Lunedì, 18 Marzo 2013 17:33

Lsu/Lpu, il Consiglio approva una norma transitoria, ma i soldi bastano solo fino a luglio

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mini 20130318_007Una protesta che andrà avanti “ad oltranza”, fin quando ai precari calabresi non saranno riconosciuti i diritti che rivendicano da anni. La bomba sociale, come anticipato dal Vizzarro.it, è puntualmente scoppiata dopo che la legge regionale che rinviava il termine della stabilizzazione al dicembre 2014 è stata bocciata dalla Corte Costituzionale. In conseguenza di ciò gli “enti utilizzatori” hanno sostanzialmente perso il presupposto giuridico per mantenere in servizio i precari

, e inoltre la Regione ha messo nero su bianco la indisponibilità a versare le somme spettanti per i primi mesi del 2013. Poco prima dell’inizio della seduta di Consiglio regionale di oggi una delegazione di precari - erano un migliaio a manifestare, fin da stamattina, davanti a Palazzo Campanella - è stata ricevuta dal presidente della giunta Scopelliti e dal presidente del consiglio Talarico.

In sostanza Scopelliti ha annunciato l'approvazione, poi avvenuta, di una norma transitoria che consentirà la continuazione del rapporto di lavoro tra i precari e la Regione Calabria. Il problema vero però, più che le censure della Corte Costituzionale, è, come sempre, la mancanza di soldi. Le risorse per il pagamento degli Lsu/Lpu, infatti, anche con la nuova norma transitoria, basterebbero solo fino al mese di luglio. La “soluzione” della politica al problema del precariato, dunque, è ancora una volta solo un palliativo. I lavoratori lo sanno bene, per questo hanno già annunciato che continueranno la loro lotta fin quando non avranno garanzie sul loro futuro. 

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    Il primo cittadino serrese entra, poi, nel merito della manifestazione: «Chiediamo al governo di stanziare i 29 milioni di euro mancanti e di procedere alla deroga dei vincoli che impediscono ai Comuni di avviare la stabilizzazione. Dopo oltre 20 anni, è inaccettabile che ancora oggi si parli di precarietà. Il governo nazionale, la Regione Calabria e i parlamentari calabresi prendano seriamente in mano questa situazione, nel rispetto della dignità di questi lavoratori, altrimenti si rischia di dare seguito a una bomba sociale dalle proporzioni gigantesche».

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