mini Documento_-ordinanza_20_29112013-page-001Il primo cittadino di Serra, Bruno Rosi - attraverso un'apposita ordinanza - ha disposto a titolo precauzionale la chiusura di tutte le scuole per domani, sabato 30 novembre, riservandosi inoltre di adottare ulteriori provvedimenti in relazione all'andamento metereologico. Il tutto si è reso necessario a seguito dall'avviso di allerta meteo pervenuto dalla Regione Calabria - Settore Protezione civile e dalla Prefettura di Vibo Valentia. 
 
Identica situazione in altri centri calabresi, come Soverato e Catanzaro. Il sindaco del capoluogo di regione, Sergio Abramo, oltre alla chiusura delle scuole sia per domani che per la giornata di lunedì ha disposto anche quella degli impianti sportivi della città. Si attende, dunque, il rinvio della partita di Prima divisione tra Catanzaro e Benevento. 
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mini diga-alacoDa ormai diversi giorni l’acqua in alcune zone dell’abitato di Spadola viene distribuita a singhiozzo - pare - per via delle esigue disponibilità nei serbatoi comunali, messi quasi totalmente a secco dalla lunga siccità registratasi in tutto il territorio nelle ultime settimane. “Abbiamo un problema con la quantità d’acqua disponibile – ha spiegato il sindaco Giuseppe Barbara – legato alla lunga siccità che ha caratterizzato questa prima parte della stagione autunnale. Speriamo il disagio possa rientrare celermente”.
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mini sagrabuonpescato
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Siamo ben lieti, oggi, di ospitare, nella nostra cittadina, un evento come quello    della sagra del buon pescato. Occasioni come queste, che certamente vedono l'attivo coinvolgimento degli operatori del settore ittico, sono utili e funzionali al nostro territorio. Siamo convinti che tali manifestazioni istituzionalizzate debbano essere  frutto di un lavoro partecipato  fra cittadini, lavoratori ed enti preposti si da far emergere le tanto decantate valorizzazioni del nostro territorio.  Auguriamo, quindi, di ritrovarci presto e tutti insieme, per: 
- la sagra delle bonifiche (ad esempio quella  del Ponte del Varco);
- la sagra dell'acqua pubblica e potabile (un efficiente impianto idrico e che non ci costringa a comprare acqua imbottigliata che aumenta vertiginosamente la quantità di rifiuti nei cassonetti); 
- quella della differenziata porta a porta finalizzata ad un ciclo virtuoso dei rifiuti (Cariati conosce fin troppo ben la drammatica emergenza rifiuti che puntualmente ritorna ogni cambio di stagione);  
-  la sagra dei depuratori recentemente posti sotto sequestro a seguito dell'inchiesta Calipso dalla Procura di Rossano (funzionanti e che restituiscano a cittadini e turisti un mare da vera bandiera blu); 
-  la sagra dei trasporti che siano al passo coi tempi (la statale della morte e i treni da far west sono emblema dell'attuale disastrosa gestione delle politiche in merito ai trasporti e alle infrastrutture);
- quella di un ospedale pubblico che funzioni a regime (il nostro territorio subisce la scelta, del tutto opinabile, da parte del governo regionale che, sulla scorta dei tagli imposti a livello nazionale, ha decretato la morte di tanti ospedali calabresi, come quello di Cariati, in favore di ospedali unici che cozzano con l'attuale sistema della viabilità).
Auspichiamo che sia posta in primo piano la salute dei cittadini e la tutela dei territorio. Richiediamo, pertanto, che la Regione coinvolga attivamente cittadini, associazioni e comitati nella stesura di un piano per la gestione delle acque, nel rispetto della volontà popolare espressasi attraverso il referendum del 2011, che parla chiaramente di un ritorno alla gestione pubblica. Riguardo il ciclo dei rifiuti, speriamo che non si persegua più l'idea di costruire o ampliare impianti d'incenerimento e discariche che altro non fanno che deturpare i nostri territori, minacciare la salute pubblica e sottrarre risorse e lavoro in quanto disconoscono che i rifiuti sono una autentica risorsa economica. I nostri mari, ed è sotto gli occhi di tutti, sono di anno in anno sempre più sporchi e  sottraggono risorse ad importanti settori economici quali pesca e turismo, peculiari caratteristiche del sistema produttivo locale fin troppo spesso marginalizzato. A ciò si aggiunge la minaccia rappresentata dalla Trivellazione dei fondali e dalle esercitazioni militari nel nostro blue sea.  Infine è necessario ricordare che viviamo in una regione dove numerosi sono stati  e sono gli scempi ambientali , pensiamo alla vicenda dell'industria chimica Pertusola, nella vicina Crotone, o ancora alla fabbrica Marlane di Praia. É evidente  come sia necessaria una tutela generale dei nostri territori per poi promuovere  un rinnovamento economico-sociale. Occorre andare al di là della mera immagine dei prodotti, istituzionalizzata dai loghi, a nulla servono momenti di vuota autocelebrazione ante litteram. 
Rivolgiamo un caloroso saluto a tutti i lavoratori del mare perchè un mestiere così duro come questo venga finalmente riconosciuto e valorizzato. Convinti che un pieno sviluppo della società umana si ottenga solo attraverso una società ecologica. 
 
Associazione  Le Lampare
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WP 20130502_001_2La paura è tanta nella Piana. Ma è anche direttamente proporzionale alla mancata informazione. Dell'impianto a pirolisi in via di realizzazione nella seconda zona industriale di San Ferdinando, infatti, la gente sa poco o nulla, e quel poco che sa basta ad alimentare il sospetto che stia per essere attivato un terzo impianto che potrebbe pregiudicare l'ambiente e la salute degli stessi cittadini. Per alcuni esponenti politici, appartenenti a schieramenti diversi e in qualche caso opposti, si tratterebbe in sostanza di un «terzo inceneritore».

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mini prefettura_viboIl prefetto Michele Di Bari, lascia l'incarico di capo dell' Utg di Vibo ed a prendere il suo posto sarà Giovanni Bruno. A deliberarlo è stato il Consiglio dei Ministri che, nella seduta odierna, oltre a procedere alla surroga di Di Bari, ha disposto anche il cambio al vertice di altre due Prefetture: il prefetto di Catanzaro, Antonio Reppucci, è stato trasferito a Perugia, mentre nel capoluogo di regione arriva l'attuale prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro. Nella città dei bruzi, invece, Gianfranco Tomao prenderà il posto dello stesso Cannizzaro.

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amici mieiUn tesserato medio del Pdl direbbe che la procura di Catanzaro sta perseguitando l’amministrazione Scopelliti. I maligni direbbero invece che si tratta dell’ennesima grana giudiziaria per un gruppo di assessori e consiglieri nato sotto una pessima stella. E con il vizietto delle nomine acrobatiche. Qualunque sia il punto di vista, l’appuntamento in aula è fissato per il 4 novembre prossimo per l’inizio del dibattimento sulla nomina di Alessandra Sarlo a dirigente del dipartimento controlli della Regione Calabria.

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mini scalacoeli
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Crediamo sia giunto il momento di dare a chi ricopre incarichi dirigenziali all'interno della Regione Calabria, più volte chiamato in causa nella vicenda di Scala Coeli, la possibilità di fornire delle risposte e di rendicontare ai cittadini per il proprio operato, dal momento che la classe politica regionale sembra scaricare sugli uffici ogni responsabilità e che le scelte effettuate hanno conseguenze tanto importanti sull'economia e sulla salute dei territori.  Abbiamo più volte sottolineato pubblicamente quelle che sembrano stranezze nell'iter autorizzativo della discarica di Scala Coeli. 
Le ribadiamo brevemente chiedendo delle risposte ai responsabili di questo procedimento, a partire dall'Ing. Bruno Gualtieri,  dirigente del Dipartimento Politiche per l'Ambiente della Regione Calabria, ovvero il dipartimento che rilascia tutte le autorizzazioni per discariche ed impianti, e chiamando in causa anche l'arch. Orsola Reillo, che ha firmato varie note autorizzative relative alla discarica, nonchè l'ing. Antonio Augruso, attuale responsabile del Piano Regionale dei Rifiuti. 
Ci piacerebbe sapere perché il dipartimento continua ad ignorare le coltivazioni biologiche nell’area intorno la discarica e sembra voler cancellare con un tratto di penna le coltivazioni DOP che sono indiscutibilmente presenti nella zona.
Ci piacerebbe sapere perché, di concerto con l'Arpacal, si permette che una discarica venga progettata in maniera diversa dal progetto, cambiando particelle, bacino idrografico, pendenza, fino al punto di non potere verificare che il volume reale della discarica sia effettivamente quello autorizzato, come confermato dai documenti dello stesso dipartimento, senza alcun intervento se non di parziale sanatoria.
Ci piacerebbe sapere perché, di concerto con altri dipartimenti regionali, una volta appreso (anche grazie alla denuncia dei comitati) che la discarica insiste su un'area priva delle corrette autorizzazioni idrogeologiche, in una zona ad alto rischio, si procede in sanatoria, per quanto a nostra conoscenza, senza alcuna verifica ulteriore e necessaria, il che significa cancellare con un tratto di penna il rischio idrogeologico.
Ci piacerebbe sapere perché si è ritenuto regolare l'utilizzo dei torrenti che passano intorno e attraverso la discarica, seppure il necessario iter di sdemanializzazione è stato avviato colpevolmente in ritardo ed era, al momento del parere positivo, ancora in itinere.
Ci piacerebbe sapere perchè, insieme ad altri enti, si continua a glissare sul problema della strada di accesso, che secondo prescrizioni AIA deve essere percorribile in sicurezza in tutti i periodi dell'anno senza se e senza ma, e che non è affatto  percorribile, come accertato dalle stesse istituzioni locali e da qualsiasi essere dotato di intelletto transitato da quelle parti, e su cui non sono stati autorizzati lavori da parte degli enti competenti. 
Ci piacerebbe sapere perché autorevoli organi regionali continuano ad ignorare che quello è un luogo di interesse rilevante da un punto di vista economico, ma anche naturalistico e archeologico, esattamente come fu ignorato per le discariche di Bucita, a Rossano, laddove insistevano siti archeologici dell'età del ferro e laddove la Regione ha permesso l'insediamento di due discariche ed un impianto regionale; laddove una delle discariche è sotto sequestro per disastro ambientale; laddove l'impianto è una truffa nei confronti dei calabresi perché, come abbiamo più volte denunciato,  non produce materiale a norma; laddove i cittadini attendono bonifiche urgenti ed improrogabili. Visto che tutto questo è di competenza del vostro autorevole dipartimento, ci aspettiamo delle risposte esaurienti.
 
Rete per la difesa del territorio 'Franco Nisticò'
 
 
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Su iniziativa del portavoce del M5S, Massimo De Rosa, vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, con il supporto di numerosi parlamentari M5S, è stata depositata una interrogazione in Commissione Ambiente per accertare se le attività dell’impianto di discarica per rifiuti speciali non pericolosi, di proprietà della Ditta Bieco Srl, realizzata nel comune di Scala Coeli (CS), siano conformi alle leggi e tali da mettere al riparo la popolazione ed il territorio, altrimenti esposti ad un gravissimo rischio ambientale.
“Tale discarica - afferma De Rosa – è stata costruita con gravi difformità rispetto a quanto previsto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale, difformità documentate da una nota della Provincia di Cosenza – Settore Difesa del suolo e Protezione Civile, dal parere sfavorevole del Dipartimento 6 - Agricoltura Foreste e Forestazione della Regione Calabria e dalla relazione di ispezione A.R.P.A.C.A.L. Il 20 maggio u.s. – prosegue il vicepresidente della Commissione Ambiente – la Ditta Bieco Srl, contravvenendo all’ordinanza n. 05 del 19/05/2013 del sindaco di Scala Coeli, ha avviato le proprie attività, facendo transitare i propri mezzi carichi sull’unica via di accesso alla discarica, costituita dal tratto di strada comunale Capoferro/Cordarella, un sentiero di campagna trasformato in una pista mediante l’esecuzione di lavori abusivi e di conseguenza non collaudati. “Siamo seriamente preoccupati – conclude il deputato – tale condotta rappresenta un serio pericolo per l’incolumità pubblica e privata e per il probabile disastro ambientale che si potrebbe arrecare, considerando che il tutto avviene a soli 4 Km dal mare Jonio. Inoltre la discarica si inserisce con violenza in un contesto agricolo di pregio (DOP Bruzio per l’olio e DOC Cirò per il vino, coltivazioni biologiche) in dispregio alle leggi nazionali e comunitarie (D.Lgs n.36/2003 Capo 2.1 “Ubicazione”), pertanto auspichiamo che vengano realizzati dei controlli approfonditi e presi i provvedimenti necessari alla tutela ambientale, sociale, sanitaria, economica e paesaggistica del territorio”.
 
 
 
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mini logo_USB_67df92_03Dopo le promesse, il silenzio. L’imponente manifestazione dell’8 maggio scorso a Catanzaro aveva costretto l’assessore al Lavoro Nazzareno Salerno ed il presidente Giuseppe Scopelliti a rendersi autori di dichiarazioni rassicuranti per il futuro occupazionale degli Lsu ed Lpu calabresi. Annunci esclusivamente verbali che, di fatto, ad oltre un mese di distanza, non sono stati seguiti da alcun provvedimento concreto. In quell’occasione si era garantita la copertura finanziaria per il pagamento degli stipendi solo fino al prossimo 15 luglio, data sempre più vicina oltre la quale si intravede per i 5200 Lsu ed Lpu calabresi un futuro ancora più avverso.
 
L’Unione Sindacale di Base, in una nota diffusa nella mattinata di ieri, ha rinnovato la piena intenzione di lottare senza sosta al fianco dei precari calabresi in servizio presso molti enti locali: “Riteniamo grave il silenzio della Regione Calabria sia rispetto alle nostre richieste di incontro, sia rispetto alla reperibilità dei fondi necessari per la prosecuzione dei progetti fino al 31 dicembre 2013 promessi dal presidente Scopelliti e dall’assessore Salerno”.
 
Le promesse dei due politici regionali erano arrivate propria a culmine della manifestazione promossa dallo stesso Usb l’8 maggio scorso ed a seguito della quale si era tenuto un incontro fra Regione e Governo nazionale sul tema occupazione. Un incontro che in realtà non ha partorito alcuna notizia rassicurante per i precari calabresi, anzi la questione sembra sia stata volutamente affrontata in maniera generica ed astratta in un grosso calderone concernette tutte le problematiche legate al lavoro in Calabria. 
 
L'Usb ha quindi rivolto l’ennesimo sollecito all’assessorato regionale competente in materia “a prendere atto della realtà del precariato calabrese e del suo ruolo essenziale e produttivo in tutti i settori degli enti locali della regione, nonché per far ristabilire la legalità contrattuale e previdenziale vergognosamente violata, da organi di Stato, in quasi due decenni di umiliante utilizzazione in nero”. 
 
Altra grana per i lavoratori è quella della questione normativa scaturita in seguito alla bocciatura della Corte Costituzionale sulla legge regionale che rinvia i termini per la stabilizzazione: “Questa organizzazione sindacale – scrive ancora l'Usb – pretende l’attuazione di un nuovo e serio provvedimento legislativo che permetta di procedere alla definitiva e complessiva stabilizzazione dei soggetti attivi al 31/12/2012, al loro riconoscimento previdenziale pregresso ed inserimento contrattuale e salariale nelle deficitarie piante organiche degli enti utilizzatori”.
 
In conclusione della nota stampa, l’Usb - rivolgendosi a tutti i lavoratori - ha invitato a mantenere alta la guardia e a non farsi abbindolare da promesse che fino ad ora non hanno avuto alcun riscontro concreto, invitando alla mobilitazione nel caso si protraesse ulteriormente il silenzio sulla questione da parte della regione Calabria e del Governo nazionale.
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mini rifiuti400 mila euro al giorno per liberare parte della nostra regione dai rifiuti. È questo quanto stabilito dal decreto di urgenza sottoscritto dal governato Giuseppe Scopelliti sulla base di uno schema di accordo fra Calabria e Toscana. Un provvedimento tardivo che arriva dopo ben quaranta giorni di trattativa e sette mesi di stallo legati in particolar modo all’inefficienza della discarica di Pianopoli, ormai completamente satura (oltre 30mila tonnellate di spazzatura). 
Secondo lo stesso decreto, ogni giorno, 400 tonnellate di rifiuti non triturati partiranno dalla nostra regione verso le discariche degli Ato toscani Costa e Sud. Una cura palliativa per il disastro ambientale che assilla la Calabria ormai da tempo e che servirebbe a rendere la regione presentabile agli occhi dei turisti, non è infatti una coincidenza che questo provvedimento arrivi proprio alla vigilia della bella stagione.
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mini presidio_blocco_dei_camion_20_maggioSCALA COELI – Camminando lungo la strada che porta alla discarica si intuisce subito che la calma bucolica che si respira tutt’intorno è effimera. Più che di una strada, per la verità, si tratta di un sentiero sterrato, una mulattiera che si intrufola in mezzo alle colline verdeggianti chiuse a semicerchio che sembrano proteggere, tra terreni coltivati e prati lasciati al pascolo degli animali, l’avanzata del fiume Nicà verso lo Jonio. C’è qualcuno che, senza farsi vedere, sorveglia il sentiero, dall’alto. Sono le sentinelle della valle, appostate sulle colline controllano con discrezione che non ci provino di nuovo, perché finora hanno vinto loro ma sanno bene che si tratta solo di una battaglia.
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