sergio gencoLa procedura per la costruzione dei 4 nuovi ospedali calabresi (Vibo, Piana, Sibaritide, Catanzaro), con la convenzione tra la Regione Calabria e Infrastrutture Lombarde Spa, ha scatenato uno scontro durissimo tra il presidente Scopelliti e la sua maggioranza da una parte e la Cgil calabrese dall'altra. La convenzione con la società in house della Regione Lombardia era stata censurata dal sindacato, che aveva interessato della questione l'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, sostenendo in sostanza la non regolarità di un accordo che avrebbe, secondo il sindacato, prodotto vantaggi ingiusti per Infrastrutture Lombarde a discapito di qualsiasi altra azienda. Pochi giorni fa le tesi della Cgil sono state rigettate dall'Autorità garante per la concorrenza e dall'organismo di Vigilanza sui contratti pubblici, che hanno confermato invece la regolarità delle procedure seguite dalla Regione. A quel punto Scopelliti, nell'annunciare il parere favorevole dei due organismi indipendenti, si è tolto più di un sassolino dalla scarpa. Ha attaccato frontalmente, il presidente, non risparmiando frecciate e allusioni ad una presunta volontà di difendere interessi particolari, chiedendosi provocatoriamente chi ci sarebbe dietro agli attacchi del sindacato. La Cgil ha risposto con altrettanta durezza annunciando querele per calunnia: "Rispediamo al mittente - dice il segretario generale Sergio Genco (foto) - le farneticazioni del presidente Scopelliti e le sue affermazioni gravi e calunniose rispetto alla Cgil e agli interessi che la Cgil rappresenterebbe. Ne dovrà rispondere alla magistratura. Intanto lo rassicuriamo - aggiunge - noi rappresentiamo solo gli interessi legittimi di lavoratrici, lavoratori e cittadini calabresi che aspirano ad una diversa e migliore sanita'. Questi sono i nostri soli interessi. E' inutile che il governatore sollevi polveroni per nascondere problemi, le difficolta' e i suoi fallimenti nel governare la Calabria e, in particolare, la sanita' pubblica di cui e' commissario per l'emergenza. L'azione della Cgil continuera' ad essere forte affinche' i quattro ospedali possano essere realizzati nel rispetto delle norme e seguendo percorsi limpidi. Detto questo - continua Genco - non comprendiamo le ragioni della convenzione siglata con Infrastrutture Lombarde e per questo continueremo a contrastarla anche perche' nel momento in cui con il Piano di rientro dal deficit si chiedono sacrifici ai calabresi e nuovi esborsi economici per assicurare i livelli minimi di assistenza non si possono regalare decine di milioni per consulenze. Ci batteremo con decisione per la realizzazione degli ospedali, il diritto alla salute, il lavoro e il rispetto delle regole e della legalita. Per quanto e' accaduto in tutti questi anni sul versante della sanita' - sostiene ancora il leader della Cgil calabrese - bisogna infatti liberare il settore dai comitati d'affari, dalle collusioni e dall'azione tremenda della 'ndrangheta cosi' come quotidianamente ci evidenzia l'azione forte della magistratura. Non e' un caso che in Calabria, negli anni, abbiamo dovuto assistere allo scioglimento di Aziende sanitarie come quella di Locri, Palmi, Reggio e di Vibo. Per parte nostra combatteremo questa palude che sta affossando la Calabria. Di pari passo - conclude Genco - continueremo la nostra azione forte di proposta, mobilitazione e denuncia, a tutti i livelli, delle cose che non vanno. E tra queste c'e' lo svuotamento del ruolo e delle funzioni della Stazione unica appaltante''. A rispondere, in difesa di Scopelliti, tutti i capigruppo di maggioranza (Luigi Fedele del Pdl, Alfonso Dattolo dell'Udc, Giovanni Bilardi di Scopelliti Presidente, Giulio Serra di Insieme per la Calabria) che con una nota congiunta accusano il sindacato di voler tutelare qualche impresa: "Siamo vicini e solidali al Presidente Scopelliti per quanto affermato oggi dal sindacato della Cgil nel corso di una conferenza stampa. Condividiamo in pieno l’azione politica-amministrativa del Governatore, che ha finalmente reso possibile l’avvio dell’iter per la costruzione dei nuovi ospedali calabresi. Le pronunce dell' Autorità del Garante della concorrenza e dell' Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, rappresentato la più limpida conferma di correttezza e trasparenza del suo operato. Alla luce della conferenza stampa della Cgil, ci sembra sempre più chiaro ed evidente che, non entrando nel merito della questione, la battaglia del sindacato non sia in favore dei lavoratori.Ci chiediamo quindi se le ripetute azioni e dichiarazioni della Cgil, sull’argomento, siano piuttosto intraprese per tutelare qualche impresa".

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Venerdì, 23 Dicembre 2011 15:45

Regione, liquidate somme per Lsu e Lpu

mini giacomo-mancini-La Ragioneria Generale della Regione ha liquidato la somma di 1.570.844 euro a favore degli Enti firmatari delle convenzioni di tipo A e B per gli Lsu e Lpu a titolo di anticipazione per il pagamento delle integrazioni del mese di settembre 2011. A renderlo noto è l'ufficio stampa della giunta regionale, con una nota in cui si specifica che a favore degli stessi Enti, e' stata inoltre liquidata la somma di 1.012.122 a titolo di anticipazione per il pagamento dei sussidi per il mese di ottobre 2011. ''Siamo felici di poter garantire anche ai lavoratori Lsu e Lpu un Natale piu' sereno'', e' il commento dell'Assessore regionale al Bilancio e Programmazione Comunitaria, Giacomo Mancini.

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mini incendio_serra_3SERRA SAN BRUNO – Un Natale amaro, come può esserlo solamente quando nel volgere di poche ore si perde la propria casa e tutto ciò che ad essa è legato. Un destino che, all'alba di oggi, si abbattuto con cinico furore su alcuni nuclei familiari residenti in piazza tenente Pietro Tedeschi, che hanno visto divorare la propria abitazione dalle fiamme. L’incendio, divampato per cause ancora in corso di accertamento, ha completamente divorato un immobile che ospitava una famiglia di immigrati dell’est Europa, un nucleo familiare serrese, un anziano solo ed uno studio medico. Ad accorgersi delle fiamme che si alzavano dal palazzo che sorge a poca distanza dalla centralissima chiesa dell’Assunta di Terravecchia, un passante, che intorno alle 5 di stamattina, ha lanciato l’allarme evitando che il rogo avesse conseguenze ben più gravi per l’incolumità fisica degli abitanti. Sul posto sono immediatamente accorsi polizia e carabinieri che hanno transennato l’area e messo in sicurezza la zona, agevolando, così, il lavoro dei vigili del fuoco che fino al pomeriggio hanno combattuto una logorante battaglia con la furia delle fiamme che ha distrutto ogni cosa.

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mini oratorioSERRA SAN BRUNO – Grande partecipazione e tanto entusiasmo “natalizio” per la lodevole iniziativa che si è svolta ieri pomeriggio nei locali dell’oratorio “San Filippo Neri” della parrocchia dell’Assunta di Spinetto. Gli animatori dell’oratorio, supportati dal parroco don Biagio Cutullè e da don Ferdinando Fodaro, hanno organizzato una interessante mostra di oggetti natalizi creati dai bambini della parrocchia. L’esposizione, che ha suscitato grande curiosità nei tantissimi serresi che vi hanno preso parte, è stata inoltre allietata dalla presenza di alcuni Babbo Natale che per l’occasione hanno regalato dolci e altri doni ai bimbi e alle loro famiglie. Si tratta di una delle prime iniziative dell’oratorio, nato proprio da un'idea del giovane viceparroco, Don Ferdinando, che ha trovato l’attiva collaborazione di quattro ragazze e di un musicista che frequentano la parrocchia e che stanno animando diverse attività della comunità di fedeli di Spinetto. Come spiegano gli stessi organizzatori, l’oratorio è nato come luogo di incontro per favorire la crescita personale e spirituale delle persone che partecipano alle attività sociali. Con fantasia e voglia di fare, dunque, vengono utilizzati diversi modi e forme di espressione che trovano il minimo comune denominatore nella volontà di vivere l’esperienza della fede. Gli animatori della parrocchia non mancano di coinvolgere chi frequenta l’oratorio con musica, canti, pittura, giochi e attività ricreative, il tutto con l’unico scopo di far incontrare i fedeli e di sviluppare le capacità di ognuno di essi, costruendo un luogo di incontro e di condivisione su tre pilastri fondamentali: “ragione, religione, amorevolezza”. Al gruppo originario che ha cominciato ad organizzare le attività dell’oratorio, pian piano si sono aggiunti molti altri volontari, ragazzi, ragazze e persone adulte mossi dalla voglia di incontrarsi e di condividere con gli altri tanti momenti di riflessione e di gioia.

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mini SpagnuoloLuigi Mancuso, 19enne figlio di Giuseppe - ritenuto il boss dell'omonima cosca - è stato arrestato insieme ad un suo presunto complice (Danilo Pannace, 18 anni) con l'accusa di tentato omicidio aggravato. I due, nell'agosto scorso, avrebbero aggredito a calci e pugni un giovane rumeno, riducendolo in fin di vita. Gli arresti sono stati effettuati in esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip di Vibo Valentia su richiesta del procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo (foto). L'aggressione ai danni del giovane rumeno sarebbe arrivata al culmine di una serie di atti intimidatori che Mancuso e Pannace avrebbero compiuto ai danni della comunità di rumeni, prevalentemente braccianti, che vive a San Gregorio d'Ippona, per indurre i migranti ad abbandonare il paese. Nel commentare gli arresti, il procuratore Spagnuolo ha parlato di "una importante pagina di legalità" per il vibonese. ''Oggi i Carabinieri e la Procura di Vibo Valentia - ha dichiarato Spagnuolo - hanno scritto un'importante pagina di legalita' in un territorio martoriato dall'arroganza e dalla prepotenza delle associazioni mafiose. La speranza della Procura di Vibo Valentia - ha aggiunto il procuratore - e' che i cittadini prendano esempio dall'atteggiamento collaborativo di quegli stranieri che hanno subito i gravi reati per cui oggi si procede''.
   

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mini Facciolla-PmIl sostituto procuratore generale Eugenio Facciolla (foto), a conclusione della requisitoria nel processo d'appello per 16 tra politici, funzionari regionali ed imprenditori coinvolti nell' inchiesta Why Not, ha chiesto la condanna degli ex presidenti della Regione Agazio Loiero (1 anno di reclusione), del centrosinistra, e Giuseppe Chiaravalloti (1 anno e 6 mesi), del centrodestra. Il pg ha chiesto la condanna anche di altri sette imputati che erano stati prosciolti dal gup, tra i quali l'ex assessore regionale di centrodestra Gianfranco Luzzo (1 anno e 4 mesi). L'accusa ha anche chiesto l'aumento delle pene inflitte in primo grado a tre imputati tra i quali Antonio Saladino (4 anni e 2 mesi), considerato il principale imputato dell'inchiesta ed ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria. Gli altri sette imputati che erano stati assolti in precedenza e per cui è stata richiesta la condanna sono: Nicola Durante, 1 anno e 2 mesi di reclusione; Tommaso Loiero, 8 mesi di reclusione; Franco Nicola Cumino, 8 mesi; Pasquale Anastasi, 10 mesi di reclusione; Giuseppe Fragomeni, 6 mesi; Enza Bruno Bossio, 1 anno e 4 mesi.  

Loiero ha subito diramato una nota stampa sulla vicenda: ''Premesso, come ho sempre detto, il mio estremo rispetto nella sostanza e non per la sola forma, nei confronti della giustizia, intervengo sull'odierna richiesta del sostituto procuratore generale che mi riguarda nel processo d'appello per l'inchiesta Why Not perche' una richiesta di condanna puo' impressionare l'opinione pubblica e sento il dovere di chiarire ai calabresi questa vicenda. La Procura generale - aggiunge Loiero - ha chiesto a mio carico la pena di un anno per il reato di abuso in atti d'ufficio dopo che nel primo grado era stata chiesta, per una serie di reati, l'assoluzione da parte della Procura, poi accolta dal Gup. Oggi resta in piedi questo reato e sento la necessita' di spiegare bene ai calabresi come sono andati i fatti''.
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mini ferdinandeaLa Calabria, con le sue vestigia di un passato che spesso sembra non voler passare, racchiude nella parte più nascosta e misteriosa del suo seno luoghi, eventi, fatti, misfatti e circostanze che, pur avendone tratteggiato il destino, sembrano essersi definitivamente smarriti nel lento, ma sornione ed inesorabile divenire del tempo. Una regione fatta di storie senza storia, di racconti senza narratori, di romanzi senza romanzieri. Ciascuno conserva qualche episodio tramandato più della memoria orale che dal rigore scientifico degli amanti di Clio. E così a sopravvivere sono storie antiche, a volte remote, di cui si è perso però il pur minimo riferimento documentale. I greci, gli arabi, i bizantini, i normanni, se non fosse per qualche toponimo è come se non ci fossero mai stati. I luoghi della memoria giacciono negletti, abbandonati, come se avessero la colpa di far ricordare un passato più incerto ma meno aleatorio del vuoto e grigio presente. In un contesto in cui alla memoria collettiva si è spesso sostituita l’immagine folcloristica da sagra paesana è sempre più difficile elaborare un processo storico condiviso in grado da fungere da volano turistico. Mentre altrove si scrivono storie, si rielabora il passato e si valorizzano territori, in Calabria, al contrario, si lascia agonizzare lentamente quel che di buono è scampato alla furia dei terremoti, all’impeto delle alluvioni, alle scorrerie di vecchi e nuovi predoni. Nella parte più alta di monte Pecoraro, da dove è possibile scorgere le increspature dello Jonio e le arsure della vallata dello Stilaro, sorge ancora quel che rimane di Ferdinandea. Un nome evocativo, dal quale traspare inequivocabile l’origine Borbonica. Correva l’anno 1833, quando veniva inaugurato quello che molti per troppo tempo erroneamente riterranno il casino di caccia di re Ferdinando II. Al contrario, l’imponente realizzazione edificata nel cuore della montagna, tra superbi abeti e faggi secolari, costituiva il nucleo secondario di una ferriera, succursale degli stabilimenti siderurgici di Mongiana. Il nuovo insediamento rappresentava una scelta piuttosto felice dei tecnici borbonici che, evidentemente, avevano metabolizzato la teoria del vantaggio competitivo elaborata da Adam Smith. Il luogo individuato aveva, infatti, caratteristiche del tutto peculiari. Ad un tiro di schioppo dai monti Stella e Cosolino, dai quali per secoli era stato estratto il minerale di ferro che aveva alimentato tante rudimentali ferriere, nel cuore di un bosco dove abbondava il legname necessario ad alimentare gli altiforni, a pochi metri da corsi dai corsi d’acqua indispensabili nelle diverse fasi della lavorazione. Del resto qualche anno prima dell’edificazione di Ferdiandea, tra ‘7 e ‘800, a Piano della Chiesa, a poche centinaia di metri dal più recente insediamento, era attiva una piccola comunità dedita alle attività siderurgiche. Di quel minuscolo villaggio, perso tra le selve delle Serre, oggi non sopravvivono che pochi resti. Un’edicola incastonata nel muro di quel che doveva essere un modesto edificio di culto ed un magnifico altoforno a manica, forse l’unico esemplare al mondo, avvolto e coperto dalla fitta vegetazione cui, con ogni probabilità, va attribuito il merito di averlo risparmiato dalle poco amorevoli attenzioni dei soliti cacciatori di frodo. Che in questo sito l’attività dovesse essere piuttosto intensa lo testimoniano le centinaia di scarti di lavorazione che, ad oltre due secoli di distanza, è ancora possibile raccogliere sul terreno coperto dalle foglie. Nel corso della sue breve esistenza produttiva, Ferdinandea seguì inevitabilmente la stessa sorte toccata a Mongiana costretta a chiudere subito dopo l’unità d’Italia. Il 27 agosto 1860 un contingente garibaldino circondava e requisiva gli stabilimenti siderurgici. Un evento che segnerà il de profundis per uno dei primati produttivi del sud Italia. I nuovi padroni ben presto si dimostrarono assai meno caritatevoli di quelli appena scalzati. Estinte le attività proto-industriali, Ferdinandea nel corso degli anni avrebbe conosciuto il suo definitivo canto del cigno. Nel 1874 l’immensa tenuta diventava proprietà del garibaldino Achille Fazzari, che l’acquistava all’asta, insieme agli stabilimenti di Mongiana ed a diversi beni accessori. Nel corso degli anni “don Achille” fece di Ferdinandea la sua ricca e lussuosa dimora, nella quale, tra gli altri, soggiorneranno il fondatore del “Il Mattino di Napoli” Edoardo Scarfoglio e la di lui moglie, Matilde Serao. E proprio la scrittrice partenopea nel settembre del 1886, su “Il Corriere di Roma”, accostava Ferdinandea al leggendario “castello incantato di Parsifal”. Fazzari aveva fatto della sua dimora una sorta di eterogeneo e caotico museo. Nel suo “ Tra le foreste di Ferdinandea. Casa Fazzari”, pubblicato a Prato nel 1906, il Cunsolo parla di «opere d’arte acquistate all’asta, insieme ad altre di dubbia provenienza: una nutrita serie di vasi di terracotta ed anfore greche, il sarcofago di marmo di Ruggiero il Normanno sottratto ai ruderi della certosa e, probabilmente proveniente dalla cattedrale di Mileto, un busto dello stesso personaggio ed altri minori che circondavano il sarcofago, il busto di Napoleone fatto dal Canova e regalato dallo scultore a sua sorella Paolina, il letto in cui Napoleone dormiva all’Elba, un disegno di Raffaello Sanzio, due preziosi organi del Barbetta, uno stupendo mobile ad intarsio stile Luigi XV ed una collezione di Pergamene antichissime». Oltre alla “cura” del patrimonio artistico, a Ferdinandea, Fazzari, intanto divenuto deputato, aveva riavviato, dopo averla riammodernata, la vecchia segheria borbonica che, nel 1892, era stata dotata di una dinamo elettrica necessaria a movimentarne le attrezzature. E proprio nei boschi di Ferdinandea sorgerà nel 1910, ad opera di Cino Canzio compagno della figlia di Fazzari, Elsa, la prima azienda idroelettrica della zona. Nel corso degli anni la proprietà passerà più volte di mano, tanto che delle attività  produttive  non sopravviverà che l’attuale fonte della Mangiatorella e l’industria boschiva, peraltro privata dal valore aggiunto costituito dalla lavorazione del legname. Per il resto, un lento inesorabile declino testimoniato dagli immensi capannoni abbandonati ed ormai cadenti, dagli alloggi per gli operai e dal nucleo centrale sul quale incombe inesorabile la scure del tempo. I tanti visitatori, che ancora oggi si avventurano sui luoghi che potrebbero rappresentare il fulcro di un percorso organico di archeologia industriale, subiscono la stretta al cuore di chi vede lentamente svanire il patrimonio di una regione che stenta a comprendere che lo sviluppo turistico passa dal recupero della sua storia.

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mini consiglio_prov._21_dic_2011La Provincia vara il nuovo piano di dimensionamento scolastico: "un risultato importante" secondo l'assessore al ramo Pasquale Fera (foto), "un'ingiustizia", invece, secondo alcuni dirigenti scolastici e amministratori locali che ieri hanno protestato nel corso della seduta dell'assemblea che ha visto l'approvazione del piano. Tra chi sta protestando vibratamente contro il provvedimento, da segnalare il sindaco di Zungri Francesco Galati e il dirigente scolastico dell'istituo comprensivo dello stesso comune Maria Rosa Rizzo, il dirigente scolastico di Pizzo Francesco Vinci, la collega di Acquaro Caterina Barilaro. Di seguito il resoconto integrale del Consiglio provinciale di ieri in una nota diffusa dall'ufficio stampa della Provincia.

Il Consiglio provinciale ha approvato questa sera (ieri sera, ndr) il nuovo piano di dimensionamento scolastico, che sarà ora trasmesso alla Regione, la quale, a sua volta, deve comunicare al ministero l’assetto complessivo delle autonomie scolastiche calabresi, in aderenza alla normativa in vigore che regola la materia (riforma Gelmini). Sulla questione ha relazionato l’assessore alla Pubblica istruzione Pasquale Fera, che ha messo l’accento sul percorso concertativo che ha condotto alla redazione del piano, ringraziando Comuni, associazioni di categoria e sindacati per aver collaborato fattivamente alla sua elaborazione. «Dalla Finanziaria 2001 esistono paletti precisi, che negli ultimi anni sono divenuti ancora più insormontabili - ha spiegato Fera -. Sotto un determinato numero di studenti (600, parametro che scende a 400 unità per gli istituti presenti in aree montane, ndr) non è possibile mantenere dirigenze e autonomia. La progressiva riduzione della popolazione scolastica rende tutto più difficile. Si tratta di precise previsioni di legge che non possono essere eluse, che a suo tempo abbiamo contrastato e criticato in tutti i modi, ma con le quali dobbiamo comunque fare i conti, perché non decidere significa subire il commissariamento del settore, con la conseguenza che sarebbero altri a fare per noi scelte che riguardano invece questo territorio». Su questa premessa, Fera ha poggiato l’illustrazione del piano di dimensionamento, che, grazie ad una serie di accorpamenti tra scuole diverse ma limitrofe, limita al minimo le conseguenze negative sull’attuale assetto del sistema scolastico locale (in particolare vengono meno due dirigenze scolastiche a Vibo Valentia ed una a Filadelfia, mentre l’istituto di Zungri viene lasciato in reggenza), nonostante le indicazioni del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che - numeri alla mano - suggeriva per il Vibonese la soppressione di ben 18 autonomie scolastiche con le relative dirigenze. Un risultato, dunque, che l’assessore Fera ha definito molto importante, frutto di un difficile lavoro affrontato insieme con sindacati, amministrazioni comunali e rappresentanti di categoria. «Abbiamo cercato di salvaguardare i posti di lavoro, ma soprattutto l’offerta formativa complessiva - ha concluso Fera -. Magari non tutti saranno soddisfatti, ma sulla base delle normative vigenti questo era il massimo che si poteva fare». Di parere contrario il consigliere d’opposizione Nicola Crupi, che ha ventilato un utilizzo non corretto del parametro della continuità territoriale, chiedendo l’abolizione degli istituti omnicomprensivi e presentando, insieme al consigliere Francesco Pititto, un emendamento per l’accorpamento degli istituti di Zungri, Zaccanopoli e Spilinga, proposte poi bocciate dall’Assemblea. Prima della votazione finale ha preso la parola il presidente della Provincia Francesco De Nisi, che ha richiamato i consiglieri alle proprie responsabilità. «Stasera possiamo anche rimandare la questione (come era stato proposto dall’opposizione, ndr), possiamo decidere di non decidere, ma rischieremmo il commissariamento, con la conseguenza che una ventina di autonomie scolastiche andrebbero quasi certamente in fumo - ha ricordato De Nisi -. Il Consiglio, quindi, deve assumersi le proprie responsabilità e fare scelte che altrimenti farebbero altri, con ben peggiori conseguenze». Alla fine il piano di dimensionamento è stato licenziato con 15 voti a favore, 5 contrari e un’astensione. Si è quindi passati alla variazione di bilancio resasi necessaria per nuove entrate (in prevalenza fondi comunitari) pari a circa un milione e 600mila euro, sulla quale ha relazionato l’assessore al Bilancio Pasquale Fera. Un provvedimento che in teoria non avrebbe dovuto creare problemi alla maggioranza, anche in considerazione del saldo positivo della variazione al documento contabile, ma al momento della votazione, il consigliere Nicola Altieri non è riuscito a rientrare in aula in tempo per esprimere la propria preferenza, quindi si sono contati 10 voti a favore e 10 contrari. Situazione di parità che, come previsto dal regolamento, ha sancito la bocciatura della variazione di bilancio da parte dell’Assemblea. Ne è seguito un acceso scontro tra i consiglieri di opposizione (in particolare Crupi e Rodolico), che chiedevano la ratifica del voto, e quelli di maggioranza, tra cui lo stesso Altieri, che rimarcavano invece l’evidente volontà politica di approvare il documento. Al termine, è stato lo stesso presidente De Nisi a suggerire la soluzione, con la convocazione di un Consiglio straordinario entro la fine della settimana per l’approvazione della variazione. Infine, unanimità è stata riscontrata per l’approvazione dello statuto del Gac (Gruppo azione costiera) che riunisce i soggetti pubblici e privati coinvolti nello sviluppo sostenibile delle zone di pesca.

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mini d._arenaDopo gli arresti di ieri che hanno coinvolto anche un consigliere comunale della sua maggioranza, il sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, esce allo scoperto, esprime massima fiducia nell'operato della Procura reggina ma replica con fermezza alle dichiarazioni delle parlamentari Angela Napoli (Fli) e Doris Lo Moro (Pd), che avevano invocato l'intervento del Viminale sull'amministrazione di palazzo San Giorgio. ''Ripongo la massima fiducia nell'operato della magistratura reggina - ha dichiarato il sindaco di Reggio - affinche' faccia piena luce sui capi d'imputazione che hanno determinato la misura cautelare a carico del consigliere comunale Plutino. Ed auspico che il consigliere possa chiarire, nelle sedi competenti, la sua posizione. In questi primi mesi di legislatura - aggiunge Arena - Plutino, dopo aver smaltito la profonda amarezza per non essere stato designato dal partito nell'esecutivo comunale, ha svolto puntualmente il ruolo di consigliere comunale. Duole - dice ancora il sindaco - dover registrare il perpetuarsi di azioni irresponsabili ad opera di taluni soggetti che, nonostante in passato abbiano ricoperto cariche istituzionali di grande rilievo, continuano a strumentalizzare un tema delicato come quello della giustizia, per evidenti interessi personali legati alla carriera politica. Cio' e' ancor piu' grave se si considera che la comunita' che ho l'onore di rappresentare e' impegnata a supportare l'opera della magistratura e delle forze dell'ordine nella lotta alla criminalità organizzata. I continui sforzi per condizionare l'operato delle istituzioni da parte degli onorevoli Napoli e Lo Moro evidenziano un tentativo di prevaricazione delle regole e dei ruoli e un senso della Stato parolaio e strumentale''.

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mini scopelliti_L'Autorità garante per la concorrenza e quella per la vigilanza sui contratti pubblici hanno dato l'ok alla convenzione tra Regione Calabria e Infrastrutture Lombarde Spa per la costruzione dei 4 nuovi ospedali calabresi. Ad annunciarlo è lo stesso presidente Scopelliti, che in una conferenza stampa ha sottolineato come la Regione si sia vista riconoscere la piena legittimità delle procedure adottate in merito alla costruzione dei 4 nuovi ospedali di Vibo Valentia, Sibaritide, Catanzaro e Piana di Gioia Tauro. La questione della legittimità degli accordi stipulati tra Regione e Infrastrutture Lombarde - società in house della Regione Lombardia - era stata sollevata dalla Cgil calabrese e da alcuni esponenti dell'opposizione. Scopelliti, forte dei pareri delle Autorità di garanzia, ha rispedito al mittente le critiche all'operato della Regione e ha assicurato che in tempi brevi sarà avviata la fase di assegnazione dei lavori.

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