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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Operazione antidroga dei carabinieri di Siracusa che, a seguito di una vasta operazione, sono riusciti a smantellare un'organizzazione dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Il gip distrettuale Abigail Mellace ha disposto la misura degli arresti domiciliari per l' ex capo della squadra mobile di Vibo Valentia, Maurizio Lento, per il vice, Emanuele Rodonò e per l'avvocato Carmelo Antonio Galati, finiti in manette nel febbraio scorso a seguito di un'operazione della DDA di Catanzaro. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto, quindi, le istanze presentate dagli avvocati Guido Contestabile, Armando Veneto, Maurizio Nucci e Sergio Rotundo, per via della perdita di efficacia delle esigenze cautelari in carcere.
I tre erano stati arrestati a fine febbraio nell'ambito di un'operazione condotta dalla Direzione distrettuale Antimafia del capoluogo di regione – e portata avanti dai Carabinieri del Ros e da quelli della Squadra Mobile – dalla quale sarebbe emerso che Lento e Rodonò avrebbero intrattenuto dei rapporti con in clan Mancuso di Limbadi, fornendo all'avvocato Carmelo Antonio Galati - legale di alcuni elementi di spicco della consorteria mafiosa - informazioni su indagini in corso. Galati era finito in carcere con l'accusa di associazione mafiosa, mentre l'accusa nei confroti di Lento e Rodonò era di concorso esterno.
L'inchiesta che riguarda Lento, Rodoò e Galati trae origine da un'informativa del Ros di Catanzaro denominata "Purgatorio".
Il Gico del Nucleo di Polizia tributaria di Catanzaro ha confiscato beni per un valore complessivo di 472mila euro a Michele Lentini, presunto esponente del clan Sia-Procopio-Tripodi, operante nel Soveratese e legato, secondo gli inquirenti, ai Novella di GUardavalle, ai Vallelunga di Serra San Bruno e ai Costa di Siderno. Tra i beni confiscati una casa, un appezzamento di terreno, un deposito, un'auto di lusso, quote societarie e diverse disponibilità bancarie e finanziarie. Lentini è un personaggio già noto alle forze dell'ordine in quanto, nel dicembre del 2011, era finito in manette nell'ambito dell'operazione "Showdown", con la quale gli investigatori hanno fatto luce sia sugli affari del sodalizio nell'area ionica soveratese, che su numerosi fatti di sangue inquadrabili nella cosiddetta "seconda faida dei boschi". Nell'ambito della stessa inchiesta, Lentini è accusato dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere di Giuseppe Todaro, scomparso nel dicembre 2009 e vittima di "lupara bianca".
Importante operazione della Guardia di Finanza di Vibo Valentia che, nel corso di una serie di attività investigative di natura economico-finanziaria svolte nei confronti di una società vibonese operante nel settore della lavorazione del ferro, ha recupero a tassazione oltre 30 milioni di euro di ricavi non dichiarati.
VIBO VALENTIA - L'hanno chiamata “Trasparenza acqua”. Un'operazione di chiarezza, mirata a rassicurare i cittadini allertati dai soliti ambientalisti «allarmisti» che erano scesi in piazza, a Vibo Valentia, a manifestare contro il “sistema Alaco” e la gestione delle risorse idriche calabrese. Insomma, doveva essere un modo per mettere definitivamente fine – attraverso lo strumento comunicativo più democratico e accessibile che esiste oggi, il web – a voci e sospetti sulla salubrità del liquido che fuoriesce dai rubinetti di decine di migliaia di cittadini vibonesi.
Sono perlopiù imprenditori le venti persone arrestate stamate nell'ambito dell'operazione Libra, condotta dai Carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, coadiuvati dagli agenti del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, supportati dai Reparti locali e dal Gruppo Operativo Calabria Carabinieri, nonché dai Finanzieri della Compagnia di Vibo Valentia e dei Nuclei PT di Roma, Milano, Brescia, Padova, Verona e Bologna. Contestualmente i militari hanno eseguito un sequestro preventivo emesso dalla Dda di Catanzaro nei confronti di 19 aziende e 25 persone fisiche, con il conseguente sequestro di 45 immobili (terreni, fabbricati, appartamenti e pertinenze) e conti corrente riconducibili ai destinatari del provvedimento per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro.
Questi i nomi degli arrestati:
La Squadra mobile di Catanzaro, coadiuvata dai Carabinieri del Ros e dagli uomini del Gico della Guardia di finanza di Catanzaro e Trieste, hanno eseguito 24 provvedimenti di fermo nei confronti di presunti affiliati alla cosca Mancuso di Limbadi. Oltre ai vertici della cosca, sono finiti in manette anche noti imprenditori vibonesi operanti nei settori siderurgici e dei servizi turistici e un funzionario dell'Ufficio tecnico del comune di Tropea. Sequestrati anche numerosi beni e aziende. Nei confronti delle 24 persone fermate pesano a vario titolo i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e concorso esterno. I dettagli dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa prevista per la mattinata odierna in Prefettura a Catanzaro
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