Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Domenica 29 gennaio alle 17,30 a palazzo Chimirri si terrà un’assemblea pubblica indetta dal Comitato civico Pro-Serre, che sta organizzando nuove forme di protesta contro il forte ridimensionamento in atto all’ospedale di Serra San Bruno. Il decreto 106 del commissario ad acta per il piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, Giuseppe Scopelliti, ha assegnato al nosocomio cittadino soltanto 20 posti letto nel reparto di medicina. Nel corso degli ultimi anni, inoltre, sono stati smantellati reparti fondamentali per il nostro territorio quali Ginecologia-Ostetricia, Chirurgia e Cardiologia. Lo smantellamento dell’ospedale, come la mancanza di molti altri servizi scippati alle Serre, comporterà delle ripercussioni negative anche sul tessuto economico-sociale del comprensorio. Per questo il Comitato civico Pro-Serre sta organizzando, probabilmente per sabato 11 febbraio, uno sciopero generale per protestare contro la politica dei tagli che ha privato il nostro territorio di servizi essenziali. In vista di questa giornata di sciopero, il Comitato ha invitato tutti i commercianti serresi, i sindacati, le associazioni di categoria e le altre realtà produttive e associative del territorio delle Serre, a partecipare all’assemblea che si terrà domenica 29 gennaio nei locali di palazzo Chimirri a Serra San Bruno.
Nell’intento di coagulare e di sollecitare tutti quanti abbiano la possibilità di migliorare la preoccupante condizione in cui versa il Comprensorio delle Serre, il Comitato ha invitato all’assemblea pubblica anche i sindaci della zona, con l’intento di individuare le priorità che possono costituire una piattaforma di rivendicazioni sociali per il rilancio di un territorio ormai abbandonato da tutti. La riunione sarà aperta a chiunque voglia apportare il suo contributo, così come i suoi intenti non vogliono essere di parte. L’unico obiettivo dei promotori è quello di avviare un percorso condiviso teso a ridare dignità ad un territorio emarginato e indifeso ed ai suoi cittadini.
Facciamo sentire la nostra voce, per il futuro dei nostri figli.
Comitato civico Pro-Serre
SERRA SAN BRUNO – Lenta e dolorosa, come solo un’agonia può esserlo. Un’agonia ancor più tragica, poiché colpisce, non una singola persona, ma un paese, un’intera comunità. Una cittadina, fino a qualche anno addietro, fiera ed orgogliosa della sua centralità rispetto ad un intero comprensorio. Una centralità, nata non per caso, ma dettata dalla storia e dagli uomini. A dare l’abbrivio alla nascita di Serra, furono due figure dall’eccezionale lavatura, chiamate a fare la storia, Brunone di Colonia e Ruggero d’Altavilla, un santo ed un soldato, condottieri, entrambi, seppur in opposti campi. Da quell’incontro e da quel “privilegio” del 1091, concesso dal conte normanno al santo tedesco, ebbe origine Serra e la sua centralità. Una centralità puntellata, nel corso degli anni, dall’affiancarsi alla Certosa di strutture ed uffici civili. Fu così, che nel paese della Certosa pian piano, vennero realizzati i centri di un potere civile destinati a far sentire più vicina la presenza dello Stato. La pretura, l’ufficio del registro, l’ospedale avevano fatto di Serra un piccolo capoluogo. Vennero, poi, gli anni Novanta e con essi l’inizio della lunga agonia. Un’agonia che non si abbatte solamente su Serra, ma sull’intero circondario. Come se non bastassero, lo spopolamento ed un reddito medio pro capite di appena 5.067 euro annui, di gran lunga al di sotto della media regionale e provinciale, i serresi, nelle loro diverse declinazioni, trovano sul loro cammino sempre più domande e sempre meno risposte. Domande sulle quali campeggia quella principale, perché rimanere in un territorio che dall’offrire poco è passato a non offrire nulla? Come fosse una miniera da cui attingere senza pensare alla conseguenze nel lungo periodo, una classe politica arrogante ed inutilmente vanagloriosa ha pensato di fare delle Serre un deserto. L’attentato alla sopravvivenza di un territorio ebbe inizio con la chiusura della pretura e la sostanziale chiusura dell’ufficio del registro. Per arricchire ulteriormente il loro bottino i novelli saccomanni stanno provando a sottrarre, a Mongiana, il comando provinciale del Copro Forestale dello Stato. In attesa di conoscere l’esito di quest’ultima contesa, al fine di minare in maniera definitiva il territorio, si è proceduto alla sostanziale chiusura dell’ospedale San Bruno e del giudice di pace. Un colpo che, con ogni probabilità, si rivelerà fatale. Alla politica, ricordando con un noto detto serrese “ca lu pieju vena arriedi”, non si può che rivolgere la classica domanda da seduta spiritica, “se ci sei batti un colpo” con la consapevolezza che i politici, come i morti, appartengono ad un altro mondo, i morti però, talvolta, rispondono. (foto Michele Zaffino)
Riceviamo e pubblichiamo:
L’impegno politico deve essere esclusivamente inteso come servizio e ricerca del bene comune. Una ricerca che non può venire meno neppure quando si ricopre un ruolo di opposizione. Al contrario, il ruolo di controllo, esercitato dalla minoranza, rappresenta uno strumento imprescindibile per garantire la trasparenza e la democraticità all’interno degli organi elettivi. Certo, non v’è dubbio che l’importate funzione svolta dall’opposizione vada esercitata in maniera propositiva e con un posizione che non sia pregiudizialmente contro. Animato da tale spirito, nella mattinata odierna, ho depositato in comune la seguente proposta di deliberazione che, ai sensi dell’art. 21 del Regolamento, per il funzionamento del consiglio Comunale ho indirizzato al sindaco.
Mirko Tassone (consigliere comunale del gruppo "Al lavoro per il cambiamento")
Oggetto: Individuazione annuale zone non metanizzate nell’ambito del territorio comunale ex art. 8 comma 10 lettera c) punto 4 della Legge n° 448 del 23/12/1998. – Proposta di deliberazione.
Visto l’art. 21 del regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, il sottoscritto consigliere comunale sottopone alla Sua cortese attenzione la proposta di deliberazione di cui all’oggetto
Relazione
L’ art. 13, comma 2, della legge n. 448/2001 (Legge Finanziaria 2002), ha previsto la possibilità di concedere per gli anni 2002 e 2003 agevolazioni sul costo del gasolio e del GPL da riscaldamento per i cittadini dei comuni ricadenti nella zona climatica “E”, residenti nelle frazioni di territorio parzialmente non metanizzate individuate con apposita delibera del Consiglio Comunale. La proroga di tale provvedimento, inserito, anche, nelle Leggi Finanziarie successive, ha indotto, nel 2009, il Consiglio Comunale di Serra San Bruno a deliberare in merito (Deliberazione C.C. n. 14 del 6 agosto 2009). La legge 13 dicembre 2010, n. 220 (Legge Finanziaria 2011) non ha prorogato l’ambito di applicazione dei benefici fiscali a tutte le zone parzialmente non metanizzate ricadenti nella zona climatica “E”. Al tal riguardo, l’Agenzia delle Dogane, con lettera prot. 33321 R.U. dd. , 16.3.2011, ha posto in evidenza che “ La previsione di cui all’art. 2, comma 13, della legge 22.12.2008, n. 203 … non è stata reiterata nella legge finanziaria per l’anno 2010, né per l’anno 2011. Pertanto, l’ambito applicativo del beneficio in questione, come quantificato dalla sopraccitata Legge Finanziaria 2009, deve ora essere individuato esclusivamente sulla base dell’art. 8, comma 10, lett. c), punto 4) della Legge 448/98 come modificato dall’art. 12, co. 4, della legge n. 488/99 e di quanto stabilito dall’art. 4 del decreto-legge 30.09.2000, n. 268, convertito con modificazioni dalla Legge 23.11.2000,n.354”. A ciò si aggiunga che con decisione del Consiglio dell’Unione Europea del 7 aprile 2008 n. 2008/318/CE, l’Italia è stata autorizzata ad applicare aliquote di tassazione ridotte al gasolio e al GPL utilizzati per il riscaldamento in alcune zone geografiche caratterizzate da costi di riscaldamento elevati. Tale autorizzazione riguarda il periodo compreso tra il 1 gennaio 2007 ed il 31 dicembre 2012. In sostanza, le agevolazioni di cui all’articolo 2, comma 12, della Finanziaria 2009, per le frazioni non metanizzate sono ormai a regime, mentre non sono più in vigore, dalla fine del 2009, le agevolazioni di cui all’articolo 2, comma 13, della medesima Legge Finanziaria 2009 sul gasolio e sul GPL impiegati nelle frazioni parzialmente non-metanizzate di comuni ricadenti nella zona climatica “E”, di cui all'articolo 13, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (cioè, quelle che si trovano nel centro abitato dove ha sede la casa comunale). I Comuni interessati sono, quindi, tenuti annualmente ad adottare apposita deliberazione consiliare, da comunicare al Ministero delle Finanze ed al Ministero dell'Industria, del Commercio e dell’Artigianato, entro il 30 settembre, con la quale procedere all’individuazione delle “frazioni” di territorio non metanizzate ed al relativo perimetro del centro abitato ove ha sede la casa comunale. Considerato che il Comune di Serra San Bruno ricade nella zona climatica “E”, si rende necessario adottare una nuova deliberazione con la quale individuare le zone non metanizzate del territorio comunale affinché i residenti in dette zone possano beneficiare della riduzione sul costo dei combustibili utilizzati per il riscaldamento.
Proposta deliberazione
Premesso che
Tutto ciò premesso e considerato, si propone di adottare apposita deliberazione consiliare finalizzata all’individuazione delle zone non metanizzate del territorio comunale.
Serra San Bruno, 25 gennaio 2012
IL CONSIGLIERE
Mirko Tassone
SERRA SAN BRUNO – Si terrà domani alle 17,30 presso la sede del circolo del Pd di Serra San Bruno, l’iniziativa promossa dai giovani democratici su “Le scelte di politica sanitaria regionale: quali conseguenze per il nostro territorio”. All’incontro con i giornalisti durante il quale è stata presentata la manifestazione, il coordinatore cittadino Paolo Reitano ha sottolineato come "non è possibile più sostenere un’azione che mira a ridurre la sanità nel vibonese. E’ necessario che la politica dia segnali forti circa i reali bisogni della gente". Non sono mancati strali da parte del coordinatore democratico nei confronti dei 4 consiglieri regionali di maggioranza del vibonese rei di non intervenire sulla politica del presidente Scopelliti. Critiche anche nei confronti del binomio comune-regione propagandato dal sindaco Bruno Rosi in campagna elettorale e diventato "una formula fallimentare che ha portato solo conseguenze negative. Quello a cui assistiamo – ha detto Reitano – e lo smantellamento dell’ospedale e l’immobilismo del sindaco e del presidente della commissione regionale sanità Nazzareno Salerno". Per il consigliere comunale di minoranza Rosanna Federico, l’iniziativa è necessaria per "evidenziare le conseguenza devastanti del piano sanitario di rientro di Scopelliti. Il silenzio della classe politica - ha ammonito - non può essere indifferenza o rassegnazione e l’amministrazione comunale ha una posizione poco chiara e defilata, e finge di non vedere la politica scellerata della Regione che incide negativamente sul diritto alla salute dei cittadini e sulla sopravvivenza economica e sociale del nostro territorio". Secondo Maria Rosaria Franzè sul territorio esistono soltanto "servizi sanitari inadeguati. Quello che è certo – ha aggiunto – è che non abbiamo più intenzione di rinunciare ai nostri diritti a fronte di meri calcoli numerici che non fanno altro che portare discriminazioni". Di "emergenza sanitaria" ha parlato Luigi Tassone che ha accusato Scopelliti e la sua maggioranza di non sapere cosa significhi "smantellare l’ospedale. A questa politica – ha affermato – noi diciamo no mentre riscontriamo l’immobilismo del sindaco e dell’amministrazione comunale". Andrea Pisani ha invece sottolineato come il presidente della commissione sanità Nazzareno Salerno sia interessato "solo all’ospedale di Tropea. La nostra manifestazione – ha concluso – non vuole essere un’alternativa a quella del comitato Pro-Serre".
(articolo pubblicato si Il Quotidiano della Calabria)
"A chi pensava che il Comitato civico Pro-Serre fosse andato in soffitta rispondiamo con un rinnovato e più concreto impegno. Gli attivisti del comitato stanno mettendo in cantiere nuove e più importanti iniziative, che culmineranno l’11 febbraio con uno sciopero generale, a cui tutta la cittadinanza sarà chiamata a partecipare per dare un segnale forte a quella politica che sembra essersi dimenticata di questo territorio. Serra San Bruno conta ben 2 consiglieri regionali, di cui uno di maggioranza che ricopre la carica di presidente della Commissione sanità; la provincia di Vibo Valentia a sua volta conta ben 4 consiglieri regionali ed 1 assessore, ma nonostante ciò sembra un territorio senza alcuna rappresentanza politica.
I tagli previsti dal piano di rientro sembrano voler colpire e affondare le Serre. La media dei posti letto nelle province di Reggio, Cosenza, Crotone e Catanzaro è di circa 2,8pl per 1000 abitanti mentre a Vibo questa media sfiora l’ 1,4pl per 1000 abitanti. Ciò è anomalo soprattutto se si mettono a confronto le province di Crotone e Vibo Valentia, che sono molto simili sia come estensione del territorio che come densità di popolazione. Se poi analizziamo le conseguenze del decreto 106 del Commissario ad acta Scopelliti ci accorgiamo di avere a che fare con dei conti puramente ragionieristici, che non tengono in considerazione le pessime condizioni della viabilità, soprattutto nei mesi invernali, e l’ inesistenza di servizi pubblici di trasporto. Non si è nemmeno tenuto in considerazione l’aumento della migrazione sanitaria verso le altre province della regione, a cui gli utenti saranno costretti a ricorrere per prestazioni che non sono più effettuate nel P.O. di Serra San Bruno. La migrazione verso altre strutture fa salire vertiginosamente la spesa sanitaria. Alla luce di ciò non si può che essere fortemente critici con tali scelte che porterebbero allo smantellamento di un presidio ospedaliero, quale è il “San Bruno” che ha sempre fornito ai cittadini del comprensorio prestazioni sanitarie qualificate. Il Comitato, che sembra ormai in questo comprensorio l’unica forza che tiene accesa la voce della protesta, sente il dovere di lottare per non far morire l’ospedale, perché esso rappresenta l’ultimo baluardo di civiltà ed un’eventuale chiusura segnerebbe il crollo di una cittadina che ormai versa in una situazione a dir poco critica. Al problema dell’ospedale, infatti, si affiancano problemi altrettanto gravi.
La questione rifiuti è giunta ormai ad un punto di non ritorno dopo che l’isola ecologica, situata nella strada statale verso Mongiana, è stata trasformata in una vera e propria discarica. Qui i rifiuti non vengono più differenziati, inoltre per la loro abbondanza, non possono essere neppure stipati negli appositi contenitori ma sono lasciati in maniera indistinta per terra, e così facendo il percolato si infiltra nel terreno avvelenandolo, e nei giorni di pioggia si versa direttamente nel vicino fiume. Tutto questo avviene in un silenzio assordante da parte delle istituzioni e in barba a qualsiasi norma di tutela del territorio e di salute pubblica.
Per quanto riguarda l’acqua sporca che con puntualità sgorga dai rubinetti dei cittadini serresi , sembra non siano iniziate, o per lo meno non abbiano avuto successo, le ricerche che il sindaco avrebbe dovuto “affidare ai boscaioli” della zona così come promesso nei comizi elettorali. E’ da ricordare che, in campagna elettorale, questo comitato aveva proposto un documento ai quattro candidati a sindaco, che prevedeva: la dichiarazione della non rilevanza economica del servizio idrico che avrebbe aperto le porte ad un distacco da So.ri.cal.; la richiesta di rimborso per gli aumenti illegittimi effettuati dalla stessa So.ri.cal.; infine la pubblicazione delle analisi dell’acqua che fino ad oggi sono praticamente sconosciute al popolo serrese. A non firmare quel documento allora fu proprio l’attuale sindaco di Serra San Bruno, che proprio in questi giorni ha rinunciato a tutte le azioni legali già intraprese dal comune contro Sorical in cambio di uno sconto di 30mila euro sui debiti. Il comitato invita i cittadini ad una riflessione attenta su queste problematiche, per non farsi ancora una volta sottomettere dalla rassegnazione, o dal pensare che l’unica speranza possano essere le istituzioni, e perché finalmente tutti scendano in campo a rivendicare il diritto ad un futuro più giusto nel quale la nostra cittadina abbia la dignità che per la sua storia e la sua gente merita".
Davide Schiavello (Comitato Pro-Serre)
Riceviamo e pubblichiamo:
"Politica delle Serre, intervieni! Per salvare l'Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno occorre una richiesta di accorpamento dei Comuni di Serra San Bruno, Spadola, Simbario, Brognaturo, Fabrizia, Vallelonga, San Nicola da Crissa, Nardodipace entro 60 giorni (12 marzo 2012) A nulla sono valse le iniziative dell'Avvocatura delle Serre. Entro il 12 Marzo 2012 la domanda di giustizia di ogni cittadino delle Serre, sarà cancellata da una logica proveniente dall'alto, da Roma che concepisce la gestione della giustizia una mera questione numerica. E' stato cancellato il diritto del popolo delle Serre a poter esercitare la domanda di giustizia a Serra San Bruno, in quel territorio dove una volta esisteva la Pretura. Un territorio quello delle Serre che continua ad essere violato dall'alto da quei poteri forti che cercano di coprire le falle con un taglio di giustizia che vuol dire risparmio della spesa di giustizia. Come il passo del gambero. Quella che per questo territorio desolato si presenta da sempre come una crisi permanente ora si traduce nella cancellazione dei diritti fondamentali delle popolazione delle Serre. Non abbiamo diritto più ad un Ospedale efficiente ed efficace, non abbiamo diritto più ad aver accesso alla giustizia nel nostro territorio. Ci sopprimono l'Ufficio del Giudice di Pace di Serra. Abbiamo perso la Pretura, l'Ospadale “San Bruno”, il Consultorio familiare ed ora anche il Giudice di Pace di Serra San Bruno. Questa terribile notizia ci è stata comunicata da un disegno governativo perverso, da uno schema che da tempo 60 giorni per esercitare una sorta di “riscatto” dell'Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno. Proprio come si riscatta una casa popolare. Ma ora più che mai il futuro della sete di giustizia dipende dalla politica delle Serre. Da quella politica che ci ha appassionato, che ci ha fatto sognare, che eletta democraticamente dal popolo ci rappresenta tutti indistintamente ed ascolta quello che il popolo delle Serre gli chiede. Serve ciò che chiamerei “accorpamento su richiesta” dei Comuni di Serra San Bruno, Spadola, Simbario, Brognaturo, Fabrizia, Vallelonga, San Nicola da Crissa, Nardodipace. Se la politica dei precitati Comuni non eserciterà una richiesta di mantenimento dell'Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno allora vorrà dire che avranno voluto davvero la chiusura. Non è la questione del destino dell'Ospedale “San Bruno” che i diversi orientamenti politici parlano di rilancio o di chiusura. Qui c'è poco da fare, il nostro Ufficio del Giudice di Pace è soppresso e tale soppressione diventerà definitiva se entro il 12 marzo 2012, gli enti locali precitati, anche consorziati tra loro, non richiederanno il mantenimento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi. In tali ipotesi dovrà essere messo a disposizione dagli enti locali anche il personale amministrativo necessario alla gestione dell’ufficio e rimarrà a carico dell’amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione dell’organico del personale di magistratura onoraria entro i limiti della dotazione nazionale complessiva nonché la formazione del personale amministrativo. Entro i successivi dodici mesi il Ministro della giustizia, dovrà apportare con decreto ministeriale le conseguenti modifiche alle più volte menzionate tabelle. Il Ministro potrà e dovrà in tale sede, valutare esclusivamente la rispondenza delle richieste pervenute ai criteri previsti dalla normativa, ovvero se esiste la disponibilità da parte degli enti locali a farsi carico degli oneri relativi all’istituzione ed al funzionamento dei nuovi uffici. Si dice che la reazione di ogni individuo ad alzarsi si verifica quando si raggiunge il fondo e nel caso del Giudice di Pace di Serra San Bruno questo fondo è stato toccato. Allora serve l'intervento della politica delle Serre per evitare di veder cancellato una delle poche tracce di democrazia di questo martoriato territorio".
Avv. Vincenzo Albanese
SERRA SAN BRUNO – Un’isola ecologica. Questo doveva essere il sito di raccolta dei rifiuti che si trova alle porte di Serra, in località Leonà, sulla strada che conduce verso Mongiana. Un’isola ecologica. Fino a pochi anni fa a dire il vero era un parco giochi, mentre oggi, ad accogliere i visitatori che arrivano dal reggino, c’è una discarica pericolosa e nauseabonda che assomiglia alle tante, abusive, che ci sono in queste montagne un tempo incontaminate. Pur nell’amenità del luogo, la discarica è perfettamente coerente con l’ecomostro che sorge al suo fianco, un enorme palazzetto dello sport mai completato, uno dei pochi “regali” che la Provincia di Vibo ha concesso alle Serre e che oggi sta lì impietoso a deturpare il panorama e ad avvelenare il territorio.
L’inverno, quello vero, ancora non si è fatto vedere nella cittadina della certosa. Ad oggi la neve è comparsa solo due volte, e non sono state nevicate record, e il vero Serrese si aspetta ben altro. Certo, le temperature minime si mantengono ben al di sotto dello zero, con le classiche gelate che imbiancano i tetti delle case. Questo è dovuto ad una forte inversione termica che caratterizza tutto il nostro territorio, ma in particolare la nostra cittadina. I maggiori modelli previsionali non riescono ancora ad inquadrare la situazione futura, ma a partire da domani è previsto un corposo raffreddamento dei Balcani (che è il nostro serbatoi del freddo), e di conseguenza una maggiore possibilità che qualche “spiffero” freddo bussi alle nostre porte. Uno di questi è in arrivo già domenica, mentre domani avremo tempo variabile con possibile pioggia nel pomeriggio e temperature in calo. La neve potrebbe farci visita nella tarda serata di sabato, o nella mattinata di domenica anche se la probabilità che ciò avvenga è ‘’bassina’’. In seguito, come già detto, temperature in calo e sotto media del periodo, con forti gelate notturne.
Leggendo gli ‘’spaghi’’ del Vibonese (foto) proposto dal modello Europeo Ensembles, si avrà un’anomalia termica di 6°-7° inferiore alla media tra il 15 e il 18 di questo mese, ma con scarse o quasi nulle precipitazioni tranne quelle di sabato e la mattinata di domenica. Dopo il 18 costante aumento delle temperature ma con valori vicino o sotto media, e con discrete precipitazioni . Naturalmente il nostro territorio è molto particolare dal punto di vista microclimatico, ed eventuli sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Riceviamo e pubblichiamo
SERRA SAN BRUNO - Constatiamo con preoccupazione che sul sito del Ministero della Giustizia è stato pubblicato lo schema di Decreto Legislativo recante “Revisione delle circoscrizioni giudiziarie - Uffici dei Giudici di Pace (…)”. Secondo tale Decreto l’Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno verrebbe soppresso per essere accorpato a quello di Vibo Valentia. Ancora una volta assistiamo impotenti al depauperamento del territorio serrese con la spoliazione di servizi essenziali per l’intera comunità. Questa volta, tocca all’unico presidio di giustizia rimasto sull’intera zona dopo la soppressione delle preture e la mancata istituzione della sezione staccata di Tribunale. La cosa appare di inaudita gravità e sconcertante superficialità, specie laddove nella relazione esplicativa del Provvedimento si legge che la metodologia adottata dal legislatore per decretare la soppressione dell’Ufficio si è basata su “un’analisi statistica multivariata”. Come nella Sanità, anche nel comparto Giustizia, la statistica ha prevalso sui bisogni concreti dei cittadini, una logica numerica, sterile, insignificante, irritante, ha decretato che i consumatori, gli utenti, i cittadini e gli addetti ai lavori dovranno farsi carico di maggiori spese ed indicibili disagi per l’accesso alla giustizia. Infatti, nessun riferimento fa la relazione esplicativa, alla circostanza che migliaia di utenti dovranno percorrere le vere e proprie mulattiere che conducono al capoluogo di provincia per poter solo avere un’informazione in cancelleria o per rendere una testimonianza o per un generico accesso alla giustizia che in Italia è amministrata in nome del popolo. Popolo che, in nome di tagli indiscriminati passa in secondo piano attraverso la negazione e la palese violazione dei principi costituzionali più basilari. Non è servita la lezione del passato, allorquando con l’abolizione delle Preture, si paventava un netto miglioramento del sistema giustizia, miglioramento che, non solo non c’è stato, ma che si è tramutato in un continuo collasso del sistema che è sotto gli occhi di tutti, basta infatti verificare la durata di un processo civile per accorgersi che la soluzione del problema non può essere rappresentata da tagli indiscriminati a discapito dei cittadini. Infatti, i problemi si sono moltiplicati e così pure le spese per lo Stato e i cittadini sono stati quasi del tutto privati del diritto di accedere all’amministrazione della giustizia. Un tale accorpamento e accentramento di servizi nel capoluogo di provincia può essere razionale solo in un territorio ricco di infrastrutture viarie, trasporti pubblici efficienti e tecnologie avanzate per la gestione informatica dei processi e delle informazioni di cancelleria. Il territorio vibonese non spicca certo per tali peculiarità, pertanto è illogico dare retta ai numeri, ma è necessario calarsi nei bisogni reali, adottando strategie consone alla conoscenza del territorio e non legate allo studio di statistiche dietro una comoda scrivania. A norma del Decreto in oggetto la stessa sorte avranno tutti gli Uffici diversi da quello ubicato nel capoluogo. Uno spiraglio di speranza è rappresentato dal fatto che, i Comuni in cui ha sede l’Ufficio possono, anche consorziandosi tra di loro, dichiarare la volontà di mantenere il presidio di giustizia, facendosi però carico delle spese di funzionamento. Auspichiamo, comunque, un intervento forte e deciso della politica che possa determinare una diversa distribuzione degli uffici e una revisione delle circoscrizioni giudiziarie meglio aderente alla realtà dei fatti e meno ingessata e condizionata dalla sterilità dei numeri. Il Codacons è pronto a dare voce alle proteste dei cittadini e a scendere in campo insieme agli addetti ai lavori del comparto giustizia che sono stanchi di subire il peso della burocrazia. Rimarremo, pertanto, vigili sull’evolversi della situazione ed invitiamo i politici del territorio ad adoperarsi fattivamente nelle rispettive Sedi istituzionali.
Dott. Antonio Damiano Carnovale - Resp. Zona Serre Vibonesi -
La Rete difesa del Territorio "Franco Nisticò" non molla e continua a chiedere la fine del commissariamento dei rifiuti in Calabria. Di seguito la nota del movimento calabrese che da tempo lotta su più fronti per difendere il territorio e le sue risorse. "Il popolo calabrese non è più disposto ad accettare alcun ricatto o speculazione sul proprio territorio: questo è il messaggio chiaro scaturito da un intenso anno di iniziative della RdT, culminato con la grande manifestazione del 12 Novembre a Crotone e proseguito col blocco della SS 106 a Cariati l’11 Dicembre. La parola d’ordine di queste manifestazioni è cristallina: fine del commissariamento all’emergenza rifiuti. Quello che fino a ieri era un porto delle nebbie di cui molti cittadini ignoravano l’esistenza, è diventato noto a tutti i calabresi ed ha suscitato il grido che dalle strade di Crotone è giunto stridente fino a Palazzo Campanella ed ai palazzi romani: "mò basta".
Le voci che si susseguono in questi giorni e la mancata consueta proroga del commissariamento calabrese nel decreto “mille proroghe” sembrano dar ragione a quei calabresi, ma consapevoli degli interessi, anche ‘ndranghetisti, che ruotano intorno alla monnezza, non abbiamo intenzione di mollare la presa. Nei prossimi giorni i calabresi dovranno avere conferma della cancellazione della ridicola istituzione che da 15 anni ha devastato il territorio agendo in deroga alle norme che tutelano la nostra salute, spendendo 1,4 miliardi di soldi nostri e permettendo ad un manipolo di speculatori privati di tenere in pugno il ciclo dei rifiuti regionale. Qualora questo non accadesse, la Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò” tornerà a manifestare per le strade ed a bloccare le discariche, simbolo del fallimento della classe politica calabrese e punti nevralgici del fragile ciclo dei rifiuti, ad un anno dal blocco della discarica di Pianopoli (CZ).
Non abbiamo intenzione di accettare commissariamenti camuffati da fantomatiche fasi di transizione, come già accadde in passato: l’unica via ragionevole è il ritorno della responsabilità agli enti locali, i quali senza alcuna deroga devono realizzare un sistema completamente pubblico che si basi sulla raccolta differenziata spinta porta a porta finalizzata al riciclo e riutilizzo totale. Chi non è in grado di farlo, dal sindaco del piccolo comune alle istituzioni regionali, passando per i presidenti della provincia, si dimettano senza riserve. Il tempo della cuccagna maleodorante che da decenni regna in Calabria è finito".
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