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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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A causare la morte di Caterina Umbrello, l’89enne residente a Simbario, entrata in coma mentre veniva trasportata presso l'ospedale "San Bruno", sarebbe stata la caduta in autoambulanza. A riferirlo è stato il medico legale di parte, dottor Cardamone, il quale, consultatosi con i familiari della vittima, avrebbe sostenuto che il sopravvenuto «evento della morte è riconducibile al trasporto in ambulanza». Secondo quanto riferito dal medico legale di seguito all’esame fatto sul corpo, la donna, oltre ad avere avuto escoriazioni alla testa, presentava punti di sutura anche agli arti. Di seguito ai suddetti esami, i familiari di Caterina Umbrello hanno chiesto alla magistratura di fare chiarezza sulle eventuali responsabilità che, in merito alla sopraggiunta morte, sarebbero attribuibili al personale medico che il 12 novembre scorso ha prestato servizio all’anziana donna.
Caterina Umbrello, deceduta lo scorso 28 novembre intorno alle ore 10 all'ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, sedici giorni prima, il 12 novembre, di seguito ad un malore era stata trasportata in autoambulanza dalla propria abitazione verso il nosocomio di Serra San Bruno. Giunti in ospedale i figli avrebbero notato che l'anziana presentava, appunto, delle medicazioni alla testa e agli arti. Alla richiesta di chiarimenti, i sanitari intervenuti avrebbero sostenuto che le lesioni riportate erano conseguenti ad una manovra brusca del conducente dell’ambulanza durante il trasporto in ospedale. Per conoscere la dinamica dell'accaduto erano intervenuti anche i carabinieri della locale compagnia.
CATANZARO - Caterina Umbrello, 89enne, la signora di Simbario entrata in coma mentre veniva trasportata verso l'ospedale "San Bruno" a causa di una caduta a bordo di un’autoambulanza, è deceduta questa mattina intorno alle ore 10 all'ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro.
Il Soriano fa suo l'anticipo della quinta giornata del campionato di Promozione, girone "B", andando a vincere in trasferta contro la Bagnarese, portandosi momentaneamente da solo in testa alla classifica. Non comincia benissimo l'incontro per la squadra di mister Baroni, sotto di un gol dopo appena cinque minuti per via della rete messa a segno da Laurendi, bravo a insaccare di testa e a battere l'incolpevole Piccolo. Intorno al 12', però, arriva il pareggio dei rossoblu e a firmarlo ci pensa Romeo con un tiro di sinistro, che ristabilisce dunque la parità. Tempo dieci minuti ed i padroni di casa si portano nuovamente in avanti, questa volta grazie a Cecco che, dopo una ribattutta della barriera sorianese su un calcio di punizione, calcia in porta e batte nuovamente Piccolo. Il Soriano, però, non ci sta e al 50' si rifà sotto grazie ad un'autorete. Poi, al 70' arriva anche il 3-2 degli ospiti con Franzè, ma gran parte dei meriti vanno a Macrillò (foto): è stato proprio lui, infatti, ad inventarsi un contropiede fulmineo dal quale è nata l'azione del gol. Macrillò che si ripete subito dopo e, sempre sugli sviluppi di un contropiede, una volta portatosi in area, mette la palla al centro dalla destra e costringe la Bagnarese al secondo autogol di giornata. Attimi di paura per Greco che, durante uno scontro di gioco, pare si sia rotto il setto nasale. Inutili, dunque, per la Bagnarese gli oltre 10 minuti di recupero segnalati dal direttore di gara: il Soriano, infatti, espugna Bagnara e si porta da solo in vetta alla classifica.
Per quel che riguarda gli altri anticipi, pari e patta tra ReggioMediterranea e Marina di Gioiosa, mentre il San Giuseppe si porta momentaneamente ad otto punti, battendo il Bianco con il risultato di 3-1. Questo il programma completo della quinta giornata con i risultati degli anticipi e la classifica
Bagnarese-Soriano | 2-4 |
San Giuseppe-Bianco | 3-1 |
ReggioMediterranea-Marina di Gioiosa | 1-1 |
Locri-Serrese | domani |
Polistena-Aurora Reggio | "" |
Caulonia-Rizziconi | "" |
Deliese-Villese | "" |
Cittanovese-Gioiosa Jonica | "" |
Classifica
Soriano | 10 |
Cittanovese | 9* |
Marina di Gioiosa | 9 |
San Giuseppe | 8 |
Villese | 8* |
Deliese | 7* |
Aurora Reggio | 7* |
Locri | 7* |
Rizziconi | 6* |
Serrese | 5* |
Bagnarese | 4 |
Gioiosa Jonica | 3* |
Caulonia | 3* |
ReggioMediterranea | 2 |
Polistena | 2* |
Bianco | 0 |
*UNA PARTITA IN MENO
Non si tratta di un inopportuno scherzo di carnevale, ma piuttosto di una vera e propria intimidazione in perfetto stile ‘ndranghetistico. Una testa di capra mozzata ed in stato di decomposizione, con accanto un lenzuolo insanguinato con la macabra scritta "La testa del sindaco arriverà", è stata rinvenuta stamane in località "Calavari", alla periferia di Simbario. Il primo ad avvistare il singolare cimelio sarebbe stato un automobilista, che avrebbe prontamente contattato i carabinieri della compagnia di Serra San Bruno, arrivati in seguito sul posto per effettuare i rilievi del caso.
Il raccapricciante messaggio sarebbe dunque inequivocabilmente indirizzato al primo cittadino Francesco Andreacchi, 54anni, medico in servizio presso il 118 del nosocomio di Serra San Bruno ed in carica, alla guida dell’amministrazione comunale simbariana, da due legislature consecutive. L’assise del piccolo centro montano del Vibonese verrà fra l’altro chiamata al rinnovo nella tornata elettorale del prossimo maggio.
Foto Cosmo Tassone, pubblicata su Weboggi.it
La notizia ha fatto il giro non solo della Calabria, ma si è immediatamente diffusa anche a livello nazionale. Pochi giorni fa in via Sharo Gambino, nella periferia del paese, è stato ucciso un cane con un colpo di arma da fuoco. Tutto è avvenuto la sera del 23 agosto, quando i carabinieri della locale Compagnia, guidati dal capitano Stefano Esposito Vangone, sono intervenuti in contrada Guido, dove era stata segnalata la presenza di un cane randagio, meticcio, di taglia grande, verosimilmente agonizzante, a seguito del dissanguamento causato da alcune evidenti ferite presenti sulla testa.
Conciosiacosachè questa meravigliosa e inenarrabile tornata elettorale ci riconsegna uno stato pressoché ingovernabile e gli stessi figuri di sempre a sedersi in parlamento (meglio sarebbe stata, forse, un’aula sorda e vuota –ma non grigia: meglio sul verde), vorrei modestamente ventilare la possibilità di un ritorno alla felicissima condizione preunitaria, magari con qualche piccola correzione.
Pensateci. Sarebbe d’altra parte impresa affatto facile e remunerativa, che ci permetterebbe non solo d’alleviare con un fiero pasto quella fame campanilistica che da sempre ci affligge, ma ci farebbe anche guadagnare d’un sol colpo la fama, il prestigio e l’affidabilità che l’Europa e i Mercati così insistentemente ci chiedono.
Orbene, ecco come faremo.
La Lombardia, il Trentino, l’Alto Adige e il Veneto li ridaremo tosto all’Austria, così che le genti oggi nordiche provino il brivido d’essere del Sud, e contestualmente ripristineremo la Serenissima Repubblica di Venezia, ponendo il Corno Ducale sul capo di Sua Serenità Mr. Ingvar IKEA Kamprad (capace di soluzioni ingegnose ed economiche per spazi ridotti). Il Friuli e la Venezia Giulia se li sugga pure la Slovenia, o la Croazia, o la Repubblica di Eurostaete: chi se ne frega.
Emanuele Filiberto di Savoia potrà entrare trionfalmente a Torino per riprendere possesso del Regno di Sardegna e, in onore del suo omonimo avo il Testa di Ferro, essere amabilmente apprezzato dai suoi sudditi come il Testa di Cazzo.
Sul trono del glorioso Ducato di Parma e Piacenza instaureremo il grande Faustino Asprilla, e faremo sì che Sting si trasferisca a Palazzo Pitti per servire da Signore di Firenze e Granduca di Toscana.
Item, riuniremo il Lazio, le Marche, l’Umbria, la Romagna e parte dell’Emilia per ridarle al Papa, così che possa Egli trastullarsi con uno Stato della Chiesa nuovo di zecca.
Infine il Sud. Sarebbe fin troppo facile restaurare il Regno delle Due Sicilie, ma in maniera ancor più radicale suggerisco di donare la Sicilia alla Corona di Spagna e il Regno di Napoli alla Francia, tornando così all’età d’oro di Alfonso il Benigno e di Roberto il Saggio.
Pensateci. Anzi, pensiamoci. Ché l’unico modo di salvare l’Italia –più che mai una cagna magra calpesta e derisa– sembra essere oggimai quello di smembrarla.
Nessun ribaltone alle comunali suppletive del capoluogo calabrese. Con il 50,46%, Sergio Abramo (Pdl), è stato confermato “neo” Sindaco di Catanzaro. Alla fine tutto è rimasto così come le urne del 5 maggio scorso avevano sentenziato. Si era tornati al voto, per le seconda volta dopo gli scandali della tornata elettorale precedente che avevano portato, gli uomini della Procura della Repubblica, ad operare il sequestro delle schede elettorali di ben 8 sezioni. A distanza di sette mesi, e con in mezzo un ricorso al Tar vinto dallo “sfidante” Salvatore Scalzo (Pd), i 6.200 catanzaresi richiamati ad esprimere il proprio consenso, hanno riconfermato quindi il verdetto che vuole il presidente in carica della Sorical, seduto sul trono più alto della città del Cavatore. Si è trattato comunque di una vittoria al fotofinish, non tanto per il testa a testa fra i due candidati, ma per il timore che Abramo non riuscisse a raggiungere il 50% più 1 dei consensi totali, cosa che avrebbe rimandato tutto al ballottaggio previsto per il mese di marzo.
Alla chiusura delle urne Abramo è risultato in testa in tutte le sezioni, con l’unica eccezione per la n. 37 allestita nella scuola elementare “Aldisio”. Nella sezione n. 3 di Janò, il Presidente di seggio ha dovuto richiedere l’intervento delle forze dell’ordine per allontanare il pubblico e sedare dei battibecchi originatosi dalle proteste dei rappresentanti di lista.
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