Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Soriano | Deliese | 1 - 0 |
Brancaleone | ReggioMed | 1 - 0 |
Bagnarese | Polistena | 1 - 0 |
Villese | Bianco | 2 - 0 |
Filogaso | Taureana | 2 - 2 |
Rizziconi | Siderno | 1 - 0 |
Marina di Gioisa | Natilese | 0 - 0 |
Bovalinese | Gioiosa Jonica | 3 - 2 |
Brancaleone | 48 |
Rizziconi | 42 |
Bagnarese | 40 |
Bianco | 36 |
Filogaso | 27 |
Soriano | 26 |
Marina di Gioiosa | 25 |
ReggioMed | 25 |
Villese | 23 |
Taureana | 22 |
Polistena | 21 |
Natilese | 21 |
Gioiosa Jonica | 20 |
Siderno | 19 |
Deliese | 18 |
Bovalinese | 17 |
SERRA SAN BRUNO - Termina tre a tre l'incontro disputato al 'La Quercia' tra Serrese e Nicastro, rinviato qualche settimana fa a causa delle abbondanti nevicate che hanno interessato il Vibonese. Un pareggio che, per come è maturato, ha il sapore della sconfitta per l' undici di mister Rolando Megna, in vantaggio per 3 a 1 fino ad otto minuti dal termine. Pronti, via ed i biancoblu hanno subito l'occasione per portarsi in vantaggio: Greco riceve palla da metà campo, il portiere ospite commette fallo da ultimo uomo ma il direttore di gare estrae soltanto il cartellino giallo. Dal successivo calcio di punizione, Megna impegna Amendola, bravo a bloccare. Al 14' è sempre il numero dieci a rendersi pericoloso con un tiro da fuori area respinto dall' estremo difensore lametino. Il gol del vantaggio locale arriva al 18' con Idà, abile asfruttare una respinta corta di Amendola. Passano dieci minuti ed i vibonesi raddoppiano il vantaggio con Megna. Nella ripresa, gli ospiti scendono in campo più motivati e accorciano le distanze dopo soli dieci minuti. Al 32' st arriva il 3 a 1 con Iorfida, che raddoppia il vantaggio, ma nel giro di otto minuti prima Azzouzi riporta in partita il Nicastro e a tempo quasi scaduto una prodezza di Nucifero consente al Raffaele Nicastro di ottenere un punto utile soprattutto al morale.
La matricola Soriano sembra non conoscere ostacoli. Nella giornata del ricordo per la tragica scomparsa di Filippo Ceravolo, giovane vittima innocente della criminalità organizzata, i rossoblu superano anche il Petrizzi per 3 a 1. Di Pasquale il vantaggio ospite al 22' del primo tempo con un tiro dagli undici metri; rispondono i locali dopo appena tre minuti con Nesci sempre su calcio di rigore. Il 2 a 1 lo firma sempre Nesci, mentre la terza marcatura è stata realizzata da Galeano, subentrato ad inizio ripresa a Baroni. Mantiene il passo il Filogaso, vincendo di misura a Campora. Soltanto un pari, invece, per la Serre dalla trasferta di Laureana; così come per il Fronti a Nicotera. Successo del Badolato per 3 a 0 a Pianopoli, del Prasar (5 a 3 contro la Stilese) e del Bivongi Pazzano (4 a 1 contro il fanalino di coda Galatro).
Risultati 7^ giornata
Soriano - Petrizzi | 3 - 1 |
Laureanese - Serrese | 1 - 1 |
M. Nicotera - Fronti | 1 - 1 |
R. Nicastro - R. Pianopoli | 3 - 0 |
Campora - Filogaso | 0 - 1 |
Bivongi Pazzano - Galatro | 4 - 1 |
Pianopoli - Badolato | 0 - 3 |
Prasar - Stilese | 5 - 3 |
Classifica
Soriano | 21 |
Filogaso | 19 |
Fronti | 13 |
Serrese | 13 |
Badolato | 13 |
Campora | 13 |
M. Nicotera | 11 |
R. Nicastro | 10 |
Prasar | 9 |
Petrizzi | 9 |
Bivongi Pazzano | 9 |
Laureanese | 7 |
StileseaTassone | 4 |
Pianopoli | 4 |
R. Pianopoli | 3 |
Galatro | 0 |
ARENA – «Non vogliamo fare inutili dietrologie. Né vogliamo che questo Consiglio si trasformi in un tribunale dell’Inquisizione. Se ci sono stati e ci saranno responsabili saranno gli organi preposti a stabilirlo. Noi, la mia amministrazione intendo, abbiamo davanti soltanto due doveri: dal punto di vista politico, è opportuno fare chiarezza su una questione che avrà inevitabilmente pesanti ripercussioni. Dall’altro lato, dal punto di vista gestionale e quindi amministrativo, abbiamo l’obbligo di affrontare la situazione e la triste realtà. Realtà inoppugnabile: il lungo iter giudiziario si è concluso con una condanna pesante. Con la condanna al pagamento di oltre un miliardo di euro. 1.097.062 euro, per l’esattezza».
Nel corso di un affollato consiglio comunale, convocato in forma straordinaria e aperta, il sindaco Antonino Schinella ha inteso rendere edotta la cittadinanza in merito ad una questione che per lunghi anni ha tenuto con il fiato sospeso cittadini e amministratori di Arena: la vertenza Lorusso. Questione che ha avuto epilogo soltanto nei giorni scorsi con la decisione della Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dal Comune.
«La storia parte da lontano e ha per oggetto i lavori di costruzione del Carcere mandamentale. I lavori - ha riferito il primo cittadino suffragando le sue tesi con carte e documenti alla mano - furono consegnati alla ditta nel febbraio dell’84. Dopo tre sospensioni nel breve arco temporale di un anno e mezzo, nell’estate dell’85 l’impresa subisce un attentato dinamitardo. E i lavori i fermano. Arrivano i solleciti, si susseguono due ordini di servizio, ma l’impresa riprende i lavori soltanto ad aprile del 1987. Ma sette mesi dopo si ferma di nuovo. Il motivo? Si è resa necessaria una perizia suppletiva e di variante, la cui redazione tra mancati recepimenti e pareri vari ha subito un iter abbastanza lungo. Si pensi, infatti, che soltanto nel 1994, sette anni dopo, la Giunta comunale ha approvato la perizia, dando così avvio ai lavori. Da questi ritardi, dunque, scaturisce il contenzioso. Per l’impresa la responsabilità sono attribuibili all’amministrazione appaltante e all’incapacità di quest’ultima di approvare una perizia. L’arbitrato ha successivamente accolto le richieste di Lorusso, condannando il Comune al pagamento di oltre un miliardo di euro. E dopo le decisioni della Corte di Appello e della Cassazione che hanno rigettato i ricorso presentati a suo tempo dal Comune, l’iter processuale si è concluso con una condanna. E adesso la situazione non è delle migliori. Acuita dal fatto che ci troviamo a fronteggiare una non facile situazione. Si pensi - ha aggiunto il sindaco - che quotidianamente si recano in Comune decine di creditori e diversi professionisti che esibiscono laute parcelle per prestazioni che in alcuni casi risalgono anche a decine di anni addietro. Si pensi, inoltre, che siamo costretti a pagare rate di mutui per un importo che supera i 200mila annui, di cui 70mila assorbite per la chiusura delle controversie legate agli espropri Lombardo e Scalamogna. E, come se tutto ciò non bastasse, aggiungo che a dicembre arriverà la sentenza, un'altra sentenza, sempre inerente un esproprio, questa volta del terreno dove è ubicata la scuola elementare, e le notizie forniteci dal nostro avvocato non ci lasciano ben sperare. Dunque, è evidente che la situazione che abbiamo ereditato è pesantissima. C’è chi in questi giorni ci sta consigliando il dissesto. Forse è l’unica via di uscita, ma sarebbe una iattura per la nostra gente. Significherebbe l’aumento, fino al massimo consentito, dei tributi e delle tariffe per cinque anni. E in un periodo di crisi generale, non possiamo mettere le mani nella tasche dei nostri cittadini. Perciò, stiamo lavorando e lavoreremo con un unico obiettivo: evitare il dissesto. Ci siamo rivolti ai ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture, ai quali abbiamo chiesto di assumersi i maggiori oneri derivanti dalla costruzione del Carcere anche nello spirito dell'articolo 19 della legge n. 119 del 1981, che prevedeva che i maggiori oneri potessero essere saldati attingendo ad un mutuo a totale carico dello Stato. In questa direzione, il deputato Laratta presenterà presto un’interrogazione, portando il nostro caso all’attenzione del Parlamento. Inoltre, siamo in trattativa con il creditore: se riuscissimo ad ottenere una dilazione, a conti fatti saremmo in grado di onorare il debito. E questa - ha aggiunto il sindaco rispondendo alla domanda del consigliere di opposizione Giamba - sarebbe la migliore condizione: ci permetterebbe da un lato di evitare il dissesto e dall’altro di affrontare l’onere senza neppure aumentare la pressione fiscale. Basterà razionalizzare la spesa, sulla falsariga di quello che abbiamo fatto finora, se è vero come è vero che ad oggi siamo riusciti a diminuire sensibilmente alcuni costi: penso, solo per fare qualche esempio, alla gestione e al trasporto dei rifiuti, al riscaldamento dello strutture pubbliche e alla manutenzione dei mezzi comunali». Infine, rispondendo ad una domanda dell’altro consigliere di opposizione Brogna, il primo cittadino ha chiosato così: «Lei mi chiede di chi sono le responsabilità? Leggendo le carte, emerge che il loro arbitrale ha addossato le responsabilità alle amministrazioni che si sono susseguite dal 1987 al 1994 e in parte anche ai progettisti e alla carenze progettuali. Aggiungo che reputo un errore il fatto che la precedente amministrazione non abbia nominato un arbitro, e quindi un difensore del Comune, decidendo di non giocarsi la partita, sebbene questo ultimo aspetto non rappresenti la prova che affrontando il giudizio in modo diverso il Comune ne sarebbe uscito indenne. Comunque, ribadisco che saranno gli organi proposti a stabilire chi sono i responsabili. Posso dirle che alla Procura della Corte dei conti è stato già trasmesso l’intero fascicolo».
Dopo la chiosa del sindaco, gli interventi del pubblico, tra cui quello dell’ingegnere Michele Gerace, assieme al collega Raffaele Schinella progettista e direttore dei lavori del Carcere, e dell’ex sindaco Rosario Pugliese.
SPADOLA - Su segnalazione di alcuni cittadini spadolesi, pubblichiamo le immagini relative al totale degrado ed abbandono in cui versa il campo sportivo situato nel piccolo centro delle Serre. Spogliatoi distrutti ed erbacce che sovrastano il rettangolo di gioco rappresentano lo spettacolo alquanto indecoroso che si presenta non soltanto agli occhi dei residenti ma, soprattutto, ai tanti turisti che, nei mesi estivi, popolano il nostro territorio. A questo punto, speriamo soltanto che con il nostro appello, le istituzioni (dal Comune alla Provincia) si facciano avanti per porre definitivamente fine a questo degrado e per restituire la struttura ai tanti giovani amanti dello sport.
SERRA SAN BRUNO – Ci risiamo. Dopo l’incendio che ha caratterizzato la struttura sportiva di contradda Fillò, nella notte scorsa ignoti hanno dato alle fiamme un mezzo della ditta asfaltatrice “Lucia Antonio” di Lamezia Terme, custodito a titolo di favore all’interno della ditta “Galeano”, impegnata nel settore dei calcestruzzi. Approfittando del buio della notte, i malviventi si sarebbero introdotti nel cantiere e, subito dopo, hanno dato fuoco al mezzo e le fiamme si sono immediatamente propagate ad un rullo compressore poco distante.
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