mini amakorAmakorà, che in greco antico vuol dire amore per la propria terra. E questi ragazzi lo dimostrano nelle parole e nei fatti. Nasce in seno all’associazione Subsicinum (l’antica Vazzano) questo nuovo gruppo musicale che esprime i suoi sentimenti utilizzando strumenti della tradizione musicale calabrese e cantando i propri componimenti in dialetto calabrese. Una rivisitazione della musica popolare calabrese vista in chiave etno-pop che, partendo dalla loro “maestra”, Nuzza Fabrizio, che assieme al fiero sindaco della cittadina delle pre-serre calabresi Domenico Villì, ha tenuto a battesimo questa nuova compagine musicale, interpretando in modo sincero e passionale quei canti “ad aria”, quelle tarantelle, quei suoni che hanno imparato andando a lezione dagli anziani del loro paese, unici detentori del patrimonio musicale e sonoro calabrese.

Dunque Vazzano, avrà adesso tra le tante cose belle che possono essere annoverate al patrimonio di questa ridente cittadina (ricordiamo che è il paese natale di Sharo Gambino), anche il suo gruppo musicale, che saprà certo portare ulteriore lustro al panorama musicale calabrese.

Proprio ieri sera, in Piazza Fuscà il loro primo concerto di presentazione del loro primo lavoro “Sognu” e tra chitarra battente, pipita e “ciaramedha”, lira calabrese, tamburelli, organetti, ma anche batterie e bassi elettrici in una sorta di abbraccio musicale, hanno entusiasmato il loro paese natio, fiero di aver dato i natali a questi giovani che non hanno dimenticato le loro radici e le mantengono ben strette, non vergognandosi del loro “accento” calabrese, anzi facendosene vanto e motivo d’orgoglio.

La loro prossima apparizione pubblica sarà all’apertura del “Spadola loves folk”, manifestazione gemellata col Taranta Power di Caulonia e che sarà ospite, nelle serate successive dei Taranproject e di Mimmo Epifani, balaustre della musica etno-folk calabrese.

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mini ambulanza
Riceviamo e pubblichiamo: Con la lettera aperta dello scorso 14 giugno indirizzata alla Dott.ssa Maria Pompea Bernardi, Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, avevamo sollevato per l’ennesima volta la forte necessità di trovare immediato rimedio alla grave condizione di disagio assistenziale in cui verte il territorio delle Serre Calabre. Un territorio disagevole sia per geografia che per viabilità, costituito da 19 Comuni montani ed un’utenza di quasi 40mila cittadini, privato anche, con l’avvento del Piano di Rientro varato dal Commissario ad Acta Giuseppe Scopelliti ed il conseguente corposo ridimensionamento del P.O. “San Bruno”, dei servizi minimi necessari a soddisfare le esigenze sanitarie primarie della popolazione. In particolare, nella missiva in questione, avevamo sottolineato come - alla luce dei numerosi decessi registratisi di recente nel comprensorio ed aggravati dalla costante assenza di mezzi idonei al primo soccorso - fosse necessario, in tempi brevi, assegnare all’ospedale serrese almeno una seconda autoambulanza
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Sharo Gambino non aveva neanche trent'anni quando affrontò per la prima volta le colline che dalla pianura di Sibari salgono verso la Sila greca. Quella Calabria proprio non la conosceva. Un altro mondo. Perfino i castagneti, che si affacciavano sulla parte meridionale del golfo di Taranto, non sembravano gli stessi delle montagne delle Serre, dov'era cresciuto. Già scriveva per il Messaggero e per Momento Sera, faceva il cronista di provincia e girava a piedi tra paesini e campagne in cerca di storie da raccontare. Era curioso e testardo, ma ancora non immaginava che quei luoghi gli avrebbero ispirato qualcosa di raro. 
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mini briganteSe qualcuno vi dice che l’associazionismo è morto non credetegli, anzi, sputategli in un occhio. L’associazionismo è vivo. Basta volerlo. E noi ci siamo riusciti. Ci stiamo riuscendo. Da diciotto anni.
Ma in questi casi, nel nostro caso, non esistono traguardi dorati. Non è prevista una soluzione definitiva. Un obiettivo ultimo che ti faccia sentire arrivato. È una lotta continua e costante. Una lotta di cui - ora più che mai - si avverte il bisogno.  
Perché non c’è nulla di paragonabile all’energia di chi sente l’esigenza di stare insieme. Di chi ha fame di libertà. Di chi - rinunciando a se stesso - si rimbocca le maniche per proporre qualcosa di nuovo. Di diverso.
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mini zenzeroCrostone integrale con cipolla di Tropea, tonno “alletterato” e olive e poi tortino di pasta corta con alacce, mollica di pane e mandorle. È questo l’esordio della cena che venerdì prossimo 28 giugno al ristorante di Eataly del Lingotto di Torino vedrà ai fornelli il giovane chef Bruno De Francesco del ristorante Zenzero di Serra San Bruno (Vibo Valentia). L’evento, intitolato “Grande cena dell’orgoglio contadino”, avrà come protagonista assoluta l’enogastronomia calabrese. Se ai fornelli dell’iper-boutique del gusto creata da Oscar Farinetti ci sarà Bruno De Francesco, ad affiancarlo un altro calabrese verace: l’ideatore della serata, Silvio Greco, uno dei massimi esperti di agroalimentare, docente di produzioni animali presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) nonché biologo marino, responsabile Ambiente di Slow Food Italia. Orgoglio contadino, dunque, ma anche orgoglio calabrese. Il menu della cena prevede, infatti, per secondo, salsicce di suino nero calabrese e patate al forno con verdure grigliate e insalata verde e poi, in finale, pere “Madernasse life” con cioccolato fondente. In abbinamento ai piatti della serata, inoltre, i vini delle cantine di Casa Comerci di Limbadi (Vibo Valentia), Granàtu e Libìci, due rossi, entrambi a base del vitigno autoctono magliocco canino.
Con l’evento del 28 giugno Eataly festeggia i saperi e i sapori del profondo Sud, dell’agricoltura e del mare calabrese. Una “filosofia” sposata con convinzione dallo chef Bruno De Francesco, autentica rivelazione di passione gastronomica ma, al tempo stesso, di rigorosa ricerca che si esprime in semplicità e immediata nitidezza di sapori. «Mi piace – spiega Bruno – passare dal mercato del giovedì all’orticello di famiglia, dal pescivendolo di fiducia al bosco serrese».

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Martedì, 25 Giugno 2013 10:05

Serra, storia di un' ambulanza a metà

mini ospedale_serraSERRA SAN BRUNO - Che sia necessario potenziare il presidio ospedaliero della cittadina bruniana con un ulteriore mezzo di soccorso per l'emergenza urgenza tale da affiancare quello in servizio è di fondamentale importanza. Ma quella che è stata presentata come la seconda ambulanza in dotazione presso l'ospedale serrese si è rivelata una bufala. Si tratta in realtà di un mezzo della Croce Rossa, mandato dall'Asp di Vibo Valentia, il cui compito è unicamente quello di garantire il trasferimento agli ammalati presso altre strutture ospedaliere e di operare in codice verde. Nessuna possibilità quindi di operare in caso di urgenza quando l'unica ambulanza in dotazione al nosocomio montano è impegnata in altro intervento, anche perché il mezzo della CRI è sprovvisto di equipaggio sanitario.
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mini scontriusb1Volevano fare irruzione nella sede del Consiglio regionale quando, ad un certo punto, avrebbero subito la violenta reazione da parte delle forze dell’ordine. Brutta avventura stamani per i lavoratori Lsu ed Lpu, impegnati in una manifestazione di protesta proprio davanti a palazzo Campanella. Un dirigente sindacale Usb è stato, addirittura colto da malore. 

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mini vigiliurbaniIl Comune di Serra San Bruno ha reso pubblico l’avviso di assunzione a tempo parziale e determinato di 12 agenti di polizia municipale. La selezione avverrà tramite colloquio pubblico e i 12 agenti scelti opereranno per le vie del Comune di Serra da ausiliari del traffico, prestando servizio nel periodo estivo per 18 ore settimanali.
 
Requisiti per l’ammissione al Concorso il possesso della cittadinanza italiana, un’età non inferiore ai 18 anni, l’idoneità fisica, la regolarità negli obblighi di leva (solo per i candidati di sesso maschile), il possesso del diploma quinquennale di scuola secondaria superiore e la patente di guida di categoria B - o superiore - in corso di validità. I partecipanti al bando dovranno, inoltre, non aver riportato alcuna condanna penale e non essere interdetti o sottoposti a misure che escludono la nomina ai pubblici impieghi. 
 
I requisiti sopra indicati dovranno essere posseduti al momento di presentazione della domanda di ammissione di selezione. La richiesta dovrà essere indirizzata al Sindaco del Comune di Serra San Bruno - entro e non oltre 3 luglio prossimo - e presentata direttamente all’ufficio protocollo del Comune. 
 
Alla domanda, il cui modulo è scaricabile dall’Albo Pretorio on line del Comune di Serra San Bruno (www.comune.serrasanbruno.vv.it), dovranno essere allegati l’originale del titolo di studio o una copia conforme autenticata, la ricevuta del versamento della tassa di selezione di euro 10,00 e una copia del documento di identità personale in corso di validità. 
 
La selezione avverrà tramite un colloquio pubblico atto ad accertare il possesso del grado di professionalità necessaria, effettuato da una Commissione Giudicatrice nominata direttamente dalla Giunta Comunale e verterà su argomenti di elementi di Diritto Costituzionale, Amministrativo, Penale e Procedura Penale; Ordinamento degli Enti Locali; normativa del Codice della Strada e di Pubblica Sicurezza; Ordinamento della Polizia municipale; principi di Urbanistica, Commercio e Procedimento Sanzionatorio.  
 
La prova di selezione si terrà il 10 luglio, alle ore 9,30 presso la sala di Palazzo Chimirri, mentre l’elenco dei candidati ammessi al colloquio verrà pubblicato sul sito web del Comune due giorni prima.
 
BANDO
 
DOMANDA DI PARTECIPAZIONE AL COLLOQUIO
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amici mieiUn tesserato medio del Pdl direbbe che la procura di Catanzaro sta perseguitando l’amministrazione Scopelliti. I maligni direbbero invece che si tratta dell’ennesima grana giudiziaria per un gruppo di assessori e consiglieri nato sotto una pessima stella. E con il vizietto delle nomine acrobatiche. Qualunque sia il punto di vista, l’appuntamento in aula è fissato per il 4 novembre prossimo per l’inizio del dibattimento sulla nomina di Alessandra Sarlo a dirigente del dipartimento controlli della Regione Calabria.

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mini francesco_danieleFabrizia ha ricevuto una nuova triste notizia, la violenta morte del giovane Francesco Daniele, ucciso, a quanto pare, per una manciata di stupidi euro. Anche se questa manciata di euro avessero rappresentato una questione vitale, nascente da un’estrema povertà, un crimine che fa fuori la vita di una persona non merita umana assoluzione. Si tratta di un perverso ed imperdonabile crollo nella più cupa barbarie, secondo un copione di sopraffazione fisica dell’uomo contro il proprio simile, effetto evidente della caduta morale e civile. Stiamo verificando, attraverso la frequente cronaca ridondante di notizie di atti estremi e disperati, dietro i quali molto si nasconde un grave disadattamento, tanto da indurre a sostenere la tesi attestante che “la delinquenza è primariamente una malattia sociale”.
Se quei maledetti 300 euro sono stati la causa della privazione della vita del povero Francesco, allora vuol dire che c’è veramente tanto che non va in questa società. Chi ha tanti averi e chi non ha nulla. Ma le conseguenze di gesti inconsulti, effetto della disgregazione e dell’ingiustizia, diventano guerra di sangue tra poveri. Non ci si capacita al pensiero che un modesto gruzzoletto proveniente da una banale vincita alle slot-machine, potesse diventare motivo di tal ira da parte di chi, altrettanto banalmente e fortuitamente, aveva invece perso i suoi soldi che volontariamente aveva messo in gioco.
 
Un’assurda vicenda, verosimilmente una rapina finita in tragedia, una stoltezza estrema ed insensata ha causato la morte di un giovane e fatto sprofondare in smisurato dolore la famiglia Daniele. Certamente Francesco era un normalissimo bravo artigiano che speranzosamente tentava la fortuna, non un ricco scommettitore a caccia di emozioni.
 
Il dolore sarà difficile da lenire, ma l’accertamento della verità consentirà almeno di quietare quel bisogno umano di giustizia, se non altro per dare certezza di nomi e movente dell’immane tragedia. Ciò che per ora è stato accertato, secondo la pubblica cronaca, è che Francesco Daniele è stato ucciso con due colpi di pistola – che pare sia stata ormai ritrovata – uno alla testa e uno al torace, come confermato dall’autopsia sul povero corpo ritrovato esanime nelle campagne di Verrua Savoia, tra le province di Torino e Vercelli. 
 
Il grave lutto che ha colpito a Crescentino e Fabrizia i familiari, ha scosso profondamente anche tutti gli amici e conoscenti.
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