La dott.ssa Maria Pompea Bernardi, 53 anni, medico d’origini calabresi con una lunga esperienza nel campo della organizzazione dei servizi ospedalieri maturata nell’Azienda-Universitaria di Parma, si è insediata alla guida dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia solo dal 24 gennaio scorso, succedendo a Bruno Zito, nominato dal 2010 a capo della Commissione Straordinaria per infiltrazioni mafiose. Maria Bernardi ha deciso fin da subito di “conoscere l’ambito territoriale in cui è stata chiamata ad operare, partendo proprio da un contatto diretto con i Sindaci”. Quindi nel pomeriggio di ieri, nei locali del Distretto Sanitario di Serra, si è tenuto appunto un incontro con i primi cittadini del comprensorio, convocati dalla stessa Bernardi.
Hanno risposto presente referenti istituzionali dei Comuni di Serra, Brognaturo, Fabrizia, Capistrano, Vallelonga, Soriano, San Nicola da Crissa, Vazzano e Pizzoni. I commissari straordinari dei comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, come ad esempio quelli di Mongiana, Arena, Gerocarne e Nardodipace, risultavano invece tutti assenti. Assente anche il Presidente della Commissione Sanità Nazzareno Salerno.
Il primo a prendere la parola è stato Bruno Rosi, Sindaco di Serra San Bruno (Comune capofila del distretto), che ha rimarcato la bontà dell’iniziativa e ha parlato di un presidio ‘San Bruno’ limitato nelle sue funzioni e della stretta necessità di “trovare nuove soluzioni, contrarie a quelle previste dal Piano di Rientro” attuato però dall’amico di partito, il governatore Giuseppe Scoppelliti. Rosi ha inoltre sottolineato che “sarebbe opportuno in primis agire sul personale sanitario di cui ben il 25% dispone dei benefici della legge 104”. In tutta risposta la Bernardi ha parlato di “possibili miglioramenti dal punto di vista organizzativo, ma non per contenuti, altrimenti si andrebbe contro quanto sancito dal decreto regionale 18/2010”. Seccata la risposta del Sindaco di San Nicola, Giuseppe Condello che ha rimproverato allo stesso Rosi “di non aver mai provveduto nell’ultimo anno a convocare la Conferenza dei Sindaci, in quando primo cittadino del Comune capofila.”
Si sono quindi susseguiti una serie di interventi che hanno realmente tracciato il quadro di profondo disagio in cui versa la sanità del comprensorio, che ha nel tempo, con l’attuazione dello steso PdR, subito la soppressione ed il ridimensionato dei piccoli ospedali (Soriano e Serra), finendo per intasare le file di attesa delle strutture considerate maggiori (lo ‘Jazzolino’) e, di conseguenza, apportando benefici solo agli introiti della sanità privata e, per di più, incrementando notevolmente la mobilità passiva verso altre Asp o altre regioni. Il neo Commissario ha definito la migrazione sanitaria come frutto di un’abitudine atavica del paziente calabrese, “storicamente poco propenso a farsi curare in Calabria”. Ma la tesi non sarebbe affatto avvalorata dai numeri che dimostrano come, solo negli ultimi due anni - e quindi in seguito all’attuazione del PdR - l’emigrazione sanitaria sia incrementata a dismisura, tanto da aver maturato debiti, imputabili proprio alla mobilità passiva, per ben 275milioni di euro. Se ne desume che in realtà la “manovra ri-organizzativa” del governatore Scopelliti non si è dimostrata affatto un toccasana per i conti disagiati della sanità pubblica regionale.
Altro nodo cruciale della discussione quello che ha riguardato il ruolo dei media ed in particolar modo dei giornalisti che, secondo la stessa Bernardi, avrebbero nel tempo prodotto solo una “cattiva propaganda per la sanità calabrese, perché sempre affaccendati a raccontare di continui casi di malasanità e mai di eventi positivi”. Peccato che anche in questo caso, la novella commissario, ignori che i dati inerenti alla forte percentuale di casi di malasanità nella nostra regione, ed in particolar modo nell’Asp di Vibo, siano stati messi in luce da una recente analisi condotta dalla Commissione Parlamentare per gli Errori Sanitari, che parla di ben 58 casi di cattiva sanità per ogni mille abitanti in Calabria, contro – ad esempio – un caso su mille rilevato in Trentino. Secondo la stessa ricerca si tratterebbe di casi, per quantità, solo minimante imputabili al personale sanitario, ma soprattutto derivati dalle precarie condizioni in cui questo è chiamato ad operare.
Importanti anche gli interventi di Domenico Suppa (Presidente del Consiglio Comunale di Fabrizia) e di Cosimo Tassone (ex Sindaco di Brognaturo, nonché dipendente Asp) tra gli artefici della nascita del presidio ‘San Bruno’ nei primi anni ’80, che hanno rivendicato, oltre che le cattive condizioni in cui versa oggi l’ospedale, anche un diffuso clima di sfiducia fra i dipendenti. In particolar modo Suppa ha sottolineato come “sarebbe fondamentale recuperare quantomeno il reparto di Chirurgia - provvisto di ben 4 medici - per un ospedale vitale in un territorio come il nostro con tanti disagi resi ancora più pesanti dalla presenza di ghiaccio e neve per gran parte dell’anno”. La Bernardi, con una battuta a dire il vero poco felice, ha sottolineato che “però in montagna l’aria buona non manca!”
Il vice-sindaco di Soriano, Vincenzo Bellissimo, è intervenuto invece riguardo alla condizione del Capt sito proprio nella sua cittadina: “è un presidio sprovvisto perfino di quanto invece, secondo il PdR, competerebbe ad un ospedale classificato come Centro di Assistenza Primaria Territoriale”. Poi, lo stesso Bellissimo, si è pronunciato sulle pessime condizioni della sanità provinciale in genere: “Ci sono in tutta la Provincia soli 100 posti letto a disposizione di oltre 170mila cittadini e 4 autoambulanze che fanno continuamente spola verso i presidi di Catanzaro, Reggio e Cosenza.”
Da parte sua la Bernardi si è detta pronta a “collaborare in primis con i sindaci per colmare tutte le lacune”, ma allo stesso tempo si è dimostrata molto piccata nell’accusare alcuni degli autori degli interventi di fare “propaganda elettorale”. In fine ha sottolineato che quello di ieri, più che uno sfogatoio generale, “doveva essere un incontro per conoscersi meglio e non in cui snocciolare tutti i malumori”. La Bernardi pensava forse che il biglietto da visita di ogni primo cittadino delle Serre, riguardo alla sanità del territorio, fosse farcito di rose e fiori più che di disagi e malumori. Per la sua accoglienza avrebbero forse potuto dimostrarsi più ospitali, magari organizzando un buffet.