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Il giovane sindaco napitino non ha dubbi: “Entro la fine del 2013 ridurremo la dipendenza dalla Sorical del 50%, attingendo alle sorgenti locali che stiamo individuando e censendo, proseguendo così verso la totale autonomia idrica”. Il piano di distacco dalla Sorical, secondo quando annunciato dallo stesso primo cittadino di Pizzo Gianluca Callipo, prevede nell’immediato la perforazione di un nuovo pozzo comunale, utile a diminuire la dipendenza dalla società per le risorse idriche. Un piano, quindi, orientato verso lo sfruttamento sostenibile delle fonti locali, inteso come risposta efficace al problema di rifornimento idrico che allerta, in particolar modo, i Comuni servita dall’invaso della Lacina. “In Calabria esistono circa 30mila sorgenti dalle quali è possibile attingere per il proprio fabbisogno idrico. Una strategia che il Comune di Pizzo ha già avviato nei mesi scorsi, con l'obiettivo di conseguire due importanti risultati: ridurre sensibilmente l’importo delle bollette per i cittadini e rendere il territorio comunale indipendente e capace di monitorare all’origine la salubrità dell’acqua” ha puntualizzato Callipo, ribadendo pertanto i propositi già enunciati nel corso della scorsa campagna elettorale.
Si tratta di una sfida comunque non semplice, ma che l’amministrazione Callipo sta dimostrando di saper affrontare al meglio. Il fabbisogno idrico di Pizzo è infatti di circa 80 litri al secondo, e già nei mesi scorsi è stato avviato un primo nuovo pozzo comunale che permette l’approvvigionamento da una fonte pubblica per ben 15 litri al secondo. Il progetto è caratterizzato inoltre dalla riattivazione di diverse fontanelle pubbliche, rimaste abbandonata per molto tempo e che sono state recentemente poste di nuovo in funzione dall’intervento del Comune. “Le fontane pubbliche sono una valida ed economica alternativa all’acquisto di acqua in bottiglia – ha spiegato Callipo - oltre a rappresentare un luogo di approvvigionamento sicuro in caso di emergenze, come quella che recentemente ha interessato la provincia vibonese”. Una provincia quasi totalmente vincolata dall’approvvigionamento dall’Alaco, da cui Pizzo Calabro riceve appena 2 litri al secondo, una quantità estremamente residuale rispetto al fabbisogno totale. Ma in questo caso, anche se è un aspetto marginale la “piccola quantità sarà eliminata dall’acquedotto della città e, almeno per chi vive nel nostro territorio, l'Alaco sarà soltanto un brutto ricordo”.
Dopo le recenti polemiche che hanno ridestato, nell’operato di un’Amministrazione sempre più dormiente, la questione “acqua sporca”, il Sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, sembra essersi finalmente convinto a intraprendere delle azioni legali a tutela della salute dei cittadini. Peccato che proprio ieri lo stesso Rosi, assieme all’ex Sindaco Raffaele Lo Iacono, sia finito tra i 20 indagati dei NAS di Catanzaro nel secondo filone di inchiesta della vicenda Alaco. Le accuse riguardano la mancata disposizione dei controlli previsti dalla legge nel periodo 2009-2012.
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