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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
L'obiettivo è quello di stimare, in tutta la Calabria, la concentrazione di radon - gas proveniente dal sottosuolo e considerato radioattivo oltre che cancerogeno - presente negli ambienti di vita. Nel farlo, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente aveva inviato una lettera anche a tutti i Comuni del Vibonese, ai quali in sostanza l'Arpacal ha chiesto una fattiva collaborazione al fine di installare, a titolo gratuito, in diverse abitazioni residenziali, scuole o uffici pubblici, un numero sufficiente di esposimetri o misuratori assolutamente innocui, ma comunque indispensabili per stimare la concentrazione di gas presente negli ambienti di vita.
L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente ha offerto una lettura che definire drammatica sembra davvero poco, rispetto alle modalità di gestione del comparto dei rifiuti solidi urbani nel territorio di Serra San Bruno. La cittadina della Certosa, infatti, nella comparazione fra il rapporto Arpacal sui rifiuti 2014 e quello dell’anno precedente, il 2013, emerge come la città - nell’intero territorio regionale - in cui si è registrato il decremento maggiore, in termini percentuali, di rifiuti differenziati conferiti.
Con il suo 15,18% (-0,53% rispetto all'annualità precedente) la provincia di Vibo Valentia si colloca in terza posizione nella classifica stilata dall'Arpacal (l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) che, come ogni anno, ha pubblicato sul proprio sito web (www.arpacal.it), il report sui rifiuti riferito all'anno 2014, che tiene conto del rapporto tra le tonnellate di rifiuti urbani prodotti e quelli raccolti con il sistema di raccolta differenziata.
Secondo quanto riferito da fonti vicine a So.Ri.Cal., nella mattinata di ieri il direttore generale della società, ing. Sergio De Marco, sarebbe caduto nell’invaso dell’Alaco per riemergerne, pochi minuti dopo, con fattezze simili a quelle di Joker, l’indimenticato antagonista di Batman.
Da quanto il Vizzarro è riuscito ad apprendere, il De Marco vagava lungo le sponde dell’invaso, quando, per cause ancora da chiarire, sarebbe caduto in acqua. Testimoni oculari riferiscono che De Marco si aggirerebbe, in evidente stato confusionale, nei dintorni di Brognaturo, il paese a ridosso del quale sorge l’impianto idrico dell’Alaco. «Era più ammalignato e vavìjato del solito (incattivito e con la bava alla bocca, ndr)», ci racconta Santo (il nome è di fantasia), uno dei più stretti collaboratori del De Marco, che preferisce rimanere anonimo, «sembrava davvero un cane rabbioso: abbiamo subito capito che c’era qualcosa che non andava».
Ancora oscure le cause dell’orrenda mutazione. Una squadra di tecnici, prontamente inviata da Arpacal sul luogo dell’incidente, non ha riscontrato anomalie e anzi ha sottolineato la regolare presenza, nell’acqua, dei celeberrimi composti aromatici derivati dal benzene, che rendono l’acqua stessa gustosissima e l’hanno fatta apprezzare in tutto il mondo. Il prefetto di Vibo Valentia, intanto, ha invitato la popolazione a rimanere nelle proprie abitazioni: il De Marco, infatti, potrebbe essere armato ed è certamente molto pericoloso.
BRECCHIGNUSE - Rubrica di satira a cura di Malagigi
Asp, Arpacal, Sorical. Azienda sanitaria provinciale, Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, Società delle risorse idriche calabresi. Tre enti distinti, con competenze, obblighi e prerogative diverse, ma legati da un filo che si intreccia e, in alcuni casi, genera matasse difficili da dipanare. Uno di questi casi, divenuto tristemente noto, è quello dell'invaso artificiale dell'Alaco, situato sul monte Lacina, a pochi chilometri da Serra San Bruno, al confine tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro. La posizione del bacino, che dovrebbe fornire acqua “potabile” a una vasta fascia di popolazione della Calabria centro-meridionale, è strategica.
VIBO VALENTIA - L'hanno chiamata “Trasparenza acqua”. Un'operazione di chiarezza, mirata a rassicurare i cittadini allertati dai soliti ambientalisti «allarmisti» che erano scesi in piazza, a Vibo Valentia, a manifestare contro il “sistema Alaco” e la gestione delle risorse idriche calabrese. Insomma, doveva essere un modo per mettere definitivamente fine – attraverso lo strumento comunicativo più democratico e accessibile che esiste oggi, il web – a voci e sospetti sulla salubrità del liquido che fuoriesce dai rubinetti di decine di migliaia di cittadini vibonesi.
Nuovo colpo di scena sull'ormai famigerato invaso dei veleni. Nel pomeriggio odierno, infatti, il direttore generale dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell' ambiente), Sabrina Santagati, ha consegnato una relazione al prefetto di Vibo Valentia, Michele di Bari, chiamando in causa direttamente l' Azienda sanitaria di Soverato che, secondo l' Arpacal, «non sarebbe intervenuta nonostante le segnalazioni di non potabilità dell'acqua».
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