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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Una tragica fatalità potrebbe essere costata la vita a Domenico Caglioti, 52 anni di Sorianello da anni residente a Saluggia, in provincia di Vercelli, dove prestava servizio come vigilante alla Sorin. Sulla sua morte, sono ancora in corso gli accertamenti da parte dei Carabinieri di Livorno Ferraris. L’uomo, noto a tutti in città come Mimmo, era nella sua casa quando, nel tardo pomeriggio di ieri, è partito un colpo dalla sua pistola d'ordinanza che lo ha ferito al torace. Si presume che possa essersi trattato di un incidente, avvenuto accidentalmente forse mentre puliva l’arma. All’arrivo dei soccorsi e dei Carabinieri le condizioni del 52enne erano già critiche ed è stato necessario l’intervento dell’elisoccorso per condurlo d’urgenza al Cto di Torino. Purtroppo, però, per lui non c’è stato nulla da fare. Caglioti molto conosciuto in città, faceva spesso ritorno al suo paese d'origine. Lascia 4 fratelli e una sorella, la moglie, anche lei di Sorianello, ed il figlio Luca. Nel paese, dove ancora abitano i suoi genitori e la suocera, la notizia della sua tragica morte è stata appresa con sgomento.
Di seguito il comunicato stampa diffuso dal capitano Stefano Esposito Vangone, comandante della Compagnia dell'Arma dei carabinieri di Serra San Bruno:
È di questa mattina l’intervento operato dai Carabinieri del Comando Stazione di Dinami che, liberi dal servizio, hanno fermato e successivamente tratto in arresto COCEA Nicosur Marius nato in Romania il 28.04.1987, latitante romeno con una condanna di tre anni da espiare per una serie di furti aggravati e reiterati commessi in Romania tra il settembre 2006 ed il maggio 2007.
Era da poco giunto nella cittadina di Dinami, quando tre carabinieri liberi dal servizio, scorgendo l’anonimo volto del Cocea aggirarsi indisturbato per il paese, hanno ritenuto opportuno procedere al suo controllo all’interno di un bar, mentre lo stesso aveva iniziato a sorseggiare un caffè.
Il nervosismo e lo stato di evidente agitazione del Cocea, certamente non imputabili alla caffeina, hanno da subito destato sospetto e suscitato interesse nei militari che, a seguito di interrogazione alla banca dati, ne hanno acclarato lo stato di latitanza.
Espressioni di plauso sono state rivolte ai Carabinieri anche dalle forze dell’ordine romene che da 5 anni stavano indagando sul suo conto. Prima di essere tradotto in carcere, il Cocea, incredulo, come in un romanzo di Conan Doyle, ha chiesto di poter almeno finire il suo caffè.
Legione Carabinieri “Calabria”
Comando Provinciale di Vibo Valentia
Compagnia Carabinieri di Serra San Bruno
Trasportava 18 suini con tutta la documentazione relativa alla provenienza e alla destinazione degli animali, ma tutto ciò non ha convinto i carabinieri della stazione di Maierato che, dopo un esame approfondito, hanno appurato che le autorizzazioni esibite erano completamente false. Così D.N., commerciante delle Serre vibonesi, è stato denunciato a piede libero per falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, mentre il bestiame che stava cercando di andare a vendere alle aziende agricole di Maierato è stato posto sotto sequestro. Il commerciante, al momento in cui è stato fermato dai carabinieri ad un posto di blocco, ha esibito un intero fascicolo pieno di carte che certificavano la provenienza degli animali, ma i carabinieri si sono comunque insospettiti e hanno chiesto l'intervento del servizio veterinario dell'Asp di Vibo, scoprendo così che quelli esibiti dall'uomo erano tutti documenti falsi.
Un ordigno confezionato artigianalmente, ad alto potenziale, è stato fatto esplodere su un finestra del bar del villaggio turistico "Baia di Zambrone", nota struttura sita sulla costa tirrenica vibonese. L'ordigno rudimentale è stato deposto e fatto esplodere sul gradino di una finestra del bar, e la deflagrazione ha provocato danni all'edificio, alla finestra e alle tegole. Sul posto sono intervenuti gli uomini dell'Arma dei carabinieri della Stazione di Zungri guidati dal maresciallo Dario Randazzo, che hanno effettuato i primi rilievi e hanno avviato le relative indagini.
Una coppia di bulgari Atanas Atanasov Tyankov, di 47 anni, e la moglie Pavlina Atanasova Zhekova, di 40, e il loro figlio Tihomir, di 20 anni, sono stati arrestati dai carabinieri a Vibo Marina con l'accusa di tentato furto. La donna, con la scusa di andare a trovare per una visita un anziano pensionato presso cui in passato aveva lavorato come badante, si e' fatta aprire consentendo a marito e figlio di intrufolarsi nell'abitazione in cerca di soldi. Il tre, pero', sono stati sorpresi da una pattuglia di carabinieri.
DINAMI – I carabinieri della compagnia di Serra San Bruno, coordinati dal capitano Stefano Esposito Vangone, hanno denunciato due nuclei familiari di Dinami per abusivismo edilizio, una delle piaghe che affliggono il vibonese, sempre più difficile da debellare. Più in particolare ad essere deferiti all’Autorità Giudiziaria sono stati C.A. classe 1982, C.G. del 1986 e C.C. classe 1967 che avrebbero costruito una struttura abitativa di 35 mq avente base in cemento armato su di un terreno avente una destinazione d’uso diversa da quella edificatoria prevista per le costruzioni di civili abitazioni. Nel corso dei controlli a cura dei carabinieri della Compagnia di Serra inoltre, sono stati sempre denunciati all’Autorità Giudiziaria due coniugi, G.D. classe 1946 e P.M.C. del 1948, che avrebbero costruito una struttura di 100 mq in legno con base in cemento armato su di un terreno risultato di proprietà comunale. In entrambi i carabinieri hanno provveduto a denunciate le attività illecite alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia per il reato di abusivismo edilizio e contestualmente è stata fatta richiesta di demolizione alle autorità municipali. L’operazione dei militari dell’Arma della Compagnia di Serra San Bruno, rientra nell'ambito di predisposti servizi di controllo del territorio, finalizzati proprio al contrasto del fenomeno delle costruzioni illegali, uno di quei fenomeni che si stanno espandendo a macchia d’olio colpendo tutta la provincia, indistintamente dalle marinate alla montagna.
(articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria)
MILETO – Tragico epilogo della vicenda di Nicola Vardaro, il pensionato di 65 anni scomparso nei giorni scorsi a Mileto. Il cadavere dell’uomo, infatti, è stato trovato dai Carabinieri nei pressi della stazione ferroviaria di Mileto. Dagli accertamenti, risulta che il pensionato sarebbe deceduto per cause naturali. Subito dopo la scomparsa, i familiari avevano dato l’allarme denunciando l’accaduto ai Carabinieri.
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