Le vie che portano in montagna sono lastricate di buone intenzioni. Come quelle dei politici di ogni fazione che, puntualmente, da quattro anni a questa parte, hanno promesso che la provinciale 9 “Mongianella” che porta a Fabrizia – ufficialmente chiusa ma che consente il passaggio ai residenti fino al limite provinciale in direzione Monsoreto – sarebbe stata riaperta in condizioni accettabili.

Gomitoli di curve dietro i quali si annida il pericolo. Una buca, una piccola frana, uno smottamento, rappresentano per l’automobilista un pericolo da evitare in una sorta di gincana. In un lembo di terra dimenticato da una provincia periferica, quella di Vibo Valentia, resa ancor più periferia dall’incuria e dalla dimenticanza, i cittadini devono fare i conti con i problemi causati dalla mala gestione della cosa pubblica, vittime di disservizi, considerati soltanto serbatoi di voti quando è il momento delle elezioni. L’intera strada versa complessivamente in uno stato di completo abbandono, con la presenza di frequenti anomalie, distacchi di parti di bitume, buche profonde spesso nascoste dall’acqua piovana e formazione di materiale granulare particolarmente insidioso per la circolazione, con enormi rischi per la sicurezza, come constatato quotidianamente dai cittadini che la percorrono. Eppure potrebbe essere un’arteria strategica visto che costeggia delle riserve biogenetiche di grande importanza. Generazioni di politici provinciali e non si sono impegnati, si sono indignati, hanno promesso ma a conti fatti la strada è sempre nelle medesime condizioni. Bellissimi posti, stupendi paesaggi ma custoditi nella maniera sbagliata.

Insomma, come diceva Eduardo De Filippo: “Il presepio è bello ma i pastori non sono buoni”.