Giovedì, 05 Aprile 2012 16:57

E' donna la rivoluzione in Calabria

mini enotrio_1_1Garibaldi aveva unificato l’Italia, i latifondisti, che avevano aiutato lo Stato nella repressione del banditismo, si allearono alla borghesia industriale del Settentrione: la degradazione economica spense le ultime speranze delle masse contadine del Sud. Le rivolte per la miseria in Calabria furono represse con la violenza e un'assemblea di proprietari terrieri aveva addirittura avanzato la proposta al Governo di abolire le scuole per le classi subalterne, cosa che adesso si sta riproponendo con una “scuola per censo”. L'emigrazione segnò, quindi, l'unica via di salvezza, i giovani, gli uomini abili, partivano. All'inizio del secolo oltre mezzo milione di italiani varcò l'Oceano e fino al 1914 circa dieci milioni abbandonarono la Patria, metà dei quali costituita da meridionali in cerca di fortuna negli Stati Uniti e nel Sud America. Il tenore di vita migliorò allorquando incominciarono a pervenire alle famiglie proletarie le rimesse di grandi somme di danaro da parte dei congiunti emigrati e ciò contribuì a risanare pure la bilancia commerciale nazionale. In seguito con il Fascismo, precluso lo sbocco dell'emigrazione, si poté soltanto scegliere l'arruolamento tra i "volontari" dell'Etiopia.

Pubblicato in CULTURA

mini palazzetto_tetto_crollatoSERRA SAN BRUNO – Dopo il tetto della Cappella dei Frati della Certosa, crollato parzialmente nei giorni scorsi, questa volta a venire giù è il tetto del centro polisportivo, o meglio di quello che avrebbe dovuto essere il palazzetto provinciale dello sport. L’eterna incompiuta della Provincia, che regala il pietoso benvenuto a quanti giungono nella cittadina serrese da Mongiana o Nardodipace, è una struttura su cui in realtà hanno messo le mani, si fa per dire, ben due province. Questa costruzione, iniziata quando Serra San Bruno faceva parte della provincia di Catanzaro, è proseguita o forse sarebbe meglio dire che non è proseguita, eccezion fatta per il tetto, sotto la competenza della provincia di Vibo Valentia, che l’ha successivamente abbandonata

Pubblicato in ATTUALITÀ

Rocco PistininziVIBO VALENTIA - L'assessore provinciale Rocco Pistininzi (foto) è pronto a presentare le sue dimissioni dalla giunta De Nisi. L'esponente del Pd, entrato in giunta in quota Riformisti, potrebbe già in queste ore protocollare l'atto di dimissioni, anche se ancora nulla trapela circa le motiviazioni della scelta che, secondo quanto ci risulta, è stata confermata anche dal diretto interessato. Se con le dimissioni di Pistininzi si aprirà l'ennesima fase di crisi politica dell'amministrazione De Nisi non è ancora dato saperlo, ma di certo la stabilità della giunta provinciale è sempre stata una chimera e si è tradotta in una scarsa maggioranza in Consiglio. Un consiglio provinciale a porte girevoli, quello vibonese, con continui cambi di casacca da parte di singoli rappresentanti che passano con facilità dalla maggioranza all'opposizione e viceversa.

Pubblicato in POLITICA


mini 260px-Simbolo_Rifondazione_creato_con_Paint.netRiceviamo e pubblichiamo

"Sono trascorsi otto mesi da quando l’attuale amministrazione comunale di centrodestra, guidata dal sindaco, Bruno Rosi, ha vinto le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. Ed in questi otto mesi di governo, la coppia formata da Rosi – Salerno, ha disatteso gli impegni presi in campagna elettorale. Pur essendo coscienti e consapevoli del fatto che, in meno di un anno, è difficile risolvere le problematiche presenti in città, il primo cittadino dovrebbe rendersi conto che, la sua maggioranza, non sta facendo alcunché per migliorare l’immagine della nostra cittadina. Anzi, i problemi piuttosto che diminuire, aumentano di giorno in giorno. E non è necessario vivere nei palazzi del potere per rendersi conto del fallimento di questa amministrazione comunale. Basterebbe soltanto vivere il quotidiano per capire che le tante difficoltà già presenti in passato (acqua, rifiuti, randagismo, tanto per citarne qualcuno) ad oggi permangono e, in alcuni settori, si sta addirittura facendo passi indietro. Ma andiamo al dunque. Con una delibera datata mercoledì  11 gennaio, il Comune avrebbe rinunciato ai giudizi pendenti con la Sorical (la società che gestisce gli acquedotti calabresi) in cambio di uno sconto di 30mila euro sui debiti. Il Comune, infatti, sarebbe in debito con la Sorical per un importo pari a 321 mila euro e, così facendo, il debito scenderebbe a 291 mila. Quindi, la Sorical concede al Comune uno sconto sulla somma che quest'ultimo dovrebbe versare alla società e l' ente, in cambio, rinuncia ai giudizi in corso contro la Sorical. Quali sono i motivi di questa operazione? Perché il sindaco Rosi e la sua maggioranza hanno rinunciato ai giudizi pendenti con la Sorical alla misera cifra di 30.000 euro (dei 321mila totali)? Già nei mesi scorsi, avevamo invitato il sindaco Rosi a chiudere ogni rapporto con la Sorical o, quantomeno, ad avviare un processo di distaccamento che si possa attuare in un determinato lasso di tempo. Il sindaco, invece, né si è degnato di rispondere alle nostre richieste, né tantomeno sembra si stia adoperando per far si che questa collaborazione si concluda nel più breve tempo possibile. Noi, come Rifondazione Comunista - Giovani Comunisti abbiamo più volte ribadito la nostra posizione: bisogna chiudere ogni rapporto con le società private e tornare ad una gestione pubblica del servizio idrico. È impensabile, ma soprattutto inaccettabile che, ad oggi, l’acqua che sgorga dalle nostre case sia maleodorante e nessuno interviene per cercare di risolvere il problema. Per questo motivo, ci chiediamo perché affidare il servizio ad una società che, come tante altre, pensa soltanto ad aumentare i profitti, disinteressandosi dei bisogni della gente?"

 

Alessandro De Padova
Responsabile serrese del Partito della Rifondazione Comunista

 

Pubblicato in POLITICA

mini bruno_zaffinoRottura tra l’assessore comunale Bruno Zaffino (foto) e l’amministrazione serrese. Il sindaco Bruno Rosi, questa mattina, ha revocato Zaffino da assessore, ed è stato lo stesso sindaco a comunicarlo al cronista. Bruno Zaffino, quindi, è fuori dalla squadra di governo locale, ed il tutto sancisce, con ogni probabilità, l’apertura di una crisi politica. L’ex assessore non era soltanto uno dei membri maggiormente rappresentativi dell’amministrazione comunale, ma è anche stato il candidato più votato in assoluto - secondo solo al consigliere regionale Nazzareno Salerno - che con una valanga di consensi ha dato un enorme contributo per la vittoria della squadra capitanata dal consigliere provinciale Rosi. Bruno Zaffino non ha mai fatto mistero di essere, da solo, in grado di scompigliare le dinamiche politiche comunali, probabilmente contando su consiglieri che sarebbero a lui vicini come Cosimo Polito e Carmine Franzè, che però non sono mai stati messi alla prova e che potrebbero comunque defilarsi e continuare ad appoggiare la maggioranza, il primo per preservare il posto di assessore, il secondo per non abbandonare il gruppo con cui ha vinto le elezioni. Ancora non si conoscono bene le motivazioni che hanno fatto entrare nel mirino dell’amministrazione pidiellina un assessore tra i più “pesanti” dell’intero esecutivo serrese, ma l’empasse politica in atto sta paralizzando non poco l’attività amministrativa serrese. Lo avevamo annunciato in tempi non sospetti che un rimpasto di giunta ci sarebbe stato e che era soltanto rinviato, e adesso le nostre indiscrezioni, contro le quali corsero immediatamente al riparo i big della politica pidiellina per smentirle repentinamente facendole passare come illazioni, si sono rivelate quanto mai esatte. Insomma, dopo la giunta di Raffaele Lo Iacono con una paralisi amministrativa permanente, dopo il commissariamento prefettizio in seguito allo scioglimento anticipato del consiglio comunale per le contestuali dimissioni di nove consiglieri comunali, ora un’altra stagione politica all’insegna dell’instabilità sembra aprirsi per la cittadina montana, che sembra non poter godere di una gestione amministrativa solida e duratura.

Pubblicato in POLITICA
Mercoledì, 21 Dicembre 2011 17:09

Pisl, botta e risposta Barbieri-De Nisi

mini De Nisi BarbieriIl presidente della Provincia di Vibo, Francesco De Nisi, risponde con un certa durezza alle critiche rivolte alla sua amministrazione proprio da un ex assessore, Paolo Barbieri. Tra i due, entrambi del Pd, c'è una polemica serrata da quando Barbieri è stato estromesso dalla giunta, ma la questione che ha fatto scattare la scintilla questa volta è puramente amministrativa, e riguarda i Progetti integrati di sviluppo locale. Secondo Barbieri, in sintesi, la programmazione presentata dalla Provincia in merito è stata molto lacunosa - "un solo progetto, anzi mezzo" - tanto da arrivare a parlare di "naufragio politico e amministrativo" e di "svuotamento di anni di lavoro". A stretto giro di posta è arrivata la replica di De Nisi, con una nota stampa diffusa oggi pomeriggio.

«La strumentalizzazione di una questione operativa - esordisce il presidente - mi costringe a replicare alle affermazioni di Barbieri che non si fa scrupolo di screditare non soltanto il lavoro di tante persone impegnate nella presentazione dei Pisl, ma anche l’attività che egli stesso ha svolto quando rivestiva la carica di assessore. Barbieri accusa la Provincia di non aver sfruttato al meglio i Pisl, di aver presentato un solo progetto e, in sintesi, di aver fatto sfumare questa opportunità. Innanzitutto - prosegue De Nisi - è bene ricordare che dalla sostituzione di Barbieri in giunta fino alla presentazione dei progetti è passato poco più di un mese. Un mese durante il quale, si presume, la Provincia avrebbe demolito il lavoro svolto anche da Barbieri, che quando era in carica ha gestito la fase concertativa relativa all’elaborazione dei progetti. Ovviamente non è così, e non soltanto per l’improbabile tempistica, ma perché i Pisl coinvolgono decine di soggetti pubblici e privati, tra Comuni, associazioni di categoria, ordini professionali, sindacati. Barbieri, dunque, ha una considerazione di se stesso troppo alta se crede davvero che la sua assenza abbia potuto compromettere la corretta presentazione delle proposte». Nel merito della questione, poi, il presidente precisa: «Il bando regionale non affida alla Provincia un primato nella progettazione complessiva, ma soltanto un compito di coordinamento territoriale. L’Amministrazione provinciale, quindi, ha fatto la sua parte fino in fondo, come ente capofila del progetto sulla mobilità intercomunale (completamento e messa in sicurezza della Tangenziale Est, ndr) e come partner negli altri progetti finanziabili, dove a fare da capofila sono diversi Comuni. La verità - è la conclusione - è che Barbieri non ha resistito alla tentazione di gettare fango su una procedura trasparente e concertata con tutti i soggetti coinvolti, anche a rischio di sporcare il suo stesso lavoro, che però oggi non può più rivendicare perché fuori dall’esecutivo provinciale. Inoltre, le sue critiche sembrano figlie di una mentalità ormai desueta e deleteria, che tanti danni ha fatto in passato, quando il potere politico coincideva con la possibilità di gestire in prima persona il denaro, distribuendolo agli amici e agli amici degli amici. Oggi, invece, ciò che conta è il risultato finale, cioè l’utilizzo efficace delle risorse per creare sviluppo, che può scaturire soltanto da una programmazione condivisa e da una concreta collaborazione tra i soggetti pubblici e privati coinvolti nella crescita socio-economica del territorio».

Pubblicato in POLITICA
Lunedì, 19 Dicembre 2011 21:48

Fine di una provincia, fine di un fallimento

mini De-Nisi_2Se veramente la finanziaria dovesse, cosi come pare, mettere fine alle province, la scure cadrebbe soprattutto sui politici rampanti che vedranno ridursi al lumicino i posti di potere. Tutti insieme piangeranno, tra i flauti, la nostalgia per il cadavere di una provincia mai nata. Sì, perché l’unica cosa esistita nella provincia vibonese è stato soltanto un palazzo, quello dell’ex Enel, colmo di burocrati parcheggiati dal clientelismo dei politici di turno, in cui il centrosinistra ha riscosso l’indubbio primato. Tutto il resto è stato solo disinteresse. Il fallimento della provincia di Vibo Valentia rappresenta non soltanto il crollo istituzionale di un ente, ma soprattutto il disastro di una generazione di politici disinteressati nei confronti del popolo se non quando arriva il momento di chiamare in causa gli elettori per garantire i propri privilegi. Per alcuni, l’ente vibonese è servito come trampolino di lancio verso le elezioni regionali, per altri un una carica istituzionale per darsi un tono e fare curriculum. A tutto la provincia sembra essere servita tranne che a fare gli interessi dei cittadini.

Nata nel 1995, dopo 16 anni di amministrazioni di centrosinistra ci ritroviamo con le medesime cose con le quali ci trovavamo, o forse sarebbe meglio dire senza le quali, ci trovavamo allora. Nessuna strada di collegamento col capoluogo se non quei gomitoli di curve che assassinano le cervicali, e un colabrodo di strade nel bel mezzo delle quali spuntano delle enormi buche. Un palazzetto dello sport, alle porte di Serra, la cui costruzione è iniziata sotto la provincia di Catanzaro e che, come il bicchiere d’acqua mezzo pieno o mezzo vuoto, non si comprende se sia destinato a morire o potrà mai essere portato a termine. Nessuna presa di posizione nei confronti della chiusura dell’ospedale di Serra San Bruno, ma solo mezze dichiarazioni del presidente De Nisi che, come la sibilla cumana, dice tutto e non dice niente, e false promesse dell’ex presidente Bruni, osannato per la sua abilità nei sermoni democristiani. Continui balletti per gli assessorati, con crisi ad hoc e repentini cambi di casacca – perché, bisogna dirlo, nel salto della quaglia i politici vibonesi si sono dimostrati cosi esperti da poter essere esportati. E ora che la breve vita della provincia di Vibo sta per finire, cosa faranno i politici nostrani? Semplice, si dedicheranno allo sport preferito, occupazione militare di tutto ciò che è possibile occupare per se e per i propri pretoriani.

Pubblicato in LO STORTO
Pagina 3 di 3

Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

Reg. n. 4/2012 Tribunale VV

redazione@ilvizzarro.it

Seguici sui social

Associazione "Il Vizzarro”

via chiesa addolorata, n° 8

89822 - Serra San Bruno

© 2017 Il Vizzarro. All Rights Reserved.Design & Development Bruno Greco (Harry)