio o alcuna fonte, ma la cui omogeneità fa pensare ad un’unica mente ispiratrice.

Per richiamare l’attenzione sull’appuntamento del 6 marzo e sui pericoli del progetto, abbiamo affisso uno striscione davanti alla Camera di Commercio di Reggio Calabria. La scelta non è casuale, visto che la Camera di Commercio reggina è una delle istituzioni che compongono il Comitato portuale: al suo presidente Lucio Dattola, e agli altri componenti che dovranno pronunciarsi su questa concessione, rinnoviamo l’invito a tenere in considerazione le preoccupazioni delle popolazioni locali e a dire No a un’opera le cui scarse ricadute nel territorio non giustificano affatto un rischio così grande.

Ai reggini, e a tutti i calabresi, chiediamo invece di rendere evidente la loro preoccupazione partecipando alla manifestazione che si terrà davanti l’Autorità portuale mercoledì 6 marzo dalle ore 9.30, in occasione della riunione del Comitato Portuale.

c.s.c. Nuvola Rossa

c.s.o.a. Angelina Cartella

Collettivo UniRC - AteneinRivolta

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