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Ci sarebbero anche i presunti assassini di Damiano Vallelunga tra le sedici persone arrestate questa mattina in un blitz condotto dai Carabinieri e dalla Polizia, coordinato dalla Dda di Reggio, nei confronti di presunti affiliati alle cosche Gallace, Ruga, Leuzzi, operanti nei comuni di Guardavalle, Monasterace, Caulonia, Stilo, Riace e Stignano. Il capo indiscusso del clan dei "Viperari" fu freddato il 27 settembre 2009 di fronte al Santuario dei Santi Cosma e Damiano, a Riace. Ed è stato proprio quell'omicidio a riaccendere la "faida dei boschi". Gli arrestati, accusati a vario titolo di omicidio, associazione mafiosa e altro, sono: Vincenzo Gallace di Guardavalle, Renato Comito di Caulonia, Cosimo Franzé di Caulonia, Vincenzo Franzé di Caulonia, Antonio Leuzzi di Stignano, Cosimo Leuzzi di Stignano, Angelo Misiti di Stignano, Salvatore Papaleo di Monasterace, Domenico Ruga di Monasterace (irreperibile), Andrea Sotira di Stignano, Cosimo Spatari di Placanica, Luca Spatari di Riace, Agostino Vallelonga di Fabrizia, Bruno Vallelonga di Monasterace, Damiano Vallelonga di Mongiana, Luigi Vallelonga di Caulonia, Piero Vallelonga di Caulonia.
Nella notte tra lunedì e martedì i carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia hanno tratto in arresto Domenico Lavecchia, 38 anni, ricercato da otto giorni perchè accusato del tentato omicidio di Salvatore Stambè, pastore 26enne ferito da diversi colpi di pistola dieci giorni fa, mentre pascolava il suo gregge nelle campagne di Dinami. Il presunto responsabile del tentato omicidio è stato scovato nelle campagne di Francica. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, alla base dell'episodio ci sarebbero dei contrasti che durano da tempo tra la famiglia di Stambè e quella di Lavecchia per motivi legati al pascolo abusivo. Dopo l'ennesimo diverbio, dunque, Lavecchia avrebbe deciso di risolvere la questione con le armi. Determinante, nella ricostruzione dell'episodio, è stata la testimonianza resa da un 30enne rumeno che lavorava per Lavecchia e che ha riconosciuto proprio nel suo datore di lavoro l'autore del tentato omicidio.
DINAMI - Arrestato dai carabinieri di Dinami il presunto responsabile del tentato omicidio di Pietro Schinello, 35enne raggiunto da un colpo d'arma da fuoco alle gambe oggi pomeriggio, mentre giocava a carte in un bar del piccolo centro dell'Alto Mesima. A sparare contro Schinello sarebbe stato proprio il titolare del bar, Antonino Cavallaro, che dopo una lite per futili motivi, avrebbe esploso un colpo contro Schinello con una pistola detenuta legalmente. Di seguito la nota diffusa dal capitano Stefano Esposito Vangone, comandante della Compagnia Carabinieri di Serra San Bruno.
Nel tardo pomeriggio di oggi, 20.06.2012, i Carabinieri del Comando Stazione di Dinami hanno tratto in arresto CAVALLARO Antonino, nato a Dinami (VV) il 10.10.1955, ivi residente via Giacomo Matteotti nr. 1, coniugato, commerciante, incensurato, per il reato di tentato omicidio in danno di SCHINELLO Pietro
SAN NICOLA DA CRISSA – Si è tenuta ieri l’udienza a carico dei tre fratelli di San Nicola da Crissa, Giuseppe, Nicola e Rosaria Pileggi, rispettivamente di 79, 72 e 65 anni, già noti alle forze dell’ordine perchè imputati di tentato omicidio ai danni di una vicina di casa, che nel novembre scorso si erano resi responsabili, asce in pugno, di aggressione nei confronti dei carabinieri della locale stazione. I tre, sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, avevano violato tale restrizione per uscire, asce in pugno, a tagliare legna da ardere. Una volta fuori di casa, i tre anziani si sarebbero messi ad inveire nuovamente contro la vicina di casa, già loro vittima di tentato omicidio, la quale spaventata si sarebbe barricata in casa. Sul luogo dell’accaduto sono giunti i Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno e della locale Stazione, coordinati dal capitano Esposito Vangone, che una volta accertatisi di quanto stesse succedendo, avrebbero cercato di far desistere i tre fratelli
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