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«Michele Mirabello è incoerente». Non fa tanti giri di parole Gianluca Callipo, esponente renziano del Pd vibonese, pronto di nuovo a tentare di sovvertire le logiche di potere interne al partito provinciale.
Il giovane sindaco di Pizzo Calabro – sconfitto alle primarie di coalizione che nell’ottobre scorso videro trionfare Mario Oliverio, eletto poi presidente della Regione Calabria – non manca ancora una volta di esternare tutto il proprio disappunto verso i rappresentanti dell’ala censoriana del Partito democratico. Questa volta nel mirino di Callipo è finito Michele Mirabello, segretario dei democrats vibonesi, eletto di recente consigliere regionale con quasi 9.800 preferenze. Proprio il doppio ruolo rivestito adesso dall’ex assessore provinciale ha accesso in questi ultimi giorni l’ennesima polemica interna al partito.
«Mirabello non intende dimettersi - ha spiegato Callipo -, una scelta incoerente rispetto a ciò che aveva assicurato circa un anno fa, quando assunse la guida del Pd nella provincia vibonese. A quei tempi, con la volontà di dimostrare che era l'uomo giusto al posto giusto, promise che si sarebbe dedicato esclusivamente alla costruzione del partito a livello provinciale, rinunciando a qualunque altro impegno istituzionale. Quindi escluse solennemente una sua candidatura alle regionali, lasciando intendere che altri avrebbero avuto l'opportunità di candidarsi al suo posto».
I fatti però consegnano oggi un'attualità del tutto avversa agli annunci di cui si sarebbe reso autore Mirabello ormai diversi mesi fa, al momento dell'insediamento alla guida della segreteria provinciale del partito. «Come sappiamo le cose sono andate diversamente – ha spiegato ancora Callipo – Mirabello si è candidato ed è stato eletto. Bene, la politica regionale ha bisogno di giovani dinamici e preparati, decisi a impegnarsi nelle istituzioni. Ma cambiare e imprimere una svolta al sistema politico calabrese, come Mirabello si promette di fare, significa recuperare anche coerenza e spirito di servizio, a tutti i livelli. Ecco perché credo che la sua decisione di non lasciare la guida del Pd vibonese sia sbagliata».
La proposta di riaprire la stagione congressuale, magari a discapito dell’asse Mirabello-Censore, risulta condivisa anche da Francesco De Nisi, altro aspirante consigliere regionale, rimasto però fuori dall’assise di Palazzo Campanella nonostante gli 8.628 voti conseguiti in tutto il collegio Centro. L’intenzione è chiaramente quella di ribaltare le logiche di potere interne al partito, per cercare poi di conquistare le redini della segreteria provinciale. Un nuovo duello interno, dunque, destinato a farsi infuocato in previsione delle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale della città capoluogo Vibo Valentia, previste per il prossimo maggio.
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