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La dott.ssa Maria Pompea Bernardi, 53 anni, medico d’origini calabresi con una lunga esperienza nel campo della organizzazione dei servizi ospedalieri maturata nell’Azienda-Universitaria di Parma,  si è insediata alla guida dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia solo dal 24 gennaio scorso, succedendo a Bruno Zito, nominato dal 2010 a capo della Commissione Straordinaria per infiltrazioni mafiose. Maria Bernardi ha deciso fin da subito di “conoscere l’ambito territoriale in cui è stata chiamata ad operare, partendo proprio da un contatto diretto con i Sindaci”. Quindi nel pomeriggio di ieri, nei locali del Distretto Sanitario di Serra, si è tenuto appunto un incontro con i primi cittadini del comprensorio, convocati dalla stessa Bernardi. 
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mini dagostino
Impotente come un pioppo spoglio d’inverno, il compassato coordinatore provinciale Nazzareno Salerno, continua a perdere le foglie del suo Pdl vibonese. Infatti, dopo i mormorii circolati in questi ultimi giorni nei corridoi di Palazzo Luigi Razza, adesso si è passati all’ufficialità: il sindaco Nicola D’Agostino ed un blocco di ben 7 assessori hanno annunciato il passaggio irreversibile a ‘Fratelli d’Italia’, neo movimento guidato da Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Guido Crosetto. Un esodo senza precedenti, quindi, che oltre al primo cittadino vibonese, vede traslocare fuori dal Pdl, gli assessori Pietro Comito (Ambiente), Marcello De Vita (Cultura), Nicola Manfrida (Politiche Giovanili), Nazzareno Rubino (Affari Generali), Giorgio Modafferi (Lavori Pubblici), Nicolino La Gamba (Affari Istituzionali) e Giuseppe Scianò (Bilancio, nonché ormai ex coordinatore cittadino del partito).
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mini pasqualelagambaPiazza Spogliatore non è di certo via dell’Umiltà. Soprattutto metaforicamente. Perché a Vibo Valentia i rappresentanti locali del Pdl ostentano una sicurezza al di là delle previsioni negative generali che li vedrebbero dieci punti lontani dalla vetta. Per loro, sulla scia dei proclami giornalieri di Silvio, il partito è praticamente incollato agli avversari del Pd. “Questa notizia - ha detto ieri il coordinatore e nuovo padre del pidielle locale Nazzareno Salerno durante la conferenza stampa di presentazione dell’unico candidato provinciale in lizza alla Camera per il vibonese - è l’ultimo sondaggio diramato e ci vede al 31,2 per cento”. Dunque, dal tenore e dalla distensione dei presenti, nonostante manchino ancora quattro settimane alla tornata, Pasquale La Gamba “siederà in Parlamento a rappresentare al meglio il nostro territorio”. E Mimmo Scilipoti, detto “il responsabile”, non sarà di certo la spina nel fianco dei calabresi di centro-destra, ne tanto meno del Popolo della Libertà. Anzi, per i berluscones vibonesi lui è il simbolo della gratitudine al partito. Non come Fini “il traditore”. In fondo, è forte la consapevolezza di vincere dove i giorni che separano tutto e tutti dall’atteso verdetto saranno intensi e interessanti sotto il profilo della campagna elettorale. “Scenderemo in campo - ha continuato Salerno - per ottenere un grande risultato, riappropriandoci così di quanto indegnamente ci era stato tolto a novembre 2011”. I toni, dunque, al pari dei proclami, sono anch’essi intrisi di un pensiero comune. Qui come a Roma. E il vetriolo è lo strumento preferito per mascherare defaillance evidenti, come - checchè ne dicano i presenti - Scilipoti in Calabria oppure il “fuggitivo” Cosentino in Campania, appunto perché “gli altri non hanno fatto meglio di noi”. Anzi, ha ricordato alla platea La Gamba “ci si può accusare, per merito di una legge elettorale che non condividiamo, di averne messo uno in sesta posizione al Senato, preferendo comunque meglio e prima di lui i nostri, mentre Bersani e i suoi hanno totalmente snobbato i rappresentanti calabresi calando dall’alto ben quattro personaggi “stranieri” nei primi posti”. Un mal comune mezzo gaudio, quindi, che in politica non solo è moralmente accettato, ma è pure utile per confondere o convincere elettori, indecisi e astenuti. Della serie “tanto c’è sempre qualcuno peggio”. E in questo caso non rimane che un sol uomo: Silvio Berlusconi da Arcore. Tutto come previsto, insomma. Tutto da campagna elettorale. Senza esclusioni di colpi, dietrologie non tanto dietrologiche e impresentabili presentabili. Una campagna elettorale tra le più aspre e dure di sempre, con un Pdl versione Barcellona di Cruyiff, molto aggressivo e presuntuoso, assecondato forse dalla forza dei consensi, che in Calabria - se riconfermati - saranno molti e pure decisivi. Non solo per l’assessore comunale La Gamba, comunque meritevole di un attenzione particolare per, nonostante la giovane età, l’assidua militanza e per l’esclusiva potenziale espressione vibonese al Parlamento, ma per tutto il centro-destra calabrese e nazionale, ultimamente liftato con l’inserimento di un nuovo che avanza a discapito di un vecchio che ormai ha fatto la sua storia. Come nel caso del senatore, quasi ex, Francesco Bevilacqua tagliato insieme a tanti altri big per ragioni certamente di anzianità, ma pure per questioni di prospettive e progetti a lungo termine. Che, non a caso, con Peppe Scopelliti al comando si è accentuato in tutte le sue forme, fino a sottoscrivere una nuova linea decisamente più affettiva che di puro organismo. Con il solito happy ending del “grazie per aver dato tutto al partito”.

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Negli ultimi otto mesi del 2012, secondo uno studio effettuato dalla Commissione parlamentare sugli errori sanitari, in tutta Italia si sono verificati 570 casi di malasanità, di cui 400 hanno portato al decesso del paziente. Quel che è peggio, è che emerge una disparità enorme nei numeri registrati da una regione all’altra e, neanche a dirlo, in questo rapporto è proprio la Calabria ad uscirne malconcia: nella nostra regione si sono registrati ben 58 casi di malasanità per ogni 1000 abitanti (contro, ad esempio, un caso su mille abitanti nel Trentino Alto Adige). 
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Martedì, 22 Gennaio 2013 13:02

Centocinquant’anni di Serra e San Bruno

 

mini luigidamiani_www.settedolori.org_dipinto_G.M._PisaniEsattamente centocinquant’anni fa, il 22 gennaio del 1863, in virtù del Regio Decreto numero 1140 il Comune di Serra nella Calabria Ulteriore Seconda assumeva ufficialmente il nome di “Serra San Bruno”. Il Regio Decreto, firmato dal “Re galantuomo” Vittorio Emanuele II, accoglieva e ratificava la deliberazione approvata l’11 novembre 1862 dal consiglio comunale serrese guidato dal sindaco Luigi Damiani. Il cambio di nome era stato sollecitato dal Ministero dell’Interno: in seguito all’Unità d’Italia, infatti, molti comuni si ritrovarono a condividere la medesima denominazione. Per evitare ambiguità, il 30 giugno del 1862 il Ministero suggerì ai comuni che versavano in tale situazione “se non di cangiare affatto la attuale denominazione, farvi almeno qualche aggiunta che desumere si potrebbe dalla speciale situazione topografica secondo che il comune si trova nel monte o nel piano, al mare, o sovra un fiume o un torrente”.

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Lunedì, 21 Gennaio 2013 20:47

Le Terre che ballano da sole

mini mormanno“Lu Siettu”. La seduta. In ogni paese, e nel meridione la cosa diventa quasi obbligatoria, c’è un angolo del centro storico eletto dagli anziani indigeni a punto di ritrovo quotidiano. Le facce e i personaggi, in una sorta di equazione che si ripete anche in luoghi molto diversi, sono quasi sempre uguali, e se anche non vi fossero somiglianze somatiche tra i vari personaggi, certamente le assonanze caratteriali, le similitudini antropologiche, aumentano in modo esponenziale. L’impiegato comunale in pensione, l’operaio che ha perso la giornata di lavoro causa maltempo, l’emigrato di ritorno che racconta delle sue avventure e del suo “Klondike”, chi ancora non ha mai lavorato e fa l’opinionista di paese come attività prediletta.

 

Insomma un paese, una micro comunità come tante in Calabria. Lu “siettu” di Mormanno ha una storia. Un muro che costeggia un lato di una chiesa dalla facciata barocca dove gli elementi e i fregi in pietra locale la fanno da padrone. Questo muro era stato preso “di mira” dai commercianti del vicino paese, Laino Borgo, che arrivavano due volte a settimana in quel di Mormanno ad offrire i loro prodotti in cambio di denaro, oppure ancora barattando le proprie mercanzie con altri prodotti dei mormannesi.

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mini scilipotiAlla fine, dopo che aveva tuonato contro i vari D'Attorre e Bindi catapultati nelle liste calabre dalla segreteria romana del Pd, Peppe Scopelliti ha dovuto ingoiare un boccone molto amaro: Domenico Scilipoti, ex Idv che aveva saltato il fosso per salvare il governo Berlusconi, sarà candidato in Calabria, al sesto posto nella lista per il Senato. Il presidente della Regione e Tonino Gentile pare abbiano provato fino a notte fonda a convincere i vertici del Pdl a desistere, ma non c'è stato nulla da fare: evidentemente Scilipoti doveva passare all'incasso dopo il voto di fiducia che salvò Berlusconi, e la Calabria è stata considerata per l'ennesima volta terra franca da colonizzare per riciclare dinosauri e impresentabili della politica italica. Per il resto poche sorprese, nelle liste del Pdl

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mini MegalitoRiceviamo e pubblichiamo:

 

L’ultimo scorcio del 2012 ha annoverato Maria Cirillo tra gli scrittori di opere narrative. L’uscita del suo libro, avvenuta il 21 dicembre scorso, ha segnato nuovamente il passo al protagonismo culturale fabriziese. L’autrice, infatti, è fabriziese doc. Nata a Fabrizia, ha vissuto e lavorato per 40 anni nella sua cittadina natia, dalla quale ha ricevuto affetto e stima ed alla quale ha reso i propri servigi con dedizione e professionalità. Nel suo primo romanzo “Lì, all’ombra delle pietre accastellate”, ha consacrato il suo amore  per l’arte narrativa, esaltando e facendo rivivere la passione per i fantastici luoghi  del misterioso territorio del Pecoraro, un tempo integralmente fabriziese ed infine ridimensionato dalle scissioni di Mongiana e Nardodipace. È sul versante occidentale di quest’ultimo, in stretta connessione con quello mongianese ed il frontale di Fabrizia, che si svolge il cuore della storia narrata dalla scrittrice Maria Cirillo. È una storia che appassiona già dalle sue prime pagine e che conforta la mente, conducendola dolcemente in un mondo fantasioso. Un romanzo autenticamente realistico, sia nella trama che nella concretezza moderna e contemporaneamente primitiva dei suoi struggenti personaggi.

Il romanzo è stato pubblicato dalla Casa Editrice Prospettiva di Civitavecchia.

Vincenzo Costa

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mini IMMAGINEXCOSERRA SAN BRUNO - Lou Palanca 2 (pseudonimo di Fabio Cuzzola) l'ha definita una "storia scomparsa". "Dimenticata". "Celata negli anni". La storia è quella di Luigi Silipo, sindacalista ed esponente di rilievo del Partito comunista italiano, assassinato a Catanzaro il primo aprile 1965, mentre rientrava a casa. A distanza di quarantasette anni, ancora oggi nessuno è riuscito a dare delle risposte. Di cosa si è trattato? Per quale motivo è stato ucciso Luigi Silipo? C'è l'ombra della 'ndrangheta dietro l'assassinio del dirigente del Pci? Si è trattato di un omicidio politico o passionale? Interrogativi, dubbi e incertezze che, ancora oggi, attendono di essere risolte. Un omicidio colmo di misteri insomma. Dopo un primo periodo di partecipazione e interesse, l'accaduto venne progressivamente dimenticato, fino ad essere cancellato dalla memoria collettiva.
Lou Palanca, attraverso il libro ''Blocco 52'', cerca di ripercorrere quei fatti e di fare luce sulla morte di Silipo. Storia di un dirigente del Pci per certi aspetti atipico. Dissidente rispetto ai quadri dirigenti del partito di Enrico Berlinguer e Palmiro Togliatti. Il romanzo, edito da Rubettino, è uscito nelle librerie lo scorso 30 dicembre e nella serata di sabato è stato presentato nel corso di una iniziativa organizzata dall' associazione culturale ''Il Brigante''. L'evento, dal titolo ''Pagine perdute. Calabria canta e piange: da Mastro Bruno Pelaggi a Sharo Gambino, da Ciccio Svelo a Lou Palanca'' - rientrante nell' ambito degli eventi organizzati dal ''Brigante'' in occasione del 100esimo anno dalla morte di Mastro Bruno Pelaggi, poeta e scalpellino serrese - si è aperto, appunto, con la presentazione del volume di Lou Palanca, per poi proseguire, in serata, con una cena sociale, allietata da musica e poesie, con Gianni Cusumano, Giancarlo Galante, Francesco Villari e Pino Amaddeo ('Autori Appesi') e dalle incursioni poetiche di Ulucci Alì. Il dibattito ha rappresentato anche l'occasione per ricordare altre figure vittime di una Calabria «negligente e menefreghista», come l'ha definita  lo stesso Cuzzola.
Peppino Valarioti. Ciccio Vinci. E tanti altri ancora. Ma anche Mastro Bruno Pelaggi, Sharo Gambino e Ciccio Svelo. Personaggi che hanno contribuito alla crescita culturale e politica della nostra regione. Quello di sabato, dunque, è stato un momento di ritrovo. Un evento utile per ripercorrere le vicende dei figli illustri della nostra terra. ''Blocco 52'', invece, è come un "figlio che deve condotto e portato sulla giusta via» affinché «la storia si diffonda e continui a camminare sulle gambe di ognuno di noi". Sulla morte di Silipo, però, prendono vita altre storie - raccontante da Lou Palanca - che dal capoluogo calabrese arrivano fino a Praga. Una narrazione "a più voci" racconta queste vicende, fra il "richiamo al sogno interrotto di una società più giusta e il mistero di un caso irrisolto". 

(articolo pubblicato su Calabria Ora)

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mini 17400-pd_manifestazione2Pochi giorni fa il monito di Bersani era arrivato minaccioso come una nuvola pronta alla tempesta nel già agitato cielo di dicembre: “Non sono candidabili alle primarie del Pd per Senato e Camera, i parlamentari europei, i sindaci dei Comuni con più di 5mila abitanti, i Presidenti di Provincia e di Regione, gli assessori e i consiglieri regionali in carica, salvo deroghe motivate”. Quindi, secondo quanto stabilito dalla consulta nazionale del Partito Democratico in previsione delle primarie del 29-30 dicembre utili alla nomina dei candidati in Parlamento, rimangono fuori anche in Calabria diversi pezzi da novanta che già rivestono cariche politiche di rilievo.

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