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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Già il fatto di indossare una maglia storica come quella della Fortitudo Bologna ha rappresentato un motivo d'orgoglio. Chiudere la stagione con la promozione in serie A2, però, lo è ancor di più. Soprattutto quando, per chi come lui, in poco più di tre mesi e mezzo, è riuscito con la sua classe a conquistare tutti e ad entrare nel cuore dei tifosi bolognesi.
Stiamo parlando di Nazzareno Italiano, giovane promessa del basket, originario di Serra San Bruno, ma da tempo, ormai, stabilitosi nel capoluogo emiliano, tra i principali artefici della promozione della Fortitudo Bologna, che torna dunque in A2 dopo il successo per 66 a 42 contro il Siena nella Final Four di Serie B.
Cresciuto nelle giovanili del Patavium Petrarca, il giovane classe '91 ha esordito nel 2007 nel Basket Rovigo in C2, centrando subito la promozione in C1. Nel 2010 è stato ceduto all’Use Empoli in B2, nel 2011 è andato all’Angels Santarcangelo (DNA) per poi fare ritorno, l'anno successivo, ad Empoli. Nell'estate del 2013 è passato alla Pallacanestro Piacenza e, da febbraio di quest'anno, l'ala forte è un giocatore della Fortitudo.
A tre giorni di distanza dalla vittoria contro il Siena, Italiano – soprannominato “L'uomo mascherato” per il suo modo tutto originale di esultare – ha concesso un'intervista alla nostra redazione.
Italiano, lei è arrivato soltanto a febbraio alla Fortitudo e, in così poco tempo, è riuscito a coronare il sogno di vincere un campionato di serie B. Ci può spiegare quali sono state le emozioni che ha provato dopo il successo contro Siena?
«Non riesco ad esprimere con un unico sentimento tutto ciò che ho provato. Si tratta di un insieme di emozioni nate dalla soddisfazione di aver coronato il mio sogno di vincere il campionato col conseguente passaggio di categoria, ma anche dal fatto di aver “trionfato” in una città che sostiene calorosamente e con entusiasmo il basket e la Fortitudo nello specifico».
Mettendo da parte i festeggiamenti di sabato scorso, qual è stato per lei il momento più significativo di questo scorcio di stagione?
«Ogni partita per me è stata importantissima e resterà memorabile. Ogni volta entravo in campo come se stessi giocando una finale, con la stessa carica e determinazione che hanno permesso il coronamento della vittoria finale».
A chi vuole dedicare questo successo?
«Alla Fortitudo e al suo instancabile pubblico, ai miei genitori per avermi sempre supportato e a me stesso per tutti i sacrifici e l'impegno che ho mantenuto costante nella mia carriera sportiva».
Come si spiega il fatto che in soli tre mesi e mezzo è riuscito a conquistare il cuore dei tifosi?
«Probabilmente, proprio come per i miei compagni, i tifosi hanno apprezzato la totale dedizione alla squadra. Abbiamo sempre giocato con il massimo impegno senza risparmiarci, e questo ha fatto si che il pubblico ci sostenesse sempre e ci volesse bene».
Abbandoniamo per un attimo il Nazzareno Italiano giocatore. Ci dica un po' quali sono i ricordi che ha di Serra...
«Sono nato a Serra San Bruno ed è difficile dimenticare le mie origini. In questi anni tutta la mia famiglia e tutti gli amici di infanzia hanno sempre dimostrato la loro fiducia e il loro affetto nei miei confronti nonostante la distanza, per questo non posso non essere riconoscente al mio borgo natio».
E' ancora presto per parlare di mercato, ma la domanda in questi casi è d'obbligo: il futuro di Nazzareno Italiano sarà ancora alla Fortitudo?
«Mi auguro proprio di sì. La Fortitudo mi ha accolto e mi ha fatto sentire da subito un elemento fondamentale della squadra permettendomi di dimostrare le mie capacità e di migliorarmi dal punto di vista tecnico. Rimanere qui sarebbe un onore perché potrei continuare a crescere in un ambiente dove l'importanza e l'amore per il basket è collettiva».
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