Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Ci risiamo. A Serra è andato in scena nuovamente il balletto delle ordinanze. Ieri sera, prima il sindaco Rosi informa la cittadinanza che, a seguito delle analisi eseguite dall' Asp di Catanzaro in uscita dal potabilizzatore ''Alaco'', è stata riscontrata una non conformità al D.Lgs. n. 31/2001 dovuta alla presenza di Benzene. Giusto 24 ore e l'allarme rientra. Si è trattato di un ''malaugurato errore di trascrizione nella comunicazione del rapporto di prova'', fanno sapere dalla Prefettura. L' acqua, dunque, è potabile.
di Francesco Tiron Petrarca
VII
Di gola asciutta et proclamando infamie
vanno in paese li altri di virtù sbiadita
ove dal Corso che sia di salita
mostran natura di buon costume
et poi scendendo la via del fiume
al ciel imprecan l’humana vita
che ad ogni passante l’un l’altro l’addita
com’è il rancoroso al suo fioco lume…
Qual giustezza di Destra, qual di Sinistra!
Povera et nuda vai, Politica
chi ti usa, col sol guadagno ha intesa
pochi Compagni avrai per la via critica
tant’è sicuro in più che chi amministra
scorda la magnanima tua impresa.
VIII
A piè dei monti, ove la brutta nomea resta
s’imprime in memoria meglio che pria:
l’Acqua, che Colui con Sorical a noi c’invia
spesso di sommo fetor c’appesta
mai più capaci di bere da questa
acqua mortal, che pur l’animal desìa,
anco per le fonti di Santa Maria
ch’al nostro andar fosse molesta.
Nel misero stato ove noi semo
niuno si prodiga a darsene pena
piuttosto impegnati a dispensar veleno
per tenere dritta in poltrona la schiena
i quali con forza fino all’estremo
rimangon legati da dura catena.
(Rembrandt, La ronda di notte)
di Dante il Sapiente
Era lo loco ov'a scendea Ancinale
veniro, il pdl e, per quel che v'er'anco,
tal, ch'ogni lecchino ne berrebbe uguale.
che da cima dell'Alaco, onde si mosse,
al piano è sì la roccia avvelenata
nei rubinetti scorrea a chi giù fosse:
cotal di quel pontano era la scesa;
e 'n su la punta de la rotta diga
l'infamia di Deo Marco era distesa
che fu creato ne la falsa Regione;
e quando vide noi, sé stesso morse,
sì come quei cui l'ira dentro la prigione
Lo savio mio inver' lui gridò: «Forse
tu credi che qui sia il Padre Umile
che giù a Serra le carte ti porse?
Pàrtiti, bestia: ché l'Alaco non vene
depurato da la tua sorella,
ma esiste per veder le nostre pene».
Lui è quel cornuto che sversa in quella,
c'ha ricevuto già, molti milioni,
che da dove fuoro, non sa, ma se dici, accoltella
da tutte parti l'alta valle feta
tremò sì, ch'i' pensai che la regione
sentisse amor, per lo suo popolo che l'vota.
Oh cieca cupidigia e ira folli,
che sì ci porti ne la vita corta,
e ne l'etterna pozza poi c'ammolli!
Lo mio maestro disse: «la pena a loro;
la farem noi, a sorical costà di presso:
ai sui non toccherà premio né alloro».
Poi guardò, e disse: «Quelli è Rizziuto,
che affogò nei suoi fitusi fanghi
nulla servì arricchirsi anche se molto arguto.
Dintorno al fosso vanno a mille a mille,
quivi è Deo Marco, chi 'mpurra, fiero
e lasciò la vita misera e senza faville.
La divina giustizia di qua punge
don Peppino che fu flagello in terra
e Nazza più non Bevil'acqua; e in etterno munge
Poi vidi gente che di fuor del Pontano
tenean la testa e ancor tutto 'l casso;
e di costoro assai riconobb'io lo Salatino.
(foto Salvatore Federico)
Serra San Bruno si scopre un'altra volta arida, prosciugata all'improvviso del suo bene più prezioso. Quasi da due giorni senz'acqua, i serresi si ritrovano esasperati dai disagi che sono costretti ad affrontare. Dall'amministrazione comunale il buio totale: nessuna informazione ufficiale, nessun avviso ai cittadini, solo qualche parola confusa, condita da timide rassicurazioni poco credibili anche alle orecchie di chi le pronuncia. Al solito, quando si tratta di acqua, nessuno ha idea di cosa fare, di come risolvere il problema. Un paese allo sbaraglio, in balìa degli umori velenosi dell'Alaco, dell'inefficienza di Sorical e dell'ignavia dell'amministrazione Rosi.
Dopo l’ordinanza di non potabilità, in vigore ormai da più di un mese a Simbario, il calvario dell’acqua Sorical nei paesi delle Serre Calabre prosegue. Questa volta è il turno di Fabrizia dove il 30 novembre scorso il sindaco Antonio Minniti ha emesso, sulla base della nota prot. 1013 I.P. del Dipartimento Prevenzione dell’Asp di Vibo Valentia, un’ordinanza di non potabilità in cui si segnala “che a seguito di analisi batteriologiche effettuate sul campione di acqua prelevato presso l’entrata Sorical, i parametri non rientrano nei limiti previsti dal Dlgs. 31/2001”. Di conseguenza si dispone, “in attesa dell’esito di nuovi prelievi, il divieto per l’utilizzo per scopi potabili dell’acqua proveniente dal serbatoio comunale”. La stessa ordinanza in cui il sindaco informa la cittadinanza dell’avvio “di tutte le indagini necessarie ad individuare le cause che hanno determinato la non potabilità dell’acqua”, è stata trasmessa al Custode giudiziario Ingegner Marco Merante, a cui al momento è affidata la gestione dell’impianto di potabilizzazione dell’Alaco, alla stessa Sorical, all’Asp, al Comando di Polizia Municipale, alla stazione dei carabiniere ed al laboratorio EsiLab che cura l’autocontrollo per conto del Comune di Fabrizia.
VIBO MARINA - C’è un capitolo di un film che torna sempre di moda, quasi come se fosse divenuto un cult. E la visione è ogni volta diversa da quella precedente, scoprendo a poco a poco quei particolari che erano passati inosservati. A Vibo Marina, per esempio, i ragazzi del “Facciamo Rumore” hanno scoperto la totale disinformazione della cittadinanza sulla saga dell’acqua sporca. La maggior parte dei presenti, per esempio, era convinta che l’acqua era sporca solo per via della rete colabrodo del Comune e che le analisi dell’Asl erano attendibili solo perché erano loro stesse ad emanarle. E mentre per alcuni, vedi magistratura e associazioni varie, la pellicola è quasi consumata, per altri invece si tratta di una prima visione assoluta.
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