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Alcuni dei dipendenti in organico nelle cinque Province calabresi, hanno deciso nel corso di questo pomeriggio di dare vita ad una manifestazione simbolicamente condivisa in tutti gli enti intermedi calabresi.
Lo stato di agitazione ha portato i lavoratori, accompagnati dai referenti delle sigle sindacali di categoria, ad occupare contemporaneamente le sedi istituzionali di Catanzaro, Crotone, Reggio, Cosenza e Vibo. Nel capoluogo di regione è stato stilato un documento da presentare al presidente Mario Oliverio, per spronarlo a creare un osservatorio ad hoc, gestito direttamente dalla Regione Calabria, capace di occuparsi specificatamente della questione Province, così come già attuato da altre Regioni. Nell’ambito della protesta, un ruolo cruciale pare sia stato giocato dai dipendenti della Provincia di Vibo Valentia, che già nei giorni scorsi avevano dato vita ad una dura mobilitazione che li aveva portati ad occupare anche la sala giunta ubicata al terzo piano del Palazzo provinciale. Protesta che aveva permesso di arrivare ad un incontro faccia a faccia proprio con il neo governatore, in seguito al quale era stato proclamato lo sblocco dei fondi utili a garantire gli stipendi arretrati, attesi da ormai tre mesi dai circa 380 lavoratori in organico all’ente di contrada Bitonto ed ancora non erogati a causa del grave dissesto finanziario che pesa sui bilanci della stessa Provincia.
«No al maxi emendamento presentato dal governo sulla legge di stabilità – è scritto in una nota diffusa poche ore fa dalla Funzione pubblica della Cgil regionale – che, se passerà, renderà di fatto inattuabile la legge Delrio, prevedendo sei miliardi di tagli in tre anni per le Province, la riduzione del 50 per cento dell’organico e nessuna garanzia per il personale precario. Quello che più preoccupa – ha detto Alfredo Iorno, segretario generale Fp-Cgil Calabria – è che ancora in molti casi non si sono compresi del tutto gli interrogativi che pesano sul futuro dei dipendenti provinciali, soprattutto se passa il maxi emendamento del governo alla legge di stabilità che contraddice, anzi, destruttura e rende di fatto inutile la legge Delrio e prevede pesantissimi tagli sul personale».
A tranquillizzare però i lavoratori, in tutta risposta, è stato pochi minuti dopo, il sottosegretario Graziano Delrio – autore tra l’altro della contestata riforma – che ha spiegato come «il personale delle Province non rimarrà per strada ma verrà assorbito tramite blocco di tutte le assunzioni in tutte le amministrazioni dello Stato e affini». Delrio ha aggiunto inoltre che nel maxiemendamento alla legge di stabilità ci sarà un «elemento di certezza e non d'incertezza come qualcuno ha erroneamente sottolineato».
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