mini rubinetto

Quante promesse ancora dovremo sentire prima che qualcuno prenda seriamente per mano la situazione riguardante la non potabilità dell' acqua? E quante, ancora, ne faranno i nostri politici che, ad ogni appuntamento elettorale, pur di accaparrare qualche voto utile alla conquista della tanto aspirata poltrona, sprecano del tempo prezioso, piuttosto che fare proclami che alla fine, si sa, non potranno mai mantenere? Molti Comuni, non soltanto Serra, utilizzano l'acqua proveniente dal bacino dell' Alaco. Anche la città capoluogo di provincia. 
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Venerdì, 24 Agosto 2012 17:40

Ma l’Alaco, esiste?

mini schiumaSERRA SAN BRUNO - Ma l'Alaco è ancora lì? Esiste ancora quel serbatoio di veleni e di affari torbidi e maleodoranti, proprio come l’acqua che arriva ai serresi e ai vibonesi? Ad assistere ai dibattiti del Pd serrese, penseresti che l’Alaco non esiste, o che forse non è un problema che ci tocca piu' di tanto. Poi ti viene da chiederti chi mai può aver fatto assumere quei tecnici che cercavano di seminare i Nas per andare a nascondere la famigerata schiuma marrone dai sedimentatori, e allora capisci che, per chi sosteneva la giunta Loiero, oggi è meglio parlare dei massimi sistemi, o inseguire alleanze con chi sostiene il “modello peggio”, oppure dissertare su quello che ha scritto l’Economist. Gli stessi dubbi ti assalgono osservando l’operato del Mpa: silenzio totale.

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Martedì, 21 Agosto 2012 15:03

Acqua sporca: i manifesti senza vergogna

mini manifesti comune acquaCon Sorical o con i cittadini? Questo è il problema. Un dubbio amletico, controverso e snervante, che accompagna il sindaco Rosi fin dal giorno della sua incoronazione. Di acqua sporca a Serra se ne parla da mesi, anzi da anni. Lo fece anche lui, a campagna elettorale in corso. Aveva promesso l’autonomia, il distacco da Sorical, il ripristino dei pozzi comunali e l’indagine di nuove falde acquifere con l’ausilio di improbabili boscaioli-rabdomanti. Promesse da marinaio che subiscono la metamorfosi imposta dall’obbedienza incondizionata alla voce del padrone. Ai comandi impartiti da chi sta sopra per gerarchia. Da chi sta alla Regione, che possiede il 53% di Sorical, e muove i fili disegnando nell’aria imposizioni a cui non si può disubbidire.

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mini acquapubblica221Il Coordinamento calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” si è riunito nei giorni scorsi a Vibo Valentia nella sede del Wwf. Nel corso della riunione sono state affrontate molteplici problematiche riguardanti la gestione delle risorse idriche calabresi e si sono poste le basi per il rilancio dell’attività del Coordinamento nel Vibonese. Alla riunione hanno preso parte diverse realtà associative attive sul territorio provinciale ( Comitato civico Pro-Serre, Compresi gli Ultimi, CittAperta, Partito dei Comunisti Italiani, Associazione “Il Brigante, Rifondazione Comunista, Forum delle Associazioni, WWF) che a breve, in sinergia, daranno vita ad un Coordinamento provinciale, aperto alle adesioni di altri movimenti e associazioni, che si occuperà delle iniziative da organizzare nel Vibonese per portare avanti la battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico calabrese. Nel corso della riunione è stato affrontato il drammatico caso del bacino dell’Alaco

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mini Paolo_MeneguzziNon ci siamo mai fatti mancare nulla, a Serra San Bruno. Un santo di quelli che contano. La visita di due papi. Una certosa millenaria. Carte in regola, insomma, per essere “la capitale europea del turismo religioso”. Come no. Ci credeva il sindaco Bruno Rosi. Così com’era convinto che il “binomio Comune-Regione” avrebbe davvero elargito 100 posti di lavoro al Parco delle Serre, che avrebbe potenziato l’ospedale e che ci saremmo resi autonomi da Sorical e dall’Alaco. Ci credeva. D’altronde i suoi “santi in paradiso” glielo avevano garantito, e lui si è sempre fidato dei suoi santi.

L’ospedale del futuro promesso da Nazzareno Salerno, presidente della Commissione sanità, si è sbriciolato sotto i colpi dei decreti emanati dall’Altissimo, Scopelliti, a cui i nostri eroi volevano dare la cittadinanza onoraria.

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mini lago_Alaco_sponda_sud-ovestIn relazione a quanto dichiarato dall’ Ing. De Marco, direttore generale dell’area tecnica di SoRiCal, in relazione a quanto denunciato dal Comitato civico Pro-Serre nei giorni scorsi, si precisa quanto segue. 

De Marco, indagato per avvelenamento di acque nell’ambito dell’inchiesta “Acqua Sporca” condotta dalla Procura di Vibo, che ha portato al sequestro dell’impianto dell’Alaco, sostiene che i pozzi situati sulle sponde dell’Ancinale, nel comune di Spadola, sono stati dismessi da molti anni, ma ciò non corrisponde al vero poiché fonti molto attendibili riferiscono che sicuramente fino a tre anni fa, cioè fin quando la SoRiCal non fu estromessa dalla gestione delle acque spadolesi, erano in funzione. Oltre a ciò si dovrebbe spiegare ai cittadini perché questi impianti siano stati costruiti proprio sulle sponde del fiume. Non crediamo certo alle parole di De Marco, perché evidentemente non è proprio lui il soggetto che può sancire la bontà della condotta di SoRiCal e quindi dell’acqua dell’Alaco.

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mini comitato_pro_serreSERRA SAN BRUNO - Il fantomatico balletto delle ordinanze, mandato in scena dall’amministrazione comunale serrese negli ultimi mesi, ha contribuito a rendere ancora più paradossale la questione acqua potabile. Si tratta, infatti, di un problema grave, che incide sulla salute oltre che sulle tasche dei cittadini, causato per larga parte dalla responsabilità delle amministrazioni comunali alla guida del paese dal 2004 (anno di insediamento di SoRiCal) e che viene malamente gestito oggi dall’amministrazione Rosi, che nell’arco degli ultimi 3 mesi ha tenuto un atteggiamento contraddittorio e fuorvianteper i cittadini, che oggi appaiono esasperati

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mini municipio_serraSERRA SAN BRUNO – Come se non bastasse tutta la preoccupazione sorta nei cittadini dopo il sequestro dell’invaso dell’Alaco, l’amministrazione Rosi aggiunge ulteriori tasselli al già confusionario quadro riguardante la potabilità dell’acqua sul territorio comunale. Dopo l’ordinanza emanata in fretta e in furia sabato sera, che vietava il consumo umano dell’acqua in seguito alle comunicazioni telefoniche ricevute da EsiLab, una nuova ordinanza del sindaco, alquanto caotica, conferma che l’acqua non è potabile, ma con delle precisazioni. Innanzitutto l’ordinanza di Rosi dice che l’acqua erogata da Sorical non è potabile, e Sorical, dice sempre l’ordinanza, serve quasi tutto il territorio comunale.

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mini sequestro_alaco_2Di seguito il comunicato stampa diffuso dal Comitato civico Pro-Serre dopo la conferenza stampa tenutasi oggi pomeriggio nei locali dell'associazione "Il Brigante" con i responsabili del Coordinamento regionale acqua pubblica "Bruno Arcuri": L' inchiesta odierna della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, che ha proceduto al sequestro dell'impianto di potabilizzazione dell'Alaco, rappresenta una battaglia vinta per il Comitato Civico Pro - Serre e, in particolar modo, per tutti i cittadini che da tempo avevano ravvisato profonde anomalie in quell’acqua putrida e puzzolente che sgorga ogni giorno dai nostri rubinetti. Finalmente l’Alaco, come chiedevamo da mesi, è stato posto sotto sequestro.

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Domenica, 11 Dicembre 2011 00:51

Il sistema Alaco

mini schiumaE’ stata a lungo una delle tante dighe fantasma del sud. Il progetto risale al 1961, fu approvato nel ’78, i lavori furono appaltati nel 1985 ma, bloccati molte volte, furono terminati intorno al 2003-04, e a fronte di una spesa inizialmente prevista di 15 miliardi di lire, l’opera alla fine è costata oltre 150 miliardi. Un esempio di spreco di denaro pubblico a cui la sezione regionale della Corte dei Conti ha dedicato un paragrafo nella relazione del 2002. L’invaso dell’Alaco si trova sul monte Lacina, a cavallo tra le Serre vibonesi e la costa jonica soveratese. Territorio del comune di Brognaturo, un paesino a due passi da Serra San Bruno.

Nel 2006 qui arriva la Sorical: l’obiettivo è mettere a regime l’invaso e inviare più acqua ai comuni, ma alla fine il liquido che arriva nelle case è di pessima qualità, torbido, giallognolo e maleodorante. Oggi il bacino serve circa 80 comuni (molti del vibonese e altri sulla jonica catanzarese e reggina) per un numero di abitanti che dovrebbe aggirarsi attorno ai 400mila. L’acqua dell’Alaco genera periodicamente situazioni di forte disagio: molti comuni emettono spesso ordinanze di non potabilità. Vibo all’inizio del 2011 è arrivata a superare i 100 giorni consecutivi di non potabilità. La Sorical punta il dito sulle condotte dei comuni, per molti invece il problema è l’Alaco, la cui acqua risulta sempre troppo “ricca” di ferro e manganese. A Serra San Bruno è nato un collettivo (Coordinamento delle Serre per il diritto all’acqua) che da mesi protesta contro Sorical denunciando le distorsioni del “sistema Alaco”. Secondo il Coordinamento il bacino non è mai stato bonificato prima di essere riempito, ed è difficile sostenere il contrario, visto che ancora oggi si notano chiaramente fusti di alberi e piante che fuoriescono dall’acqua, e qualche volta si vedono anche degli animali che si dissetano sulle rive del lago. Proprio sulle rive è stata fotografata una inquietante schiuma marrone chiaro, e i ciottoli toccati dall’acqua sono stranamente nerastri.

La Sorical ha consentito ad una delegazione del Coordinamento di visitare l’impianto di potabilizzazione: «Ci mancava solo che ci facessero pagare il biglietto – hanno riferito gli attivisti che hanno visitato l’invaso – tanto era stato programmato tutto nei minimi dettagli. Peccato che su una lavagna si fossero dimenticati di cancellare un ordine di servizio: “dalle 18 in poi aprire al massimo la valvola…smaltire più fanghi possibile…”. Ci hanno anche fatto assaggiare l’acqua potabilizzata mostrandoci come tutti i contatori non rilevassero alcuna presenza di sostanze o altro al di fuori della norma, solo che uno di noi si è accorto che il rilevatore del cloro era spento». Infatti l’acqua che arriva nei rubinetti è sempre molto carica di cloro, spesso oltre la norma.

Fonti accreditate raccontano che, per almeno due anni, i fanghi non venivano disidratati e venivano prelevati allo stato liquido con autobotti e trasportati altrove, con costi al di fuori da ogni logica. Le stesse fonti segnalano che le acque di risulta del lavaggio dei filtri e della disidratazione dei fanghi (che oggi non avviene) non vengono smaltite, ma reimmesse in testa all'impianto. Probabilmente il potabilizzatore è sottodimensionato e quindi non adeguato a servire tutte le migliaia di utenti che dovrebbe – il che lascerebbe presupporre che parte dell’acqua che arriva nelle case venga bypassata, magari superclorata, senza passare per il potabilizzatore.

Sicuramente, perché l’acqua di lago come quella possa essere potabile, il bacino andrebbe bonificato, e quello dell’Alaco non lo è affatto. Probabile che una volta terminata la diga e riempito d’acqua l’invaso, quando la Sorical ne prese possesso si prospettò di fronte ai monopolisti dell’acqua calabrese una grande opportunità per sfruttare quel liquido e trasformarlo in guadagno. Alcuni dirigenti Arpacal, nell’agosto 2010, dissero chiaramente che il problema dei continui disagi era senza dubbio l’Alaco con le sue acque difficilissime da potabilizzare. Molto difficile ma interessante, tra l’altro, sarebbe sapere cosa è stato riversato in quel bacino durante tutti gli anni in cui l’acqua non c’era ancora e tutt’intorno non c’erano né recinzioni né controlli. Fatto sta che l’acqua, nonostante adesso sia ufficialmente potabile, è sempre la stessa: ferro e manganese, e molto  cloro (lo hanno confermato analisi ufficiose e ovviamente senza valore legale). I cittadini continuano a pagarla profumatamente (compreso il famoso 7% che Sorical continuerà a incassare anche dopo il referendum) anche nei non rari periodi di non potabilità. Ciò succede nelle Serre, una zona le cui sorgenti sono sempre state catalogate tra le più pure e salubri d’Italia.

p.s.

La zona in cui si trova l’Alaco, a mille metri di altezza, è molto bella. Una zona umida su cui ancora circolano leggende su una baronessa ottocentesca che dopo aver attratto in incontri amorosi giovani contadini del posto li gettava nelle paludi che circondavano il suo castello, di cui ancora ci sono i ruderi poco distante dalla diga. Il centro abitato di Brognaturo sta a 7-8 km di curve, alla stessa distanza dall’altra parte c’è la frazione Elce della Vecchia di Guardavalle. E’ una montagna dove un tempo si nascondevano i briganti; negli anni ’80 i suoi boschi invece furono uno degli scenari della prima faida dei boschi; oggi è colonizzata dai “predoni” di Veolia (la multinazionale che detiene il 47% di Sorical; il restante 53% è della Regione Calabria, ma è chiaro che il socio privato tiene la Regione per le palle, grazie alle clientele e non solo).

 

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