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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
SIMBARIO - Non si placano le proteste dei cittadini all’interno del palazzo comunale. Infatti, come segnalato da alcune famiglie, continua a non esserci l’acqua nella zona alta del paese. Principalmente, i luoghi colpiti dal problema sono via Giacomo Matteotti e le abitazioni nei pressi del Calvario. Una storia quella dell’acqua che si ramifica in mille intrecci ai quali i cittadini cercano di far fronte: dalla chiusura sei serbatoi comunali, all’allaccio all’acqua avvelenata dell’invaso dell’Alaco, alle secche estive ecc. Insomma, l’approccio dell’essere umano con prezioso liquido diventa sempre più difficile. E la confusione in merito ai problemi sopra elencati regna sovrana, dato che gli amministratori dei vari Comuni sono sempre di più impegnati nell’infinito balletto di ordinanze che un po’ ne attestano la bontà e un po’ l’impossibilità di utilizzo della stessa per uso umano
BROGNATURO - I piccoli Comuni sono al centro di un importante riforma che prevede, nell'ambito degli organi elettivi, la presenza dei soli consiglieri comunali, annullando di fatto la giunta ed i relativi assessori. A Brognaturo, però, è alquanto «sintomatica la nomina del vice sindaco per l’esercizio delle indefettibili funzioni sostitutive che l’art. 53 del D.Lgs. n. 267/2000 assegna a tale figura». A denunciarlo sono Maria Carmela Mangiardi e Bruno Papa, rappresentanti del gruppo di minoranza "Rinnovamento e crescita", e Adriano Renda, responsabile organizzativo provinciale di Sinistra e Libertà. «La riforma, in particolare, - proseguono gli esponenti politici - si pone in continuità con la previsione di cui all’art. 2 comma 186, lettera c, della legge 23 dicembre 2009, n.191, come modificato dal d.l. 25 gennaio 2010, n.2 convertito in legge 26 marzo 2010, n. 42, che contempla la “…possibilità di delega da parte del sindaco dell’esercizio di proprie funzioni a non più di due consiglieri, in alternativa alla nomina degli assessori…». Il decreto legge 95 del 2012 «modifica» ed «integra» la precedente legislazione, comportando obbligatoriamente «forti e radicali cambiamenti» negli attuali assetti territoriali e nei servizi rivolti ai cittadini, non trascurando la «forte ri-modellazione organizzativa dell’ente comunale. Le scelte che gli organi di governo adopereranno dovranno essere improntate verso la condivisione generale nell’ottica di una visione globale che mette in risalto la voce e le idee dei cittadini». Di recente, però, «si è appreso che gli amministratori comunali di Brognaturo avanzano ai comuni limitrofi proposte di unione, aggregazione o convenzioni, disattendendo la concertazione pubblica-privata, sia del privato sociale, associazioni, cittadini etc, sia della realtà imprenditoriale e commerciale, sia dei partiti politici esistenti sul territorio in questione. Ci pare che i nostri amministratori stiano andando verso la deriva politica-amministrativa», assumendo un atteggiamento «egoistico» e di «emarginazione» nei confronti di chi risiede nel territorio comunale. «Poniamo una certa attenzione a queste dinamiche che da qui a poco dovranno essere obbligatoriamente per legge realizzate. Nel contempo, però - aggiungono i rappresentanti politici - vigileremo al fine di non permettere a nessun amministratore di allargare i propri confini territoriali al fine di elevare presumibili speculazioni nella convenzione dei servizi confondendo tale attività con quella di “ governo verosimilmente insolito nella gestione dell’Ente comunale “ a vantaggio di chi oggi in alternativa non può comodamente esercitare appieno il proprio potere in un territorio ristretto e che nulla ha a che fare con la gestione della cosa pubblica. A nulla è valsa la nostra presenza in qualità di consiglieri comunali e quella di alcuni funzionari di partiti politici per essere semplicemente considerati e consultati nelle scelte da intraprendere al fine di contribuire alla crescita civile, culturale e sociale della nostra e contigue comunità». Da qui, dunque, l'invito rivolto al prefetto di Vibo, Michele Di Bari, affinchè «quanto sopra esposto possa trovare risposte certe da parte degli enti locali».
(Articolo pubblicato su Calabria Ora)
SERRA SAN BRUNO – Il consigliere comunale di minoranza della lista civica “Al lavoro per il cambiamento” torna sul problema dell’acqua potabile e lo fa con una interpellanza indirizzata al sindaco serrese Bruno Rosi sottolineando come «da alcuni anni i cittadini residente nel comune di Serra San Bruno sono costretti a subire gravi disagi a causa della non potabilità dell’acqua; che nello scorso mese di Maggio è stato posto sotto sequestro l’invaso Alaco che rifornisce la gran parte delle utenze cittadine; che alcuni serbatoi comunali sono stati posti sotto sequestro». Inoltre lo stesso consigliere di opposizione fa menzione di come in questi giorni su via G. M. Pisani, via Catanzaro e strade limitrofe si stia riproponendo il problema dell'acqua sporca, aggiungendo le continue segnalazioni pervenutegli in merito alla quasi assoluta mancanza di acqua per la gran parte della giornata. Tutto ciò premesso, poiché «durante l’anno in corso sono state emanate numerose ordinanze di non potabilità dell’acqua; l’ultima ordinanza risale allo scorso 2 agosto; le continue ordinanze hanno generato paura e sfiducia nei cittadini; le ordinanze emanate nel periodo estivo danneggiano gravemente l’immagine della cittadina nel corso di una trasmissione televisiva andata in onda su una nota TV locale, il sindaco ha assicurato un investimento di “oltre un milione di euro per risolvere definitivamente il problema dell’acqua non potabile», Mirko Tassone interpella il sindaco Rosi per conoscere «se nel corso di questi mesi, dalla data del suo insediamento, l’attuale Amministrazione abbia effettuato una ricognizione conoscitiva, al fine di individuare le cause dei ripetuti episodi di non potabilità dell’acqua verificatasi negli ultimi anni e negli ultimi mesi; quali siano gli agenti inquinanti presenti nell’acqua; quali siano i rischi per la salute dei cittadini per l’aver utilizzato per lungo tempo acqua non potabile; quali azioni, anche di carattere legale, codesta Amministrazione abbia intrapreso contro la società che gestisce l’invaso dell’ Alaco; quali siano stati i provvedimenti intrapresi da codesta Amministrazione per risolvere in maniera definitiva l’increscioso problema; quanti e quali pozzi comunali in disuso siano stati riattivati per alleggerire la dipendenza dalle forniture provenienti dall’invaso dell’Alaco; a che punto sia l’intervento “da oltre un milione di euro” di cui Ella ha parlato in occasione della menzionata trasmissione televisiva».
NARDODIPACE - I luoghi che ispirarono a Sharo Gambino il suo primo romanzo, Sole Nero a Malifà, vivono ancora oggi, a distanza di 50 anni, lo stesso dramma di allora, l'isolamento. Cassari, frazione di Nardodipace arroccata sulle montagne al confine con il reggino, distante dal "capoluogo" più di 30 km, continua a soccombere, oggi come allora, sotto il peso di un'emarginazione che non è certo dovuta solo a fattori geografici, ma che ha assunto ormai da troppo tempo i contorni dell'emergenza sociale, economica, culturale. L'autore del Vizzarro arrivò qui per insegnare a leggere e scrivere ai contadini del luogo, e fu fortemente colpito dalle condizioni in cui vivevano, tanto da riuscire a far arrivare in queste montagne dei camion carichi di generi alimentari di prima necessità e soprattutto di medicinali.
Nel corso di un’assemblea pubblica tenutasi in piazza a Serra San Bruno, il Comitato civico Pro-Serre ha affrontato nuovamente la questione della potabilità dell’acqua proveniente dall’invaso SoRiCal dell’Alaco, recentemente posto sotto sequestro dalla Procura di Vibo Valentia. Il Comitato ha ribadito che nulla è cambiato anche dopo il sequestro, poiché con un balletto di ordinanze il Comune di Serra continua a confondere le idee dei cittadini esasperati che si vedono arrivare nelle case la solita acqua giallastra proveniente dall’Alaco, che pure viene dichiarata ufficialmente potabile e che invece, secondo il Comitato, è “semplicemente” avvelenata.
Oltre a ciò gli attivisti del Comitato hanno denunciato un’ulteriore anomalia.
SERRA SAN BRUNO - Il fantomatico balletto delle ordinanze, mandato in scena dall’amministrazione comunale serrese negli ultimi mesi, ha contribuito a rendere ancora più paradossale la questione acqua potabile. Si tratta, infatti, di un problema grave, che incide sulla salute oltre che sulle tasche dei cittadini, causato per larga parte dalla responsabilità delle amministrazioni comunali alla guida del paese dal 2004 (anno di insediamento di SoRiCal) e che viene malamente gestito oggi dall’amministrazione Rosi, che nell’arco degli ultimi 3 mesi ha tenuto un atteggiamento contraddittorio e fuorvianteper i cittadini, che oggi appaiono esasperati
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