mini rosanna federicoRiceviamo e pubblichiamo:

Sono profondamente preoccupata per la notizia, diffusasi da qualche giorno, di un possibile definitivo trasferimento delle Suore dell’asilo Caterina Chimirri. Si tratterebbe di una decisione presa dalla Casa Madre dell’Ordine di “Santa Giovanna Antida” e che di fatto priverebbe Serra San Bruno di un’importante presenza che per decenni si è associata all’educazione di migliaia di bambini che hanno frequentato l’ “asilo delle suore”. Come consigliere comunale, come cittadina e come mamma mi interrogo sui motivi che hanno portato a tale scelta e mi dichiaro pronta a sostenere qualunque iniziativa volta al mantenimento di questa importante presenza nella cittadina della certosa. Dal 1914, anno della sua fondazione, proprio grazie alla missione educativa che le Suore hanno espletato all’insegna dei principi di moralità cattolica, l’asilo ha svolto un ruolo pedagogico molto importante nella formazione di molti cittadini serresi. Oggi, anche grazie al lavoro profuso dalle insegnanti, quest’istituzione ha conquistato la fiducia di centinaia di famiglie riscuotendo consensi e raggiungendo una popolarità che l’ha portata ad essere fiore all’occhiello dell’offerta formativa di tutto il comprensorio delle Serre.

Mi chiedo quindi se l’amministrazione comunale, che, per altro, nomina i consiglieri d’amministrazione che di fatto gestiscono la scuola, abbia già provveduto ad avviare un’interlocuzione con la casa madre di Napoli volta al mantenimento delle religiose e quanto corrisponda al vero la voce secondo cui tale provvedimento sarebbe concomitante all’avvio della procedura per la trasformazione giuridica dell’Istituzione in Fondazione. Non sarebbe la prima volta, infatti, che parlare di Fondazione a Serra San Bruno lascerebbe spazio a dubbi sulla possibilità che l’impegno filantropico possa essere sopraffatto da interessi di altra natura. Mi auguro che questo non sia il caso della “Chimirri”. Ad ogni modo, se sul fronte civile, la notizia ha ispirato la costituzione di un comitato promotore per la raccolta di firme da inviare all’Ordine Generale, ritengo sia necessario e chiedo fortemente che anche le locali istituzioni si attivino utilizzando ogni possibile canale di dialogo al fine di far comprendere all’Ordine l’importanza di mantenere la figura delle Suore a Serra San Bruno e far sì che l’Asilo Chimirri conservi quello spirito per cui è nato e per il quale ancora oggi rappresenta una scelta educativa per molti genitori.

Rosanna Federico (consigliere comunale del Partito democratico)

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Venerdì, 18 Maggio 2012 10:48

Tassone sul sequestro dell'Alaco: 'Era ora!'

mini conf stampa mirko 30 aprile 2012Riceviamo e pubblichiamo:

Finalmente! Era ora! La notizia del sequestro dell’invaso dell’Alaco che rifornisce di acqua 80 comuni calabresi, tra i quali, anche, Serra, consente, da una parte, di tirare un sospiro di sollievo, dall’altra, fa lievitare l’apprensione e le preoccupazioni dei cittadini/consumatori che, ormai, da anni, utilizzano quell’acqua per bere, cucinare, lavarsi etc. Ora, è necessario attendere l’esito delle indagini, anche per sapere cosa Sorical e soci ci abbiano propinato. In ogni caso, l’intera vicenda pone, ancora una volta, in evidenza il ruolo marginale e subalterno della politica. Eppure, che l’acqua non fosse buona, ormai, lo sapevano tutti o quasi, forse, anche, qualche amministratore comunale che, di giorno, invitava i cittadini a bere dal rubinetto e di sera andava a rifornirsi alla “scorciatina”. Che il problema fosse maledettamente attuale, lo si era intuito anche nella passata campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale, allorquando tutti i candidati avevano assunto impegni precisi per “staccare il comune da Sorical”. Il più originale, quello con la ricetta più persuasiva e convincente era stato, però, l’attuale sindaco, il quale aveva promesso un carico di picconi da consegnare ad “esperti boscaioli”, i quali, nelle vesti di rabdomanti avrebbero dovuto trovare l’acqua, incanalarla e portarla nelle case dei serresi. Ma parafrasando Rino Gaetano, gli attuali amministratori “partiti incendiari e fieri, sono arrivati pompieri”, nel senso che appena si sono insediati, non solo, non hanno affrontato il problema, ma lo hanno addirittura negato, in perfetta sintonia con quanto fatto, anche, prima del 2011. A ciò si aggiunga il silenzio pressoché assordante dei vari protagonisti politici degli ultimi anni. Eppure, come spesso accade, c’è sempre qualcuno che, pur non avendo mai proferito parola, alla fine dice “l’avevo detto!”. La verità, però, è un’altra, a sollevare il caso, facendolo entrare nell’agenda politica è stato un solo consigliere comunale, ovvero sottoscritto, il quale, in tempi non sospetti e in particolare il 9 luglio 2008 presentava una richiesta di accesso agli atti relativi alle analisi delle acque erogate nel territorio comunale. In data 5 agosto dello stesso anno, presentata un’interrogazione indirizzata al sindaco, dopo qualche giorno è stata diramata un’ordinanza per vietare l’uso dell’acqua. Le altre interrogazioni, portano le date del 2 settembre 2009; 20 luglio 2010; 1 agosto 2011. A ciò si aggiunga che, nell’indifferenza di molti, il 16 dicembre 2011 ho denunciato pubblicamente il contenuto della convenzione con la quale in cambio di 30 mila euro il comune rinunciava a tutte le controversie pendenti con Sorical. Potrei, inoltre, citare i moltissimi comunicati stampa, gli articoli o i servizi televisivi nei quali ho richiamato l’attenzione sul problema. Il tutto è chiaramente documentato e documentabile ed a disposizione di chi, eventualmente, volesse prenderne visione. Eppure a fronte di tutti questi interventi, delle continue ordinanze di non potabilità, nessuno, tra gli amministratori, si è mai preoccupato di guardare al di là del naso, al contrario, sindaci, assessori e consiglieri comunali succedutesi si sono sempre limitati ad esibire il, semplice, risultato delle analisi, anche, quando era evidentemente contraddetto dal colore e dall’odore dell’acqua. Che dire poi dei big della politica, come i consiglieri regionali, i quali, nonostante, Sorical sia una società le cui azioni sono detenute al 51 % dalla Regione Calabria, non si sono preoccupati di presentare neppure una semplice interrogazione per cercare di far luce su una vicenda che riguarda, in fin dei conti, la salute dei cittadini. Non solo, la politica si è fatta notare, ancora una volta, per la sua assenza e quando è intervenuta ha perso una buona occasione per tacere. Chi in passato ha minacciato di denunciarmi, chi ha, subdolamente, insinuato che l’acqua fosse artatamente colorata per screditare l’amministrazione, chi, irresponsabilmente, ha invitato i cittadini a bere dal rubinetto dovrebbe avere il pudore di chiedere scusa e dimettersi o per lo meno di tacere.

Mirko Tassone (consigliere comunale 'Al Lavoro per il Cambiamento')

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mini Certosa 2Ci sono storie che diventano misteri per la loro capacità di vincere il tempo, diventando tetragone ad ogni indagine. La storia tormentata e misteriosa di Ettore Majorana, il geniale fisico catanese sparito nel nulla il 27 marzo 1938, è senza dubbio una di esse. Una storia segnata da continue rivelazioni che, in realtà, non hanno mai rivelato un bel nulla. Da oltre settant’anni, tra ipotesi, congetture e false verità, il mistero rimane fitto ed inaccessibile. Un mistero che Leonardo Sciascia ha cercato d’indagare e ricostruire, nell’ormai, celebre “La scomparsa di Majorana”, il volume pubblicato, da Einaudi, nel 1975. Un “giallo filosofico”, nel quale sono stati raccolti i sette articoli pubblicati, dallo scrittore di Racalmuto, su “La stampa”, di Torino, tra 31 agosto ed il 7 settembre 1975, con il quale viene messa in relazione la fuga dal mondo” dello scienziato con una crisi etica e religiosa. Per Sciascia, il fisico avrebbe deciso di sparire, perché tormentato da dubbi e scrupoli morali derivanti dall’aver intuito, con grande anticipo, gli effetti terrificanti delle ricerche sull’atomo. Secondo la tesi avanzata dallo scrittore siciliano, Majorana avrebbe accuratamente architettato la scomparsa, prima di placare i propri tormenti interiori dietro la porta di un convento, o meglio di una certosa. Un luogo che Sciascia visita (foto) e del quale, nell’ultimo dei sette articoli dal titolo, “Nella Certosa la rivelazione”, dice: « […] siamo entrati in questa cittadella dei certosini, per seguire una sottile, inquietante traccia di Ettore Majorana. Una sera, a Palermo, parlavamo della sua misteriosa scomparsa con Vittorio Nisticò, direttore del giornale L’ora. Improvvisamente Nisticò ebbe un preciso ricordo: giovanissimo, negli anni della guerra o dell’immediato dopoguerra, insomma intorno al 1945, aveva visitato, in compagnia di un amico, un convento certosino; e ad un certo punto della visita, da un “fratello” […] avevano avuto la confidenza che nel convento, tra i “padri”, si trovava un grande scienziato. ». La certosa di cui parla lo scrittore, ben presto verrà associata a quella di Serra San Bruno. Eppure, Sciascia non ne fa mai il nome. In nessuno dei suoi scritti, infatti, viene esplicitamente indicata la località in cui si sarebbe rifugiato Majorana. Si parala genericamente di “una cittadella dei certosini” senza, mai, associarla al luogo in cui San Bruno trascorse gli ultimi anni della propria esistenza terrena. Come si giunse, quindi, ad identificare il luogo descritto da Sciascia con la Certosa di Serra San Bruno? Il “giallo”, a dire il vero, non durò molto, a rivelarlo, fu un giornalista della “Stampa”, Lorenzo Mondo, in un’intervista del 5 ottobre 1975, nella quale, per la prima volta, Sciascia rivela il luogo in cui ha condotto la sua indagine. Il titolo: “Parlando con Sciascia del fisico e di altre cose”, è corredato da un catenaccio quanto mai esaustivo: “Lo scrittore fa per la prima volta il nome del convento dove sarebbe fuggito lo scienziato: la certosa di Serra San Bruno”. Secondo l’estensore del pezzo: «A Sciascia venne in mente d'occuparsi di Majorana, di fargli posto tra le sue storie siciliane, quattro o cinque anni fa, sulla base di un'intervista rilasciata da Erasmo Recami. […]. Recami lo mise in rapporto con Maria Majorana, la sorella superstite dello scienziato: i documenti - lettere, appunti, testimonianze di amici - sui quali la singolare scomparsa gettava una forte luce di ambiguità, furono un grosso regalo per la disposizione investigatrice e raziocinante di Sciascia. Nei lettori del suo racconto resta però insoddisfatta la curiosità sulle conclusioni. Si sospetta che, dopo avere smontato la tesi del suicidio. Sciascia abbia imboccato, come dire, una « scorciatoia » poetica. « No - dice - sono convinto che sia andata così come ho scritto, che Majorana si sia ritirato in un convento». E’ disposto anche, per la prima volta, a fare il nome della certosa in cui Majorana avrebbe sepolto la sua angoscia per il terrificante potere, appena intravisto, di «una manciata di atomi». Si tratta della certosa di Serra San Bruno, in Calabria, provincia dì Catanzaro. Sciascia c'è stato davvero: ha visto i boschi verdissimi che la circondano e i resti del portico secentesco scampato al terremoto del 1783, ha indugiato nel piccolo cimitero con i trenta tumuli e le trenta croci nere senza nome. Lo ha accompagnato proprio un vecchio, enigmatico frate straniero dallo « sguardo chiaro in cui trascorrono diffidenza e ironia». […] a Serra San Bruno era passato, inseguito dalle sue furie, il colonnello Paul W. Tibbets, l'uomo che il 6 agosto 1945 guidò la missione dell'Eriola Gay su Hiroshima. Quest'ultima storia i certosini, e particolarmente il nuovo priore Dom Anquez, l'hanno smentita più volte, ma continua a sedurre, a muovere visitatori anche da lontano. Per Sciascia questo strano accostamento, preparato dal destino o forse dalla leggenda, tra il primo uomo che diede la « morte per atomo » e un altro che se ne ritrasse inorridito, ebbe il valore di una folgorazione. «Anche se la storia non fosse vera e la certosa di Serra San Bruno non c'entrasse - spiega - l'identificazione da me proposta avrebbe una sua verità».


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mini cani_randagiSERRA SAN BRUNO – Diverse volte la stampa locale ha tentato di accendere i riflettori sull’allarme randagismo a Serra. Ora però questo fenomeno, già preoccupante di suo, ha assunto risvolti inquietanti. E’ di ieri, infatti, la segnalazione di alcuni cani randagi trovati morti, avvelenati, per strada. Era già successo nei mesi scorsi, ma in questi giorni questa barbarie si sta ripetendo ancora una volta per le strade cittadine e ciò sta scatenando l’indignazione di moltissimi serresi costretti ad assistere a questo macabro spettacolo. La denuncia, come succede ormai sempre più spesso, questa volta è partita da Facebook, poiché alcuni cittadini hanno “postato" ciò che avevano visto in serata, ovvero quattro cani agonizzanti per terra, alcuni già morti, nei pressi del distributore di benzina che si trova sulla ex statale che conduce a Mongiana.

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CHIARAVALLE – Vola alto la quindicesima stagione teatrale dell’Associazione “Tempo nuovo”, registrando di volta in volta una partecipazione più che lusinghiera ed entusiastica del pubblico. Il prossimo appuntamento è per sabato 24 marzo alle ore 21, presso il teatro “Impero”, con “Kvetch” di Steven Berkoff, un’interessante e intensa commedia, per divertirsi riflettendo sulle debolezze umane. Lo spettacolo con la regia di Tiziano Panici, vedrà in scena: Ivan Zerbinati, Laura Bussani, Simone Luglio e Federico Giani. “Kvetch” in ebraico significa “piagnistei”. Steven Berkoff dipinge in modo caustico e graffiante un apparentemente normale quadretto familiare. Come spiegato dall’autore, la pièce è dedicata a chi ha paura, ossia a tutti. Oggi abbiamo paura degli uomini, delle donne, delle guerre, della morte, delle malattie, della disoccupazione e delle bollette da pagare. Abbiamo paura di ingrassare, di essere stupidi, di non capire una barzelletta, di fallire. La commedia è costruita su una geometria precisa, che non lascia scampo: i dialoghi, specchio di una scialba quotidianità, sono continuamente interrotti dai pensieri dei personaggi e dei loro monologhi interiori, generano nel pubblico una sorta di spaesamento, rivelando quello che è il messaggio più forte del testo:

il valore del coraggio si misura in un momento, nell’attimo di una scelta. Anche il valore di un uomo si misura su quel tempo.

Per info sull’attività di “Tempo nuovo” si può chiamare al numero 0967/92186, consultare il profilo facebook,   scrivere all’indirizzo associazionetempoQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., o visitare il sito www.teatrotemponuovo.it.

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mini volleyEsordio amaro per la Genix Volley Serra San Bruno, squadra impegnata nel campionato di prima  Divisione Femminile di Pallavolo. Il team serrese, guidato da coach Salvatore Zaffino, cede in casa al tie-break all'ADMO Volley Vibo Marina. Dopo aver perso il primo set (17-25), la Genix si porta in vantaggio aggiudicandosi il secondo (25-22) ed il terzo (26-24). Nel quarto c'è il ritorno degli avversari (20-25) e si va dunque al quinto set dove gli ospiti si impongono con il punteggio di 15-9. Coach Zaffino commenta così l’andamento della gara: "Di positivo rimane la prestazione delle ragazze ed il primo punto in classifica.  Sono soddisfatto in modo particolare per chi esordiva da titolare per la prima volta in questa competizione come Valentina Rachiele e Caterina Damiani, entrambe classe ’96, che pur entrando dalla panchina hanno dimostrato ottime cose; ma in generale un plauso a tutte le ragazze". Prossimo appuntamento martedi 13 alle ore 15:30 con il campionato under 18.

 

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mini acqua_serra_5_febbraio_2012SERRA SAN BRUNO - Sebbene l'acqua che sgorga dai rubinetti delle case serresi sia ufficialmente potabile per il comune, continuano a registrarsi quotidianamente proteste e denunce di cittadini che si trovano costretti ad usare, e a pagare per buono, un liquido dal colore rossastro o giallognolo e dall'odore nauseabondo. Già si è verificato più volte in passato che i cittadini rivolgessero le loro comprensibili lamentele al comune, e non sono mancate neanche le denunce presso la locale stazione di carabinieri con tanto di consegna dell'acqua incriminata. Com'è noto il comune ha da anni un contratto di fornitura con Sorical - società mista della Regione che vende l'acqua agli enti locali che poi incassano le bollette dai cittadini - che ha portato ad una dipendenza totale dall'invaso dell'Alaco, per molti la vera causa dei problemi degli ultimi anni.

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mini zimSERRA SAN BRUNO – Vittoria da cardiopalma per i “baby” bianco blu nel match odierno contro il Futsal Ardore, terza forza del campionato. Inizio tutt’altro che semplice per i serresi sotto di due gol, che inizialmente hanno fatto pensare ad una sconfitta già segnata. Macchè. Da qui in avanti ha inizio la “remuntada” del Serra: prima Simone Capone (foto) accorcia le distanze; poi Tassone sigla il gol del momentaneo pareggio, andando nuovamente in rete nell’occasione successiva, portando i suoi sul momentaneo 3 a 2. Il poker locale, ad opera del solito Capone, manda il tilt gli avversari che, però, reagiscono siglando il 4 a 3. Il Serra, però, mantiene la giusta concentrazione e va nuovamente in gol (5 a 3). Negli ultimi venti minuti di gioco, prima il Futsal Ardore batte per la quarta volta l’estremo difensore locale, per poi pareggiare i conti con Crisafi, autore di una tripletta. Quando tutto, ormai, sembrava compromesso arriva il vantaggio del Serra con Valente e, nei minuti di recupero, il capitano bianco blu, Andrea Capone, mette a sicuro il risultato, regalando ai propri ragazzi un successo che serve soprattutto per il morale.

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mini Serra_San_Bruno_centro_storicoSERRA SAN BRUNO - Continua ininterrotta la sequela di fatti criminosi nel centro storico serrese. Dopo l'ennesimo furto in casa avvenuto giovedì, nel mirino dei ladri che agiscono indisturbati nei vicoli di Terravecchia è finito un venditore ambulante di prodotti ortofrutticoli a cui, nel pomeriggio di ieri, è stato rubato l'incasso della giornata, circa 200 euro. Il commerciante, residente a Chiaravalle, si era momentaneamente assentato dal suo furgone per prendere un caffè in casa di un cliente,  quando ignoti hanno prelevato dall’interno del veicolo, un Porter Piaggio, la cassetta di metallo contenente il ricavo di una giornata di lavoro. E’ accaduto ancora una volta in pieno centro storico, dunque non è da escludersi la medesima matrice criminosa dei numerosi furti avvenuti nelle abitazioni, per lo più ai danni di anziani soli. I carabinieri di Serra coordinati dal capitano Esposito Vangone hanno intensificato i servizi di controllo e prevenzione dei reati, sia in pattuglia sia a piedi per le strade del centro storico.

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mini lamezia_stazioneUn giovane di 31 anni, P.E.I., di Soriano, è stato denunciato dalla Polizia municipale di Lamezia Terme per favoreggiamento della prostituzione. Gli agenti in servizio presso la stazione ferroviaria, in particolare, hanno notato più di una volta il giovane che aspettava alcune donne che, una volta arrivate, salivano nella sua auto e si recavano sul litorale lametino. Secondo quanto avrebbe scoperto la polizia locale, il 31enne sorianese sarebbe andato in trasferta a Lamezia Terme per favorire la prostituzione di donne che operavano in alcune località costiere. Appositi servizi di appostamento e pedinamento infatti, proprio ieri hanno consentito di fermare in flagranza di reato il 31enne con a bordo due presunte prostitute. Il giovane le ha attese prima alla stazione ferroviaria, le ha fatte salire nella sia auto, le ha aspettate dinanzi ad un supermercato da dove sono uscite con un'abbondante spesa, e avrebbe dovuto accompagnarle presso una abitazione presumibilmente sita a Falerna, che doveva essere destinata a casa di piacere. Un'attività che non è sfuggita al nucleo di polizia giudiziaria della Polizia municipale che, nonostante una repentina inversione di marcia del conducente avvenuta nei pressi di un posto di controllo istituito per identificare i soggetti, è stato comunque fermato e sottoposto ai controlli rituali. Alla fine degli accertamenti sono stati sequestrati sei telefonini in uso ai protagonisti della vicenda utilizzati prevalentemente per i contatti con i clienti.

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