Già lo scorso 19 ottobre nella struttura di località Leonà, che si trova sulla ex statale 110 in direzione Mongiana, si erano presentati per un sopralluogo a sorpresa i militari dell'Arma dei carabinieri accompagnati da tecnici dell'Arpacal, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria, che oltre a controllare il sito avevano acquisito anche le generalità del personale comunale che vi presta servizio. Il 25 marzo 2014, invece, erano stati i carabinieri della locale Stazione e gli uomini del Noe di Reggio ad eseguire un provvedimento di sequestro preventivo poi annullato dopo poche settimane. Come denunciato più volte dal Vizzarro, l’impianto – operativo dal 2007 – ha assunto nel tempo le sembianze di una vera e propria discarica abusiva, caratterizzata da cumuli di rifiuti indifferenziati, imponenti montagne di buste di plastica contenenti spazzatura organica ed inorganica ed ancora rifiuti ingombranti, pneumatici, elettrodomestici, ferraglia e quant’altro. Tutto, spesso, scaricato direttamente sul suolo, senza alcuna protezione, a diretto contatto con la nuda terra. Non secondario, inoltre, il problema connesso al percolato, il liquido altamente nocivo che deriva dai rifiuti e che a volte, da questo sito, si sarebbe potuto sprigionare fino a contaminare il ruscello Leonà che – passando proprio alle spalle della struttura – va poi a confluire nel fiume Ancinale.

Stamattina, dunque, è scattato il nuovo sequestro, che di certo produrrà delle ripercussioni sulla gestione dei rifiuti nel Comune di Serra ma che è comunque conseguenza del modo in cui è stata finora gestita l'"isola ecologica" i cui registri, secondo quanto riferito dagli inquirenti, sarebbero addirittura stati manipolati.