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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Tornano a farsi sentire i lavoratori in servizio presso la Provincia di Vibo Valentia i quali, ancora una volta, chiedono a gran voce il pagamento delle spettanze arretrate.
I dipendenti della Provincia di Vibo Valentia, da diversi mesi in sciopero a causa degli stipendi – diverse mensilità – ancora non erogati, hanno reso noto, questa mattina, di voler sospendere la protesta.
Riceviamo e pubblichiamo
La rigida posizione assunta e testardamente confermata dall’istituto bancario che gestisce il servizio di tesoreria della Provincia di Vibo Valentia è giuridicamente ineccepibile sia dal punto di vista strettamente legale che da quello contabile.
Avrebbero voluto incontrare di persona il premier, Matteo Renzi, i dipendenti in servizio presso la Provincia di Vibo Valentia che, da diversi mesi ormai, hanno avviato una serie di proteste per far sentire la propria voce contro il mancato pagamento delle spettanze arretrate e, soprattutto, per chiedere certezze sul futuro occupazionale.
VIBO VALENTIA - Proseguono le iniziative di protesta portate avanti dai dipendenti in servizio presso la Provincia di Vibo Valentia che, da mesi, attendono di ricevere certezze circa il proprio futuro occupazionale.
VIBO - Sono in attesa di ricevere da mesi le spettanze arretrate e, non avendo ancora avuto certezze, i lavoratori della Provincia sono arrivati al punto di occupare questa mattina l'aula consiliare. La protesta, alla quale hanno preso parte i 379 dipendenti, si è resa necessaria dopo che, nella giornata di ieri, gli stessi lavoratori hanno incontrato, assieme ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria, il presidente della Provincia, Andrea Niglia.
Al termine della riunione di ieri i dipendenti avevano annunciato lo stato di agitazione permanente, per poi avviare questa mattina l'occupazione. Proprio durante l'incontro sarebbero emersi i nodi connessi all'impossibilità di procedere al pagamento delle spettanze arretrate, visto anche lo stato di dissesto dell'ente e il mancato trasferimento delle risorse regionali, a cui si aggiungono le incertezze sul futuro degli enti intermedi legate alla riorganizzazione post-riforma.
Il presidente Niglia avrebbe spiegato infatti ai lavoratori che, ad oggi, non ci sono coperture a sufficienza per pagare gli stipendi e che, anzi, si rimane in attesa anche degli emonumenti regressi. Dovrebbero, quanto prima, arrivare i fondi da parte della Regione che consentirebbero per il momento di procedere al pagamento delle spettanze del solo mese di ottobre. L'incertezza, però, è legata agli stipendi di novembre e dicembre, per i quali la Provincia non è in grado di dare garanzie.
Ancora Niglia ha evidenziato proprio l'assenza di certezze, comunicando ai dipendenti dell'ente intermedio di contrada Bitonto che novità in merito ai fatti potrebbero arrivare solo col nuovo anno, probabilmente verso marzo. Come se non bastasse si paventa la possibilità di dover procedere a numerosi esuberi, circa 200, da trasformarsi in mobilità. Da qui la decisione dei lavoratori di occupare l'aula consiliare. La protesta dovrebbe andare avanti fino a sabato prossimo.
La manifestazione tenuta giovedì mattina scorso, con tanto di corteo allestito dai dipendenti della clinica privata Villa dei Gerani, per le strade di Vibo Valentia, pare possa sortire i seguiti sperati soltanto nel corso della prossima settimana. I professionisti in dotazione alla struttura sanitaria, accompagnati dai vertici sindacali, avevano, per via del taglio del budget annuale, improvvisato un corteo spontaneo giunto fino alla sede dell’Utg Vibonese. I dipendenti erano stati, a conclusione dell’iniziativa, ricevuti dal prefetto Giovanni Bruno in un colloquio tenuto anche alla presenza dei direttori dell’Asp Cupo e Trusciello. Lo stesso Bruno, preventivamente all’incontro, aveva fatto sapere di aver interpellato telefonicamente il neo commissario regionale alla sanità, l’ex generale della Finanza, Luciano Pezzi, pronto a spendersi in tempi brevi per la vicenda. Ma la presenza di Luciano Pezzi a Vibo dovrebbe registrarsi non prima della metà della prossima settimana. Si tratterebbe di un ritorno, visto che già un mese fa, nei primi giorni di settembre - all’epoca in veste di sub commissario - Pezzi aveva fatto visita al’Asp Vibonese pronunciandosi sull’iniqua distribuzione delle risorse sanitarie da parte della Regione.
Nell’ambito dell’incontro di giovedì tenuto, dunque, in prefettura dure sono state le prese di posizione sia da parte della proprietà della struttura Villa dei Gerani, sia dei sindacalisti che dei lavoratori, uniti in un coro unanime volto a scandire tutte le problematiche annesse alla paventata chiusura della struttura. Sul tavolo della discussione, oltreché il futuro della stessa clinica, anche e soprattutto quello occupazione di decine di dipendenti e la rivendicazione del diritto alle cure sanitarie dei cittadini vibonesi, ciò considerato che la struttura privata è l’unica nel suo genere accreditata in tutta la provincia.
Nel mirino della Cupo e di Trusciello è finito ancora una volta il Piano di rientro per il debito sanitario voluto, ormai quattro anni fa, dall’ex governatore Giuseppe Scopelliti, strumento attraverso il quale, tra le altre cose, si era arrivato al taglio indiscriminato di risorse che aveva colpito in particolare le strutture sanitarie dei territori più marginali, come, appunto, quello della nostra provincia. Indicazioni decise, quindi, indirizzate direttamente al neo commissario Pezzi. Dal canto loro, i dirigenti di Villa dei Gerani, hanno richiesto alla dirigenza dell’Azienda sanitaria provinciale, il reperimento in bilancio delle risorse da destinare ai servizi della continuità assistenziale assicurati nella clinica, specializzata nel trattamento delle post acuzie. Analogo provvedimento era stato realizzato in passato, a favore della struttura, dall’ex commissario aziendale Maria Pompea Bernardi.
In ultimo le considerazioni del prefetto Giovanni Bruno, che ha evidenziato come in realtà, a priori, sarebbe risultato utile un incontro tra Asp e Villa dei Gerani per stabilire come, quest’ultima, possa concorrere con la propria offerta di servizi in supporto delle prestazioni sanitarie della prima, cosa che permetterebbe di destinare in maniera più appropriata il budget disposto a favore della struttura privata. «Se non lo si fa – ha dichiarato Bruno – mi potrebbe venire voglia di vederci più chiaro, di andare a fondo, magari mandando all’Asp la Finanza o commissariandola di nuovo». L’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia era stata infatti già commissariata alle fine del 2010, ma in quel caso per infiltrazioni mafiose.
Solo il 24 aprile scorso, i carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia avevano eseguito diciassette provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti dipendenti dell’Asp Vibonese - tra i quali dirigenti sanitari, assistenti amministrativi ed infermieri - tutti in servizio presso la struttura di Pizzo Calabro, inquisiti a vario titolo per truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta denominata “Asp-etta”.
Le indagini dell'Arma, partite nel giugno del 2012, avevano quindi portato ad un blitz condotto dai militari proprio la mattina del 24 aprile scorso, avviate a seguito di una serie di informazioni confidenziali segnalate direttamente da parte di cittadini ai carabinieri della Stazione di Pizzo. Le indicazioni avevano consentito - attraverso attività di appostamenti e di monitoraggio, effettuate con telecamere istallate fuori e dentro la struttura sanitaria, nonché sulla macchinetta marcatempo - di documentare reiterate condotte di assenteismo, di cui si rendevano autori i dipendenti Asp, avvezzi ad allontanarsi dal luogo di lavoro per finalità estranee alle attività d’ufficio. Inoltre, secondo quanto asserito dagli inquirenti, alcuni erano soliti affidare il proprio “cartellino” ad altri colleghi, disposti a “strisciarlo” al loro posto, in maniera da artefarne dunque gli orari di entrata ed uscita. Già in quella fase, a conclusione delle indagini, era scattata nei confronti delle persone coinvolte la sospensione dall'impiego per due mesi.
Stamattina, per loro, il gip Fabio Regolo ha fissato il procedimento penale in accoglimento della richiesta di immediato presentata dal pubblico ministero, Vittorio Gallucci. La prima udienza è stata fissata, però, addirittura per il 2 febbraio del prossimo anno. Solo allora gli indagati saranno chiamati a comparire davanti al Tribunale monocratico.
«Un'Asp la cui gestione è improntata alla navigazione a vista e i cui settori, quantomeno alcuni, si reggono solo grazie alla volontà dei singoli che cercano di fare fronte alle carenze di sistema» commentava lo stesso Regolo nella sua ordinanza di custodia cautelare.
Felice epilogo, almeno per il momento, per l’Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno. Alcuni giorni fa la sede giudiziaria era stata inspiegabilmente svuotata di tutti i funzionari in organico, trasferiti - senza alcun preavviso - al Tribunale di Vibo Valentia. Il provvedimento, scaturito, sembra, dall’errata interpretazione del regolamento per il “riordino della geografia giudiziaria”, aveva di fatto determinato lo stop improvviso delle attività espletate dall’ente.
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